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Vecchio 31-05-2016, 18:52   #1
Principiante
L'avatar di Blue Soul
 

Salve a tutti, ho vent'anni e ho scoperto l'esistenza di questo sito qualche mese fa, ma decido oggi di chiedere di farne parte perché sono davvero al limite della disperazione; inoltre tendo a farmi prendere la mano quando scrivo di me e mi scuso in anticipo se dovessi tediarvi con una presentazione troppo lunga

Sono sempre andata bene a scuola pur detestando i luoghi fisici e la compagnia in cui ero costretta e ora sono al secondo anno di università; dare esami mi ha creato all'inizio una forte ansia ma ora procedo abbastanza speditamente fatta eccezione per le materie scientifiche in cui sono sempre stata negata, eppure non è la carriera universitaria o lavorativa a destarmi preoccupazione.
Sin da ragazzina (verso gli undici anni) ho cominciato a dare i primi segni di quella che credevo fosse un'indole introversa, non sono mai andata ad una festa, mai uscita la sera, era un grosso peso prendere un caffè con i compagni di classe quando capitava un'uscita anticipata; ho avuto due sole amiche sincere: con la prima ho perso quasi totalmente intimità perché ad un certo punto ha preferito la compagnia di gente più dinamica ed estroversa (e dopo aver provato inizialmente rabbia adesso non gliene faccio una colpa nella maniera più assoluta), l'altra credo abbia capito molto bene i miei problemi relazionali e dialoga con me esclusivamente in modo virtuale.
L'unico tipo di compagnia reale e fisica che tollero è, sempre in piccoli gruppi, quella di adulti al di sopra dei quarant'anni e preferibilmente uomini, e questo credo sia molto legato alla completa assenza di figure maschili nella mia infanzia assieme al fatto che ho da sempre l'impressione che le donne mentano costantemente sui loro sentimenti per la paura di rimanere nella solitudine, condizione che io invece prediligo. L'unica 'attività sociale' che svolgo è camminare per chilometri con la musica ad alto volume nelle orecchie ed ultimamente mi crea il panico entrare nei supermercati. A dodici anni ho cominciato a soffrire di bulimia ed è inutile dire che la situazione è rimasta invariata, inoltre verso i 14 ho attraversato una fase autolesionistica che sembrava essersi conclusa quando mia madre si è imbestialita per l'accaduto e ha minacciato di farsi a sua volta del male: non ho mai sopportato la rabbiosità di mia madre e pur di non dover sopportare oltre alla mia infelicità il suo atteggiamento aggressivo e giudicante ho smesso per molti anni di farmi del male. Specifico che in generale non sopporto in alcun modo l'emotività teatrale di mia madre la quale poi tenta pateticamente di sembrare una persona anaffettiva.
Ma veniamo all'inizio della fase che oggi mi spinge a venire qui: qualche mese fa cercando una serie di comportamenti e fobie che ho sempre sperato passassero col tempo ma diventavano sempre più intollerabili mi imbatto in una serie di pagine che parlano dei disturbi dello spettro autistico; io che avevo sempre pensato che l'autismo fosse una mera forma di ritardo mentale mi trovo sconvolta dalla quantità incredibile di tratti comportamentali nei quali mi ritrovo. Oltre alla generale chiusura nella mia vita 'cerebrale' ho gli stessi atteggiamenti e disagi fisici descritti come caratteristici, cose come dondolarsi, tapparsi occhi e orecchie per concentrarsi, mordersi le labbra, ripetersi parole da soli, non sopportare il contatto fisico o quando qualcuno mi sta alle spalle, riuscire a sentire il vociare fastidioso delle persone che parlano per strada anche con l'Ipod al massimo volume mentre nessuno sembra sentire il mio tono di voce, non essere in grado di riferire correttamente dei messaggi, non saper lavorare in gruppo nella maniera più assoluta, gli interessi specifici e maniacali, il concentrarmi su quello che penso al punto di non riuscire a rispondere se qualcuno mi chiama, odiare le situazioni in cui qualcuno esprime sentimenti verso di me e non vi dico tutto il resto; i test di autodiagnosi mi danno ragione ed io comincio ad esprimere il desiderio di sapere se un professionista sia in possesso di metodi diagnostici che possano risolvere il mio dubbio perché la mia vita è diventata un mero esercizio di introspezione, soprattutto da quando è fallita la mia prima e unica brevissima relazione sentimentale con un uomo di trent'anni più grande dal quale mi sentivo soffocare anche se lui non faceva assolutamente nulla di anormale. (Fra parentesi lui ha sofferto da cani ed io dopo aver pianto un paio di giorni ho smesso di soffrire per la relazione in sé).
Ovviamente la reazione generale (fatta eccezione per mia sorella con cui però non ho un rapporto particolarmente intimo) è di scherno e di 'esageri' nonostante io sia una persona estremamente lucida e di certo non di quelle che si diagnosticano mali mortali cercando i sintomi su google. Insisto per mesi con mia madre e lei fa praticamente spallucce, questo mi fa sprofondare in una rassegnata tristezza mista a rabbia e rancore; non riuscivo già ormai da anni ad esprimere i miei sentimenti e ripiombo in una fase autolesionistica che esplode definitivamente in una mattina nella quale dopo un litigio perché mia madre aveva avuto una crisi isterica per un elettrodomestico malfunzionante riesco a urlarle che lei usa le sue manie per fingere di non vedere i problemi della nostra famiglia; però mi ritrovo come al solito ad incassare ulteriormente la sua aggressività e lascio esaurire la lite rifugiandomi nel mio silenzio, dopodichè quando la discussione sembrava risolta approfitto del momentaneo allontanamento di mia madre per un servizio e in una sorta di stato di ipnosi mi faccio un taglio sul braccio sinistro orribile, che mi lascia quasi in uno stato di shock (mi sono davvero spaventata a morte). Fingo indifferenza per una mattinata intera, dopodiché vedendo la gravità della ferita sono costretta in lacrime a chiedere a mia madre di portarmi al pronto soccorso. L'unica cosa che rimane di questa faccenda che avrebbe dovuto portare un qualsiasi genitore normale e maturo a prendere provvedimenti drastici è una cicatrice sul braccio. Sono passati più di tre mesi e ho ottenuto che mia madre mi fissasse la visita con uno psicologo (io ho bisogno di un medico) il quale al primo colloquio esprime il sospetto di un disturbo schizoide e si presenta come un uomo molto professionale, mentre al secondo colloquio, sostenuto oggi, mi dice che io in realtà vorrei stare con gli altri, che devo trovare me stessa e altre cose di banalissimo senso comune che mi hanno sempre detto tutti.
L'unica cosa positiva è che non provo più rabbia per mia madre perché ho capito che semplicemente è stata forzata nel ruolo di mamma per cui non era pronta, per il resto la mia affettività è a zero, ho terrore, schifo o nervosismo per qualsiasi forma di contatto fisico e sociale e credo che l'unica cosa che potrei fare sarebbe tentare di uccidermi per costringere chi mi sta intorno a farmi seguire da qualcuno che comprenda la profondità e la serietà del mio disagio. Vi richiedo scusa per la mia 'loquacità' e cerco di confortarmi nella convinzione di condividere molti problemi con altre persone. Ciao a tutti!
Vecchio 02-06-2016, 12:25   #2
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L'avatar di Weltschmerz
 

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p.s. Ti consiglierei di cambiare psicologo o comunque di sostituirlo con un bacio perugina (sono sempre cazzate ma almeno guadagni un cioccolatino).
Vecchio 02-06-2016, 13:20   #3
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Vecchio 02-06-2016, 15:14   #4
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Vecchio 02-06-2016, 15:48   #5
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Vecchio 02-06-2016, 17:47   #6
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Vecchio 02-06-2016, 23:49   #7
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Vecchio 03-06-2016, 01:35   #8
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Vecchio 06-06-2016, 23:13   #9
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