Dorian Gray

Gioco alla Playstation e ascolto musica fumando sigarette. Quando riesco a concentrarmi leggo o scrivo. Raramente esco con amici perché sono tutti impegnati e vivono in altre città.

incompresa88

Io non sono una neet, in quanto lavoro da casa, ma la vita che faccio è molto simile a quella di molti di voi. Faccio sport, cerco di andare in piscina tutti i giorni, per il resto passo il 90% del tempo in casa a lavorare, a maledire il lavoro più che altro. Quando non lavoro, mi metto a letto e passo ore a navigare su internet dal cellulare. Passo un sacco di tempo a leggere articoli di medicina/psicologia oppure ascolto la musica. Ogni tanto gioco con il gatto.

Teach83

Non so, mi vergogno a definirmi un neet passati i 30. Diciamo che iniziare a fare un lavoro e mollarlo dopo meno di un anno, per 2 e 3 volte fa capire che qualche cosa nel cervello non funziona come dovrebbe. A questo punto rimani in casa collegato al PC almeno 10 ore al giorno. Ogni tanto si manda un finto curriculum( ritoccato, e del tutti fasullo) con la sensazione di sperare di non ricevere chiamate, oppure di trovare quello ideale ( che non esiste ). A questo punto ti prendono idee assurde, come quella di scrivere romanzi. Ne inizi a scrivere uno ma lo molli perché non è perfetto, ne inizi un secondo.... Non ho un pallida idea di scopo, un senso di identità strutturato, devo cercare di tenere il cervello occupato per non impazzire.

Crepuscolo

In questo periodo che c'è qualcuno a casa il tempo passa più in fretta, scambio due parole con mia madre, aiuto mio padre in qualcosa ecc... Quando lavorano e sto solo in casa il tempo non passa mai.

Dorian Gray

Il mondo virtuale di Skyrim è più stimolante del mio paese reale.

Guybrush

Sul pc e con i videogame,

ma ormai i vg che mi divertono sono molto pochi, mi sto rendendo conto che sto uscendo terribilmente dal target del 90 % dei videogame

Atlas

cazzo allora non mi sembra solo a me! emmipareva strano che non interessasse manco un titolo!

sto bloccato al 2015 con wild hunt, ora sto aspettando cyberpunk2077 sperando abbia la stessa sostanza.

Torschlusspanik

In questi giorni mi sto preparando per un concorso.
ULSS locale, interpreti per la stagione estiva presso i pronto soccorso aziendali e i punti di pronto intervento delle località balneari.

Non ho nulla da perdere, però non mi illudo. So che non lo paserò e non verrò presa.
Vengo da una settimana dove ho ricevuto diversi rifiuti per la stagione estiva. Ogni anno la stessa solfa...

Nightlights

anche se fino a qualche mese fa lavoravo (e l'ho fatto x 11 anni, poi taglio di personale che poi si è rivelata una scusante per licenziarmi,lunga storia...)la mia vita anche durante gli anni lavorativi non cambiava più di tanto, pochi amici ragazze qualcuna ma storie di brevissima durata,ogni tanto voglia di stordirsi...in un certo senso è come se mi fossi sempre sentito neet, piu che altro per aspetti caratteriali e stile di vita: forte introversione e incapacità di stare molto in pubblico, ma non perchè avessi fobie, semplicemente perchè mi stanco dopo poco, infatti la cosa che a volte mi ratttrista è la difficoltà di accettare questo tipo di caratteri delle altre persone, che ti scambiano spesso per timido...in ogni caso devo dire che ora a 31 anni la solitudine mi pesa molto di meno, forse x abitudine, o per lo stile di vita che faccio, molto semplice con l'unica passione che ho (musica) che prende sempre di più tempo specialmente adesso che non lavoro...quello a cui spesso penso e che mi butta un pò giù è che mi sembra che tutto il sistema che ci circonda spinge le persone ad essere il contrario di come sono io, e dovrei mettermi una maschera che non riesco a portare

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Il lavoro è l'ultimo dei miei pensieri. Ho obiettivi assurdi da 12enne che legge i manga, tipo l'allenamento e lo sport. Poi fossi almeno atletica o chissà che. Sono fuori forma e a stento ho il fiato per fare una rampa di scale (mano a mano mi sto allenando però).
Sulle attività intellettuali preferisco sorvolare, dico solo che se limitassi il mio utilizzo dei forum e mi dedicassi ad altre letture migliorerei forse.

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Ma come, tu fin'ora eri impegnato a laurearti X)

Gummo

La vita da Neet purtroppo la conosco bene. Prima di iniziare la scuola era proprio una vita da recluso. Ma almeno riuscivo a svagarmi con poco, nel senso che mi bastava avere un gioco da fare al PC o qualcosa da leggere che non avevo bisogno di nient'altro. Ora che è finita la scuola non sono proprio un recluso ma paradossalmente tutto pesa di più. Sento dentro un bisogno inspiegabile, come di qualcosa che attendo, senza sapere in realtà cosa sia, e che non arriva mai. Ogni giorno inizia e finisce con questo senso di attesa. E qualsiasi cosa faccia mi sembra tempo buttato, perché non mi spinge verso questo elemento "X" che non ho e non posso avere. Trovo un surrogato di serenità solo quando faccio qualcosa intensamente, ad esempio scrivendo post come questi sul forum. Ma la vita non può essere intensa, deve essere armonica. E se mi metto lì a giocare, a leggere o a fare altro questo senso di vuoto ritorna. Mi manca un'occupazione, direbbe qualcuno. Ma sarebbe un'altra presa in giro! Un'altra distrazione intensa per sopperire a questa mancanza del famoso elemento X. Io non voglio la vita di un impiegato che si riempie le giornate, per 40 anni, sbrigando pratiche e firmando documenti che con la sua vita non c'entrano un cazzo. Con tutto il rispetto di chi lo fa per vivere, eh. Io farei anche lavori peggiori per avere un salario ma vorrei trovare quell'elemento mancante, quell'armonia, che da mesi nasce come una speranza al risveglio e si brucia, ogni giorno, nella luce del tramonto.

Comunque cosa volete che faccia, per tornare al senso del thread. Sto in casa, gli tengo dietro, esco a fare un giro magari, per distrarmi un po' (ad es. oggi sono andato all'anagrafe a fare una cosa che avrei potuto benissimo sbrigare online, tanto per occupare il tempo e interagire con qualcuno), gioco a scacchi online (ogni periodo ha il suo giochino ...), preparo pranzo e cena per tutti, ascolto della musica, leggo, se guardo un film ne scrivo, frequento 500px per le foto, RYM per musica e film. Bona. Failure.

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Io più che verso i miei genitori mi sento in colpa verso chi è costretto a lavorare. Ma poi mi dico: ha senso questo senso di colpa? In fin dei conti mi tolgo dalle palle dalla competizione e il posto che potrei occupare io lo occupa un altro. A livello statale probabilmente gravo sullo stato ma lo Stato cosa fa per i lavoratori? Basti pensare al centro per l'impiego soppiantato da agenzie interinali private che subappaltano la forza lavoro.
Inoltre questa cosa va a discapito mio prima di tutto, visto che mi avvio verso un futuro rischioso in cui potrei (o sicuramente?) trovarmi in difficoltà economica. Magari finirò a parassitare qualche altro parente oppure non so dove.
Per quanto riguarda i genitori, non è che non mi sento in colpa, e se la situazione economica cambiasse bruscamente dovrei adattarmi di conseguenza, probabilmente, sempre che poi si trovi qualcosa. Per ora però evito il lavoro. Inoltre faccio questi pensieri perché sono in un momento di buona: non appena ho momenti per me buoni dal punto di vista dell'umore e mi dedico ad attività per me piacevoli penso di stare sbagliando e che dovrei essere a fare altro. Invece quando l'umore è a terra e mi chiudo in casa c'è prima quello scoglio.
Anche io mi sento distante dagli altri per via dello stile di vita.

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Io aspetto quel momento in cui vivrò la mia vita ma forse sono così riflessiva e dissociata che non avrò mai quel sentimento

Basta con sta tristezza X( *si punge il culo con un forcone*

Kanon

ora come ora alterno studio per concorso e qualche partitina a tennis

cringe

Nel mio caso quando mi sento bene o contento penso poi che non dovrei esserlo che non lo merito, in quanto non lavorante che non partecipa alla sofferenza comune, sono in debito con lo società per cui non ho diritto di gioire. Se di gioia sì può parlare.

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L'altro giorno stavo facendo una cosa che mi faceva stare bene, ero fuori casa, e ho pensato: “mi sto godendo la disoccupazione :3”
Che vale a dire: meglio usare quel tempo per fare qualcosa per sé o che faccia stare bene piuttosto che punirsi, tanto non è che flagellarsi e negarsi i piaceri fa meglio.
(cioè, se non cerco lavoro non è che punendomi controbilancio, tanto sto sempre non cercando lavoro, e allora tanto vale cercare di godersela, di usare quel tempo: è l'unica cosa che abbiamo e la più preziosa)
Almeno per un momento sono riuscita a pensare così.

Gummo

Non dovremmo provare sensi di colpa proprio noi che alla società non facciamo torto. Li proviamo noi, mentre vi garantisco che chi si riempie il conto in banca sfruttando i lavoratori, producendo armi o facendo lo strozzino non ha assolutamente alcuno scrupolo di coscienza. Loro sono il cancro della società ma vivono con gioia. Noi non dobbiamo niente a nessuno. Se il restante 9,5% di disoccupati trovasse immediatamente lavoro, i servizi pubblici farebbero cagare come ora.
Si lavora solo per campare, le persone che continuerebbero a lavorare, se avessero un buon salario mensile garantito, sarebbero poche, solo quelle che sul posto di lavoro realizzano le proprie aspirazioni.

Io il senso di colpa lo provo proprio verso i miei genitori, visto che sono loro a pagare per me, sacrificando il frutto della loro fatica. Ma se potessi vivere di rendita non mi unirei alla massa di chi è costretto a lavorare per vivere. Io proverei a vivere davvero. L'unico problema che, materialmente, si presenta oltre a quello dei soldi, è che non avere lavoro ti taglia fuori dalla società. Se hai un lavoro hai contatti fissi, a meno che tu non faccia mestieri solitari tipo il guardiano notturno. Inoltre ti da quella routine obbligatoria, quell'inserimento nella società, che facilita la relazione con il mondo circostante. Se lavori ti risulta più naturale dire "esco e vado al pub a rilassarmi", se non lavori diventi debosciato, non hai ritmi, e quindi questi momenti di relax manco te li prendi, semplicemente cadi nell'oblio. O almeno così è per me.

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È vero, io mi sento sfruttatrice di mia madre
O meglio: quando ci penso mi dico che su di lei ricade quel furto di tempo, che lei è costretta a lavorare per tenere in piedi la famiglia.
Cioè non so come spiegarlo. Io mi dico delle cose ma poi guardo lei e penso: eh però su di lei ricade questa incombenza.
(sta di fatto che se non ci fossi io o se io lavorassi non è che cambierebbe qualcosa. anzi così ho pure il tempo di occuparmi di alcune cose, vabbe'.)

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Ad ogni modo siamo primi in Europa per numero di neet


Du' mioni