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Originariamente inviata da harmattan
Il mio punto di vista è che la situazione familiare ed economica (addiruttura politiche pubbliche) possano influenzare questa indole e che quindi il motivo di tante somiglianze nei fallimenti è il risultato di influenze che ti collocano in un "ruolo" sociale, quello del fallito sostanzialmente.
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Sono d'accordo con le tue considerazioni, anche se il terreno è minato ed è facile ricevere la critica di disfattismo. Forse è un discorso che non porta avanti, non è rincuorante e avvolge nella spirale della desolazione ma secondo me la fotografia che ne esce va fatta.
Mi sembra che ci sia un disegno sociale per marginalizzare/impoverire le più giovani generazioni in base a criteri economici. Un impoverimento che può apparire come storico e senza cause evidenti in realtà è un piano preciso per marginalizzare e creare delle vittime (reali o simboliche). Soprattutto da parte di partiti politici che non hanno nessun interesse all'elettorato giovanile. Da questo punto di vista il fobico si trova stretto in una morsa di gigantesche proporzioni in cui si trova costretto a combattere i suoi demoni interiori quando in realtà la causa del disagio è esterna ma per vari motivi non ha la forza di individuarla e affrontarla. E' vittima di un processo di ghettizzazione, in una società che spietatamente lo ha incasellato in quel posto (un altro modo per dire che gliel'ha messa in quel posto).
E' solo una fotografia, è sempre lecito sperare che qualcosa cambi e che qualcosa migliori.