|
|
11-06-2018, 01:29
|
#1
|
Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
|
Ipotesi sulla sensazione di scaricamento di energie
intervento libero, dibattito libero, riflessioni, soluzioni, proposte
Principi generali:
• La tensione che si accumula provoca affaticamento e stress
• Sovraesposizione a stimoli stressanti: ci si sente vulnerabili perché si sa di non avere una personalità con confini che proteggono e difendono, perciò chiunque e qualunque cosa viene vissuto come una minaccia, perché nello spazio di una conversazione potremmo vederci negati o sconfitti.
Tensione e situazioni statiche:
Ci si trova in tensione e si deve stare fermi: questa sensazione è angosciosa perché fa sentire in trappola.
Se ad esempio mi trovo in treno, e mi trovo seduto in posti da quattro vicino ad altre tre persone, con due davanti a me, la situazione mi farà entrare in tensione, e però devo stare fermo. Potrei fare altro, tipo mettermi in piedi nella zona delle porte, ma restiamo sul fatto che devo star fermo, o non riesco a muovermi perché mi sento bloccato.
Subentra così una sensazione di costrizione, mi sento braccato.
Comincio allora a sentirmi svenevole, mi prende un gran sonno, si attiva qualcosa di atavico che mi porta quasi a fingermi morto. Mi blocco, mi congelo completamente, non riesco a muovermi.
Ho accumulato stress e si è prodotta in me una energia che non ha trovato sbocco.
Stress nello stare con gli altri e costrizione:
Non siamo tranquilli, sappiamo di non avere il controllo sulla situazione. Sappiamo che non sapremo dire di no, che non riusciremo a dare una direzione a quello che succederà. Ci sentiamo vulnerabili.
Ci sentiamo troppo condizionati dagli altri.
Ci sentiamo incastrati, sappiamo che non potremo andarcene in qualsiasi momento.
Abbiamo paura di offendere, di dire la cosa sbagliata. Abbiamo paura di essere offesi.
Pensiamo di essere accomodanti e gentili, tolleranti, pronti ad ascoltare: in realtà ci facciamo contenitori dell'altro per paura di indisporlo; facciamo un passo indietro per lasciare posto all'altro: non ci sarebbe nulla di male, non c'è nulla di male, specie se c'è e ci può essere reciprocità: ma per noi è una maniera di proteggerci, non lo facciamo senza perdere qualcosa di noi stessi, senza calpestare qualcosa di noi stessi.
Cioè per noi ha un prezzo: non è un gesto fatto nella pienezza di sè, ma nella mancanza, nella rinuncia, nella negazione di sè.
Faticando a porre dei confini all'altro, se l'altro non ha una piena padronanza di sè finirà per travolgerci e per prendersi tutto lo spazio senza nemmeno accorgersene, solo perché il nostro atteggiamento e la nostra personalità lo permettono.
Quando sono con gli altri mi sento negato:
In mezzo agli altri mi sento scomparire, non so più chi sono; devo tornare a casa per sentirmi di nuovo io.
Gli altri con la loro esistenza negano la mia. Perché?
Sensazione di non riuscire a sopravvivere agli altri, di sentirsi sommersi: da qui altro stress e perdita di energie.
Io non valgo come gli altri:
Dunque la responsabilità e la buona riuscita dello stare con l'altro ricade tutta su di me. Sono io che devo essere all'altezza.
Da qui l'ansia della prestazione sociale, altro stress generato, altre energie che se ne vanno.
continua...
|
|
11-06-2018, 07:22
|
#2
|
Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
|
Aggiungo:
I discorsi degli altri
Ci toccano sul vivo,abbiamo tanti nervi scoperti e siamo portatori di sofferenza che quando siamo a contatto con gli altri possono venire fuori(es.Kisslessverginità), e ci sentiamo diversi,sbagliati,fuori posto, uno contro tutti.
|
|
11-06-2018, 08:02
|
#3
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Banned
Messaggi: 18,249
|
nn è per flammare eh però si parla sempre di questo " stare con gli altri" e pare che tutti siano costretti a stare con gli altri 24 ore al giorno , io manco se mi impegno riesco volendo a circondarmi di gente , ma come fate ?
magari so strano io boh ma tutta sta gente intorno che mi fa sentire un disadattato mica ce l'ho , se uno nn si sforza in tal senso resta solo boh nn è che lo cercano tutti :\
|
|
11-06-2018, 08:07
|
#4
|
Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
|
Quote:
Originariamente inviata da varykino
nn è per flammare eh però si parla sempre di questo " stare con gli altri" e pare che tutti siano costretti a stare con gli altri 24 ore al giorno , io manco se mi impegno riesco volendo a circondarmi di gente , ma come fate ?
magari so strano io boh ma tutta sta gente intorno che mi fa sentire un disadattato mica ce l'ho , se uno nn si sforza in tal senso resta solo boh nn è che lo cercano tutti :\
|
Non tutti riusciamo ad isolarsi,perchè non vogliamo,vogliamo gli altri.Poi soffriamo come le bestie e ci rintaniamo in casa a piangere.
|
|
11-06-2018, 09:49
|
#5
|
Banned
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: care a lot
Messaggi: 9,237
|
Inizialmente avevo letto: l'allergia del fobico.
Titolo che trovavo pertinente perché in effetti è una sorta di allergia. Come quelli che sono allergici alle graminacee e devono barricarsi in casa per star meglio.
Per me hai scritto tutte riflessioni giuste ed anche illuminanti. Forse il problema è che più si riflette più si apre questo divario più ci si sentirà sfiancati da ogni contatto col prossimo. Nel senso che nessuno sa come comportarsi perfettamente e nessuno vive il contatto sociale come "la perfezione".
Quel che ci differenzia dagli altri è che gli altri sono meno sensibili a questa mancanza di perfetta armonia, il che aiuta a renderli più armonici. Quando rientrano non hanno il bisogno di analizzare ogni momento vissuto. E il giorno dopo ripetono come niente fosse.
Noi al contrario viviamo tutto come una atmosfera spigolosa, che ci urta, il che ci fa chiudere, diminuendo ulteriormente il senso di armonia, torniamo a casa e sentiamo il bisogno di capire perché stiamo così, analizziamo, scopriamo nuove cose che non vanno in noi e negli altri. Ci passa la voglia di uscire o comunque ogni volta diventa sempre più difficile alla luce delle nuove consapevolezze. Che sono armi a doppio taglio. Credo molto raramente essere consapevole di qualcosa aiuti davvero a risolverla.
|
|
11-06-2018, 13:13
|
#6
|
Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
|
Quote:
Originariamente inviata da Joseph
La consapevolezza aiuta sempre, ma anche in psicologia c'è la questione dell'attrito statico e dinamico.
La consapevolezza è anche essa stessa un miglioramento (in psicologia, come in ogni aspetto della realtà, ogni cosa è sia una causa che un effetto), indica che non c'è bisogno di rimuovere qualcosa, quindi uno stato psichico complessivamente migliore.
|
La consapevolezza non è detto che poi faccia star meglio, è sempre discutibile questa cosa qua, da sola non rappresenta un miglioramento a mio avviso.
Dovrebbe andare di pari passo con strumenti efficaci per gestire il tipo di realtà che comporta.
Se arriva una forma di consapevolezza (perché conoscere qualcosa di vero non va di pari passo con la capacità di gestirlo) ed un individuo non è capace di gestirla, potrebbe star molto peggio secondo me e precipitare in una spirale depressiva senza via di uscita.
Non è vera l'affermazione "Conosci qualcosa di vero se e solo se sai gestirlo". Degli psicoterapeuti possono far molti danni (in particolare soprattutto gli psicoanalisti ortodossi) seguendo questo sistema di valori qua in cui la conoscenza o la coscienza di qualcosa rappresenterebbe un bene in sé... Costi quel che costi.
Se c'era una barriera era perché dietro magari c'era un mare d'acqua, se non si drena altrove prima l'acqua e si toglie la barriera prima di aver effettuato quest'altra operazione ben più complicata si producono un mucchio di danni.
Prima bisogna elaborare altri strumenti di difesa e gestione efficaci e poi dopo si può provare a vedere se il nuovo sistema riesce a tollerare e gestire altre informazioni.
|
Ultima modifica di XL; 11-06-2018 a 13:24.
|
11-06-2018, 15:15
|
#7
|
Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
|
Quote:
Originariamente inviata da Scrooge
...
|
Tecnicamente ha scritto che la consapevolezza aiuta sempre e che essa stessa è un miglioramento, non sono d'accordo con questa impostazione qua e ho motivato in parte anche perché non sono d'accordo.
Io dico che senza altri fattori può rappresentare anche un peggioramento, da sola non è detto affatto che rappresenti un miglioramento, perché sommata ad altri fattori può produrre dei danni.
Per misurare l'efficacia di una psicoterapia non direi che risulta corretto pensare che una persona sia migliorata solo perché è più consapevole o conosce qualcosa in più.
Se questa cosa in concreto non ha prodotto maggiore accettazione ed adattamento ma ha esacerbato certi conflitti non rappresenta affatto un miglioramento per la persona.
Convincere una persona a camminare con le gambe fratturate e poi dire che questo rappresenta un miglioramento in sé perché la persona prima non camminava mentre adesso cammina, la trovo un'assurdità.
Il fatto che cammina rappresenta un miglioramento se non ha più le gambe fratturate, convincerla a camminare con le gambe fratturate può produrre molti danni poi.
|
Ultima modifica di XL; 11-06-2018 a 15:35.
|
11-06-2018, 15:24
|
#8
|
Banned
Qui dal: Feb 2017
Ubicazione: Nord
Messaggi: 7,071
|
È una tortura
|
|
11-06-2018, 15:50
|
#9
|
Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
|
Quote:
Originariamente inviata da Scrooge
...
|
Cito la prima definizione che è venuta fuori da google.
"Cognizione, coscienza: aver piena c. di qualcosa, esserne perfettamente al corrente."
Così l'intendo.
La consapevolezza è qualcosa che ha a che fare con la cognizione cosciente di qualcosa. Che so, ti hanno tagliato via le gambe e lo vedi e osservi che le gambe non le hai più... Ne sei cosciente.
Io dico che sapere una cosa del genere, casomai prima non lo sapevi e magari la negavi, da sola non è detto che rappresenti un miglioramento se poi ti spari.
Aver coscienza di qualcosa non equivale ad accettarlo ed a rispondere emotivamente in certi modi a questo tipo di cognizione, sono due cose ben diverse che non vanno di pari passo.
Poi se per voi contiene anche una forma di accettazione emotiva ecc. ecc. allora son d'accordo, ma non rappresenta più un semplice conoscere ed esser coscienti di qualcosa, c'è ben altro.
|
Ultima modifica di XL; 11-06-2018 a 15:59.
|
12-06-2018, 01:29
|
#10
|
Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
|
Quote:
Originariamente inviata da Abuela
Inizialmente avevo letto: l'allergia del fobico.
Titolo che trovavo pertinente perché in effetti è una sorta di allergia. Come quelli che sono allergici alle graminacee e devono barricarsi in casa per star meglio.
Per me hai scritto tutte riflessioni giuste ed anche illuminanti. Forse il problema è che più si riflette più si apre questo divario più ci si sentirà sfiancati da ogni contatto col prossimo. Nel senso che nessuno sa come comportarsi perfettamente e nessuno vive il contatto sociale come "la perfezione".
Quel che ci differenzia dagli altri è che gli altri sono meno sensibili a questa mancanza di perfetta armonia, il che aiuta a renderli più armonici. Quando rientrano non hanno il bisogno di analizzare ogni momento vissuto. E il giorno dopo ripetono come niente fosse.
Noi al contrario viviamo tutto come una atmosfera spigolosa, che ci urta, il che ci fa chiudere, diminuendo ulteriormente il senso di armonia, torniamo a casa e sentiamo il bisogno di capire perché stiamo così, analizziamo, scopriamo nuove cose che non vanno in noi e negli altri. Ci passa la voglia di uscire o comunque ogni volta diventa sempre più difficile alla luce delle nuove consapevolezze. Che sono armi a doppio taglio. Credo molto raramente essere consapevole di qualcosa aiuti davvero a risolverla.
|
Rispondo solo brevissimamente a questo, mi piacerebbe rispondere a tutti e a tutto nel dettaglio ma mi sono agitata dopo aver aperto la discussione, magari riuscirò a farlo più avanti, con calma
Per me non avere consapevolezza significava stare con gli altri e stare male senza sapere perché, mi sentivo prostrata e senza sapere il motivo, ad avere mal di testa e stanchezza senza capire perché
Cioè, mi spiego, per me mancanza di consapevolezza non equivaleva allora ad una spensieratezza, ad una leggerezza nel vivere con gli altri.
Per dire che, magari uno può pensare che sovranalizzando la cosa poi uno si fa gli sgambetti da solo, si complica le cose, ma per me non era così, era peggio perché stavo male e non capivo perché...
Mi dicevo "ma sono io?, ma sono loro?", e continuavo ad andare avanti imperterrita nonostante il malessere, fino a che poi dovevo scappare via dalle persone
Cioè per dire che non avere la benché minima idea non era comunque d'aiuto, del tipo ignorance is bliss or something XD
|
|
12-06-2018, 01:33
|
#11
|
Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
|
Quote:
Originariamente inviata da varykino
nn è per flammare eh però si parla sempre di questo " stare con gli altri" e pare che tutti siano costretti a stare con gli altri 24 ore al giorno , io manco se mi impegno riesco volendo a circondarmi di gente , ma come fate ?
magari so strano io boh ma tutta sta gente intorno che mi fa sentire un disadattato mica ce l'ho , se uno nn si sforza in tal senso resta solo boh nn è che lo cercano tutti :\
|
Come mai mi scrivi questo? Non so proprio come rispondere
|
|
12-06-2018, 01:37
|
#12
|
Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
|
Quote:
Originariamente inviata da claire
Aggiungo:
I discorsi degli altri
Ci toccano sul vivo,abbiamo tanti nervi scoperti e siamo portatori di sofferenza che quando siamo a contatto con gli altri possono venire fuori(es.Kisslessverginità), e ci sentiamo diversi,sbagliati,fuori posto, uno contro tutti.
|
Sì, era una cosa che volevo aggiungere, visto che in certi casi, ma non sempre, poi la fobia porta ad una vita di reclusione completa, o parziale, o una vita ai margini, fuori da contesti sociali, e non sarebbe facile spiegare come si vive, cosa si fa, cosa non si fa, perché lo si fa, perché non lo si fa, c'è sempre il rischio di ritrovarsi messi alle strette, nei discorsi, costretti magari ad esporre parti di sé che non si ha voglia di esporre, in quel momento, con quella persona, o in assoluto.
O a dover mostrare la propria incapacità in cose che per gli altri invece sono normali e quotidiane, e si fanno con naturalezza.
|
|
12-06-2018, 01:38
|
#13
|
Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
|
Quote:
Originariamente inviata da Joseph
La consapevolezza aiuta sempre, ma anche in psicologia c'è la questione dell'attrito statico e dinamico.
|
Di cosa si tratta?
@Scrooge non ti preoccupare, chiedi pure : )
|
|
12-06-2018, 08:20
|
#14
|
Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
|
Scrooge il conoscere certe cose può rappresentare un male aggiuntivo che la persona potrebbe non saper gestire.
Non è che continui a star male allo stesso modo, si sommerà comunque un'altra forma di disagio di cui tener conto se arrivi a sapere certe cose sgradevoli sul tuo conto o sul mondo che ti circonda che prima ignoravi.
Inoltre aver coscienza di cause su cui non si può intervenire che produrranno questa forma di disagio aggiuntivo può anche non essere utile in nessun senso.
La consapevolezza può farti star peggio e come.
Immagina di essere in guerra e che hanno colpito un commilitone, non ha più la parte inferiore, sta morendo, ma parla ed è ancora cosciente, se questo chiede se ha ancora la parte inferiore ma non riesce a vederlo, sarebbe utile in questi frangenti farglielo sapere?
A cosa gli servirebbe conoscere le cause dei dolori che sta provando adesso se non a stare ancora peggio?
Anche le persone che danno un primo soccorso ad altre cercano di evitare di impanicarle facendo conoscere a queste certe cose relative alla situazione reale in cui si trovano perché poi potrebbero essere travolte dal disagio e diventare incapaci nel collaborare.
Ma potrei fare mille esempi in cui viene violato il principio relativo all'utilità necessaria della consapevolezza o al suo non provocar danni aggiuntivi in ogni situazione.
Io non dico che non torni utile o che non migliori ogni situazione, dico solo che non è vero in generale che sia auspicambile in ogni caso e che rappresenta un miglioramento in ogni caso.
Non sto affermando al contrario che è inutile e che fa necessariamente male, sto negando solo che faccia necessariamente bene.
|
Ultima modifica di XL; 12-06-2018 a 08:51.
|
12-06-2018, 09:07
|
#15
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Banned
Messaggi: 18,249
|
Quote:
Originariamente inviata da ~~~
Come mai mi scrivi questo? Non so proprio come rispondere
|
nn lo so da quello che scrivete pare che avete a che fare con ste cose spesso , il che è anche normale per chi socializza ma uno nn s'aspetta tutti sti legami da persone fobice o isolate .... anche il 3d del pensate a una persona è assurdamente pieno ..... è solo una cosa che ho notato che cozza molto con certe cose che si scrivono , e anche per come so fatto io , che manco essendo fobico nn ho tutti sti legami sparsi , mi immagino se ero pure fobico .... nn è una critica , solo una discordanza che riscontro spesso qua , per il resto so contento per voi ( anche se poi sti legami vi portano fastidi , quindi nn so se essere contento per voi o no)
|
Ultima modifica di varykino; 12-06-2018 a 09:11.
|
12-06-2018, 10:50
|
#16
|
Banned
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: care a lot
Messaggi: 9,237
|
Quote:
Originariamente inviata da ~~~
Rispondo solo brevissimamente a questo, mi piacerebbe rispondere a tutti e a tutto nel dettaglio ma mi sono agitata dopo aver aperto la discussione, magari riuscirò a farlo più avanti, con calma
Per me non avere consapevolezza significava stare con gli altri e stare male senza sapere perché, mi sentivo prostrata e senza sapere il motivo, ad avere mal di testa e stanchezza senza capire perché
Cioè, mi spiego, per me mancanza di consapevolezza non equivaleva allora ad una spensieratezza, ad una leggerezza nel vivere con gli altri.
Per dire che, magari uno può pensare che sovranalizzando la cosa poi uno si fa gli sgambetti da solo, si complica le cose, ma per me non era così, era peggio perché stavo male e non capivo perché...
Mi dicevo "ma sono io?, ma sono loro?", e continuavo ad andare avanti imperterrita nonostante il malessere, fino a che poi dovevo scappare via dalle persone
Cioè per dire che non avere la benché minima idea non era comunque d'aiuto, del tipo ignorance is bliss or something XD
|
Sicuramente siamo diversi e per ognuno esiste una via diversa.
Magari una prima presa di coscienza può essere positiva, quel che trovo sia negativo sono le continue prese di coscienza, una ricerca spasmodica di un perché o un percome, che diventa solo fine a se stessa. Cioè magari gli psicologi poi servono a questo, nel senso a darti strumenti per affrontare queste consapevolezze. Affrontate da sole mi paiono una sorta di masturbazione mentale. Che può far piacere ma alla fine sempre solo ti ritrovi.
Comunque forse parlo troppo pensando al punto in cui mi ritrovo io. Nel senso senza possibilità di amicizie su cui testare le acquisite consapevolezze.
Forse quel che fa la differenza è ricordarsi di continuare a testare "sul campo" questi nuovi pensieri che si sviluppano.
|
|
12-06-2018, 10:55
|
#17
|
Banned
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: care a lot
Messaggi: 9,237
|
Quote:
Originariamente inviata da varykino
nn lo so da quello che scrivete pare che avete a che fare con ste cose spesso , il che è anche normale per chi socializza ma uno nn s'aspetta tutti sti legami da persone fobice o isolate .... anche il 3d del pensate a una persona è assurdamente pieno ..... è solo una cosa che ho notato che cozza molto con certe cose che si scrivono , e anche per come so fatto io , che manco essendo fobico nn ho tutti sti legami sparsi , mi immagino se ero pure fobico .... nn è una critica , solo una discordanza che riscontro spesso qua , per il resto so contento per voi ( anche se poi sti legami vi portano fastidi , quindi nn so se essere contento per voi o no)
|
Alla fine per vivere davvero la "fobia sociale" dei rapporti e dei contatti devi averne. Insomma se avessi trovato sto forum a 19 anni, periodo in cui mi stavo ritirando socialmente perché non sapevo fronteggiare la cosa, ne avrei avute da dire e chissà magari mi avrebbe aiutata...
Credo l'isolamento riguardi solo casi estremi o casi in cui alla lunga si è rinunciato a socializzare.
|
|
12-06-2018, 11:16
|
#18
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Banned
Messaggi: 18,249
|
Quote:
Originariamente inviata da Abuela
Alla fine per vivere davvero la "fobia sociale" dei rapporti e dei contatti devi averne. Insomma se avessi trovato sto forum a 19 anni, periodo in cui mi stavo ritirando socialmente perché non sapevo fronteggiare la cosa, ne avrei avute da dire e chissà magari mi avrebbe aiutata...
Credo l'isolamento riguardi solo casi estremi o casi in cui alla lunga si è rinunciato a socializzare.
|
si però io dico , se uno è incapace a relazionarsi e soffre , per quale cacchio di motivo continua a farsi del male? posso capire 5 - 10 anni che ce provi ma poi? basta no? boh , tipo masochismo puro .
se invece provarci e riprovarci si ritiene che vale la candela allora nn c è manco cosi tanto da lamentarsi , visto che vale la candela :\
nn lo so sarò drastico io ma tipo per es , tenere un cane mi fa soffrire perchè poi so che crepa , io nn lo compro il cane , nn è che dico cosi e il giorno dopo ne compro uno
|
Ultima modifica di varykino; 12-06-2018 a 11:26.
|
12-06-2018, 12:38
|
#19
|
Banned
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: care a lot
Messaggi: 9,237
|
Quote:
Originariamente inviata da varykino
si però io dico , se uno è incapace a relazionarsi e soffre , per quale cacchio di motivo continua a farsi del male? posso capire 5 - 10 anni che ce provi ma poi? basta no? boh , tipo masochismo puro .
se invece provarci e riprovarci si ritiene che vale la candela allora nn c è manco cosi tanto da lamentarsi , visto che vale la candela :\
nn lo so sarò drastico io ma tipo per es , tenere un cane mi fa soffrire perchè poi so che crepa , io nn lo compro il cane , nn è che dico cosi e il giorno dopo ne compro uno
|
Non so. Credo sia comprensibile il bisogno umano di stare con altre persone. Nel senso, pure tu qui ti relazioni con altri, anche se virtualmente. Significa che un bisogno di interagire comunque ce l'hai. Metii un superfobico che ha problemi a parlare pure virtualmente, sicuramente ne soffre ma continua a provarci per non rinchiudersi del tutto. E perché non ci si vuole rinchiudere del tutto? Forse per non ritrovarsi pazzi, alienati.
Personalmente ho smesso di lottare per stare con gli altri non so neanche io perché, non credo che scegliere la solitudine sia meno masochistico del continuare a provarci. Credo pure dipenda da troppi fattori che costruiscono le circostanze in cui ci si trova.
Per me questo topic voleva essere una riflessione sul perché si sta così, più che una lamentela sulla propria condizione.
|
|
12-06-2018, 12:43
|
#20
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Banned
Messaggi: 18,249
|
ok chiudo OT sennò si impalla il 3d scusate .
|
|
|
|
|