@ Dedalus
Giusta osservazione la tua.
Certo, a nessuno giova il fossilizzarsi su aspetti della propria persona tanto da costruirci sopra la propria identità e poi pretendere che questi debbano essere accettati da altri, senza mai modificarli - altrimenti non è amore.
Anche se spesso è più un moto di orgoglio a livello inconscio quello che porta a questo e non una decisione razionale.
Solo volevo esprimere il mio disappunto perchè sembra che anche il commento della psicologa miri a rafforzare l'idea che questi aspetti di un individuo siano immutabili nel tempo. Che una persona non possa divenire il catalizzatore per un cambiamento in positivo in un'altra.
Quindi quasi meglio affossare il sentimento che si prova a suon di dubbi, escludendo la possibilità che si possa arrivare ad una situazione felice per entrambi, invece che investire il proprio tempo nell'altro.
L'evitare di soffrire vale il rinunciare a tentare di costruire qualcosa che si avverte come possibile ?
Lungi da me il voler fare un'ode a crocerissini e crocerossine (anche se ricado a mio modo in certe dinamiche). La mia stima va piuttosto a chi ancora ha la pazienza di coltivare i propri sentimenti pure quando le condizioni di partenza richiedono sforzi maggiori del previsto.
Quote:
Originariamente inviata da Angus
Esatto. Entrambi non ne hanno alcun diritto. Fortunatamente: se così non fosse, ci sarebbe qualcuno che ha il dovere di amare...
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sì, diritto è un termine errato, mea culpa. Sicuramente non esiste un diritto ad essere amati ed un dovere di amare, concordo.
Intendevo dire che la condizione dovrebbe essere considerata la medesima, in quanto entrambi ugualmente umani. Nessuno dovrebbe essere degno o indegno di amore secondo un criterio oggettivo( passami l'uso del concetto di dignità).
Sui criteri soggettivi non entro in merito ( il valutare le qualità secondo le proprie esigenze), quello che contesto è il cercare di definire un criterio oggettivo, come fa la psicologa, per cui l'innamoramento deve essere interrotto.