chiedo scusa in anticipo per questa lettura di eccessiva lunghezza e pesantezza. tuttavia, nel caso decideste di cimentarvi, vi prego di leggere con attenzione.
dopo una notte di nervosismo, ho deciso di scrivere qualcosa di me su questo forum, che seguo ormai da tempo.
ho 21 anni. ho il classico carattere di un agorafobico/fobico sociale che molto raramente riesce a trovare un pizzico di serenità per potersi esprimere liberamente. i miei problemi mi creano non pochi ostacoli nello sport e negli studi, che tuttavia continuo senza perdere di vista l'obiettivo, anche se lentamente. negli ultimi tempi ho sviluppato dei tratti aggressivi difficili da controllare, che vengono alla luce quando mi trovo in situazioni di disagio.
i miei genitori sono separati da quando molti anni. mio padre non esiste. ci vediamo in media una volta al mese, in cui ci soffermiamo in brevi chiaccherate peraltro interrotte dal suo cellulare, al quale risponde con una celerità nettamente superiore all'attenzione che dedica ai miei discorsi, pur trattandosi di argomenti di importanza e serietà.
ho passato dei brutti momenti, in cui ho avuto bisogno di aiuto, di una spalla, di una persona maschile, paterna, su cui contare. lui non mai è stato presente. alle mie poche richieste (sia per telefono, che in presenza fisica) ha sempre palesato a parole un'apparente disponibilità, continuando tuttavia a rimandare il suo contributo nei miei confronti.
mi duole dire di aver scoperto anche la sua ambiguità di carattere: quando abbiamo qualche dialogo sporadico, soprattutto telefonicamente, continua a pavoneggiarsi da padre perfetto e sempre presente, anche quando è distante (eppure abitiamo nella stessa città). questo suo fastidioso comportamento emerge soprattutto in presenza di altre persone, davanti alle quali cambia totalmente atteggiamento, raccontando di quanto sia un buon genitore, disponibile, pronto ad accontentarmi, e di quanto io sia pretenzioso ma parco di gratitudine.
nonostante io sia una persona ipercritica di natura, non riesco a trovare riferimenti reali al suo punto di vista, che sembra creato al solo scopo di giustificarsi.
ho sempre cercato di soprassedere, ma qualche mese fa, stufo di un silenzio che continuava a farmi soffrire, gli ho fatto presente la situazione completa: il suo carattere sfuggente, la sua assenza, la mancanza di calore e di sicurezza propria di un padre, la sua ambiguità, da me percepite. mi aspettavo negasse tutto, replicandomi, cercando di focalizzare la mia attenzione su qualche episodio reale.
tuttavia la sua risposta è stata deludente: dopo essersi alterato, mi rinfaccia quanto raramente io vada a trovare i miei parenti e quanto sia un figlio degenere.
non mi ha mai ispirato calore, sicurezza, fiducia, poche volte mi sono confidato, altrettante volte i dati confidenziali sono stati divulgati a persone estranee. ho provato a parlargliene, ma qualsiasi discorso cominciato con lui non è mai portato a termine, per la sua scarsa chiarezza con la quale tende a girare attorno ai problemi senza considerare, neanche forzatamente, il succo del discorso.
gli ho accennato spesso ai miei disagi, ma non posso esprimerli chiaramente, poichè la cosa si divulgherebbe a molti suoi conoscenti.
pur seguendo una terapia da uno psichiatra (solo colloqui, nessun medicinale) in cui sono emersi molti aspetti dovuti all'atteggiamente del mio pseudo-genitore, non riesco del tutto ad accettare la sua assenza, pur ammettendo obiettivamente che egli sia praticamente 'morto'
(la sua morte come concetto mentale non si allontana molto dalla realtà, pur apparendo una frase squallida da pronunciare).
come conseguenza, in passato ho sempre cercato di identificare la figura paterna con altre persone, psichiatra compreso (l'ovvio transfert), tuttavia ho capito subito l'inutilità di tale processo mentale di voler a tutti i costi colmare un vuoto fin troppo evidente, e ho smesso.
la mia attenzione è rivolta a coloro che vivono situazioni simili. come avete fatto a liberarvi o, perlomeno, cancellare in parte questa figura dalla vostra vita? oppure come state vivendo, quali sono i vostri problemi?
ve lo chiedo perchè sto cercando di uscirne. capisco che alla fine può capitare di non riuscire a legare con un genitore, però desidererei voltare pagina e trovare una soluzione.
c'è solo una cosa di cui sono sicuro, anche se mi dispiace doverlo dire: da oggi in poi, nel momento in cui egli avrà bisogno d'aiuto, con molta probabilità potrei non esserci.