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29-09-2013, 14:53
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#41
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Banned
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,059
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
@Stefania si può diventare introversi e dipende moltissimo da fattori ambientali.
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Si ma dobbiamo distinguere l'introversione dall'introvertimento.
L'introversione è biologica e genetica, non dipende da fattori ambientali ed è una caratteristica "non patologica" della personalità, chi nasce introverso non necessariamente deve soffrirne, semplicemente sarà un tipo più solitario.
"L'introvertimento" cioè il diventare introverso per motivi di origine ambientale non è biologico e naturale ma patologico.
Molti qui sono estroversi introvertiti, e questo crea disagi spsichici quali depressione, senso di solitudine, ansia.
Chi nasce introverso "puro" non per forza nella vita deve soffrire di problemi psichici, anzi, sviluppando al meglio la propria personanilità e assecondando la propria introversione può diventare una persona molto valida.
Albert Eistain era introverso, ma io non ho mai sentito che si lamentasse della solitudine anzi, spesso diceva che si trovava meglio solo, perchè era introverso dalla nascita, stessa cosa per Ghandi ecc tutti introversi puri che non hanno mai sofferto della propria condizione perchè gli introversi non soffrono la solitudine in genere, mentre gli "estroversi introvertiti" ne soffrono e come. Bisogna assolutamente distinguere queste due cose, perchè l'introvertimento poichè patologico può essere curato, l'introversione in quando "fisiologica" no.
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Ultima modifica di Stefania90; 29-09-2013 a 15:00.
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29-09-2013, 14:54
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#42
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
In verità l' introverso può anche avere una brutta considerazione di sè e tra le due cose c' è comunque correlazione visto che è molto più facile trovare un introverso timido che un estroverso timido.
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E questo "molto più facile" come può essere tradotto in percentuali almeno un minimo indicative, magari sulla base di qualche statistica in merito?
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29-09-2013, 14:56
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#43
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
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Quote:
Originariamente inviata da Stefania90
Si ma dobbiamo distinguere l'introversione dall'introvertimento.
L'introversione è biologica e genetica, non dipende da fattori ambientali ed è una caratteristica "non patologica" della personalità, chi nasce introverso non necessariamente deve soffrirne, semplicemente sarà un tipo più solitario.
"L'introvertimento" cioè il diventare introverso per motivi di origine ambientale non è biologico e naturale ma patologico.
Molti qui sono estroversi introvertiti, e questo crea disagi spsichici quali depressione, senso di solitudine, ansia.
Chi nasce introverso "puro" non per forza nella vita deve soffrire di problemi psichici, anzi, sviluppando al meglio la propria personanilità e assecondando la propria introversione può diventare una persona molto valida.
Albert Eistain era introverso, ma io non ho mai sentito che si lamentasse della solitudine anzi, spesso diceva che si trovava meglio solo, perchè era introverso dalla nascita, stessa cosa per Ghandi ecc tutti introversi puri che non hanno mai sofferto della propria condizione perchè gli introversi non soffrono la solitudine in genere, mentre gli "estroversi introvertiti" ne soffrono e come. Bisogna distinguere queste due cose, perchè l'introvertimento poichè patologico può essere curato, l'introversione in quando "fisiologica" no.
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L' intorversione è un insieme di fattori che comprendono sia componenti biologiche che ambientali. Uno può comunque anche diventare introverso non patologico per componenti ambientali. Stesso discorso dall' introversione all' estroversione.
Quote:
Originariamente inviata da Novak
E questo "molto più facile" come può essere tradotto in percentuali almeno un minimo indicative, magari sulla base di qualche statistica in merito?
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I primi due che ho trovato sul momento.
"shyness items (as well as scales) correlate about equally with measures of introversion and neuroticism, suggesting that the construct of shyness should be located somewhere between these orthogonal dimensions."
"Examination of a number of major studies of personality questionnaires reveals the existence of a shyness factor which is related to but separable from both introversion and neuroticism."
E poi andando anche a logica se uno è timido è ovvio che sarà portato a non esprimere sè stesso e quindi a sviluppare una personalità introversa.
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Ultima modifica di Bluevelvet93; 29-09-2013 a 15:11.
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29-09-2013, 16:02
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#44
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
I primi due che ho trovato sul momento.
"shyness items (as well as scales) correlate about equally with measures of introversion and neuroticism, suggesting that the construct of shyness should be located somewhere between these orthogonal dimensions."
"Examination of a number of major studies of personality questionnaires reveals the existence of a shyness factor which is related to but separable from both introversion and neuroticism."
E poi andando anche a logica se uno è timido è ovvio che sarà portato a non esprimere sè stesso e quindi a sviluppare una personalità introversa.
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Sì, la timidezza può (ma anche no, come dice lo stesso articolo che hai riportato) essere in relazione con l'introversione.
Ma può presentarsi anche nelle persone estroverse.
Chiedevo riferendomi al "molto più facile trovare timidi introversi piuttosto che estroversi" se esistessero delle statistiche in merito, per chiarire un po' la questione. C'è differenza tra dire 1 timido estro ogni 99 intro, piuttosto che 30 timidi estro contro 70 intro.
Ad ogni modo la società è a misura di estroverso, mi sembra normale che chi fin da piccolo tende a doversi isolare un po', dovendosi scontrare col muro ideologico che la società gli pone di fronte (sì, la "società brutta e cattiva" come qualcuno ironizza ad cazzum canis) può tendere a snaturarsi (e quindi vivere in conflitto con sè stesso) oppure a rinchiudersi ancora di più.
Per me un introverso non dovrebbe estroversizzarsi come si dice quà dentro (posto che sia possibile e che non siano tendenze non sovvertibili), dovrebbe lavorare in primis sull'accettare sè stesso e le sue insicurezze, se le ha (quà sembra ne siano una conseguenza inevitabile..).
Fatto questo nulla gli impedirebbe di essere una persona sicura di sè e felice/realizzata.
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29-09-2013, 16:32
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#45
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Quote:
Originariamente inviata da Fryma
No, assolutamente no. Non dobbiamo farlo girare, perché timidezza e introversione sono due cose diverse e non hanno nessuna correlazione.
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Io credo invece che una correlazione ce l'abbiano eccome. Le due cose non si escludono assolutamente a vicenda.
Se esistono estroversi timidi perché mai non dovrebbero esistere introversi timidi?
Cito uno degli aspetti distintivi dell'introversione: << Un corredo di bisogni molto intensi di appartenenza (il che implica la necessità di conformarsi alle convenzioni del gruppo di riferimento) ma anche di individuazione/differenziazione (che implica la liberazione dalle convenzioni sociali per realizzare un progresso sociale). Tali bisogni sono normalmente conflittuali e causa di sofferenze e inibizioni, ma occorre notare che mentre il bisogno di appartenenza è fortemente presente anche negli estroversi, quello di individuazione/differenziazione è più tipico delle persone introverse.>>
La timidezza, se vogliamo, è una forma di inibizione e non vedo in che modo non possa essere presente in un introverso che tra l'altro (soprattutto in gioventù) soffre per la sua diversità e il suo sentirsi inadeguato rispetto alla maggioranza (altra caratteristica tipica di un introverso).
Sostenere che timidezza e introversione sono due cose diverse non significa affatto escluderle a priori. Tutt'altro.
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29-09-2013, 16:55
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#46
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Quote:
Originariamente inviata da Fryma
[Dal dizionario Treccani]
timidézza s.f. [der. di timido] - L'esser timido, la qualità di chi è, o si mostra, timido, soprattutto con atteggiamento abituale di chi è poco sicuro di sé, indeciso ed esitante, incerto nell'agire per soggezione, per timore del giudizio altrui.
[aggiunta mia]
giudizio altrui immaginato sulla base delle proprie convinzioni sulla propria identità e capacità, un timore quindi infondato e che non corrisponde praticamente mai alla realtà, ma frutto di un giudizio personale soggettivo.
Da una parte c'è un forte dialogo con se stessi dovuto a fiducia in se stessi e una buona considerazione del proprio pensiero (l'introverso); dall'atra solo mancanza di coraggio per idee su di sé che spesso e volentieri non corrispondo alla realtà (il timido).
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Non credo che un dizionario possa dare la definizione di una persona (timida ne tantomeno introversa). A meno che non vogliamo fare della persona in questione una definizione.
Comunque anche l'introverso può avere difficoltà nell'esporre le proprie idee e i propri pensieri perché considerati "anomali" o fuori dal comune.
A volte semplicemente non ci sono punti di contatto con l'altro interlocutore...una mancanza di argomenti in comune.
Il timido può essere inoltre molto riservato come lo è l'introverso perché entrambi hanno un certo pudore nel manifestare emozioni e sentimenti in generale che considerano intimi e quindi impossibili da condividere con chiunque.
Questa riservatezza in entrambi i casi è una sorta di meccanismo di difesa della propria identità personale vista come inviolabile e preziosa.
Non capisco perché si continui a considerare la timidezza e l'introversione come due poli opposti che non si DEVONO incontrare. Perché mi sembra, più che altro, che la timidezza sia visto come un segno di infamia e l'introversione come il più grande dono ricevuto da un uomo e quindi non devono coesistere.
Come se, essendo introversi, sia un peccato rovinarsi essendo anche timidi.
Possibile che su questo forum ci siano solo introversi fiduciosi e sicuri di sé e nessun introverso timido?
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Ultima modifica di Emil; 29-09-2013 a 17:06.
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29-09-2013, 17:30
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#47
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Intermedio
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 149
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
Non capisco perché si continui a considerare la timidezza e l'introversione come due poli opposti che non si DEVONO incontrare. Perché mi sembra, più che altro, che la timidezza sia visto come un segno di infamia e l'introversione come il più grande dono ricevuto da un uomo e quindi non devono coesistere.
Come se, essendo introversi, sia un peccato rovinarsi essendo anche timidi.
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Esatto, un po' come dire timido=deficiente.
Quote:
Possibile che su questo forum ci siano solo introversi fiduciosi e sicuri di sé e nessun introverso timido?
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Me lo chiedo pure io, spesso ho l'impressione di non essere su un forum in cui si discute con persone che hanno problemi di relazioni sociali
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29-09-2013, 20:41
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#48
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
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Quote:
Originariamente inviata da Novak
Sì, la timidezza può (ma anche no, come dice lo stesso articolo che hai riportato) essere in relazione con l'introversione.
Ma può presentarsi anche nelle persone estroverse.
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Correlazione non vuol dire unicamente che un timido può essere anche un introverso, ma anche che tale probabilità è statisticamente rilevante, come in questo caso.
Quote:
Originariamente inviata da Novak
Chiedevo riferendomi al "molto più facile trovare timidi introversi piuttosto che estroversi" se esistessero delle statistiche in merito, per chiarire un po' la questione. C'è differenza tra dire 1 timido estro ogni 99 intro, piuttosto che 30 timidi estro contro 70 intro.
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Per casi del genere non si possono fare statistiche, ma solo tramite esperimenti con un campione più modesto (ma non per questo non significativi). Se dagli esperimenti che ti ho riportato c' è una correlazione tra le timidezza e introversione, allora nell' estroversione ci sarà una correlazione opposta, ossia negativa. E a parte gli esperimenti prova a pensare a quanti sia introversi sia timidi trovi, e penso che noterai anche tu come siano molto legate le cose in confronto a un estroverso. Poi come ho detto è anche normale visto che comportamenti di timidezza portano spesso a una chiusura e all' introversione, come l' introversione può a sua volta essere considerata timidezza con tutto ciò che ne consegue. Discorso opposto invece con gli estroversi. Sul resto sono d' accordo, a patto che l' introversione non sconfini nell' eccesso.
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29-09-2013, 21:59
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#49
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Principiante
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Firenze
Messaggi: 68
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Quote:
Originariamente inviata da Stefania90
Molti qui sono estroversi introvertiti
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Stefania perché io non riesco a trovare sul web niente che mi parli dell'esistenza degli estroversi introvertiti?
Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
In verità l' introverso può anche avere una brutta considerazione di sè
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Certo Bluvelvet, ma il mio discorso non escludeva questo, mi spiego meglio. Un introverso può anche avere una brutta considerazione di sé ma ha molta fiducia nella validità del suo pensiero, in quello che si dice, che è più importante e veritiero del pensiero altrui (per lui), cerca un feedback interno; l'estroverso invece cerca quello esterno che ha più validità nella sua scala, quindi quello che dicono gli altri per lui ha un peso enorme. Per esempio: ci sono persone che per acquistare un qualcosa, un bene o un servizio, quello che ti pare, fanno riferimento al fatto che magari quel qualcosa lo ha comprato pure qualcuno che conoscono e che lo consiglia, o semplicemente un numero importante di persone, quindi per prendere la decisione di comprare hanno bisogno di un feedback esterno. Ci sono poi persone che magari in 100 amici provano a convincerle della validità di quel prodotto, ma a loro non glie ne pò fregà di meno, non acquistano. Questo accade non perché non credono in quello che gli si dice, semplicemente preferiscono decidere autonomamente basandosi su quello che pensano loro e basta, quindi necessitano di feedback interno. Perché ho fatto questo esempio? Una persona timida è una persona che non agisce, si blocca facendosi delle s*ghe mentali su ciò che gli altri potrebbero (o non potrebbero) pensare di lei.
A prescindere se si avvicina o meno a come potrà essere giudicata veramente, è evidente che da un grandissimo peso e potere al pensiero altrui, quindi a dei feedback esterni.
L'introversione non è né una diretta né una possibile conseguenza della timidezza. Un timido continuando a fallire nel fare certe cose per paura, certamente può arrivare a chiudersi nei confronti degli altri, ma essere chiuso non è uguale a essere introverso.
Quote:
Originariamente inviata da Emil
Se esistono estroversi timidi perché mai non dovrebbero esistere introversi timidi?
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Esistono certamente anche introversi timidi, non ho mai detto il contrario, per il resto vedi quello che ho scritto a Bluvelvet.
Quote:
Originariamente inviata da Emil
Non credo che un dizionario possa dare la definizione di una persona (timida ne tantomeno introversa). A meno che non vogliamo fare della persona in questione una definizione.
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Un dizionario (specialmente il Treccani, l'ho scelto apposta) fa benissimo il suo lavoro: spiega il significato delle parole, io sono anche una grande appassionata di etimologia, è un mio divertimento.
Detto questo, la timidezza non è una persona, e una persona non è la timidezza.
La timidezza è un atteggiamento che consiste nel: (vedi contenuto del Treccani) fine. Né più, né meno.
Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
E a parte gli esperimenti prova a pensare a quanti sia introversi sia timidi trovi, e penso che noterai anche tu come siano molto legate le cose in confronto a un estroverso.
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Ma secondo te, lui, o tu, o io, o qualcun altro in questo forum si è messo veramente a contarli? O a notare (come dici tu ) se gli intr.timdi sono di più rispetto agli estr.timidi? Non sarà che è più una tua idea sulla base di ciò che pensi tirando le tue conclusioni? E poi: è possibile che ci sia un grosso numero di persone che si ritiene introversa ma non lo è, solo perché in realtà non conosce veramente il significato di questa cosa ma ha semplicemente in testa il concetto di introverso = chiuso e asociale perché è timido, depresso, con idee fuori dalla norma?
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30-09-2013, 15:11
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#50
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
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Quote:
Originariamente inviata da Fryma
Certo Bluvelvet, ma il mio discorso non escludeva questo, mi spiego meglio. Un introverso può anche avere una brutta considerazione di sé ma ha molta fiducia nella validità del suo pensiero, in quello che si dice, che è più importante e veritiero del pensiero altrui (per lui), cerca un feedback interno;
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Non sono d' accordo, il ritenere il proprio pensiero a priori veritiero in cofronto di quello altrui è solo arroganza, che poi l' introverso abbia un modo di pensare diverso non c' è dubbio. Tieni poi conto che se uno ha una bassa considerazione di sè, spesso anche ciò che pensa ne verrà influenzato negativamente.
Quote:
Originariamente inviata da Fryma
l'estroverso invece cerca quello esterno che ha più validità nella sua scala, quindi quello che dicono gli altri per lui ha un peso enorme. Per esempio: ci sono persone che per acquistare un qualcosa, un bene o un servizio, quello che ti pare, fanno riferimento al fatto che magari quel qualcosa lo ha comprato pure qualcuno che conoscono e che lo consiglia, o semplicemente un numero importante di persone, quindi per prendere la decisione di comprare hanno bisogno di un feedback esterno. Ci sono poi persone che magari in 100 amici provano a convincerle della validità di quel prodotto, ma a loro non glie ne pò fregà di meno, non acquistano. Questo accade non perché non credono in quello che gli si dice, semplicemente preferiscono decidere autonomamente basandosi su quello che pensano loro e basta, quindi necessitano di feedback interno.
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Sì, questo è vero, anche se bene o male siamo tutti influenzati dagli altri, dai media ecc., introversi compresi (anche se appunto in maniera minore).
Quote:
Originariamente inviata da Fryma
Perché ho fatto questo esempio? Una persona timida è una persona che non agisce, si blocca facendosi delle s*ghe mentali su ciò che gli altri potrebbero (o non potrebbero) pensare di lei.
A prescindere se si avvicina o meno a come potrà essere giudicata veramente, è evidente che da un grandissimo peso e potere al pensiero altrui, quindi a dei feedback esterni.
L'introversione non è né una diretta né una possibile conseguenza della timidezza. Un timido continuando a fallire nel fare certe cose per paura, certamente può arrivare a chiudersi nei confronti degli altri, ma essere chiuso non è uguale a essere introverso.
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Come ho già mostrato prima l' introversione è invece correlata con la timidiezza. E se l' introversione non può essere definita come una chiusura (positiva o negativa che sia), come può essere definita? Per chiusura intendo anche il ragionare più autonomamente ecc. quindi le ho dato un significato ampio.
Quote:
Originariamente inviata da Fryma
Ma secondo te, lui, o tu, o io, o qualcun altro in questo forum si è messo veramente a contarli? O a notare (come dici tu ) se gli intr.timdi sono di più rispetto agli estr.timidi? Non sarà che è più una tua idea sulla base di ciò che pensi tirando le tue conclusioni?
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Ripeto che ho portato dati e non è questione di contare i singoli casi che ci si presentato, è un pattern di informazioni che elaboriamo automaticamente. E' pieno di cose che avendole viste ripetersi più volte diamo per scontate, basta pensare a tutte quelle formalità sociali che anche se nessuno ci ha insegnato sappiamo esistere e ripetersi ciclicamente. E poi se spesso timidezza e introversione vengono viste come cose uniche, non potrebbe essere forse per il fatto che la gente le vede praticamente sempre sovrapporsi? Ma onestamente penso che anche tu abbia avuto questa percezione del timido introverso.
Quote:
Originariamente inviata da Fryma
E poi: è possibile che ci sia un grosso numero di persone che si ritiene introversa ma non lo è, solo perché in realtà non conosce veramente il significato di questa cosa ma ha semplicemente in testa il concetto di introverso = chiuso e asociale perché è timido, depresso, con idee fuori dalla norma?
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Certo che è possibile, ma la correlazione c' è comunque.
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30-09-2013, 15:18
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#51
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Quote:
Originariamente inviata da Fryma
Certo Bluvelvet, ma il mio discorso non escludeva questo, mi spiego meglio. Un introverso può anche avere una brutta considerazione di sé ma ha molta fiducia nella validità del suo pensiero, in quello che si dice, che è più importante e veritiero del pensiero altrui (per lui), cerca un feedback interno;
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Ti sbagli. Essere introversi non vuol dire non cercare conferme nell'esterno. L'introverso spesso soffre un conflitto interno che nasce dal bisogno (comune a tutti) di essere "come gli altri" e dall'opposta spinta a differenziarsi e a valorizzare la propria individualità. A differenza dei casi si svilupperà di più la prima o la seconda.
Inoltre l'estrema sensibilità dell'introverso è un'arma a doppio taglio: da una parte lo rende molto empatico e attento all'altrui sensibilità ma dall'altra lo rende più vulnerabile e indifeso perché più soggetto a soffrire.
Anche un banale commento negativo può devastarti.
Quote:
Originariamente inviata da Fryma
l'estroverso invece cerca quello esterno che ha più validità nella sua scala, quindi quello che dicono gli altri per lui ha un peso enorme.
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Anche qui credo proprio che dipenda dalla persona. Essere estroversi non vuol dire per forza fare tutto ciò che fanno gli altri senza autonomia.
Quote:
Originariamente inviata da Fryma
Una persona timida è una persona che non agisce, si blocca facendosi delle s*ghe mentali su ciò che gli altri potrebbero (o non potrebbero) pensare di lei.
A prescindere se si avvicina o meno a come potrà essere giudicata veramente, è evidente che da un grandissimo peso e potere al pensiero altrui, quindi a dei feedback esterni.
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Ma anche il timido come l'introverso per certi versi si ripiega e rifugia in se stesso. Anche il suo mondo è ricco di fantasie e di mostri che però non trovano riscontro nella realtà che non rispecchierà mai quel mondo che immagina. Questo scarto tra il proprio mondo ideale e quello reale è tipico dell'introverso ma anche del timido.
Se soffre sarà indotto a scoprine le cause, a far fronte al proprio dolore...a interrogarsi sul proprio modo d'essere.
Atteggiamento questo del tutto simile a qualsiasi introverso che, per natura, si interroga (tra le tante cose) sulla natura del (proprio e altrui) dolore.
Quote:
Originariamente inviata da Fryma
L'introversione non è né una diretta né una possibile conseguenza della timidezza. Un timido continuando a fallire nel fare certe cose per paura, certamente può arrivare a chiudersi nei confronti degli altri, ma essere chiuso non è uguale a essere introverso.
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Su questo si potrebbe discutere. Io non ne sono così certo.
Di sicuro la timidezza può essere causa diretta e possibile dell'introversione.
Ribadisco che chiudersi in se stessi vuol dire per forza di cose anche dialogare con se stessi.
Perché soffro? Questa domanda, per esempio, è la stessa domanda sia per un estroverso, sia per un introverso sia per un timido chiusi nella propria sofferenza.
Quote:
Originariamente inviata da Fryma
Ma secondo te, lui, o tu, o io, o qualcun altro in questo forum si è messo veramente a contarli? O a notare (come dici tu ) se gli intr.timdi sono di più rispetto agli estr.timidi? Non sarà che è più una tua idea sulla base di ciò che pensi tirando le tue conclusioni? E poi: è possibile che ci sia un grosso numero di persone che si ritiene introversa ma non lo è, solo perché in realtà non conosce veramente il significato di questa cosa ma ha semplicemente in testa il concetto di introverso = chiuso e asociale perché è timido, depresso, con idee fuori dalla norma?
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Bisognerebbe allora chiedersi anche quanti introversi sono convinti di essere estroversi (una persona a me vicina è il caso in questione) perché invece che coltivare la loro natura hanno preferito omologarsi e costruirsi un'identità fittizia il più possibile vicina al modello che vige nella società attuale: quello estroverso.
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02-10-2013, 20:49
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#52
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Intermedio
Qui dal: May 2011
Ubicazione: Marche
Messaggi: 173
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Quote:
Originariamente inviata da Fryma
Per quanto riguarda quello che ha detto in generale Kody quoto ConLeStelle e gli altri, non c'è bisogno che ripeta ciò che è già stato detto.
No, assolutamente no. Non dobbiamo farlo girare, perché timidezza e introversione sono due cose diverse e non hanno nessuna correlazione.
[Dal dizionario Treccani]
timidézza s.f. [der. di timido] - L'esser timido, la qualità di chi è, o si mostra, timido, soprattutto con atteggiamento abituale di chi è poco sicuro di sé, indeciso ed esitante, incerto nell'agire per soggezione, per timore del giudizio altrui.
[aggiunta mia]
giudizio altrui immaginato sulla base delle proprie convinzioni sulla propria identità e capacità, un timore quindi infondato e che non corrisponde praticamente mai alla realtà, ma frutto di un giudizio personale soggettivo.
Da una parte c'è un forte dialogo con se stessi dovuto a fiducia in se stessi e una buona considerazione del proprio pensiero (l'introverso); dall'atra solo mancanza di coraggio per idee su di sé che spesso e volentieri non corrispondo alla realtà (il timido).
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...sono d'accordo sul fatto che timidezza ed introversione sono 2 cose diverse....ma è anche vero che spesso il timido è anche introverso, nel senso che il suo senso di inadeguatezza/disadattamento deriva proprio da una diversità di interessi e modi di proporsi spesso profondamente diverso rispetto alla massa....parlo di modi gentili/educati di rapportarsi con l'altro, lettura di libri, interessi spesso meno popolari e più votati all'intelletto piuttosto che al confronto, alla rivalità e al pragmatismo...da qui il senso di inadeguatezza che fa emergere anche la timidezza verso l'ambiente esterno e quindi la paura del giudizio può essere determinata da un atteggiamento troppo diverso rispetto alla massa...Io penso che nella maggior parte dei casi sia l'introversione a generare la timidezza e non che la timidezza porti all'introversione...in fondo chi condivide perfettamente un modello sociale (estroverso) perchè dovrebbe sentirsi in imbarazzo?...la timidezza a livello inconscio può essere sempre un modo per dire NO!...non condivido il tuo modo di fare...non mi piacciono le tue idee ecc...e forse non un semplice """"disturbo emotivo""", bensì una forma di introversione inconscia, non razionalizzata come nel soggetto introverso. Quindi penso che spesso (ma non sempre...) il timido è un introverso che ha timore di manifestare la propria "diversità" al mondo esterno...
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02-10-2013, 22:31
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#53
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Esperto
Qui dal: Jun 2012
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Quote:
Originariamente inviata da Stefania90
Si ma dobbiamo distinguere l'introversione dall'introvertimento.
L'introversione è biologica e genetica, non dipende da fattori ambientali ed è una caratteristica "non patologica" della personalità, chi nasce introverso non necessariamente deve soffrirne, semplicemente sarà un tipo più solitario.
"L'introvertimento" cioè il diventare introverso per motivi di origine ambientale non è biologico e naturale ma patologico.
Molti qui sono estroversi introvertiti, e questo crea disagi spsichici quali depressione, senso di solitudine, ansia.
Chi nasce introverso "puro" non per forza nella vita deve soffrire di problemi psichici, anzi, sviluppando al meglio la propria personanilità e assecondando la propria introversione può diventare una persona molto valida.
Albert Eistain era introverso, ma io non ho mai sentito che si lamentasse della solitudine anzi, spesso diceva che si trovava meglio solo, perchè era introverso dalla nascita, stessa cosa per Ghandi ecc tutti introversi puri che non hanno mai sofferto della propria condizione perchè gli introversi non soffrono la solitudine in genere, mentre gli "estroversi introvertiti" ne soffrono e come. Bisogna assolutamente distinguere queste due cose, perchè l'introvertimento poichè patologico può essere curato, l'introversione in quando "fisiologica" no.
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Naah, magari "introverso biologico\genetico" è semplicemente un introverso che è stato condizionato da un ambiente x sin da subito...
Un introverso patologico è invece un introverso che è stato condizionato dall'ambiente x un po' più tardi, dopo che aveva già conosciuto l'estroversione
La genetica centra poco nella formazione del carattere... oddio magari una persona geneticamente predisposta a diventare grassa se ciò avviene il disagio potrebbe portarsi dietro alcuni tratti della personalità come insicurezza etc etc...
Il carattere di un singolo individuo non è qualcosa di genetico e magari se lo è, sono in piccolissima parte, è irrilevante... per intenderci di 100 donne che si ammalano al cancro al seno solo 7 erano geneticamente predisposta ad ammalarsi di cancro al seno....
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