Zanna92

Anche io lo ho visto ieri al cine, ma deo dire che mi è piaciuto di più il 2, che resta il mio preferito della serie

Kanon

Fire with fire al cinema...e ne avrei fatto volentieri a meno fortuna che era nella settimana della festa del cinema ed ho pagato solo 3 euro

Rifiorire

La cuoca del presidente (2012).

sakuraclamp

Zero Effect

Emil

L'Immagine allo specchio di Bergman. Definito un film minore dell'autore, io invece l'ho trovato (come tutti i suoi film) impietoso e terribile nel guardare fino in fondo le paure e le fragilità dei suoi personaggi.
Bravissima la Ullmann.

LeonardKraditor

Il bruto e la bella (The Bad and the Beautiful, USA - 1952) di Vincente Minnelli.
C'è sempre un domani (Pride of the Marines, USA - 1945) di Delmer Daves.

Bentornato Emil!

Emil

Grazie

LeonardKraditor

Hara-Kiri: Death of a Samurai (Ichimei, Giappone - 2011) di Takashi Miike.

Remake del magnifico Seppuku (1962) di Masaki Kobayashi.
Film discreto, per carità, anche piuttosto controllato nello stile (eh sì, quando vuole Miike sa essere anche sobrio), abbastanza fedele all'originale, con qualche variante nella strutturazione dei flashback che tendono ad accentuare la parte melodrammatica, un po' a discapito del messaggio di ribellione del film del '62.
Evitare il confronto mi risulta impossibile: di Seppuku mi son mancate anche altre cose, come le carrellate sinuose (e anche inquietanti), la messa in scena geometrica, la tensione (anche morale) e... l'interpretazione "mostruosa" di Tatsuya Nakadai.
Anche il massacro finale, nel film di Miike, perde in forza visiva ed emotiva.
Insomma, il film di Kobayashi rimane su un altro pianeta e forse non andava rifatto, in quanto perfetto e non perfettibile.

passenger

"La grande bellezza" di Paolo Sorrentino è un film che appaga gli occhi (splendida fotografia di Luca Bigazzi) ma non il cuore né la mente. Tutto è vacuo e finto al pari di quella contemporaneità che il film rappresenta e che in qualche modo autoassolve (cit. Moonwatcher), se non addirittura celebra (ecco, l'ambiguità del film sotto questo punto di vista è forse la cosa più interessante della pellicola, anche da un mero punto di vista fenomenologico). Sorrentino sa girare e dirigere gli attori, ma è decisamente meno bravo come sceneggiatore (arcinota tara del cinema italiano contemporaneo), anche se, diciamocelo, il problema de "La grande bellezza" non è solo la scrittura (anche se i personaggi sono schematici e programmatici, per non parlare di alcune pagine "poeticistiche" alquanto irritanti), il problema è, ancor di più, la materia prima. Il film finge infatti di affrontare temi importanti ma in realtà si ferma a livello di intenzioni (inespresse, appunto) gettando molto fumo negli occhi dello spettatore. Il finale è forse l'unica scena che abbia trovato davvero sincera e che mi abbia realmente emozionato ― quel "trucco" lo conosco anch'io ― ma mi ha lasciato ugualmente con l'amaro in bocca per il film che avrebbe potuto esserci e che invece non c'è. Come dice Verdone ad un certo punto nel film: purtroppo in questo Paese, oggi, per essere presi sul serio bisogna prendersi sul serio.

"Solo Dio perdona" abbandona completamente qualsiasi traliccio narrativo e si inerpica sulle vie (rischiose ma gratificanti) dell'onirico e dell'inconscio. Il che dà la possibilità a Refn di svincolarsi da quelli che erano i limiti del precedente "Drive", e di firmare un film molto più libero e folle, nel quale la raffinatezza estetizzante di un Wong Kar-Wai si sposa senza problemi con la violenza truce, anzi trucissima, di un Takashi Miike. Il film affascina, attrae, turba, respinge, sorprende, scava nell'inconscio, spiazza e disorienta continuamente lo spettatore. Il quale è costantemente raggiunto dalla tentazione di sgranare gli occhi e guardarsi alle spalle. Refn è uno dei pochi registi contemporanei a non avere paura del silenzio, e non è un merito da poco. "Solo Dio perdona" richiede allo spettatore lo sforzo di lasciarsi andare al gorgo della visione, senza farsi troppe domande e lasciandosi guidare in un incubo ad occhi aperti che non prevede alcuna risposta proprio come non prevede alcuna domanda.

M a u

passenger e Leonard, ma che belle recensioni

Marco Russo

la cena dei cretini, commedia surreale dove un cretino, il cui scopo era di essere deriso assieme a suoi simili da un gruppo di boriosi borghesotti che organizzavano a loro insaputa queste cene, per una fatalità (il colpo della strega al protagonista, uno dei borghesotti) si trova invece a vendicare involontariamente tutto il male che era stato finora inflitto alla categoria dei cretini.
Il tutto in un crescendo di cretinismo involontario e spassoso. Mi sono pisciato addosso dal ridere

Josef K.

L'ho visto, è decisamente simpatico ed il finale in particolare fa spanzare dal ridere^^

NoSurrender

Io ho vistao Django Unchained, molto bello!

Selenio

si è vero. Se non lo fate già dovreste provare a recensire film per professione o cercare di lavorare nel campo

Titus

Ho visto per la prima volta Matrix reloaded... una palla assurda, l'ho trovato proprio noioso, non mi è piaciuto per niente

lonely heart

Libera uscita
Kiss Kiss Bang Bang

Helpless Child

Io ho visto "Le notti di Cabiria" di Fellini che ho recensito qui --> http://www.debaser.it/recensionidb/I...di_Cabiria.htm
(asd, mi fa sempre piacere farmi leggere)

e poi ho visto anche "Totò che visse due volte"! Era una grave mancanza per un siculo non averlo ancora visto xD

Zanna92

Il film più inutile del mondo probabilmente, insieme a "Gummo" e "Begotten"

Helpless Child

Non concordo completamente, almeno per quanto riguarda "Totò..."
Per "Begotten", sebbene non l'abbia visto, so di che si tratta e potrei anche darti ragione effettivamente xD
Per "Gummo" non mi so pronunciare perchè ho in progetto di vederlo da tempo ma non ho ancora provveduto.
E comunque "Totò..." mi pare esteticamente e tematicamente lontano dai film che hai nominato!

alice89

bene. mi ha fatto davvero piacere leggere questa recensione (positiva). non vedo l'ora di vederlo.