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05-09-2014, 23:56
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#1
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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è sempre stata questa l'impressione che ho avuto sin da ragazzino, che gli altri mi considerassero specie a parte. Non ho conosciuto molto spesso l'insulto o il disprezzo aperto (ma molte cose forse le ho pure dimenticate), la maggior parte delle volte ho subito più che altro qualcosa che sembra compassione, a dire il vero qualche volta quasi quasi una specie di riguardo, ma sempre con distacco, ovvero tu stai dall'altra parte noi da questa. Più il tempo passa più sono confuso e non mi spiego perché di nuovo e ancora una volta lo spazio tra me e gli altri è pieno di vuoto. Vabbè qualcosa l'ho capita, non dare molti segnali di interesse e spesso neanche di attenzione verso il mondo esterno scoccia chi ti sta intorno. OK cosa sto cercando? sono io a quanto pare che sto piantato nel mio mondo e non cerco gli altri, di cosa mi lamento? Appunto è questa la domanda che vorrei chiedere a me stesso.
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06-09-2014, 00:08
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,048
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A volte siamo noi stessi che, spesso senza accorgercene, mettiamo delle barriere fra noi e gli altri.
Ci sembra di desiderare compagnia, ma poi ci da' fastidio l'intrusione, in un continuo dualismo fra voglia di socialità e desiderio di solitudine
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06-09-2014, 02:29
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#3
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Ubicazione: nel torinese..
Messaggi: 1,103
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Quoto come sempre il buon syd77
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06-09-2014, 08:34
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,845
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Che c'è di male nel lamentarsi ogni tanto?
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06-09-2014, 08:48
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#5
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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È sufficiente la direzione dello sguardo, modo di tenere le mani, minime inflessioni della voce per dire TUTTO sulle nostre intenzioni... E sono segni sottratti al controllo cosciente. Ergo.... Come molti di noi è possibile che tu comunichi chiusura o cose del genere. Ovviamente è solo un'ipotesi.
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06-09-2014, 09:58
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#6
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Messaggi: 926
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Quote:
Originariamente inviata da syd_77
A volte siamo noi stessi che, spesso senza accorgercene, mettiamo delle barriere fra noi e gli altri.
Ci sembra di desiderare compagnia, ma poi ci da' fastidio l'intrusione, in un continuo dualismo fra voglia di socialità e desiderio di solitudine
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Ma quel muro va rotto
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06-09-2014, 12:10
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#7
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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Quote:
Originariamente inviata da pokorny
È sufficiente la direzione dello sguardo, modo di tenere le mani, minime inflessioni della voce per dire TUTTO sulle nostre intenzioni... E sono segni sottratti al controllo cosciente. Ergo.... Come molti di noi è possibile che tu comunichi chiusura o cose del genere. Ovviamente è solo un'ipotesi.
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bene...allora siamo fregati. Se è colpa del linguaggio non verbale e paraverbale (si dice così?) e questo è sottratto, come dici tu, al controllo cosciente, a cosa ci si affida? al fatto che l'inconscio rinsavisca e ci 'trasmetta' i giusti movimenti, posture, tono di voce, sguardo ecc.? Oppure bisognerebbe coscientemente 'coprire' questi atteggiamenti esteriori con altri costruiti, ma mi sembra una cosa un po' assurda, cioè improbabile da realizzare continuamente in tutte le situazioni sociali senza alla fine far scoppiare il soggetto. E poi incontrerebbe le resistenze dello stesso, almeno nel mio caso, perché sto fatto di dover costantemente controllare, modificare o 'innovare' il proprio modo di porsi per rendersi più accettabili (parlo più che altro di questioni più facili da cambiare, tipo non apparire troppo chiusi, correggere le 'anomalie' nel modo in cui si comunica, ecc.) mi fa uscire pazzo. Poi ci sarebbe il discorso delle intenzioni... e delle instabilità legate ad esse, prima si vuole una cosa, poi si cambia idea. Vabbè scusate mi sto incartando
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