Strano come la sensazione di non avere niente possa diventar un volano.
Ieri sono uscito a fare un po’ di spesa. A piedi.
Non ho mai preso la patente e, forse, mai la prenderò.
A rafforzare questa mia convinzione? Un piccolo aneddoto.
Poco prima di entrare al supermercato, sono passato davanti alle scale di un palazzo dove vi erano due bambini che giocavano con un cellulare.
Mentre gli passavo accanto ho provato la solita sensazione di disagio, di stare alle strette, come se mi dovessero dire qualcosa di malevolo, e questa sensazione è così con tutti. Invece niente.
Ho fatto la spesa e tutto, sono uscito, e loro erano ancora lì.
Sono passato più tranquillo. Ma mentre con quattro mani smanettavano sullo schermo, uno di loro alza brevemente lo sguardo e dice qualcosa nella mia direzione. Una cosa davvero poco carina.
Quando sono più lontano prendono a canzonarmi, ma in modo timido, senza tanto volersi far sentire, ma quanto basta perché li abbia sentiti.
Ora sono più lontano, mascella rigida, vampe di calore e sbuffi di resa dal naso. Nel mentre aveva iniziato a piovigginare.
Poco prima vi parlavo della patente. Allora mi dico: ma come mi presento alla scuola guida se mi prende per il culo chiunque?
Da quando ho passato quel brutto periodo di depressione, sono diventato più goffo, quanto, in tutta la mia vita, una cosa che mi ha contraddistinto da tutti gli altri è stata sempre quella di avere un bel portamento.
Gli occhiali da sole possono nascondere i miei occhi tristi e titubanti, ma non l’espressione come se andassi a un funerale ( il mio? Quello di ogni giorno? )
Tutta sembra essere lì per togliermi le forze, sfiduciarmi ancora di più.
E invece pochi metri più in là sorrido. Un sorriso deciso.
Ho sempre fatto affidamento sulle mie doti e le mie capacità non ordinarie.
Ho sempre saputo di valere più del ragazzo medio, ma problemi comportamentali e timidezza non mi hanno mai permesso di dimostrarlo, facendomi apparire sempre come un completo idiota.
Dicevo: pochi metri più in là ho preso a sorridere deciso, mentre una pioggerellina fitta e silenziosa, puntellava la strada.
E’ proprio per via di quei sorrisi di scherno che non mi posso arrendere. E’ proprio perché non ho niente che non ho niente da perdere.
Non avere niente è motivo di tristezza, certo, ma anche di libertà. Non devo tenere conto “di niente” appunto.
Con quel sorrido deciso, ho continuato deciso per la mia strada, lasciandomi la stupidità passeggera di quei bambini alle spalle, mentre la pioggia s’infittiva.