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22-04-2014, 22:48
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#1
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Principiante
Qui dal: Mar 2014
Messaggi: 28
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Un uccello chiuso in gabbia in primavera sa perfettamente che c'è qualcosa per cui egli è adatto, sa benissimo che c'è qualcosa da fare, ma che non può fare: che cosa è?
Non se lo ricorda bene, ha delle idee vaghe e dice a se stesso: "gli altri fanno il nido e i loro piccoli e allevano la covata", e batte la testa contro le sbarre della gabbia. E la gabbia rimane chiusa e lui è pazzo di dolore. "Ecco un fannullone" dice un altro uccello che passa di là, "quello è come uno che vive di rendita".
Intanto il prigioniero continua a vivere e non muore, nulla traspare di quello che prova, sta bene e il raggio di sole riesce a rallegrarlo. Ma arriva il tempo della migrazione. Accessi di malinconia – ma i ragazzi che lo curano nella sua gabbia si dicono che ha tutto ciò che può desiderare – ma lui sta a guardare fuori il cielo turgido carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità. "Io sono in gabbia, sono in prigione, e non mi manca dunque niente imbecilli? Ho tutto ciò che mi serve! Ah, di grazia, la libertà, essere un uccello come tutti gli altri!".
E gli uomini si trovano spesso nell'impossibilità di fare qualcosa, prigionieri di non so quale gabbia orribile, orribile, spaventosamente orribile...non si sa sempre riconoscere che cosa è che ti rinchiude, che ti mura vivo, che sembra sotterrarti, eppure si sentono non so quali sbarre, quali muri.
Tutto ciò è fantasia, immaginazione? Non credo, e poi uno si chiede "Mio Dio, durerà molto, durerà sempre, durerà per l'eternità?"
- Vincent Van Gogh -
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Ultima modifica di Acciaio; 22-04-2014 a 22:51.
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22-04-2014, 22:58
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#2
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Torino
Messaggi: 1,455
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vincent van gogh era sciroccato.
E ora segui i consigli di maestro miyagi
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23-04-2014, 10:41
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#3
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Quote:
Originariamente inviata da Acciaio
E gli uomini si trovano spesso nell'impossibilità di fare qualcosa, prigionieri di non so quale gabbia orribile, orribile, spaventosamente orribile...non si sa sempre riconoscere che cosa è che ti rinchiude, che ti mura vivo, che sembra sotterrarti, eppure si sentono non so quali sbarre, quali muri.
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There must have been a door
there in the wall
when I came in
http://pinkfloyd.lacortedeimiracoli....l.php#TheTrial
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23-04-2014, 11:10
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: Milano
Messaggi: 959
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L'immagine è bella, ma bisogna fare attenzione. E' vero che spesso bisogna lasciarsi cadere un peso di dosso, ma ciò non significa che, una volta fatto, uno si trova col santo graal in mano e ha risolto tutti i problemi. Semplicemente i problemi cambiano (l'uccello in libertà deve stare attento ai predatori, procurarsi il cibo, una compagna/o, nutrire i piccoli ecc ecc)
C'è un grande koan (ovvero una massima da meditare fino ad averla fatta propria) che dice grossomodo: "Se quando trovi smetti di cercare, quando smetti di cercare hai trovato"
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23-04-2014, 11:27
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#5
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Siamo tutti in gabbia, alcuni sono molto sofferenti per lunghi periodi altri lo sono meno, ma tutti siamo lì dentro.
La chiave della gabbia?
Non ce l'avremo mai...
E' utile crearcela come vogliamo noi questa gabbia e magari qualche volta uscirne per incontrarsi, sapendo comunque che purtroppo ci finiremo dentro nostro malgrado, il segreto sta nel non mollare...
La chiave della gabbia ha vari nomi, ognuno se li sceglie, per me si potrebbe chiamare speranza.
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23-04-2014, 14:47
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#6
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Principiante
Qui dal: Mar 2014
Messaggi: 28
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E se quell'uccello in gabbia lo intendessimo come il nostro vero sè? Un animale che non ha avuto la possibilità di crescere, che è rimasto un cucciolo smarrito chiuso in quella gabbia che le condizioni avverse hanno creato? Invece di cercare di liberarlo con tutte le problematiche che comunque ci si troverebbe ad affrontare data la sua inesperienza ma permettergli in ogni caso ed in qualche modo di venire alla luce, noi siamo lì che continuiamo a sotterrarlo sotto strati pesanti di telo scuro,che altro non sono che tutte le protezioni, gli automatismi che usiamo nell'evitare sofferenze e disagi che proviamo nel contatto sociale. Personalmente mi rendo conto di aver fatto di tutto pur di non apparire nelle mie fragilità e disabilità sociali all'esterno, perchè questo mi creava e mi crea profonde sofferenze...mi sono messa la mia bella maschera, ho abbellito il mio telo che sempre telo però rimane e poi quando non sono stata più in grado di forzare la mia vera natura ho preferito evitare praticamente del tutto si può dire ogni situazione "compromettente". Risultato: soffro ugualmente se non di più per questo stato di inerzia e solitudine, di diversità se vogliamo, di non incontro con la mia vera me. Cerco di uscirne fuori ma la strada è molto complicata ed incidentata, forse proprio perchè mi pongo obiettivi troppo lontani e alti, come avete ben espresso voi quando si smette di cercare solo allora si trova. Ma non sarebbe questa una forma di rassegnazione alla fine? Non sta invece nell'accettazione di noi stessi la via per uscirne, la chiave appunto, la porta nel muro che ci divide dagli altri? Soffrire si ma per accettarci e non autonegarci, per entrare in sintonia con l'animale nascosto in noi, divenirne consapevoli e poi togliere il velo e lasciarlo volare lontano dai pregiudizi che abbiamo su noi stessi anche se è durissimo e non volerà mai nel punto più altro con le aquile reali e cadrà tante volte all'inizio del suo volo libero? Avere insomma il coraggio di rischiare al costo di farci davvero male ma con la speranza di una vita piena, di vivere anche noi la nostra primavera? E cosa ci blocca di più dal farlo?
Scusate il discorso contorto, spero si sia capito qualcosa
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Ultima modifica di Acciaio; 23-04-2014 a 14:52.
Motivo: Imprecisione nel concetto
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23-04-2014, 16:17
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#7
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Acciaio, si è capito benissimo il discorso, ognuno risponde in base alle proprie esperienze come già sai e non c'è una unica soluzione per tutti.
Sarebbe bello che ci fosse "un'anima pia" a tirarci fuori da noi stessi, ma è raro, molto raro trovarla.
Personalmente sono andata controcorrente in tutto e essere come gli altri mi sarebbe piaciuto, poi ho smesso di voler essere la persona che non ero, ho lasciato andare gli altri che credevo fossero la soluzione dei miei problemi ma non erano in grado di aiutarmi e non lo volevano neanche fare. Così adesso sono qui a scrivere su questo forum...
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23-04-2014, 17:04
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#8
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Torino
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da Acciaio
Non sta invece nell'accettazione di noi stessi la via per uscirne, la chiave appunto, la porta nel muro che ci divide dagli altri?
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Non capisco sinceramente perchè, in questo discorso vedi degli "altri". A me sembra che nessuno viva la vita davvero pienamente. Cioè... è un discorso un po' "intramontabile"... nel senso che è un discorso forse un po' utopico. Che potrebbe essere proposto a chiunque e in qualunque caso. Dove li vedi questi altri che vivono la vita pienamente? Io non ne ho mai visti.
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Ultima modifica di Hal86; 23-04-2014 a 17:09.
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23-04-2014, 20:07
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: Milano
Messaggi: 959
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una pienezza di vita, diciamo così, si ottiene con tempo, impegno, a prezzo spesso di ripetuti tentativi. Non ci sono le formule magiche, esiste solo il paziente lavoro di costruzione: di sé innanzitutto. Poi, quando già si è in mezzo agli altri, naturalmente, senza sforzo, si indagano le segrete affinità con altre persone in cui oltre all'amicizia si scorge un'intesa più profonda ed unica.
Il fatto che tu ti ponga queste domande è indice di un bisogno profondo in te, e questo è molto bello. Però bisogna renderlo concreto, altrimenti rischia di restare tutto incompleto
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23-04-2014, 21:44
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#10
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Avanzato
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 402
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Io sostengo l'idea che tra le persone ci sia sempre un limite di comunicazione. Il tuo "vero io", se lo vuoi chiamare così, non raggiungerà mai gli altri così com'è, perchè inevitabilmente quando cerchi di mostrarlo a qualcuno esso finisce sotto il suo punto di vista, non è più una cosa "tua" ma diventa "sua", si trasforma.
In pratica, non possiamo evitare di rapportarci agli altri tramite delle maschere e mai con ciò che siamo realmente, cioè ciò che noi sentiamo di essere (dato che è un po' difficile trovare un punto di vista oggettivo).
Insomma, secondo me la gabbia non è fatta da queste maschere che usiamo per comunicare con gli altri, ma dalle insicurezze e dai dubbi che abbiamo sulle nostre stesse percezioni. Sono convinta che la chiave sia accettarsi, banalmente, piuttosto che basare la propria felicità sull'accettazione altrui, dato che comunque gli altri non potranno mai entrare nella nostra testa e l'idea che si faranno di noi (così come quella che noi ci faremo di loro) sarà sempre un po' distorta dalla loro soggettività.
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28-04-2014, 19:14
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#11
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Principiante
Qui dal: Mar 2014
Messaggi: 28
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Quote:
Originariamente inviata da Ashe
secondo me la gabbia non è fatta da queste maschere che usiamo per comunicare con gli altri, ma dalle insicurezze e dai dubbi che abbiamo sulle nostre stesse percezioni. Sono convinta che la chiave sia accettarsi, banalmente, piuttosto che basare la propria felicità sull'accettazione altrui, dato che comunque gli altri non potranno mai entrare nella nostra testa e l'idea che si faranno di noi (così come quella che noi ci faremo di loro) sarà sempre un po' distorta dalla loro soggettività.
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E' un pò quello che volevo esprimere io mi trovi d'accordo
Quote:
Originariamente inviata da notime
una pienezza di vita, diciamo così, si ottiene con tempo, impegno, a prezzo spesso di ripetuti tentativi. Non ci sono le formule magiche, esiste solo il paziente lavoro di costruzione: di sé innanzitutto. Poi, quando già si è in mezzo agli altri, naturalmente, senza sforzo, si indagano le segrete affinità con altre persone in cui oltre all'amicizia si scorge un'intesa più profonda ed unica.
Il fatto che tu ti ponga queste domande è indice di un bisogno profondo in te, e questo è molto bello. Però bisogna renderlo concreto, altrimenti rischia di restare tutto incompleto
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Notime i tuoi interventi mi colpiscono sempre e ti ringrazio per l'incoraggiamento e lo sprone che con gli stessi riesci a darmi è vero sento profondo questo bisogno e spesso la difficoltà di non riuscire a concretizzarlo, quel volere tutto subito perchè stanca di questa condizione, mi fa dubitare anche sulle mie intenzioni e di quel bisogno stesso...il mio sè è ancora materia abbastanza oscura a me stessa e sto cercando di comprenderne il più possibile
Quote:
Originariamente inviata da Hal86
Dove li vedi questi altri che vivono la vita pienamente? Io non ne ho mai visti.
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Negli altri con cui vengo a contatto vedo una vita sociale, affettiva, relazionale piena...nonostante magari le carenze in altri ambiti che sono credo più facilmente colmabili delle prime...o almeno dal mio personale punto di vista...
Quote:
Originariamente inviata da Noriko
Personalmente sono andata controcorrente in tutto e essere come gli altri mi sarebbe piaciuto, poi ho smesso di voler essere la persona che non ero, ho lasciato andare gli altri che credevo fossero la soluzione dei miei problemi ma non erano in grado di aiutarmi e non lo volevano neanche fare.
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Credo anch'io che appoggiarsi solo agli altri sperando che vengano a salvarci e a liberarci dai NOSTRI malesseri non sia assolutamente la soluzione, ma solo un'ancora che ci porta giù facendoci perdere di vista il vero problema...
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29-04-2014, 12:10
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#12
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Ubicazione: Buckingham Palace
Messaggi: 949
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La chiave della gabbia c'è.... è appena fuori dalle sbarre, se ti allunghi quasi l'afferri..... ma....
"Io dico che queste mura sono strane: prima le odi, poi ci fai l'abitudine, e se passa abbastanza tempo non riesci più a farne a meno: sei istituzionalizzato. È la tua vita che vogliono, ed è la tua vita che si prendono. La parte che conta almeno."
Le ali della libertà
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29-04-2014, 13:17
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#13
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 548
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Quote:
Originariamente inviata da Acciaio
Credo anch'io che appoggiarsi solo agli altri sperando che vengano a salvarci e a liberarci dai NOSTRI malesseri non sia assolutamente la soluzione, ma solo un'ancora che ci porta giù facendoci perdere di vista il vero problema...
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Condivido il tuo pensiero
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29-04-2014, 13:21
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#14
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Principiante
Qui dal: Mar 2014
Messaggi: 28
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Quote:
Originariamente inviata da Skyl
La chiave della gabbia c'è.... è appena fuori dalle sbarre, se ti allunghi quasi l'afferri..... ma....
"Io dico che queste mura sono strane: prima le odi, poi ci fai l'abitudine, e se passa abbastanza tempo non riesci più a farne a meno: sei istituzionalizzato. È la tua vita che vogliono, ed è la tua vita che si prendono. La parte che conta almeno."
Le ali della libertà
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Bella riflessione! L'abitudine...la peggiore delle condizioni...quel qualcosa che ti tiene stretto aggrappato al male che ti fai...che ti fa pensare che in fondo sia il meglio per te...forse ancor più logorante dello stesso dolore e della sofferenza perchè si insinua pacatamente, lentamente, subdolamente come un virus dentro e quando te ne accorgi si è già impossessata della tua vita e di tutto quello che ne rimane...l'abitudine trovo anch'io sia uno dei fattori che ci porti a non afferrare la chiave...a tenerci relegati nella nostra zona di comfort e ad omologarci a quello che siamo stati fino ad ora impedendoci di evolvere in qualche modo
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29-04-2014, 13:22
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#15
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Principiante
Qui dal: Mar 2014
Messaggi: 28
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Quote:
Originariamente inviata da Imagine
Condivido il tuo pensiero
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29-04-2014, 13:23
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#16
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Avanzato
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 402
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Quote:
Originariamente inviata da Acciaio
Bella riflessione! L'abitudine...la peggiore delle condizioni...quel qualcosa che ti tiene stretto aggrappato al male che ti fai...che ti fa pensare che in fondo sia il meglio per te...forse ancor più logorante dello stesso dolore e della sofferenza perchè si insinua pacatamente, lentamente, subdolamente come un virus dentro e quando te ne accorgi si è già impossessata della tua vita e di tutto quello che ne rimane...l'abitudine trovo anch'io sia uno dei fattori che ci porti a non afferrare la chiave...a tenerci relegati nella nostra zona di comfort e ad omologarci a quello che siamo stati fino ad ora impedendoci di evolvere in qualche modo
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Hai ragione, il problema è abituarsi alla propria condizione, rifugiarsi nel proprio male credendo di stare meglio.
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29-04-2014, 13:54
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#17
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Principiante
Qui dal: Mar 2014
Messaggi: 28
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Quote:
Originariamente inviata da Ashe
Hai ragione, il problema è abituarsi alla propria condizione, rifugiarsi nel proprio male credendo di stare meglio.
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Io la vedo un pò come una droga che crea dipendenza...fa male cercare di uscirne, si soffre l'astinenza dal rifugio protetto...ma a lungo andare fa molto più male rimanere chiusi nel torpore della propria condizione abituandosi ad essa e lasciandole prendere il sopravvento
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29-04-2014, 19:52
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#18
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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ognuno di noi ha le chiavi delle gabbie degli altri
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29-04-2014, 20:48
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#19
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Intermedio
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 232
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Quote:
Originariamente inviata da notime
E' vero che spesso bisogna lasciarsi cadere un peso di dosso, ma ciò non significa che, una volta fatto, uno si trova col santo graal in mano e ha risolto tutti i problemi. Semplicemente i problemi cambiano (l'uccello in libertà deve stare attento ai predatori, procurarsi il cibo, una compagna/o, nutrire i piccoli ecc ecc)
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Come non quotare. Ambire a "là fuori" implica anche il sentirsi responsabili di sè, lo smettere di incolpare qualcuno per la nostra situazione ma dirsi: "Ok, questa è stata la mia vita fino ad ora, cosa posso fare per migliorarla?".
Solo così si va avanti.
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29-04-2014, 22:02
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#20
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Banned
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: campania
Messaggi: 3,643
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la mente può essere nostra nemica e nostra amica , noi abbiamo un potenziale enorme e non ce ne rendiamo conto
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