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18-04-2012, 20:29
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#21
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Richiesta di ban anche per miky
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Mi hai fatto venire in mente che devo aggiungere nel regolamento il reato di richiesta impropria di ban.
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18-04-2012, 20:35
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#22
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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io non mi imbatto mai in queste frasi, sarà perchè su topolino si usa un linguaggio molto più giovanile
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18-04-2012, 20:40
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#23
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Quote:
Originariamente inviata da mattia_zu86
"sé"?
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[ Qual è il problema? L'accento di "sé"? Guarda che è corretto! ]
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18-04-2012, 20:40
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#24
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Ma in una società individualista, competitiva e chiassosa come la nostra è possibile dimenticare il proprio sé? Mi sembra impossibile realizzare ciò che dici nel contesto in cui viviamo.
Per percorrere il cammino che tu dici, sor Muttley, direi che bisognerebbe vivere come il monaco del film "Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera"....lontani dalla civiltà, immersi nel silenzio della natura, vivendo all'unisono con i suoi ritmi circolari e lenti ...
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ma la domanda finale è: pensate veramente che quello sia un progresso?
ad esempio, mi hai citato un film che proprio non m'è piaciuto, nel significato.
Secondo me nell'uomo è innata una certa propensione all'insoddisfazione, che fa guardare a soluzioni di vita atipiche, e questo talvolta ha dato il via a nuove scoperte (specialmente nell'antichità, quando non esisteva la ricerca scientifica ma esistevano gli inventori e i filosofi).
Ma tutto sommato, a parte noi di FS, non credo che ci si possa lamentare. Guardando al passato, ritengo si siano fatti molti progressi. Non penso proprio che la filosofia del "nessun sé nessun problema" sia vantaggiosa, rispetto all'attuale, che per quanto eccessivamente incentrata sull'egocentrismo e sicuramente perfettibile, ci dà oggettivamente tanto.
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18-04-2012, 21:09
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#25
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,193
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Marco, cosa ti spinge a dire che nell'uomo è innata una certa propensione all'insoddisfazione? I capitalisti sostengono che nell'essere umano è innata una certa propensione al possesso, i "bellicisti" invece che nell'uomo è innata la tensione allo scontro e al conflitto (sempre per il possesso di qualcosa, ed ecco che le due parti si accordano). Io ho risolto il dilemma in maniera abbastanza drastica, facendo mio l'assunto per cui qualsiasi tensione che abbia una strutturazione complessa e con basi cognitive stratificate (qualsiasi cosa che vada oltre il semplice soddisfacimento di bisogni e impulsi primordiali, come il nutrimento e la protezione dal pericolo fisico) nasca interamente dal contatto con l'ambiente e le sue molteplici sfaccettature.
Ma a parte questa precisazione, il titolo del topic è un po' forte e racchiude in sé una visione estrema, difficilmente perseguibile, ovvero la cancellazione del senso della propria identità, da sempre meta di molte filosofie orientali. A me non interessa perdere il senso della mia persona, semplicemente mi trovo abbastanza d'accordo con chi cerca di demistificare l'intera impalcatura ideologica del sé, della personalità, del carattere singolo come sistema monista e unicista e pertanto pressoché immodificabile, a tal punto che ogni tentativo di agire sul carattere risulterebbe per alcuni come un tentativo di snaturamento di questo famoso sé. Preferisco pensare che non esista nulla di impermanente nel carattere di una persona. Quando sento frasi come "sono fatto così, è la mia natura", non posso non pensare che vi sia dietro un atto della volontà da parte della persona che ha pronunciato quella frase: quella stessa persona sta costruendo se stesso, sta dettandosi le coordinate di ciò che deve essere, perché è così che vuole essere. Nulla di illegittimo in tutto ciò, ma preferisco rigettare le pretese di verità di chi appunto dice "io sono così perché è la mia natura".
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18-04-2012, 21:13
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#26
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,193
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Ma in una società individualista, competitiva e chiassosa come la nostra è possibile dimenticare il proprio sé? Mi sembra impossibile realizzare ciò che dici nel contesto in cui viviamo.
Per percorrere il cammino che tu dici, sor Muttley, direi che bisognerebbe vivere come il monaco del film "Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera"....lontani dalla civiltà, immersi nel silenzio della natura, vivendo all'unisono con i suoi ritmi circolari e lenti ...
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Bisogna modificare la società, la natura dei rapporti stessi, quindi non serve l'isolamento. Bisogna creare l'uomo nuovo
E comunque per me oriente > occidente
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18-04-2012, 21:14
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#27
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
facendo mio l'assunto per cui qualsiasi tensione che abbia una strutturazione complessa e con basi cognitive stratificate [...] nasca interamente dal contatto con l'ambiente e le sue molteplici sfaccettature.
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E quale evidenza porti alla base di questo assunto?
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18-04-2012, 21:17
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#28
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Nervenleben.
Messaggi: 2,959
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
impalcatura ideologica del sé, della personalità, del carattere singolo come sistema monista e unicista e pertanto pressoché immodificabile
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Non è immodificabile, bensì semplicemente irriducibile.
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18-04-2012, 21:34
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#29
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Marco, cosa ti spinge a dire che nell'uomo è innata una certa propensione all'insoddisfazione? I capitalisti sostengono che nell'essere umano è innata una certa propensione al possesso, i "bellicisti" invece che nell'uomo è innata la tensione allo scontro e al conflitto (sempre per il possesso di qualcosa, ed ecco che le due parti si accordano). Io ho risolto il dilemma in maniera abbastanza drastica, facendo mio l'assunto per cui qualsiasi tensione che abbia una strutturazione complessa e con basi cognitive stratificate (qualsiasi cosa che vada oltre il semplice soddisfacimento di bisogni e impulsi primordiali, come il nutrimento e la protezione dal pericolo fisico) nasca interamente dal contatto con l'ambiente e le sue molteplici sfaccettature.
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non posso condividere il tuo postulato di base, ritengo ci sia alla base un istinto innato, hardwired, che ci porta a comportarci seguendo di base certe direttive (ovviamente considerando le eventuali deviazioni standard).
Sulla propensione al possesso avevo letto qualcosa a riguardo, esperimenti cognitivi su scimpanzé relativi al senso del possesso, e così a pelle posso dire che mi risulta verosimile ci sia qualcosa di innato: potrebbero esserci anche variabilità etniche, addirittura specifici marker genetici.
Sull'insoddisfazione, io credo che sia legato ad un discorso di curiosità: l'uomo è per natura un animale curioso, e questo non me lo puoi negare, che poi questa curiosità trovi espressività o freni come la paura o la repressione (interiore o esteriore) è un'altro discorso.
C'è un'altro fattore: la felicità e il benessere. Di solito penso alla felicità come alla derivata (matematica) del benessere, sicché a star sempre "da re" ma sempre allo stesso modo la felicità risulta pari a zero (x=c -> d(x)=0 ) Da cui la ricerca di qualcosa di nuovo.
Che ci possano essere persone che riescano ad alimentare continua felicità da una situazione stabile non mi sembra in realtà così inverosimile, ma ritengo che costoro riescano a trarre vantaggio dalle microfluttuazioni quotidiane. In parole spiccie apprezzano le piccole cose quotidiane (che è una gran dote).
O altre volte questa insoddisfazione è compensata da altri fattori, più negativi, come il timore di uscire dal consuetudinario e di cambiare in peggio la propria situazione.
Comunque a volte alcuni sentono il continuo e irresistibile bisogno di migliorare la propria situazione, per riuscire a inseguire il senso di felicità che motiva loro.
Ricordo che quando programmavo, a 14 anni, mi inventavo problemi da risolvere per il bisogno quasi compulsivo di creare qualcosa di nuovo.
Immagino che molte delle invenzioni del passato siano passate da questo bisogno, quello di creare qualcosa che non c'era, perché si stava sì bene, ma non era abbastanza.
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Ma a parte questa precisazione, il titolo del topic è un po' forte e racchiude in sé una visione estrema, difficilmente perseguibile, ovvero la cancellazione del senso della propria identità, da sempre meta di molte filosofie orientali. A me non interessa perdere il senso della mia persona, semplicemente mi trovo abbastanza d'accordo con chi cerca di demistificare l'intera impalcatura ideologica del sé, della personalità, del carattere singolo come sistema monista e unicista e pertanto pressoché immodificabile, a tal punto che ogni tentativo di agire sul carattere risulterebbe per alcuni come un tentativo di snaturamento di questo famoso sé. Preferisco pensare che non esista nulla di impermanente nel carattere di una persona. Quando sento frasi come "sono fatto così, è la mia natura", non posso non pensare che vi sia dietro un atto della volontà da parte della persona che ha pronunciato quella frase: quella stessa persona sta costruendo se stesso, sta dettandosi le coordinate di ciò che deve essere, perché è così che vuole essere. Nulla di illegittimo in tutto ciò, ma preferisco rigettare le pretese di verità di chi appunto dice "io sono così perché è la mia natura".
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capisco e condivido al 90% quello che dici, ma secondo me il modo migliore di riuscire a cambiarsi è comprendermi.
Dire "è la mia natura" può essere visto come rassegnatario, ma anche come "è la mia natura, quindi ne prendo atto, la sfrutto, la cambio, mi rapporto ad essa in modo da dominarla e non esserne dominato".
Ti faccio un esempio sciocco: un omosessuale che cresce in una famiglia molto religiosa e omofoba. Come immagino saprai esistono orientamenti che intendono considerare l'omosessualità alla stregua di una malattia.
Io credo che molti omosessuali, specialmente cresciuti in un ambiente repressivo, se avessero potuto, si sarebbero convertiti all'eterosessualità, sulla spinta delle pressioni sociali.
Ma la motivazione non è tutto. Prendere atto per un omosessuale della propria natura significa considerarla non un vincolo ma una caratteristica. Può essere considerata una caratteristica da sfruttare (sono un omosessuale e quindi anziché cercarmi un partner di sesso opposto me ne cerco uno del mio sesso), oppure da contenere (Dio mi ha messo alla prova, devo essergli grato, non farò sesso perché farlo con uno del mio stesso sesso è peccato). Questo è un esempio banale, un altro potrebbe essere avere un marker genetico che ti predispone a mangiare molto. Ne prendi atto e decidi se lavorare per contenere il tuo istinto o assecondarlo.
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18-04-2012, 22:07
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#30
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Mi sono recentemente imbattuto in questa frase...che ne pensate?
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Che come (quasi) tutti gli slogan, vuol dire tutto e niente.
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18-04-2012, 22:17
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#31
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nel meridione della Lombardia :)
Messaggi: 387
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
La frase è una citazione e rappresenta indubbiamente un'esagerazione (come quella, assai celebre, relativa all'uccisione del buddha), tuttavia il suo atteggiamento, dottor hexley, è strafottente ai limiti del regolamento e mi spinge a porre alla moderazione la richiesta per un suo ban immediato e irrevocabile.
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Caro Sig Muttley,
io ho dato una risposta ironica ma vera, perché in autentico spirito zen, parlarne serve a molto poco, "le chiacchere stanno a zero" potrebbe essere un motto zen. E io di queste cose me ne sono interessato un tot.
La mia è stata solo ironia (necessaria perché per il buddhismo la verità è AL DI LÀ delle parole) al limite del regolamento... come dovrebbe sapere lei e il suo amico Dott. Dastardly
Si rilegga con calma quello che ho scritto, cribbio, ho citato Tilopa, non Ratzi-Palpatine!
Cordialmente
http://www.lameditazionecomevia.it/tilopa.htm
http://buddhismoitalia.forumcommunity.net/?t=16500842
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Ultima modifica di Hexley; 18-04-2012 a 22:26.
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18-04-2012, 22:40
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#32
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nel meridione della Lombardia :)
Messaggi: 387
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Mi dispiace se ti ho offeso Muttley, non era mia intenzione.
Ti prego di accettare le mie scuse.
(non dico questo per evitare il ban, se mi bannano amen)
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18-04-2012, 22:41
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#33
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,532
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Allora....scoprire il proprio ego non vuol dire non riuscire più a cambialo anzi....vuol dire non dover per forza essere bloccati in un unica fiss apersonalità cristallizzata, totalmente identificati in essa, ma sapere che possiamo averne diverse.
E' un pò come la chat...l'ego sono le faccine che possiamo mettere, tipo , ecc. di solito ci fissiamo su pochissime di esse e le portiamo avanti a vita credendo di essere solo quella faccina, mentre il realtà noi siamo SIA le faccine, tante non solo poche, SIA il nick che c'è dietro , che sarebbè il sè.
Il sè ovviamente è un concetto già più elevato, comprende l'ego, l'inconscio ed altre parti e ci si entra in contatto solo dopo un lungo e faticoso percorso interiore , quasi sempre dietro una guida.
La scomparsa totale di ogni identità , la fusione reale col tutto avviene nel bardo, quando siamo nella luce chiara, ammesso di aver già realizzato il corpo arcobaleno(per rimanere nella tradizione buddista).,...tutte cose dalle quali chiunque del forum è totalmente fuori portata.(come quasi chiunque nel mondo)
Perciò, de che stiamo a parlà?
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Ultima modifica di Myway; 18-04-2012 a 23:05.
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18-04-2012, 22:48
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#34
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: Nervenleben.
Messaggi: 2,959
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Quote:
Originariamente inviata da Myway
la fusione reale col tutto avviene nel bardo, quando siamo nella luce chiara, ammesso di aver già realizzato il corpo arcobaleno(per rimanere nella tradizione buddista).,...
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E tutto questo dopo essere stati su Namecc.
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18-04-2012, 22:48
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#35
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da Hexley
Mi dispiace se ti ho offeso Muttley, non era mia intenzione.
Ti prego di accettare le mie scuse.
(non dico questo per evitare il ban, se mi bannano amen)
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Secondo me Muttley scherzava, solo che si è scordato qualche faccina.
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18-04-2012, 23:02
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#36
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Ma certo che scherzava...
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18-04-2012, 23:18
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#37
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Banned
Qui dal: Sep 2011
Messaggi: 2,304
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Mi sono recentemente imbattuto in questa frase...che ne pensate?
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19-04-2012, 00:29
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#38
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,193
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
non posso condividere il tuo postulato di base, ritengo ci sia alla base un istinto innato, hardwired, che ci porta a comportarci seguendo di base certe direttive (ovviamente considerando le eventuali deviazioni standard).
Sulla propensione al possesso avevo letto qualcosa a riguardo, esperimenti cognitivi su scimpanzé relativi al senso del possesso, e così a pelle posso dire che mi risulta verosimile ci sia qualcosa di innato: potrebbero esserci anche variabilità etniche, addirittura specifici marker genetici.
Sull'insoddisfazione, io credo che sia legato ad un discorso di curiosità: l'uomo è per natura un animale curioso, e questo non me lo puoi negare
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Io mi rifaccio grosso modo alla teoria dei tre cervelli di Mclean e ritengo che solo nella parte primitiva, per meglio dire "rettile", del nostro cervello risiedano le caratteristiche innate che ci contraddistinguono come specie. Per il resto, sia il sistema limbico che il lobo prefrontale sono sedi di elaborazione (il primo delle emozioni, il secondo delle cognizioni) e già la parola stessa "elaborazione" presuppone un materiale ambientale che subisce un interiorizzazione a posteriori e non sarebbe quindi presente in maniera innata. Per quanto riguarda le variabilità etniche direi che il discorso è molto pericoloso e va preso con le pinze, pena lo scadere in proclami escludenti e dal sapore razzista: tempo fa lessi che le popolazioni afroamericane (e le popolazioni negroidi in generale) sarebbero maggiormente predisposte ad atti di violenza e quindi di devianza sociale in virtù della maggiore concentrazione di testosterone nel loro organismo...discorso irrimediabilmente opposto per le popolazioni asiatiche invece. Non contesto l'assunto di base, tuttavia non credo proprio una differente distribuzione delle componenti chimiche nell'organismo possa davvero influenzare acquisizioni cognitive ed emozionali...la maggiore predisposizione alla violenza può derivare da un temperamento più "testosteronico"? Ma il temperamento è nulla senza i condizionamenti ambientali e infatti costituisce una condizione esclusivamente potenziale...magari fornisce una maggiore predisposizione ma ha necessità dell'impatto con l'ambiente esterno per potersi realizzare (e non necessariamente si realizzerà in quella direzione). Ciò che è invece racchiuso nel nostro cervello rettile è già programmato dalla nascita: noi siamo programmati per reagire fisicamente a determinati stimoli fisici ma non emotivi o cognitivo-razionali. Sono soltanto l'ambiente, l'educazione, il background sociale e tutto il resto a formare la persona...puoi avere maggiori predisposizioni a sviluppare certi atteggiamenti ed emozioni se sei di una certa razza forse, ma non è detto che li svilupperai...invece, indipendentemente dalla tua razza e dalla tua estrazione sociale, ti scotterai sempre se avvicinerai una mano al fuoco, avrai sempre fame se starai a digiuno, avrai sempre desiderio sessuale (ovviamente ci sono le eccezioni: gente asessuale, frigida, inappetente, che non avverte il caldo e il freddo, ma queste sono appunto eccezioni dovute a squilibri biochimici, malattie, disturbi caratteriali).
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Che come (quasi) tutti gli slogan, vuol dire tutto e niente.
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Era per capire l'effetto che fa...se l'avesse scritta roger waters...vedi che sei di parte
Quote:
Originariamente inviata da Hexley
Caro Sig Muttley,
io ho dato una risposta ironica ma vera, perché in autentico spirito zen, parlarne serve a molto poco, "le chiacchere stanno a zero" potrebbe essere un motto zen. E io di queste cose me ne sono interessato un tot.
La mia è stata solo ironia (necessaria perché per il buddhismo la verità è AL DI LÀ delle parole) al limite del regolamento... come dovrebbe sapere lei e il suo amico Dott. Dastardly .
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Troppo tardi, la mia ira sarà implacabile
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Secondo me Muttley scherzava, solo che si è scordato qualche faccina.
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Tipo questa?
Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
Ma certo che scherzava...
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19-04-2012, 00:50
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#39
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Era per capire l'effetto che fa...se l'avesse scritta roger waters...vedi che sei di parte
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Infatti Lui rientra nel quasi, perché non scriverebbe slogan come quello
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19-04-2012, 01:01
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#40
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Ma lo sai, muttley, che da quando ti sei iscritto al forum -millemila anni fa come me- hai migliorato modo di scrivere? :-)
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