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Vecchio 07-07-2013, 16:07   #1
Principiante
L'avatar di outcast
 

non esiste credo concetto più opprimente di quello di superiorità/inferiorità.

non riesco a non pensare in certi termini. dentro di me è presente con forza questa dicotomia.

io credo che sia normale, umano. ritengo sia probabile che tutti si sentano superiori a qualcuno, magari nel segreto della propria mente, e inferiori a qualcun altro. è facile che una persona molto colta tenda a sentirsi a posto con sé stesso e di un livello più elevato rispetto a qualcuno che non sia in grado di scrivere il proprio nome. una persona esteticamente bella potrebbe pensare alla stessa maniera rapportandosi ad una meno fortunata da quel punto di vista.

non riesco a credere che sia possibile sentirsi al pari di chiunque, semplicemente umani, esseri viventi di eguale valore. come si lega a me, la questione? semplice. riguarda il vissuto. la mia è un'esperienza di vita misera, povera di successi, di emozioni, la mia immagine sociale è del tutto fallimentare e la mia soddisfazione personale non esiste nemmeno. sono triste e sconfitto da sempre. non mi sento a posto.

da quando, abbandonata la vita da hikikomori che ha caratterizzato un decennio abbondante della mia esistenza, la vita è venuta a bussare la mia porta a chiedermi di far presenza, sia pure in modo intermittente, la mia sensibilità viene continuamente turbata dagli argomenti e le conversazioni di chiunque. basta che qualcuno parli di cosa ha fatto perché io provi dolore psichico. vedo una persona molto amata e piuttosto che esserne felice, se magari è una persona amica, posso provare al massimo invidia. ascolto racconti di qualcuno che ha realizzato delle tappe che mi mancano, degli obiettivi, o che dimostri di sapersi muovere senza troppi problemi in società, capace di farsi amare e rispettare, ed ecco un altro cocktail di emozioni negative, contorte. ansia e imbarazzo soprattutto. tristezza, molta. per me è già rischioso una banalissima conversazione tra amici. presto o tardi diranno "ieri ho fatto questo e quello" e la mia serenità andrà a farsi benedire.

a quel punto la strategia evitante viene naturale. vorrei poter abbandonare il concetto di inferiorità e superiorità, il forte agonismo che mi caratterizza. lo psicologo mi critica perché, dice, penso sempre al rango, sono competitivo, agonistico. io penso che sia troppo comodo dirmi questo.

io penso che siano tutti come me, con la differenza che loro la vita l'hanno vissuta ed io no. che sia stato per stupidità, per eccessiva sensibilità o per sabotaggio involontario dei miei familiari, io adesso ho delle lacune socialmente enormi. e sfido chiunque, nella mia condizione, a non essere "agonista" e "competitivo" come lo sono io.

come si sbroglia la matassa?
Vecchio 07-07-2013, 16:28   #2
Avanzato
L'avatar di in the deepest
 

parli di una vita con minore esperienza rispetto agli altri no? anche per me è così, ed un tempo mi reputavo a mia volta inferiore per questi motivi, permeando tutta di una pesantezza e di una negatività esasperante, come se mi fossi scavata una buca e oramai ci fossi praticamente seppellita, mentre la terra, la polvere e l'odore di umido mi tappava le narici.
Come ne sono uscita? o meglio, come tento di uscirne? con leggerezza, con semplicità, scrivendo sulla mia agenda idiozie come "ricordati di essere felice" " sorridi" "sii carina con le persone", andando a fare una passeggiata, sorridendo ad uno sconosciuto, essendo gentile, anche un po' superficiale in certi momenti che non guasta (mica posso sempre parlare di turbe esistenziali con la gente), facendo qualcosa di dolce e carino per me (dimagrendo ad esempio), organizzando la mia vita senza farmi travolgere da cazzate che dopo pesano come macigni. non ho amici, non vado in discoteca, non vado in vacanza chissà dove ( io non so dove vanno i giovani in vacanza:-), e allora? ho dell'altro! ho fatto un percorso diverso, non necessariamente sbagliato! forse anche tu
Vecchio 08-07-2013, 11:02   #3
Principiante
L'avatar di outcast
 

sì è di quello che parlavo, mi ritrovo nella descrizione dei tuoi vecchi disagi, che leggo stai sfidando nel modo giusto. ti auguro di perseverare in questa direzione e cercherò di fare tesoro del tuo consiglio, sicuramente bisognerebbe prendere le cose con leggerezza, la vita forse non è il dramma che ci appare agli occhi.
Vecchio 10-07-2013, 19:45   #4
Principiante
L'avatar di outcast
 

ho in mente un ideale di ciò che vorrei essere. un ideale formatosi osservando altre persone, totalmente opposte a me. persone estroverse, assertive, prive di paura o comunque capacissime di contenerla. persone che neanche conoscono il significato della parola timidezza.

io desidero diventare così, lo desidero con tutto me stesso. non riesco a farmi passare questa idea. mi dicono che è impossibile, che chi nasce in un modo non può diventare tutt'altra roba. io ho bisogno di crederci, di riporre fiducia in questo obiettivo.

non riesco purtroppo a staccarmi da questa idea, non riesco ad accettare ciò che sono. ho letto varie cose sulle religioni occidentali, sullo zen, tante cose su cui sinceramente mi sento anche di concordare. tuttavia l'accettazione... io non ci arrivo, non riesco. anche lo psicologo mi dice che devo capire che forse vado bene così come sono.

no. non ce la faccio, non mi sopporto. e soprattutto non sopporto, non sopporto assolutamente di sentirmi inferiore a qualcuno, e capita spesso, troppo spesso. è una cosa che mi farà impazzire. non ce la faccio più.
Vecchio 10-07-2013, 20:17   #5
Esperto
L'avatar di Kody
 

Stai sbagliando focus.

Io ho il tuo stesso desiderio: diventare più estroverso e sicuro di me. Mesi fa ero anche io afflitto da questo senso di superiorità/inferiorità, ma è un senso sbagliatissimo, che le persone veramente serie [estroverse e di successo] non hanno.
Devi metterti in testa che tu non sei inferiore a nessuno, nè superiore. Tu non ti piaci come sei ora e vuoi migliorare, ma per te stesso, non per diventare superiore a qualcuno e per poter dare dell'inferiore a qualcun altro!

Qua dentro brulica il senso di inferiorità/superiorità, si dice che sia la società a dettarlo, ma in realtà è solo nella nostra testa, decidiamo noi se voler essere uno di quelli che sanno quanto valgono [senza approvazione esterna] o uno di quelli che devono confrontarsi con gli altri e sentirsi superiori/inferiori.
Vecchio 10-07-2013, 20:27   #6
Esperto
L'avatar di n. 8028
 

il passato è come se non ci fosse, ogni giorno inizia un presente nuovo. lascia perdere il passato, tu hai avuto la tua esperienza, che vale quanto quella degli altri. ciò che ho vissuto io mi ha comunque arricchito anche se in un modo non convenzionale. è sicuramente così anche per te. e comunque a cambiare e percepire i propri cambiamenti, si fa sempre in tempo, e non è male.
Vecchio 10-07-2013, 23:23   #7
Principiante
L'avatar di outcast
 

Quote:
Originariamente inviata da Kody Visualizza il messaggio
Stai sbagliando focus.
Io ho il tuo stesso desiderio: diventare più estroverso e sicuro di me. Mesi fa ero anche io afflitto da questo senso di superiorità/inferiorità, ma è un senso sbagliatissimo, che le persone veramente serie [estroverse e di successo] non hanno.
Devi metterti in testa che tu non sei inferiore a nessuno, nè superiore. Tu non ti piaci come sei ora e vuoi migliorare, ma per te stesso, non per diventare superiore a qualcuno e per poter dare dell'inferiore a qualcun altro!

Qua dentro brulica il senso di inferiorità/superiorità, si dice che sia la società a dettarlo, ma in realtà è solo nella nostra testa, decidiamo noi se voler essere uno di quelli che sanno quanto valgono [senza approvazione esterna] o uno di quelli che devono confrontarsi con gli altri e sentirsi superiori/inferiori.
specifico che non perderei del tempo a giudicare inferiore chicchessia, quello che desidero e non sentirmi così peggiore degli altri... dici che mesi fa avevi lo stesso problema, ritieni di averlo risolto?

concordo sul fatto che non sia tanto un problema della società ma una cosa interiore. comunque credimi, sono molti anni che ho questo problema, è grave, pervasivo, radicato e mi distrugge. non so come fare. posso fare tutti gli "abc" mentali del mondo (una tecnica della terapia cogn comp), ma ritorna sempre alla carica. io penso che non sia una cosa da niente cambiare i pensieri, anzi penso che rasenti l'impossibilità. penso che il comportamentismo possa rendere l'operazione più efficace, ma qual è l'equivalente comportamentale del senso di inferiorità verso persone diametralmente opposte a me?

Quote:
Originariamente inviata da n. 8028 Visualizza il messaggio
il passato è come se non ci fosse, ogni giorno inizia un presente nuovo. lascia perdere il passato, tu hai avuto la tua esperienza, che vale quanto quella degli altri. ciò che ho vissuto io mi ha comunque arricchito anche se in un modo non convenzionale. è sicuramente così anche per te. e comunque a cambiare e percepire i propri cambiamenti, si fa sempre in tempo, e non è male.
fatico, credimi, ad accettare la mia esperienza di vita (che definirei più che altro un'esperienza di non-vita) come qualcosa che mi abbia arricchito. fondamentalmente mi ha procurato solo giorni tristi e un'indicibile sofferenza interiore.
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