Io lo esercito solo fino ad un certo punto, il punto è quello delle mie credenze più dure che mi permettono anche di dare una qualche struttura alla critica stessa.
Se uso un argomento per mostrare che qualcosa è vero o falso o discende da altro, la validità di questo argomento comunque resta appesa e bisogna supporre che si è d'accordo almeno su questo.
Per cercare le ragioni bisogna poi usare un meccanismo già strutturato che a ben vedere non si basa su niente se non sulla nostra maggiore fiducia in esso.
La razionalità in apparenza sembra un qualcosa che funziona senza doversi appoggiare a niente, ma in pratica non è così, per funzionare ha bisogno della verità comunque di un mucchio di taciti principi, senza questi cadrebbe nell'insensatezza e il vaniloquio.
L'esercizio del dubbio non può essere un metodo, l'esercizio del dubbio non può applicarsi poi ai principi che usa questo metodo del dubitare, se si potessero mettere in dubbio anche questi, cadrebbe anche il metodo stesso.
Se si dubita di tutto allo stesso modo credo che niente avrebbe più validità di altro.
Non faccio parte di alcuna corrente presente nell'articolo perché fondo la verità sulla mia fede, fiducia e intuito, e non sul dubbio. Come ho scritto secondo me non si può fondare nulla davvero sul dubbio, il ragionamento di Cartesio per quale motivo dovrebbe essere corretto? Se si esercita il dubbio sistematicamente, non si potrebbe dubitare anche del suo ragionamento stesso?
io non ho davvero altro su cui fondare il mio discrimine, mi si potrà dire che sono irrazionale o acritico e quel che si vuole, ma alla fine sono semplicemente onesto e non baro, ad un certo punto non saprò trovare ragioni per la ragione stessa che adopero ed uso.