Dovrei andare all'università, ma invece non lo sto facendo.
Sono a casa e non ho intenzione di fare altro oggi.
Sto troppo male, troppo.
Ma questo non basta come giustificazione, perciò oggi mi impedirò di mangiare e bere.
Sarà una reazione infantile, forse troppo leggera, ma non è giusto che la passi liscia, e non saprei quale altra punizione infliggermi.
Io mi chiedo soltanto come possa un individuo del genere continuare a vivere.
Cioè, io spreco tante, troppe risorse, per non fare poi nulla.
Ma quale diritto ho io di vivere?
Perché mi viene consentito di continuare a vivere?
Perché non vengo soppresso, come un macchinario che non produce nulla?
Potrei meritare di vivere solo ad una condizione: totale abbandono delle risorse a mia disposizione.
Dopodiché dovrei sopravvivere soltanto con ciò che guadagnerei.
Perché non lo faccio?
Ho paura della reazione dei miei genitori.
Ogni mia scelta dipende quasi totalmente dalla previsione sulla reazione da parte dei miei genitori.
E così continuo a sprecare risorse, a tormentarmi sul perché sia ancora in vita, sul perché non riesca a porre fine io stesso alla mia vita, nonostante riesca a realizzare che non abbia alcuna utilità.
Maledetto me...