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01-06-2008, 14:18
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#1
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Principiante
Qui dal: May 2008
Messaggi: 23
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tra psichiatra e psicologo?
voglio dire...lo psichiatra fa lo stesso lavoro dello psicolgo ma può anche prescrivere medicamenti oppure fanno due lavori diversi?
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01-06-2008, 14:25
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#2
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Intermedio
Qui dal: May 2008
Messaggi: 139
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lo psichiatra cura le malattie della testa, neurologiche....
lo psicologo aiuta a farti superare delle crisi o a farti capire delle cose che da solo non arrivi
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01-06-2008, 14:25
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#3
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: nella vera capitale d'Italia
Messaggi: 10,358
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"Lo psichiatra è un medico, non ha studiato presso una facoltà di psicologia, ma ha studiato medicina, specializzandosi nello studio delle malattie mentali. Lo psicologo è un laureato in psicologia e in possesso di abilitazione all'esercizio della professione. Spesso pochi sanno che l'intervento psichiatrico è essenzialmente farmacologico e che quello psicologico invece non utilizza farmaci, poiché interviene, attraverso processi di comunicazione, sugli aspetti psichici (es. motivazione, gestione delle emozioni, analisi della realtà, meccanismi di comunicazione, autostima, strutturazione dell’identità, ecc.) che possono essere alla base di un disagio psicologico o anche più semplicemente volti a migliorare la salute psico-fisica, il benessere sociale e familiare, le scelte importanti e le proprie capacità di successo in diversi ambiti (scuola, lavoro, sport, spettacolo, ecc.).
Ciò non significa tuttavia che, in situazioni di disagio mentale, psichiatra e psicologo non possano co-agire, secondo modalità e competenze diverse, guidando lo stesso soggetto verso la via del benessere."
Però ciò può variare da città a città.
Tu in quale città lo consulteresti? 8)
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01-06-2008, 17:00
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#4
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Principiante
Qui dal: May 2008
Messaggi: 23
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Quote:
Originariamente inviata da calinero
Però ciò può variare da città a città.
Tu in quale città lo consulteresti? 8)
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era solo una curiosità non per un consulto.
grazie mille cmq
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01-06-2008, 17:49
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#5
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Intermedio
Qui dal: May 2008
Messaggi: 190
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PSICHIATRA:
- Mi parli dei suoi attacchi di panico mentre le scaglio addosso questo martelletto per controllare i suoi riflessi. Adesso si stenda. Le fa male qui? e sotto il gomito? dietro la coscia sinistra? No? Prendo quello in acciaio, un secondo. Adesso guardi la lucina.. sorrida, click. Le prescrivo questa roba.
PSICOLOGO:
- Mi parli dei suoi genitori.
- Il problema era quest'altro. Con loro è tutto ok.
- Perchè vuole aggirare la questione? Lei deve aver subito abusi in famiglia.
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01-06-2008, 17:54
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#6
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Messaggi: 5,489
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Quote:
Originariamente inviata da Muriel
PSICOLOGO:
- Perchè vuole aggirare la questione? Lei deve aver subito abusi in famiglia.
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ahahhaahah poi quando si mettono in testa una cosa è finita, con me si era convinto del fatto che avevo un rapporto difficile con mio padre, quando in realtà non era cosi...penso ne sia convinto tutt ora 8)
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01-06-2008, 21:44
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#7
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Principiante
Qui dal: Jun 2008
Messaggi: 5
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Quote:
Originariamente inviata da calinero
"Lo psichiatra è un medico, non ha studiato presso una facoltà di psicologia, ma ha studiato medicina, specializzandosi nello studio delle malattie mentali. Lo psicologo è un laureato in psicologia e in possesso di abilitazione all'esercizio della professione. Spesso pochi sanno che l'intervento psichiatrico è essenzialmente farmacologico e che quello psicologico invece non utilizza farmaci, poiché interviene, attraverso processi di comunicazione, sugli aspetti psichici (es. motivazione, gestione delle emozioni, analisi della realtà, meccanismi di comunicazione, autostima, strutturazione dell’identità, ecc.) che possono essere alla base di un disagio psicologico o anche più semplicemente volti a migliorare la salute psico-fisica, il benessere sociale e familiare, le scelte importanti e le proprie capacità di successo in diversi ambiti (scuola, lavoro, sport, spettacolo, ecc.).
Ciò non significa tuttavia che, in situazioni di disagio mentale, psichiatra e psicologo non possano co-agire, secondo modalità e competenze diverse, guidando lo stesso soggetto verso la via del benessere."
Però ciò può variare da città a città.
Tu in quale città lo consulteresti? 8)
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Quoto al 100%
ciao
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02-06-2008, 08:33
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#8
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Ubicazione: Fuori dal tunnel
Messaggi: 535
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Quote:
Originariamente inviata da Muriel
PSICHIATRA:
- Mi parli dei suoi attacchi di panico mentre le scaglio addosso questo martelletto per controllare i suoi riflessi. Adesso si stenda. Le fa male qui? e sotto il gomito? dietro la coscia sinistra? No? Prendo quello in acciaio, un secondo. Adesso guardi la lucina.. sorrida, click. Le prescrivo questa roba.
PSICOLOGO:
- Mi parli dei suoi genitori.
- Il problema era quest'altro. Con loro è tutto ok.
- Perchè vuole aggirare la questione? Lei deve aver subito abusi in famiglia.
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BELLISSIMO
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02-06-2008, 10:32
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#9
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Principiante
Qui dal: Mar 2007
Messaggi: 20
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Vedo che molti di voi non hanno una grande cosiderazione di psichiatri e psicologi. Quidni vi autogestite? Io sto seguendo le cure del mio medico curante, e mi trovo bene
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02-06-2008, 11:32
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#10
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,136
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ricordo che quando sono andato dallo psichiatra 1 mesetto fa col martelletto mi ha toccato le braccia e poi mi ha controllato gli occhi e la bocca
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02-06-2008, 12:57
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#11
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,411
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E tra psicologo e psicoterapeuta che differenza c'è?
So che lo psicoterapeuta deve aver fatto una specializzazione dopo la laurea in psicologia o medicina, quindi è più preparato dello psicologo?
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02-06-2008, 13:08
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#12
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,185
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E il couseillor che fa invece??
Una mia carissima amica e collega lo è, ma prima di prendere questo titolo non aveva mai studiato psicologia. Ha preso prima una laurea in lettere e poi ha fatto una specializzazione in counselling socio-analitico di 3 anni....quindi, in un certo senso, sarebbe meno preparata di chi ha anche la laurea in psicol...boh.
Lei è bravissima, perchè DI SUO ha una grande capacità di ascolto e di accoglienza umana e questo la rende molto capace e portata per un mestiere fondato sull'ascolto e sulla comprensione dei problemi.
A volte conta più quello che altro.
Ho seguito all'univ. un corso con uno psicologo talmente deficiente, lunatico e isterico a cui non mi affiderei mai....penso sia più brava la mia amica - nonostante sia meno specializzata - che un tipo così....
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02-06-2008, 13:14
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#13
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Principiante
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: Modena
Messaggi: 65
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Quote:
Originariamente inviata da Psicologo
Lo psicologo è il laureato in psicologia.
Lo psicologo, in quanto tale, non è un clinico, nè uno psicoterapeuta e quindi non può occuparsi di diagnosi e cura, in assenza di specializzazione o qualificazione, postuniversitarie.
Lo psicologo che abbia, dopo la laurea, superato l'esame di stato e sia iscritto all'Ordine degli Psicologi, è un laureato che da quel momento è anche abilitato all'esercizio della professione di psicologo.
A secondo della sua preparazione universitaria, cioè dell'indirizzo specifico scelto nel triennio, dopo i primi due anni di corso universitario e a secondo del tirocinio svolto almeno in un anno dopo la laurea, lo psicologo è teoricamente in grado, se abilitato, ad esercitare nei vari campi della psicologia, specifici legalmente per l' esclusiva professionalità dello psicologo: scolastico, giuridico, infanzia e famiglia, sperimentale, aziendale, ricerca, clinico, ospedaliero ecc. Può, inoltre, fornire la consulenza psicologica. Per ottenere oltre l'abilitazione, anche la competenza, però, di solito dovrà seguire ripetutamente dei corsi di qualificazione e/o perfezionamento, nei vari campi e questo praticamente nel corso di tutta la sua vita professionale. Questa prassi pur essendo vera per molte professioni, è particolarmente vera per la professione psicologica in continuativa evoluzione, così come per la professione medica, dove occorrono incessanti aggiornamenti e riqualificazioni.
Nel caso specifico del campo clinico, lo psicologo laureato e abilitato dopo i cinque anni universitari, deve seguire almeno un anno di tirocinio presso strutture cliniche ospedaliere e/o private riconosciute. Quindi deve scegliere un corso di specializzazione o qualificazione, che avrà una durata minima di quattro anni, per ottenere il titolo di specialista nel campo specifico. Nel caso che egli voglia divenire psicoterapeuta, dovrà, inoltre, stare in analisi personale durante gli anni di specializzazione. Chi non voglia divenire psicoterapeuta, può anche limitarsi soltanto alla specializzazione quadriennale post-laurea in psicologia clinica. In questo caso, la maggior parte delle volte, lo specialista opera entro le strutture ospedaliere.
Lo psicologo e lo psicoterapeuta sono due figure professionali distinte e non equivalenti: lo psicologo non specializzato in psicoterapia non è qualificato a prendere in cura dei pazienti.
La stessa distinzione va fatta fra psichiatra, neurologo e psicoterapeuta: esse non sono figure equivalenti e sovrapponibili. Tuttavia, a differenza dello psicologo non psicoterapeuta il quale non può prendere in cura nessuno, lo psichiatra e il neurologo, in quanto laureati in medicina, possono prendere in cura i pazienti per praticare le terapie mediche, ma non possono e non devono curare con la psicoterapia, se non ne hanno la specializzazione.
Lo psicoterapeuta è uno specialista qualificato in psicoterapia, quindi è uno specialista per la diagnosi e la cura dei disturbi psicologici. Lo psicoterapeuta proviene indifferentemente sia dalla laurea in psicologia, che dalla laurea in medicina.
Non sono ammessi altri tipi di laurea per la specializzazione in psicoterapia.
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Quote:
Originariamente inviata da Psicologo clinico
Lo psicologo clinico è uno psicologo, il quale, laureato ed abilitato, ha frequentato il corso quadriennale post universitario in Psicologia Clinica, conseguendo il titolo di specialista. Oggi purtroppo in Italia sta accadendo una scandalosa concentrazione delle scuole di specializzazione in Psicologia Clinica presso le facoltà di Medicina, anzichè di Psicologia, con una probabile selezione a favore dei laureati in medicina e quindi sostanzialmente digiuni dei fondamenti della psicologia, per cui si correrà il rischio, fra alcuni anni, di trovare una gran quantità di cosiddetti psicologi clinici di derivazione medica e cioè non psicologi. Questi futuri ibridi saranno una via di mezzo incompleta fra lo psichiatra e lo psicologo clinico vero e proprio, cioè non saranno nè l'uno, nè l'altro, a rischio dell'utenza.
In pratica lo psicologo clinico è uno specialista che opera principalmente nelle strutture sanitarie pubbliche e/o private, ma talora anche privatamente a tempo pieno come libero professionista.
Egli è specialista nella psicodiagnosi, nella somministrazione dei tests, nel counseling, nell'orientamento e nell'organizzazione situazionale, sia nella normalità che nella patologia. Per queste specifiche caratteristiche uno specialista in psicologia clinica deve essere uno psicologo e non altro, poichè è evidente che egli deve possedere un background formativo specifico in psicologia, il che si può ottenere soltanto, come base, laureandosi in psicologia.
Lo psicologo clinico è una figura distinta dallo psicoterapeuta.
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Quote:
Originariamente inviata da Psicoterapeuta
Lo psicoterapeuta, a differenza dello psicologo clinico, che auspicabilmente dovrebbe essere esclusivamente psicologo, può essere sia psicologo, che medico.
Se psicologo, lo psicoterapeuta ha, dopo essersi laureato e abilitato, conseguito la specializzazione e la qualificazione in psicologia clinica e psicoterapia, il che significa che oltre agli approfondimenti specialistici propri della specializzazione clinica, egli ha seguito per anni una formazione qualificante specialisticamente psicoterapeutica, in uno dei vari indirizzi della psicoterapia.
In particolare, inoltre, per divenire psicoterapeuta, egli si è sottoposto per anni ad un'analisi personale, sia per sperimentare in prima persona su di sè l'applicazione della psicoterapia e sia per individuare e risolvere le proprie discrasie psicologiche, prima che gli venga consentito di cominciare a seguire dei pazienti. Da alcuni anni in Italia questo percorso è stato regolamentato per legge, per cui attualmente la specializzazione e la qualificazione in psicoterapia, dopo la laurea, possono e devono essere conseguite, sia presso le scuole di specializzazione universitarie e sia presso le scuole private che abbiano ottenuto il riconoscimento dallo Stato. In ogni caso, durante la fase finale di formazione, il futuro psicoterapeuta normalmente comincia a seguire i primi pazienti sotto la supervisione dei didatti e normalmente è prassi diffusa e in alcuni casi obbligo, che il terapeuta già qualificato, si sottoponga a supervisione clinica e personale, periodicamente, per tutta la sua vita professionale. Inoltre egli deve costantemente mantenersi aggiornato nel vasto campo delle neuroscienze, quasi sempre essendo membro di istituzioni scientifiche a carattere internazionale.
Se medico, lo psicoterapeuta segue dopo la laurea e l'abilitazione, esattamente lo stesso percorso già descritto per lo psicologo. Nel suo caso, però, gli è possibile, oltre che conseguire la specializzazione in psicologia clinica, scegliere di conseguire in alternativa la specializzazione in psichiatria o altro. Per cui lo psicoterapeuta psicologo è esclusivamente psicologo-clinico-psicoterapeuta, mentre lo psicoterapeuta medico è medico-altra specializzazione varia-psicoterapeuta. Ovviamente per il medico è fortemente consigliato, se vuole validamente qualificarsi in psicoterapia, seguire dopo la laurea esclusivamente psicologia clinica o psichiatria, specialmente perchè a differenza dello psicologo egli proviene da un corso di studi universitari, che per la loro organizzazione, lo hanno praticamente lasciato del tutto ignaro anche dei minimi fondamenti, non solo della psicologia, ma anche della psicofisiologia, cioè lo studio del cervello psichico. Infatti quasi sempre il medico mantiene la visione del cervello e del sistema nervoso centrale, soltanto dall'ottica neurologica e ciò lo rende spesso poco preparato e inadeguato nella diagnosi e nel trattamento delle malattie psicosomatiche.
Una volta formatosi, lo psicoterapeuta, da qualsiasi delle due facoltà universitarie provenga, è uno specialista qualificato alla diagnosi e cura dei disturbi psichici e delle malattie mentali. Poichè nella maggior parte dei casi il trattamento dei disturbi psichici e delle malattie mentali, richiede la somministrazione binaria sia della psicoterapia che della psicofarmacoterapia, ovviamente lo psicoterapeuta psicologo deve affiancarsi ad una o più figure mediche. Ciò non significa, comunque, che lo psicoterapeuta psicologo non sia competente sul versante biologico dei disturbi e delle malattie che tratta, ma significa che, non essendo medico, non può stabilire in proprio nè diagnosi, nè terapie, quando implicano anche valutazioni di medicina generale o specialistica. Per questo deve avvalersi della collaborazione di medici. Lo psicologo psicoterapeuta comunque è in grado di eseguire autonomamente le anamnesi, cioè le indagini cliniche che possano condurlo competentemente al "sospetto diagnostico", cioè a sospettare le variabili per la diagnosi differenziale, in modo da potere interagire competentemente con il medico del quale si avvale della collaborazione. Questa competenza dello psicoterapeuta psicologo, è indispensabile affinchè possa essere evitato il rischio di intrattenere in monoterapia psicoterapica un paziente che potrebbe invece giovarsi tempestivamente del supporto degli psicofarmaci, o di altre terapie mediche. Oppure per evitare che disturbi psicologici con eziologia primariamente organica, vengano trattati eludendo la malattia somatica che li produce. Inoltre questa competenza da parte dello psicologo psicoterapeuta è indispensabile, affinchè la somministrazione degli psicofarmaci, spesso necessaria durante la psicoterapia, non avvenga da parte del medico in funzione isolata rispetto alla contemporanea psicoterapia. Anzi, lo psicologo psicoterapeuta deve essere in grado di valutare autonomamente, circa gli psicofarmaci, ipotesi sulla categoria farmacologica, la posologia, la combinazione e la durata del trattamento e inoltre circa le varianze osservabili relativamente all'interazione fra i farmaci e gli accadimenti in psicoterapia. Queste sue ipotesi autonome, che deve essere in grado di produrre con competenza indipendente, saranno condivise con il medico affinchè questi, a sua volta, possa fare le altre valutazioni mediche necessarie e di sua competenza, per passare alla fase pratica della prescrizione che, in ambito psichico, non deve mai essere un atto isolato del medico.
Lo psicoterapeuta medico, in linea puramente teorica potrebbe anche agire in modo soggettivamente isolato nei vari passaggi descritti nel paragrafo precedente, poichè potrebbe coagulare in sè sia la figura psicoterapeutica, che medica. Ciò, pur essendo teoricamente possibile, è, da un punto di vista clinico, fortemente sconsigliabile, se non addirittura errato e controproducente. Infatti l'efficacia del trattamento psicoterapeutico, si fonda su una moltitudine di fattori, uno dei quali è il fatto che lo psicoterapeuta deve rimanere rigorosamente una figura di riferimento con cui condividere ed elaborare i contenuti e i processi mentali e, qualunque sia il metodo e la tecnica dello psicoterapeuta, è fondamentale che le questioni circa le situazioni, l'ambiente, gli eventi quotidiani del paziente, restino in secondo piano rispetto ai contenuti e ai processi mentali, nel senso che esse devono essere trattate soltanto come elemento di riferimento per giungere subito ai contenuti e ai processi mentali coinvolti con quelle situazioni o eventi. Altrimenti la psicoterapia si deforma e si trasforma rapidamente in una qualsiasi forma di consulenza, o peggio, di chiaccherata sulle varie situazioni, per esordire in consigli, pareri, conforto e così via.
Se accade questo, non c'è più psicoterapia.
E' dunque evidente che se lo psicoterapeuta medico fa anche il medico con il paziente che segue in psicoterapia, inevitabilmente si trasferisce dalla mente al corpo, agli oggetti reali del quotidiano, deve praticamente intervenire nel mondo reale del paziente e offre a questi un pretesto formidabile per contaminare continuamente le sedute di psicoterapia, con questioni organiche, farmacologiche, familiari e situazionali, organizzative, implicando spesso altri familiari nelle visite e nelle cure e così via. In pratica lo psicoterapeuta medico deve scegliere con ogni paziente se essere il suo psicoterapeuta, o il suo medico, evitando con molta attenzione di essere ambedue insieme. Queste considerazioni implicano la conclusione circa il fatto che è indifferente che lo psicoterapeuta sia psicologo o medico: egli deve essere comunque un bravo psicoterapeuta, con serie competenze psicologiche e psicobiologiche, nel momento diagnostico e psicofarmacoterapeutico. Per tutto il resto deve intervenire un altro medico con il quale lo psicoterapeuta deve interagire nei modi già descritti.
Nonostante l'attuale situazione formativa, universitaria e post universitaria, in Italia vi sono sicuramente molti psicoterapeuti affidabili, più di quanti ne formerebbe l'organizzazione universitaria attuale. La buona qualità degli psicoterapeuti italiani è stata data, finora, dalla buona volontà e intraprendenza dei singoli, i quali hanno perfezionato la loro preparazione, oltre l'iter previsto, a proprie spese e spesso servendosi di istituzioni private e residenti all'estero. Ciononostante è urgente una drastica riforma universitaria e post-universitaria, poichè resta alto il rischio di avere psicologi psicoterapeuti scarsamente preparati sul versante psicobiologico e medici psicoterapeuti scarsamente preparati sul versante psicologico.
Lo psicoterapeuta e lo psichiatra, sono due figure da distinguere nettamente.
Lo psichiatra non è uno psicoterapeuta.
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02-06-2008, 15:00
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#14
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Esperto
Qui dal: Sep 2006
Messaggi: 5,489
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Quote:
Originariamente inviata da Assolto
Quote:
Originariamente inviata da Redman
Quote:
Originariamente inviata da Muriel
PSICOLOGO:
- Perchè vuole aggirare la questione? Lei deve aver subito abusi in famiglia.
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ahahhaahah poi quando si mettono in testa una cosa è finita, con me si era convinto del fatto che avevo un rapporto difficile con mio padre, quando in realtà non era cosi...penso ne sia convinto tutt ora 8)
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Mah, io quest'ironia proprio non la capisco....se ci rivolgiamo ad una persona qualificata e chiediamo il suo aiuto, perché poi ci lamentiamo ?
se uno psicoterapeuta (non psicologo....) ci fa determinate domande, chiedendoci di approfondire alcuni aspetti della vostra vita, su quali basi (dato che perlopiù siamo ignoranti in materia, a parte qualche libretto divulgativo...) voi potete stabilire che ha sbagliato approccio ?
ora non voglio entrare nello specifico, so che è difficile ammettere certe cose soprattutto quando non le vediamo, su quali basi però potete assolvere i vostri genitori dicendo che il problema è un altro, o che è tutto ok con loro ?
non c'è bisogno che rispondiate a me....ma smettiamola di nasconderci, aggirando le questioni....
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Non sono contro gli psicologi ne contro la psicoterapia, ma come in tutti i campi c'è chi è piu capace di altri, un pò come se tu fossi un pilota di F1 e lo psicoterapeuta continuasse ad essere convinto del fatto che tu abbia paura ad andare in macchina, forse dobbiamo anche mettere in conto che ci si può sbagliare e toppare di brutto.
Poi ovviamente non è un discorso generico. 8)
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