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		|  04-01-2015, 18:13 | #41 |  
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					Originariamente inviata da pesco  Il modafinil è come il doping nello sport,ma la vita non è competizione. |  La vita non è un duello ma una battaglia, e pertanto, a la guerre çomme a la guerre    |  
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		|  04-01-2015, 18:50 | #42 |  
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					Originariamente inviata da pesco  Il modafinil è come il doping nello sport,ma la vita non è competizione. |  
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					Originariamente inviata da Marco.Russo  La vita non è un duello ma una battaglia, e pertanto, a la guerre çomme a la guerre   |  La vita non dovrebbe essere competizione, non battaglia né tantomeno guerra (per carità, ci abbiamo messo secoli per cominciare a uscire dalla giungla della barbarie, ora dovremmo dar retta a quelli che ci vogliono far rientrare nella logica dell'homo homini lupus , dagli squilibrati dell'IS ai nuovi guru metropolitani del darwinismo sociale?).
 
La vita deve essere impegno , che è una cosa molto diversa. Ed è impegno etico , che non ammette il ricorso a mezzi scorretti, perché non conta tanto il risultato, quanto come e con quali motivazioni lo si raggiunge:
Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d’i cattivi,
 a Dio spiacenti e a’ nemici sui.
 
 Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
 erano ignudi e stimolati molto
 da mosconi e da vespe ch’eran ivi.
 
(Inf. III, 61-66)
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		|  04-01-2015, 19:38 | #43 |  
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					Originariamente inviata da Winston_Smith  La vita non dovrebbe essere competizione, non battaglia né tantomeno guerra (per carità, ci abbiamo messo secoli per cominciare a uscire dalla giungla della barbarie, ora dovremmo dar retta a quelli che ci vogliono far rientrare nella logica dell'homo homini lupus, dagli squilibrati dell'IS ai nuovi guru metropolitani del darwinismo sociale?).
 La vita deve essere impegno, che è una cosa molto diversa. Ed è impegno etico, che non ammette il ricorso a mezzi scorretti, perché non conta tanto il risultato, quanto come e con quali motivazioni lo si raggiunge:
 
 Incontanente intesi e certo fui
 che questa era la setta d’i cattivi,
 a Dio spiacenti e a’ nemici sui.
 
 Questi sciaurati, che mai non fur vivi,
 erano ignudi e stimolati molto
 da mosconi e da vespe ch’eran ivi.
 
 (Inf. III, 61-66)
 |  Non sono del tutto d'accordo, credo che l'etica sia una dimensione individuale e non oggettiva. Detto questo, ti dò in parte ragione nel deprecare la dinamica da "guerra totale" che talvolta ha assunto la nostra società. Però bisogna prendere atto che per alcuni è così, e che certamente bisogna darsi da fare per migliorare le cose se lo si vuole, ma in alcuni casi invece è necessario utilizzare ogni mezzo si ritenga etico per non farsi sopraffarre.
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		|  04-01-2015, 19:42 | #44 |  
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					Originariamente inviata da Marco.Russo  Non sono del tutto d'accordo, credo che l'etica sia una dimensione individuale e non oggettiva. |  Secondo me è una dimensione sociale, non individuale. Anzi non esiste vera etica se non nel rapporto con gli altri. Sostanzialmente l'etica è una serie di declinazioni del principio "Non nuocere al tuo prossimo". 
 
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					Originariamente inviata da Marco.Russo  Detto questo, ti dò in parte ragione nel deprecare la dinamica da "guerra totale" che talvolta ha assunto la nostra società. Però bisogna prendere atto che per alcuni è così, e che certamente bisogna darsi da fare per migliorare le cose se lo si vuole, ma in alcuni casi invece è necessario utilizzare ogni mezzo si ritenga etico per non farsi sopraffarre. |  Appunto, mezzi etici , quindi non secondo la logica del "In guerra tutto è permesso".
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		|  04-01-2015, 19:54 | #45 |  
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			Non vedo tutto questo bisogno di migliorare le proprie prestazioni cognitive. Dove si vuole arrivare?
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		|  04-01-2015, 20:47 | #46 |  
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					Originariamente inviata da Fluviale  Non vedo tutto questo bisogno di migliorare le proprie prestazioni cognitive. Dove si vuole arrivare? |    |  
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		|  04-01-2015, 20:48 | #47 |  
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					Originariamente inviata da Ansiaboy   |    |  
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		|  04-01-2015, 22:30 | #48 |  
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					Originariamente inviata da Ansiaboy   |    |  
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		|  04-01-2015, 22:38 | #49 |  
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					Originariamente inviata da Marco.Russo  Non sono del tutto d'accordo, credo che l'etica sia una dimensione individuale e non oggettiva. Detto questo, ti dò in parte ragione nel deprecare la dinamica da "guerra totale" che talvolta ha assunto la nostra società. Però bisogna prendere atto che per alcuni è così, e che certamente bisogna darsi da fare per migliorare le cose se lo si vuole, ma in alcuni casi invece è necessario utilizzare ogni mezzo si ritenga etico per non farsi sopraffarre. |  Per non farsi sopraffare è sufficiente sviluppare l'intelligenza, ma tu invece vorresti passare il concetto che bisogna usare l'intelligenza per sopraffare gli altri, ovvero attaccare per primi prima di essere attaccati, il che è proprio l'ottusa mentalità medievale che ci ha portati a questo basso livello di sviluppo sociale e questo alto livello di sofferenza individuale. Lo scopo invece è quello di sviluppare le facoltà mentali per risolvere più facilmente i propri problemi e contribuire più o meno direttamente alla risoluzione di quelli collettivi, non quello di appropriarsi indebitamente di risorse che spetterebbero ad altri, oppure di danneggiare altri per favorire sè stessi.
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				 Ultima modifica di silenzio;  04-04-2015 a 14:24.
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		|  04-01-2015, 22:47 | #50 |  
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			A me capita spesso di praticare la TNAS che consiste nel ripetere un mantra. Non migliorera' le mie capacità cognitive ma sicuramente rilassa
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		|  04-01-2015, 22:51 | #51 |  
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					Originariamente inviata da luky  A me capita spesso di praticare la TNAS che consiste nel ripetere un mantra. Non migliorera' le mie capacità cognitive ma sicuramente rilassa |  Penso sia anche quella una forma di meditazione, no?    |  
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		|  04-01-2015, 23:01 | #52 |  
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					Originariamente inviata da Manny  Penso sia anche quella una forma di meditazione, no?   |  Io credo proprio di si. Vorrei provare a concentrarmi sul respiro magari anche solo per 10 minuti al giorno.
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		|  04-01-2015, 23:18 | #53 |  
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					Originariamente inviata da Fluviale  Non vedo tutto questo bisogno di migliorare le proprie prestazioni cognitive. Dove si vuole arrivare? |  Dipende anche da dove si parte.
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		|  04-01-2015, 23:41 | #54 |  
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					Originariamente inviata da Winston_Smith  Dipende anche da dove si parte. |  Cioè?
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		|  04-01-2015, 23:45 | #55 |  
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					Originariamente inviata da Fluviale  Cioè? |  Non so, magari le problematiche psicologiche/caratteriali di una persona costituiscono un limite anche consistente all'utilizzo delle proprie facoltà e alla piena espressione del proprio potenziale. E quindi un lavoro su di esse potrebbe essere utile ad ampliare le proprie "prestazioni cognitive", senza per questo voler conseguire poteri paranormali o roba del genere.
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		|  05-01-2015, 00:17 | #56 |  
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			già l'ho scritto in passato e mi ripeto senza dilungarmi troppo, maneggiate con cautela questi argomenti, c'è il rischio di beccarsi due o tre diavoletti così, tanto per soddisfare un capriccio, senza nemmeno saperne nulla di satanismo e compagnia bella
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		|  05-01-2015, 00:25 | #57 |  
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					Originariamente inviata da Inosservato  già l'ho scritto in passato e mi ripeto senza dilungarmi troppo, maneggiate con cautela questi argomenti, c'è il rischio di beccarsi due o tre diavoletti così, tanto per soddisfare un capriccio, senza nemmeno saperne nulla di satanismo e compagnia bella |  non entro nel satanismo, ma anche a me non piace il tono di questa discussione sull'occulto come risorsa miracolosa per guarire
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		|  05-01-2015, 13:20 | #58 |  
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					Originariamente inviata da Winston_Smith  Non so, magari le problematiche psicologiche/caratteriali di una persona costituiscono un limite anche consistente all'utilizzo delle proprie facoltà e alla piena espressione del proprio potenziale. E quindi un lavoro su di esse potrebbe essere utile ad ampliare le proprie "prestazioni cognitive", senza per questo voler conseguire poteri paranormali o roba del genere. |  Va bene, però mi sembra che la priorità debba essere il lavoro sulle proprie problematiche psicologiche/caratteriali, indipendentemente dall'espressione del proprio potenziale. Non si può rischiare di alimentare i propri problemi di autostima, il conflitto e la competizione con gli altri per assecondare il diffuso mito di oggi dell'essere "perfetti a livello cognitivo", che penso sia l'oggetto di discussione, visto che si sono messi dentro concetti pericolosi e deleteri come il QI.
 
Se si vogliono ottenere dei risultati concreti, anche in ambiti prettamente intellettuali, non penso sia necessario focalizzarsi sulle proprie facoltà cognitive, a quanti dettagli si sanno raccogliere o roba simile, direi che è molto più importante un po' di sano interesse verso l'argomento in questione. Se non si vogliono ottenere risultati concreti ma solo migliorare la propria autostima bisogna risolvere dei problemi psicologici che nulla hanno a che vedere con le facoltà cognitive; se si vuole vincere competizioni e quant'altro, a mio parere, ci si vuole male e non c'è soluzione.
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		|  05-01-2015, 13:22 | #59 |  
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					Originariamente inviata da Inosservato  già l'ho scritto in passato e mi ripeto senza dilungarmi troppo, maneggiate con cautela questi argomenti, c'è il rischio di beccarsi due o tre diavoletti così, tanto per soddisfare un capriccio, senza nemmeno saperne nulla di satanismo e compagnia bella |  What's wrong with satan?
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		|  05-01-2015, 15:37 | #60 |  
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					Originariamente inviata da milton erickson  effetti di che genere? |  cercherò di essere breve (wall of text in arrrivo!) ma non sono sicuro di riuscire a spiegarmi bene, ci provo:
 
praticamente mi sono reso conto nel giro di qualche mese che la mia intera individualità era costruita al "negativo" cioè sulla base di tutto ciò che rifiutavo o che non volevo essere ("sono ciò che non sono", per differenza, si capisce cosa intendo?)e mi sono ritrovato del tutto "svuotato" di ciò che consideravo "me stesso" e mi trovavo ad osservare questi elementi come un qualcosa di estraneo e come un ostacolo che aveva fuorviato lo sviluppo della mia personalità, in particolare: mancanza di sarcarmo al vetriolo che è sempre stata una mia caratteristica, mancanza di spirito critico, distacco da tutto ciò con cui ho "costruito" me stesso (musica,letture, nichilismo escatologico) e per mesi mi sono sentito un vero "niente" che è sfociato nel quasi mutismo, perchè non "riconoscevo" nè i miei pochi amici nè gli ambienti che frequentavo (che avevo sempre considerato come iperselezionati e come gli  unici adatti a me).  da lì è iniziato un mega trip sul processo d'individuazione durato anni (ancora in corso) che mi ha condotto a lavorare per sottrazione su tutti questi elementi in cui mi ero identificato. Il problema è che ancora non riesco a capire se eliminando tutte le influenze che ti hanno determinato rimane qualcosa oppure no.
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