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Maledetto me...
Dovrei andare all'università, ma invece non lo sto facendo.
Sono a casa e non ho intenzione di fare altro oggi. Sto troppo male, troppo. Ma questo non basta come giustificazione, perciò oggi mi impedirò di mangiare e bere. Sarà una reazione infantile, forse troppo leggera, ma non è giusto che la passi liscia, e non saprei quale altra punizione infliggermi. Io mi chiedo soltanto come possa un individuo del genere continuare a vivere. Cioè, io spreco tante, troppe risorse, per non fare poi nulla. Ma quale diritto ho io di vivere? Perché mi viene consentito di continuare a vivere? Perché non vengo soppresso, come un macchinario che non produce nulla? Potrei meritare di vivere solo ad una condizione: totale abbandono delle risorse a mia disposizione. Dopodiché dovrei sopravvivere soltanto con ciò che guadagnerei. Perché non lo faccio? Ho paura della reazione dei miei genitori. Ogni mia scelta dipende quasi totalmente dalla previsione sulla reazione da parte dei miei genitori. E così continuo a sprecare risorse, a tormentarmi sul perché sia ancora in vita, sul perché non riesca a porre fine io stesso alla mia vita, nonostante riesca a realizzare che non abbia alcuna utilità. Maledetto me... |
Re: Maledetto me...
Molti di noi hanno avuto pensieri simili, perché tendiamo a identificarci con il nostro comportamento. Se sbagliamo pensiamo di essere sbagliati. Bisognerebbe riuscire a separare mentalmente le due cose. Bisogna pensare "ho un problema" e non "sono il problema, faccio schifo eccetera".
Altra cosa. Prova a vedere la situazione da un punto di vista esterno. Se una persona di tua conoscenza fosse nella tua condizione le diresti quello che ora dici a te stesso, cioè che merita la morte? |
Re: Maledetto me...
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Purtroppo è un fatto obiettivo che la mia vita sia inutile, anzi deleteria, e non dovrebbe esistere. Lo stesso penserei di una persona nelle mie stesse condizioni. |
Re: Maledetto me...
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Re: Maledetto me...
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Sarebbe più utile parlarne? Certo. Sarei in grado di parlarne? Certo, che no. Io non sono in grado nemmeno di chiedere la più piccola delle cose ai miei genitori. Se fossi in grado di parlare con loro, avrei già risolto il problema, gli avrei detto che non ha senso continuare con l'università. Poiché non ne sono in grado, non esistono altre soluzioni che mi facciano meritare la vita, se non lo scappare abbandonando ogni cosa, magari rivendendola potendo quindi ripagare parte dei debiti. Non sono in grado di fare nemmeno questo, perciò non resta che porre fine alla mia vita, un po' come succederebbe con un macchinario che spreca di continuo risorse, senza produrre nulla. E comunque, anche se parlassi con loro, dovrei comunque fino a Settembre pagare l'affitto, perciò non cambierebbe nulla in ambito economico. Non mangiando/bevendo per un giorno invece, seppur poco, risparmio qualcosa. Insomma, la mia punizione, per quanto possa essere sciocca, ha comunque un senso. |
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