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Originariamente inviata da Semifobico
Poi un giorno scrivi appena tre righe senza pensarci troppo e io capisco ciò che prima non avevo mai capito.
Che differenza di attività di pensiero c'è tra il primo caso e il secondo? In entrambi i casi tu sai già scrivere e sai pure ciò che volevi dire. Cosa determina i due risultati opposti?
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Nel secondo caso mi sa che non riuscirei a capire bene neanche io il contenuto di quel che ho scritto ma affinché funzioni così come dici devo esser dotato di procedure non coscienti che queste cose le riescono ad elaborare.
Non può esser vero che sapevo cosa volevo dire, appunto perché non ci ho pensato troppo, se è vero che non ci ho pensato, per la mia coscienza non c'è passato molto, la mia attenzione cosciente era inattiva nei confronti del contenuto di quel che scrivevo.
Io posso anche rispondere esattamente ad un quesito e non avere idea del perché la risposta è giusta. Quando si agisce così si ha poca coscienza di quel che si sta facendo, però delle procedure per rispondere bene a monte bisogna esserne dotati.
Si agisce un po' alla Luke Skywalker (che citazione colta hehehe
) quando si difende dalla pallina spara laser senza guardare.
Se le procedure inconsce funzionano bene e sono ben strutturate, si è reattivi, veloci e spesso più efficaci, ma non si ha poi un'idea molto precisa di quel che si sta facendo. Si può avere un'idea relativa ad un'intenzione generale come nell'esempio che hai fatto. Si ha intenzione di percorrere l'intera strada, ecco questa cosa qua risulta cosciente, quel che poi viene regolato in automatico è l'affrontare i possibili ostacoli che potrebbero incontrarsi lungo il percorso (nel senso che non si crea una pianificazione preventiva del tipo 'se succede A, allora faccio B', si lascia risolvere la cosa ai sistemi di cui si è dotati e ci si affida a questi.
Certo è che per fare queste cose e riuscire ci vuole comunque prima una certa preparazione atletica e un corretto addestramento nell'affrontare gli ostacoli, questo fa poi la differenza per me, altrimenti non ci sarebbe bisogno di fare alcun esercizio fisico nelle arti marziali o negli sport.
Bisogna crearle queste procedure inconsce da qualche parte affinché possano essere usate, non credo proprio che ne siamo già dotati tutti in egual misura e qualità e basta non pensar troppo che riesce tutto meglio, anche se in alcuni casi può esser vero, sapere cosa si vuol fare risulta di ostacolo al raggiungimento dell'obiettivo stesso della volontà e in effetti probabilmente gran parte delle nostre "decisioni" penso non siano affatto coscienti.
Una persona si sente agitata ed esce di casa, interagisce col contesto sociale, incontra una donna e diviene meno agitata.
Un'altra persona afferra che l'agitazione dipende dal fatto che non ha una donna ed è proprio questo che le manca, esce di casa perciò con l'intenzione cosciente di incontrarla (e non soltanto in preda a questa vaga agitazione) e tutte le peroformance che riesce ad attuare possono esser disturbate da questa cosa qua.
La prima persona risulta un po' opaca a se stessa, non ha un'idea precisa del perché era agitata, la seconda no. La prima riesce meglio in funzione dell'obiettivo "trovare una donna", la seconda riesce peggio.
La prima risulta un po' più opaca a se stessa sotto diversi aspetti e questo magari le permette di effettuare performance migliori perché questa cosa può paradossalmente risultare disturbante, questo fa la differenza in casi del genere secondo me. Per questo poi quando non si sa di voler ottenere certe cose le si riesce ad ottenere più facilmente, l'intenzione magari è attiva comunque ma non la si conosce, questa forma di opacità permette all'individuo di agire meglio.
La coscienza e il pensiero riflessivo hanno un loro senso, non è che risultano sempre totalmente inutili, solo che talvolta possono ostacolare l'azione rendendola meno efficace, se sai o conosci certe cose in relazione a quel che stai facendo, quel che fai risulta appesantito da questa forma di coscienza, è questo l'elemento che disturba poi la performance, solo che se vuoi evitare questo disturbo devi per forza di cose esser meno cosciente durante l'azione e deve risultare opaco per te buona parte quel di che fai e perché la fai. Effettivamente là dove le azioni automatiche in reazione a certi stimoli e situazioni risultano deleteree poi torna nuovamente utile riflettere per interrompere le procedure e magari cercare di rimodellarle (là dove è possibile).