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Vecchio 10-05-2022, 11:59   #1
Hor
Esperto
L'avatar di Hor
 

Noto che spesso nel forum si parla di "tappe della vita". Determinate cose vanno fatte a una determinata età, e se non si segue questa tabella di marcia prestabilita si dice che si è "fottuti", o comunque che la propria vita rischia di essere compromessa, di andare seriamente alla deriva, se non alla rovina.
Giocare e svagarsi nell'infanzia, fare le prime esperienze sentimentali nell'adolescenza, studiare all'università nella prima giovinezza, lavorare e mettere su famiglia nell'età adulta, ecc. ecc. Questo sarebbe un percorso di vita "normale".
Ora, è vero che ci sono cose che si possono fisiologicamente fare solo a una determinata età: una donna non può partorire a settant'anni, un uomo non può pretendere di fare bungee jumping a novant'anni, un bambino di sei anni non potrà mai laurearsi in ingegneria aerospaziale. Ma tolti questi casi estremi, ci sono davvero delle tappe fisse nella vita?
Io posso riportare il mio caso: ho avuto un'infanzia e un'adolescenza di forte conflitto coi coetanei e di solitudine pronunciata, per arrivare a costruirmi una vita sociale solo all'università. In pratica, molte esperienze che le persone "normali" fanno prima dei 18 anni io le ho fatte dopo i 20. Ho trovato un lavoro serio ancora prima di laurearmi, poi l'ho mollato, poi mi sono laureato molto tardi rispetto alla norma, poi ho trovato di nuovo lavoro, e questo ancora tardi rispetto alla norma. Non ho mai avuto alcun interesse a formarmi una famiglia.
In pratica la mia vita ha seguito un percorso piuttosto sballato in quanto a tempi rispetto alla norma, ma non penso affatto sia questo ad avermi "rovinato". Ho semplicemente seguito i miei tempi, nel bene come nel male.
Io non ritengo esistano tappe fisse nella vita, e penso che in tutte le cose c'è chi ci arriva prima e c'è chi ci arriva dopo (c'è anche chi non ci arriva mai, vuoi per difficoltà o vuoi per temperamento o disinteresse), e che forse l'idea che all'età tot corrisponda un determinato modo di vita sia anche uno stereotipo sociale. Esistono gli stereotipi di genere che attualmente vengono fortemente criticati, perché non dovrebbero esistere e non dovrebbero poter essere passibili di critica anche gli stereotipi riguardo all'età?
Ringraziamenti da
choppy (11-05-2022), spezzata (10-05-2022)
Vecchio 10-05-2022, 12:07   #2
Esperto
L'avatar di Black_Hole_Sun
 

Non esistono, solo l'idea che la vita debba essere "a tappe" tipo lista della spesa mi inorridisce.

La vita è caotica, gli eventi raramente dipendono da noi. Poi per quanto mi riguarda non ho mai avuto obiettivi, tutto è sempre stato un caotico trascinarsi nella marea. Le tappe sono l'abbecedario del perfetto cittadino, studiare, lavorare, fare figli e crepare. Sono cose che servono al sistema non all'individuo.
Ringraziamenti da
choppy (11-05-2022), Ezp97 (10-05-2022), Lovecraft (10-05-2022)
Vecchio 10-05-2022, 12:10   #3
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quando mi dicono che un certo ostacolo non esiste, io rispondo: se non esiste perché continuo a sbatterci contro?!
Vecchio 10-05-2022, 12:16   #4
Esperto
L'avatar di Darby Crash
 

Le tappe ed i rispettivi tempi esistono, ma non sono fissi e rigidissimi.

Sento troppo spesso la frase "ognuno ha i suoi tempi", detta per voler alleggerire una persona del peso dato dai propri fallimenti. È una frase così ovvia che non vuol dire nulla: è fattuale che ognuno abbia i propri tempi, ma questo cosa vuol dire? Non vuol dire niente, non tutti i tempi vanno bene allo stesso modo. E soprattutto, ci si può trovare ad avere certi tempi pur desiderandone altri. E allora se non si accettano i propri tempi, la frase "ognuno ha i suoi tempi" fa solo irritare.

Il tuo è un caso, una possibilità. Ma credo che generalmente chi passa in solitudine i primi vent'anni, non abbia buone prospettive sociali anche per i successivi. Tra l'altro sono curioso di sapere come all'università tu sia riuscito a costruirti una vita sociale partendo quasi da zero. Forse ti sei trasferito in un'altra città.
Vecchio 10-05-2022, 12:19   #5
Banned
 

La società il sistema mettono tappe per darsi uno schema ma non ci sono esistono i caratteri le persone,e le esperienze..perché se io mi ammalò a 20 anni di qualsiasi cosa e guarisco a 25,e chiaro non avrò il percorso lineare per la società,figurarsi un Asperger che riceve diagnosi a 30 anni,bortuzzo che diviene invalido a 20 ecc..la mia vita e sempre stata alti e bassi,navigare sulle onde..avevo difficoltà a portare in fondo tante cose per anni.in preda ad ansia emotività e psicodrammi per anni,ma dopo i 30 va meglio c'è più stabilità.non e un caso che sono arrivati miglioramenti che cercavo da sempre..quelli che sono ricchi sposati fidanzata a 20 anni casa di proprietà auto..percorso lineare di successo,saranno il dieci per cento forse..ognuno ha il proprio potenziale il proprio carattere.un ceto sociale proprio che condiziona.
Vecchio 10-05-2022, 12:23   #6
Hor
Esperto
L'avatar di Hor
 

Quote:
Originariamente inviata da Darby Crash Visualizza il messaggio
Tra l'altro sono curioso di sapere come all'università tu sia riuscito a costruirti una vita sociale partendo quasi da zero. Forse ti sei trasferito in un'altra città.
Sì, mi sono trasferito in un'altra città, relativamente grande, anche perché in quella da cui provenivo, che poi non era una città ma un paesino, non avevo nulla.
Poi anche all'università il primo anno l'ho passato quasi sempre da solo, anche perché ero in modalità "sopravvivenza", visto che l'impatto con una vita da solo, in un'altra città, in un altro ambiente, è stato brutale e ho avuto bisogno di molto tempo per imparare "come si fa". Alla fine ne sono uscito e sono cresciuto molto. Sono riuscito a conoscere altre persone perché ho imparato a buttarmi con la socialità, sono riuscito a conoscere persone affini perché ho scelto un indirizzo di studio abbastanza particolare (preferisco non scendere nei dettagli) e popolato da persone con una mentalità secondo me molto più aperta dell'italiano medio, quindi in grado di accettare anche persone particolari come me. Poi, comunque, anche all'università non ho mai fatto una vita sociale "normale", nel senso che non giravo per locali o feste e cose del genere.
Vecchio 10-05-2022, 12:29   #7
Esperto
L'avatar di Darby Crash
 

Quote:
Originariamente inviata da Hor Visualizza il messaggio
Sì, mi sono trasferito in un'altra città, relativamente grande, anche perché in quella da cui provenivo, che poi non era una città ma un paesino, non avevo nulla.
Poi anche all'università il primo anno l'ho passato quasi sempre da solo, anche perché ero in modalità "sopravvivenza", visto che l'impatto con una vita da solo, in un'altra città, in un altro ambiente, è stato brutale e ho avuto bisogno di molto tempo per imparare "come si fa". Alla fine ne sono uscito e sono cresciuto molto. Sono riuscito a conoscere altre persone perché ho imparato a buttarmi con la socialità, sono riuscito a conoscere persone affini perché ho scelto un indirizzo di studio abbastanza particolare (preferisco non scendere nei dettagli) e popolato da persone con una mentalità secondo me molto più aperta dell'italiano medio, quindi in grado di accettare anche persone particolari come me. Poi, comunque, anche all'università non ho mai fatto una vita sociale "normale", nel senso che non giravo per locali o feste e cose del genere.
ah, ecco, allora posso capire. Io non ho avuto la fortuna di potermi trasferire in un'altra città e dunque il giro sociale non l'ho costruito. Che figura avrei fatto facendomi conoscere come uno che vive da vent'anni nella stessa città e non esce la sera né ha qualche amico? Partendo da zero in una nuova città sarebbe stato diverso.

Comunque il senso del mio discorso era che nei fatti ogni persona ha il proprio percorso di vita che può essere più o meno regolare e variamente vicino a ciò che è considerato "normale", tuttavia sicuramente ci sono delle tappe e dei tempi che in genere è funzionale rispettare per avere una bella vita.
Vecchio 10-05-2022, 12:30   #8
Banned
 

Dipende da quanto è elevata la propria aspettativa di integrazione sociale: più è elevata e più riesce difficile svincolarsi (prima di tutto mentalmente) dagli stereotipi legati alla "normalità".
Perché in effetti solitamente la "gente normale" è alquanto legata a tutto un insieme di convenzioni, e questo si manifesta anche in maniere oggettive (per fare un esempio banale, il fatto che molti percorsi lavorativi dopo i trenta siano proprio preclusi).

Poi certo si può anche campare da outsider e fare tutto alla rovescia, però bisogna averci la propensione (e la possibilità, e anche altre cose) altrimenti non solo è dura, ma ho impressione sia quasi impossibile.
E' un'impressione perché io la propensione fortunamente ce l'ho, ma non credo che chi invece sostiene con forza che queste fantomatiche tappe siano ineledubili sia necessariamente in errore ... convinzioni differenti nascono anche da vissuti personali differenti e propensioni differenti.
Vecchio 10-05-2022, 12:35   #9
Banned
 

No, il problema però è quando si rimane completamente fermi
Vecchio 10-05-2022, 12:51   #10
Esperto
L'avatar di Keith
 

Non è che devono esistere per forza per tutti, però è meglio sfruttare l'età buona della vita quella fino ai 30-35 anni, perché dopo c'è il calo della forza fisica e anche della concentrazione. Almeno su di me vedo che è così.
Vecchio 10-05-2022, 12:57   #11
Banned
 

Ma infatti io ho sfruttato la pandemia per imparare a vivere solo e sapermi gestire certe cose in ottica trasferimento.se vivi in una città del sud che non e Catania o Palermo se hai una personalità eccentrica succede che puoi buttare via anni..e non aveva più senso stare qui..poi che sia malta,Pordenone,Ancona poco cambia..qui non c'erano più margini per avere le cose che io voglio.che abbia 2 case di famiglia 3 o 50 non mi interessa..il fisico ancora regge ma siamo più vicini ai 40..e ogni occasione va colta ormai
Vecchio 10-05-2022, 13:12   #12
Esperto
 

Riconosco che io sono uno di quelli che spesso ha fatto questo discorso di tappe, soprattutto ricalcando come è stata fino adesso la mia vita (non vita).
Beh, mentre a 15,16 anni i miei coetanei iniziavano ad avere i primi baci, le prime fidanzatine, a uscire in compagnia eccetera, io già da lì ero fuori da quei meccanismi, non ho mai fatto ne avuto assolutamente niente di tutto ciò, ero isolato, tagliato già fuori. Stessa cosa a 20 anni, a 25,a 30.senza mai assolutamente di passi avanti, mentre gli altri miei coetanei, a quelle età menzionate, avevano già alle spalle esperienze sia con ragazze, sia di socializzazione in generale. Io sono sempre stato negli anni solo spettatore degli altri che nell'arco degli anni hanno fatto, vissuto esperienze, avuto fidanzate, ne hanno pure avute più di una, hanno avuto amici, uscite. Non erano tagliati fuori come me, con lo zero assoluto. Io ora mi trovo a 48 anni, senza mai aver fatto nulla, ne a 15,ne a 20,ne a 25,ne a 30.a 30 tanti già convivono o si sposano, alcuni lo sono già (sposati) dai 25 anni. Alcuni a 30 hanno figli. Io dagli attuali 48 anni, andando a ritroso indietro nel tempo, non ho maturato nessuna esperienza ne di socializzazione ne di relazioni, nulla. Per me quel vuoto alle spalle pesa, perché niente e nessuno mi farà recuperare quello che non ho mai fatto, quando gli altri vivevano e si divertivano a 20 anni. Parlo per me, dubito che arrivare a 48 anni senza nulla alle spalle, si possa pensare di poter essere come gli altri. Quegli anni non vissuti alle spalle sarebbero stati la base per essere alla pari, normali, come gli altri adesso.un mio coetaneo senza i miei problemi ha vissuto esperienze negli anni, si è divertito, ha avuto relazioni, delusioni, cose normali, ma io che alle spalle ho maturato lo zero assoluto, non ho neanche la minima base, come posso pensare di essere preso in considerazione con lo zero assoluto in termini di esperienze e dello stare in mezzo alle persone alle spalle? Quindi per me il discorso che a ogni età, se si è normali, si vivono e maturano esperienze, incide.
Che gli racconto a una? Che da 0 a 48 anni non ho mai neanche baciato una volta una ragazza? Mi guarderebbe inorridita, e anche senza arrivare a dire questo, se ne accorgono che uno non è connesso con il mondo
Ringraziamenti da
Darby Crash (10-05-2022), Keith (10-05-2022)
Vecchio 10-05-2022, 13:32   #13
Esperto
 

Esistono è innegabile, la fuori la gente ragiona così. Non lavori? "Mantenuto! Sfigato! Vai a lavorare!" Non hai mai avuto esperienze in ambito relazionale? "Vergine! Bruttone! Co***ne!" Non esci mai? "Reietto! Eremita! Problematico!"
Sentite tutte con le mie orecchie, purtroppo dobbiamo vivere in questa società, se si vuole uscire bisogna assolutamente essere in un certo modo se non si vuole essere visti come quelli strani da cui stare alla larga.
Ogni volta che mi scontro con la realtà vera fuori, rimango di sasso, altro che pensieri disfunzionali...
Ringraziamenti da
Maximilian74 (10-05-2022)
Vecchio 10-05-2022, 14:00   #14
Esperto
L'avatar di Crepuscolo
 

Esistono per chi ci crede, come con la religione. Io penso che la vita andrebbe vissuta come meglio si crede senza attaccarsi a queste cose. Però capisco che è facile sentirsi sbagliati quando si è circondati da persone che vedono la vita come un qualcosa fatto di tappe da raggiungere. Le persone che vivono facendo quello che vogliono (e non quello che vogliono gli altri) sono quelle che ammiro di più.
Vecchio 10-05-2022, 14:08   #15
Banned
 

Una qualità l'ho sicuro.che ho tirato dritta per la mia strada e fatto quello che voluto..
Vecchio 10-05-2022, 14:50   #16
Principiante
L'avatar di Blizzard
 

Esistono per il sistema che ci circonda. Che nel tempo le può anche spostare queste tappe, in base anche all'epoca in cui viviamo e agli strumenti che ci circondano. Personalmente ormai me ne frego se non ho fatto l' eseprienza nel tal anno in cui "doveva" essere fatta
Vecchio 10-05-2022, 15:36   #17
Esperto
L'avatar di Keith
 

Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74 Visualizza il messaggio
Se ne accorgono che uno non è connesso con il mondo
Mai frase fu più veritiera.
Quote:
Originariamente inviata da Crepuscolo Visualizza il messaggio
Le persone che vivono facendo quello che vogliono (e non quello che vogliono gli altri)
semplicemente non esistono. o magari sono i punkabbestia o similari, ma anche lì ci sono regole non scritte da rispettare.
Vecchio 10-05-2022, 15:52   #18
Esperto
L'avatar di muttley
 

Se io arrivassi alla mia età senza aver mai camminato per via di una condizione medica disabilitante e, un giorno, la scienza medica scoprisse un modo per farmi camminare, cosa dovrei fare? Rinunciare a questa possibilità perché non ho potuto vivere le esperienze che due gambe funzionanti avrebbero potuto farmi fare in giovane (tipo diventare un corridore professionista ma anche solo vincere una corsa campestre o giocare al campetto con gli amici)?
O forse dovrei dire che in fondo, dopo tutti questi anni, di camminare non me ne importa poi molto, in fondo sto bene così...cioé non è che sto bene, ma questa è l'unica vita che conosco e la preferisco con le sue limitazioni alle incognite di una vita nuova.
Vecchio 10-05-2022, 16:27   #19
idk
Esperto
L'avatar di idk
 

Dipende molto dall'indole dell'individuo. Più sei tendenzialmente conformista e più la tappa riveste un senso e un ruolo centrale, meno lo sei e più tendi a mischiare le carte e seguire binari devianti.
Vecchio 10-05-2022, 16:28   #20
Esperto
L'avatar di Crepuscolo
 

Quote:
Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
semplicemente non esistono. o magari sono i punkabbestia o similari, ma anche lì ci sono regole non scritte da rispettare.
Esistono ma sono pochi, bisogna avere coraggio per non farsi condizionare da nessuno e vivere la vita come si vuole.
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