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30-08-2009, 01:19
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#1
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Principiante
Qui dal: Jun 2008
Messaggi: 12
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Sto pensando di iniziare la terapia cognitiva-comportametale, qualcuno di voi ha trovato utile questo tipo di terapia? Quali risultati avete avuto? Io personalmente penso che questa, se fatta bene, porti ad una completa eliminazione di tutte le paure che ci affligono. Che ne pensate?
Mettete qui le vostre esperienze....
grazie.
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14-11-2010, 12:15
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#2
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Banned
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Puglia
Messaggi: 3,106
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io sono circa tre mesi che la sto facendo per adesso mi fa sentire più tranquillo, seguito, ma è ancora troppo presto
spero che dia i risultati sperati
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14-11-2010, 14:33
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#3
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Intermedio
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: Italia del Nord
Messaggi: 166
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Se pensi che possa servire porta avanti il tuo pensiero. Di questo tipo di "terapia" si sente parlare molto (non so dire se il molto di cui se ne parla è direttamente proporzionale alla sua efficacia). Per quanto riguarda la risoluzione di problematica intesa come tutto, credo di poter dire di essere scettico: l'efficacia di queste terapie non credo sia così potente da rimuovere il tutto, una parte di noi viene sempre trascinata nella corsa della nostra vita...
Personalmente non l'ho mai sperimentata quindi prendi quello che scrivo per quello che è....
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15-11-2010, 01:02
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#4
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Intermedio
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Milano
Messaggi: 232
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Quote:
Originariamente inviata da Marfriends80
Qualcuno di voi ha trovato utile questo tipo di terapia?
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Io sono in terapia da quasi un anno e la considero un'esperienza più che positiva. Questo non significa che sia una passeggiata, ho passato dei mesi di pura angoscia durante i quali sono stato costretto a demolire alcuni schemi mentali errati, perdendo certezze e sicurezze.
Quote:
Originariamente inviata da Marfriends80
Quali risultati avete avuto?
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Capisco e riconosco i miei sbagli. Ho migliorato la capacità di relazionarmi, abbassando l'ansia e il timore del giudizio altrui.
Quote:
Originariamente inviata da Marfriends80
Io personalmente penso che questa, se fatta bene, porti ad una completa eliminazione di tutte le paure che ci affligono. Che ne pensate?
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No, la perfezione non esiste, tutti convivono con piccole ansie.
Dipende dai problemi del paziente, dalla sua volontà, dalla capacità del medico, dalla pazienza di restare in terapia per molto tempo senza perdere la speranza.
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15-11-2010, 04:34
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#5
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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oloaP, si fanno anche analisi stile analisi vera, a parte gli esercizi cognitivi? cioè si parla di emozioni, famiglia, ci si sfoga...
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15-11-2010, 15:26
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#6
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Guest
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Quote:
Originariamente inviata da Marfriends80
Sto pensando di iniziare la terapia cognitiva-comportametale, qualcuno di voi ha trovato utile questo tipo di terapia ?...
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LA SANA MALATTIA
«La medicina tende a guarire il malato o ad adattarlo ad una situazione menomata ma tollerabile. L’analisi non guarisce; considera la sofferenza come il segno di un errore nel colloquio con sé, ed è questo colloquio che essa si propone di modificare. Direi che l’analisi sostituisce ad una sofferenza impropria – quella che definiamo “malattia” – una sofferenza propria; potremmo dire che l’analisi mira a “cambiare malattia”... »
(GIORGIO MANGANELLI, “Il vescovo e il ciarlatano. Inconscio, casi clinici, psicologia del profondo. Scritti 1969-1987”)
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15-11-2010, 15:44
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#7
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Esperto
Qui dal: Apr 2008
Messaggi: 500
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Quote:
Originariamente inviata da Intro-spettivo
oloaP, si fanno anche analisi stile analisi vera, a parte gli esercizi cognitivi? cioè si parla di emozioni, famiglia, ci si sfoga...
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Io sono in terapia da otto mesi e posso dirti che sotto questo profilo c'è molta variabilità. In teoria, nelle terapie del ramo cognitivo ci si concentra molto sul "qui e ora", nella pratica le cose possono essere diverse: il mio terapeuta, ad esempio, segue un approccio cognitivo-costruttivista all'interno del quale la biografia del paziente riveste un ruolo non marginale, in quanto si parte dall'assunto che gli "schemi relazionali" messi in atto qui ed ora si sono comunque formati nel passato, a partire dal legame affettivo nei confronti delle figure d'attaccamento. Quindi una raccolta di dati biografici c'è... Non è comunque su catarsi e traumi infantili che si basa la terapia, ecco.
Per quanto riguarda le impressioni: assolutamente positive, come ho già avuto modo di scrivere. Ma è un percorso tutt'altro che facile.
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15-11-2010, 16:10
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#8
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da Nimrod
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LA SANA MALATTIA
«La medicina tende a guarire il malato o ad adattarlo ad una situazione menomata ma tollerabile. L’analisi non guarisce; considera la sofferenza come il segno di un errore nel colloquio con sé, ed è questo colloquio che essa si propone di modificare. Direi che l’analisi sostituisce ad una sofferenza impropria – quella che definiamo “malattia” – una sofferenza propria; potremmo dire che l’analisi mira a “cambiare malattia”... »
(GIORGIO MANGANELLI, “Il vescovo e il ciarlatano. Inconscio, casi clinici, psicologia del profondo. Scritti 1969-1987”)
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sono abbastanza d'accordo, è quello che dice il mio terapeuta, anche se finora di frutti ne ho visti pochi (ma per cause personali penso).
comunque niente fa bene come la sincerità tra le persone per acquisire autostima. alla fine il malessere viene fuori quando ti senti inetto o troppo (esageratamente troppo) superiore. infatti con amicizie + stabili e oneste, mi si stanno smontando un bel po' di paturnie
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16-11-2010, 03:15
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#9
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Intermedio
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Milano
Messaggi: 232
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Quote:
Originariamente inviata da Intro-spettivo
comunque niente fa bene come la sincerità tra le persone per acquisire autostima. alla fine il malessere viene fuori quando ti senti inetto o troppo (esageratamente troppo) superiore. infatti con amicizie + stabili e oneste, mi si stanno smontando un bel po' di paturnie
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Questo è un ottimo esempio di obiettivo raggiunto di tipo cognitivo-comportamentale: hai capito come funziona l'autostima, hai operato per farti degli amici onesti.
Quote:
Originariamente inviata da Intro-spettivo
oloaP, si fanno anche analisi stile analisi vera, a parte gli esercizi cognitivi? cioè si parla di emozioni, famiglia, ci si sfoga...
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Si analizzano principalmente le emozioni, che rappresentano la nostra visione del mondo. Da qui nasce l'analisi, proposta dal medico e discussa col paziente. Se è positiva occorre mantenere attiva la sorgente che ha procurato lo stato di benessere, se è negativa occorre riconoscere l'errore e reagire di conseguenza.
La famiglia e le altre relazioni sono ottimi spunti su cui riflettere. Anche gli "sfoghi" sono utili perché contengono emozioni e desideri, ma non devono essere fine a sé stessi - il terapeuta non consola il paziente, lo sostiene.
La mia seduta parte con la descrizione di un evento che mi ha procurato ansia/fastidio/dolore, oppure con uno sfogo che riguarda spesso le difficoltà incontrate nel raggiungere un traguardo.
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16-11-2010, 17:03
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#10
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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detto così sembra bello
però ho sempre il dubbio che sia una cosa troppo "meccanica" (obiettivi, schematizzazioni...) invece a me piacerebbe parlare, per esempio, dei miei dubbi morali, delle rabbie e colpe ke penso nei confronti di altri.
per esempio: se uno arriva a 22 anni a fare una terapia e fino ad allora è stato maltrattato dai genitori in maniera abbastanza grave (anaffettività e poca violenza fisica), questo qui può essere sbarellato come un toro. la tcc lo aiuta a guarire? ma io immagino che deve passare una fase "attiva" per forza! cioè che qualcun altro gli dà quello che non ha mai avuto!!
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16-11-2010, 22:26
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#11
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Intermedio
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 107
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Leggo con piacere che chi sta sperimentando una psicoterapia cognitivo comportamentale ne è soddisfatto, nonostante riconosca l'impegno e la fatica di una psicoterapia.
Qualcuno chiedendo se durante una TCC "si fanno anche analisi stile analisi vera, a parte gli esercizi cognitivi? cioè si parla di emozioni, famiglia, ci si sfoga..." forse si domandava come si sviluppa il lavoro in base a questo approccio.
Rispondere sinteticamente non è possibile, ma proverò a tracciare a grandi linee i pensieri che guidano una TCC.
Nei primi incontri, dopo una breve raccolta di informazioni circa la persona interessata e la sua famiglia, si inizia ad esplorare gli aspetti problematici fino a che non è possibile formulare i primi obiettivi (di carattere generale) circa lo scopo della psicoterapia. Questi possono riguardare la gestione delle emozioni (paura, ansia, rabbia, senso di colpa, ecc), le relazioni interpersonali (famigliari comprese), il comportamento della persona e quant'altro. Sulla base di quello che viene individuato come problema,il terapeuta in collaborazione con l'interessato pianificherà una strategia d'intervento e guiderà il lavoro (e la raccolta delle informazioni necessarie) per raggiungere gli obiettivi prefissati. Un lavoro di questo tipo, in cui il soggetto è parte attiva nella terapia, permette di essere valutato costantemente e aggiustato in base alle necessità e al raggiungimento o meno degli obiettivi. L'attenzione del terapeuta è focalizzata sul presente ("il qui ed ora") perché è nel presente che si manifesta il problema e che può essere modificato. Questo non toglie che ci possa essere un interesse anche per il passato, utile per comprendere in che modo si è costruita la situazione attuale e di conseguenza raccogliere informazioni utili su cosa può funzionare meglio per promuovere il cambiamento.
A questo link c'è una sintesi circa le caratteristiche principali della psicoterapia cognitivo comportamentale che può chiarire ulteriori dubbi.
http://www.lucaliverani.com/la-psico...tamentale.html
Spero di essere stato abbastanza chiaro. Per ulteriori informazioni fate delle domande specifiche. Risponderò volentieri.
Dott. Liverani
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17-11-2010, 00:39
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#12
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Intermedio
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: Milano
Messaggi: 232
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Quote:
Originariamente inviata da Intro-spettivo
però ho sempre il dubbio che sia una cosa troppo "meccanica" (obiettivi, schematizzazioni...) invece a me piacerebbe parlare, per esempio, dei miei dubbi morali, delle rabbie e colpe ke penso nei confronti di altri.
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Rabbia e senso di colpa sono in cima alla classifica!
Ma i dubbi morali ed etici non avranno risposta perché non rientrano nella sfera psicologica, ma civile e culturale. Un esempio limite potrebbe essere nel trovare l'appoggio del medico se ritieni utile per la tua vita fare una rapina in banca...
Quote:
Originariamente inviata da Intro-spettivo
per esempio: se uno arriva a 22 anni a fare una terapia e fino ad allora è stato maltrattato dai genitori in maniera abbastanza grave (anaffettività e poca violenza fisica), questo qui può essere sbarellato come un toro. la tcc lo aiuta a guarire? ma io immagino che deve passare una fase "attiva" per forza! cioè che qualcun altro gli dà quello che non ha mai avuto!!
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La terapia può essere utile se:
- Ci credi. E molti 22enni la criticano pesantemente perché non certifica la guarigione, né la durata.
- Sei lucido. Sbarellato di brutto, ma capace di sostenere una seria conversazione.
I supporti esterni (amicizie, relazioni, affetti, lavoro, etc.) non influenzano la terapia. Possono essere interessanti per fare esperienza, ma c'è anche gente che è all'ultimo stadio.
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17-11-2010, 12:41
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#13
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Banned
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Calabria/Umbria
Messaggi: 1,014
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Quote:
Originariamente inviata da Dott. Liverani
Spero di essere stato abbastanza chiaro. Per ulteriori informazioni fate delle domande specifiche. Risponderò volentieri.
Dott. Liverani
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Assolutamente chiaro ed esaustivo, grazie
Mi piacerebbe sapere se nella terapia cognitivo-comportamentale ci sono indicazioni circa la sua durata. Trovo che la "vecchia" psicoanalisi freudiana abbia anche contribuito a insinuare nella gente comune la convinzione che tutte le forme di psicoterapia abbiano durata quasi ventennale Possiamo sfatare questo mito con queste forme più recenti di psicoterapia?
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17-11-2010, 17:59
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#14
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Intermedio
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 113
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Quote:
Originariamente inviata da oloaP
Rabbia e senso di colpa sono in cima alla classifica!
Ma i dubbi morali ed etici non avranno risposta perché non rientrano nella sfera psicologica, ma civile e culturale. Un esempio limite potrebbe essere nel trovare l'appoggio del medico se ritieni utile per la tua vita fare una rapina in banca...
La terapia può essere utile se:
- Ci credi. E molti 22enni la criticano pesantemente perché non certifica la guarigione, né la durata.
- Sei lucido. Sbarellato di brutto, ma capace di sostenere una seria conversazione.
I supporti esterni (amicizie, relazioni, affetti, lavoro, etc.) non influenzano la terapia. Possono essere interessanti per fare esperienza, ma c'è anche gente che è all'ultimo stadio.
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Ottima descrizione! Si adatta bene alla mia personale esperienza, conclusasi nel migliore dei modi in un tempo ragionevole, come ho raccontato in un altro thread.
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17-11-2010, 18:11
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#15
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Banned
Qui dal: Apr 2010
Ubicazione: dove si fanno i Bunga Bunga:D
Messaggi: 2,167
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Gentile dottore,
ho da poco sostenuto una visita presso uno psichiatra del CIM, lui mi ha visitato brevemente, e mi ha sottoposto ad un test, quello di hamilton, riscontrando una lieve depressione, ma che cmq io non credo essere tanto lieve.
Dopo tale visita, lo psichiatra mi ha prescritto una cura a base di Daparox(paroxetina), solo che non vedo un riscontro positivo dopo circa un mese di assunzione del suddetto farmaco.
Inoltre mi ha suggerito oltre la cura farmacologica una cura di psicoterapia, proprio la cognitivo comportamentale.
Per tale motivo sarei molto interessato ad intraprendere tale cura, leggo che lei lavora in emilia romangna, gentilmente mi faccia sapere dove, che potrei essere fortemente interessato.La ringrazio.
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18-11-2010, 13:40
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#16
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Intermedio
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 107
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Quote:
Originariamente inviata da TerzaCagna
Assolutamente chiaro ed esaustivo, grazie
Mi piacerebbe sapere se nella terapia cognitivo-comportamentale ci sono indicazioni circa la sua durata. Trovo che la "vecchia" psicoanalisi freudiana abbia anche contribuito a insinuare nella gente comune la convinzione che tutte le forme di psicoterapia abbiano durata quasi ventennale Possiamo sfatare questo mito con queste forme più recenti di psicoterapia?
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La durata di una psicoterapia è senza dubbio un fattore importante da considerare ed è una delle domande più frequenti che vengono poste ad un terapeuta.
Tra le caratteristiche della TCC c'è quella di essere una terapia relativamente breve (soprattutto se paragonate alle terapie psicoanalitiche) concentrandosi sul "qui ed ora" e richiedendo una collaborazione attiva da perte del soggetto.
Fare previsioni al buio non è possibile. L'esito e la durata di una terapia dipende da numerosi fattori (gravità del problema, scelta degli obiettivi, risorse del soggetto, capacità del terapeuta, ecc... ). Per queste ragioni non è possibile sbilanciarsi prima di aver raccolto le dovute informazioni e aver impostato la terapia.
La scelta di obiettivi concreti e ben identificabili, tipica della TCC permette però di capire a che punto è il percorso terapeutico e quindi di fare una stima approssimativa.
Dott. Liverani
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