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26-08-2020, 18:45
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#1
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Intermedio
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Puglia-Calabria-Veneto
Messaggi: 119
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Riuscite a trovare un certo tipo di equilibrio? Mi spiego meglio.. mettiamo caso che io mi trovi in una “situazione x” particolarmente penosa, non particolarmente penosa per un avvenimento oggettivo, esterno, ma semplicemente per un temporaneo intensificarsi di emozioni e sentimenti spiacevoli, un umore penoso ed irrimediabilmente negativo temporaneamente intensificato ad alti livelli, senza esagerare direi una momentanea disperazione dalle cause ignote (per quanto riguarda il fatto che non sono individuabili delle cause vicine nel tempo in grado di giustificare l’umore attuale e senza riconoscere delle cause lontane “traumatiche”).. riuscite in una situazione del genere a ristabilire un certo equilibrio dell’umore in tempi più o meno brevi oppure inevitabilmente vi avvitate in un vortice di pensieri molto negativi che si rafforzano l’un l’altro lasciandovi privi di forze ed assolutamente svogliati ed apatici? Metaforicamente: siete sott’acqua e state annegando.. con i vostri pensieri (e tutto quello che avete a disposizione) siete in grado di alleggerirvi per ritornare in alto oppure vi sospingete verso il basso? A me capita di non capirci più nulla.. ed affondo..
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26-08-2020, 18:46
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#2
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Quote:
Originariamente inviata da Raffaele
Riuscite a trovare un certo tipo di equilibrio?
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Ci sono riuscito solo grazie ai farmaci, e ho detto tutto.
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26-08-2020, 18:52
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#3
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,706
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E' inutile cercare ostinatamente un equilibrio lottando contro i pensieri negativi. Essi sono intrusivi in una mente depressa, prendono il sopravvento non importa quanto ti sforzi nel tentativo di ribaltare la negatività e riconvertirla in positività. Altrimenti tutti ne uscirebbero con la sola "forza di volontà" e sappiamo bene che non è così.
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26-08-2020, 18:59
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#4
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Credo occorra una buona capacità di pensiero divergente, o non so come si dice, insomma di fare un salto mentale fuori dal circolo vizioso.Non ultima la volontà, spesso ci si incancrenisce su certi loop mentali perché manca magari inconsciamente la volontà di cambiare pensiero.La via vecchia anche se è brutta, rassicura.
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26-08-2020, 19:09
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#5
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Intermedio
Qui dal: Apr 2020
Ubicazione: Parma
Messaggi: 284
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Quando mi succede di provare emozioni negative, rendendomi conto che non si tratta di qualcosa di temporaneo, mi concentro sulle cause scatenanti e non cerco a tutti i costi di essere positiva. Preferisco sfogare tutta la negatività accumulata scrivendo su un foglio le mie emozioni o ascoltando musica, in modo da raggiungere una sorta di picco emotivo, anche a costo di piangere. Poi poco alla volta riesco a ritrovare una sorta di equilibrio, anche se sono consapevole di non aver veramente risolto il problema alla radice.
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26-08-2020, 19:19
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#6
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Intermedio
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Puglia-Calabria-Veneto
Messaggi: 119
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Quote:
Originariamente inviata da Black_Hole_Sun
E' inutile cercare ostinatamente un equilibrio lottando contro i pensieri negativi. Essi sono intrusivi in una mente depressa, prendono il sopravvento non importa quanto ti sforzi nel tentativo di ribaltare la negatività e riconvertirla in positività. Altrimenti tutti ne uscirebbero con la sola "forza di volontà" e sappiamo bene che non è così.
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Più che lotta lo definirei un “desiderio” di ritrovare almeno un temporaneo equilibrio (passare più o meno velocemente dalla tempesta emotiva ad una qualche forma di serenità che permetta almeno di respirare un po’).. costi quel che costi.. sono d’accordo sul fatto che la volontà da sola possa non bastare, altrimenti una buona percentuale di noi ne sarebbe già fuori dal nucleo dei problemi da un pezzo.. altrimenti che si fa? Ci si fa divorare dalle emozioni negative e.. poi?
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26-08-2020, 19:27
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#7
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Esperto
Qui dal: Oct 2018
Ubicazione: Parma
Messaggi: 1,542
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Io personalmente vivo un continuo sali e scendi emotivo, riuscire a trovare un equilibrio emotivo sarebbe manna dal cielo. Ho il grande difetto di essere molto sensibile e di conseguenza ogni piccola cosa, sia essa positiva o negativa, mi sbalza l'umore, potrebbe essere anche accettabile se i piccoli eventi positivi fossero maggiori rispetto a quelli negativi, ma visto che sono molto inferiori, tutto ciò diventa logorante, per usare la tua metafora vado sott'acqua 3 o 4 minuti rischiando di affogare, poi torno a dare una boccata d'aria in superficie e poi via altri 4 minuti a rischiare di affogare e via con questo loop interminabile, il risultato è un'usura mentale e fisica enorme che non porta a niente.
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26-08-2020, 19:37
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#8
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Principiante
Qui dal: Jul 2020
Messaggi: 86
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Quando il problema è ben radicato serve l'aiuto della farmaci/psico terapia. Altrimenti è come nuotare controcorrente: ti troverai presto sfinito e alla deriva. Ma dopo che la terapia comincia a dare i suoi effetti e riportarti verso riva, lì deve cominciare un lavoro su di te costante e quotidiano, perché se fai affidamento esclusivamente sulle terapie queste non basteranno a proteggerti per tutta la vita. Bisogna imparare a nuotare nei borghi della mente e sapere come fare quando si avvicina una tempesta. La meditazione in questo può aiutare molto. (Ho cercato di rimanere nelle metafore marine)
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26-08-2020, 19:53
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#9
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Intermedio
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Puglia-Calabria-Veneto
Messaggi: 119
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Quote:
Originariamente inviata da Calcifer94
Quando mi succede di provare emozioni negative, rendendomi conto che non si tratta di qualcosa di temporaneo, mi concentro sulle cause scatenanti e non cerco a tutti i costi di essere positiva. Preferisco sfogare tutta la negatività accumulata scrivendo su un foglio le mie emozioni o ascoltando musica, in modo da raggiungere una sorta di picco emotivo, anche a costo di piangere. Poi poco alla volta riesco a ritrovare una sorta di equilibrio, anche se sono consapevole di non aver veramente risolto il problema alla radice.
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E quando ti poni le domande sulle cause scatenanti riesci a trovare delle risposte soddisfacenti? Intendo sulle cause scatenanti vicine, non chissà quanto lontane.. certe volte se provo a ricercare delle cause rimango nel silenzio perché non trovo niente di niente, oppure il minimo dissidio col mondo esterno scatena valanghe
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26-08-2020, 20:37
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#10
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Nel mio caso non ci sono mai veramente cause ignote, in realtà io quando mi distraggo dalla mia vita non sono depresso quando poi torno ad averci a che fare (con chi sono, dove sono, cosa dovrei fare o non fare, cosa desidero concretamente e la frustrazione dell'irrealizzabile) ritorno ad essere depresso.
E' la coscienza del mondo, delle persone e del posto che occupo in questo quadro che è un qualcosa di intrusivo e deprimente per me, non sono propriamente pensieri relativi a catastrofi e cose del genere.
A me fanno ridere quelli che dicono che la meditazione e il concentrarsi sul sentire il proprio corpo fa stare meglio, io se mi concentro su me stesso e su quel che sento inizio a stare peggio perché un dolore che prima non sentivo (perché distratto da altro) inizio a sentirlo, ed inizio a sentire un mucchio di altre cose sgradevoli che prima magari c'erano lo stesso ma stavano sullo sfondo della coscienza.
Più divento consapevole più mi deprimo.
L'equilibrio lo riacquisto quando riesco nuovamente a pensare ad altro, ma davvero ad altro. A volte riesco, altre no, e devo aspettare molto più tempo.
La mia vita così com'è non mi piace per niente, e non mi piacciono nemmeno certi aspetti generali dell'esistenza, come faccio a stare bene se con questa roba poi bene o male devo averci almeno un po' a che fare?
Della vita in pratica mi piace il poter non pensare a questa , essere presenti a sé stessi? Un orrore senza fine per me. Cerco l'assenza, essere totalmente assenti, pensare ad altro, essere altrove, fuori scena.
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Ultima modifica di XL; 26-08-2020 a 21:06.
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26-08-2020, 20:51
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#11
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Principiante
Qui dal: Aug 2020
Messaggi: 23
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A me capita quanto si fa vivo l'impulso di abbuffarmi, ( soffro di binge eating), a volte riesco a spezzare per così dire le emozioni (non mangiando per non afrontarli), ma meditando cioè non li combatto ma li lascio andare, scorrere nella mente senza reagire, li guardo in terza persona per farla semplice. A volte funziona altre volte no e mi strafogo di cibo non sentire più nulla....
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26-08-2020, 20:58
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#12
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Intermedio
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Puglia-Calabria-Veneto
Messaggi: 119
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Sarà superficiale il mio pensiero e dettato forse da una grande resistenza, ma anche ci fossero delle cause scatenanti e lontane nel tempo dopo che conosco queste cause cambia qualcosa? Non ho gli strumenti adeguati ed adatti per criticare la teoria psicoanalitica su questo punto, però certe correnti di psicologia come la psicoanalisi dicono all’incirca “andate alle cause scatenanti, ai traumi” e si spiegheranno i vari sintomi e necessariamente avendo consapevolezza profonda di queste cause, che non sono più inconsce ma consce, il problema non sarà più esistente e determinante... il punto è: e se certe cause semplicemente non esistono e si tratta solo di reazioni bio-chimiche? Non sopporto più queste teorie sulle presunte cause che tirano sempre fuori traumi su traumi (mi sembrano miti e la psicoanalisi sembra un mito, una suggestione).. ogni volta che vado a ricercarle non ne tiro fuori una mazza..
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26-08-2020, 21:07
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#13
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Io penso che non sia nemmeno biochimica la cosa.
Se qualcuno mi sta sulle palle, esiste per caso una pillola per non farmelo stare sulle palle?
Non credo proprio. E vale anche per il resto.
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26-08-2020, 21:27
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#14
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Intermedio
Qui dal: Apr 2020
Ubicazione: Parma
Messaggi: 284
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Quote:
Originariamente inviata da Raffaele
E quando ti poni le domande sulle cause scatenanti riesci a trovare delle risposte soddisfacenti? Intendo sulle cause scatenanti vicine, non chissà quanto lontane.. certe volte se provo a ricercare delle cause rimango nel silenzio perché non trovo niente di niente, oppure il minimo dissidio col mondo esterno scatena valanghe
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Si riesco a trovarle, molto spesso conosco la causa di un'emozione negativa già fin dal principio ma cerco il più possibile di non soffermarmi troppo ad analizzarla per il timore di stare male; se poi vedo che non riesco a scacciare pensieri negativi pesanti cerco una soluzione per porre un rimedio .
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26-08-2020, 22:11
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#15
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Intermedio
Qui dal: Aug 2020
Messaggi: 133
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Per bloccare tutti i pensieri ho bisogno di una distrazione "potente", vedere un film, leggere non funzionano. A volte riesco con la meditazione, altre volte devo uscire di casa altrimenti "affogo".
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26-08-2020, 22:14
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#16
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Non so davvero..nel mio caso è come cercare di tappare degli enormi buchi sui muri con le mani..ne copri uno e ne esplode subito un altro
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26-08-2020, 22:23
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#17
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Più divento consapevole più mi deprimo.
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La frase chiave è questa....
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26-08-2020, 22:58
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#18
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Intermedio
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Puglia-Calabria-Veneto
Messaggi: 119
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Quote:
Originariamente inviata da Masterplan92
La frase chiave è questa....
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Infatti non capisco dove venga fuori il “pregiudizio” che maggiore consapevolezza e maggiore coscienza significhino maggiore libertà, leggerezza e benessere.. sarà fors’anche il mio un pregiudizio, ma mi pare più verosimile il contrario.. avere troppa consapevolezza schiaccia.. ricordo che già il Leopardi ammetteva come l’eccessiva consapevolezza e razionalità occidentale dell’illuminismo uccidesse tutte le illusioni fonte di vita.. abolendo ad esempio le credenze nei pensieri religiosi ecc..
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27-08-2020, 01:50
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#19
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 705
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Quello è eccessivo raziocinio,non consapevolezza. In realtà l'Occidente presenta un grandissimo livello di inconsapevolezza. Quando tu stai annegando nei tuoi pensieri, positivi o negativi,non sei assolutamente consapevole,sei totalmente "addormentato".
Non sei presente a te stesso. Con consapevolezza,nel gergo della spiritualità,sì intende grande presenza, essere presenti a ciò che si sta facendo, rendersi conto di essere l'osservatore dei pensieri, piuttosto che identificarcisi.
Nella meditazione, è vero, è inizialmente richiesta una consapevolezza mentale del corpo,ma è un mezzo per rilassarsi,ed arrivare ad uno stato di non-mente,uno stato di beatitudine ,di pace.
Non è facile, soprattutto per noi occidentali,e ancora meno per noi introversi, così ipercerebrali.
Se si insiste un po', tuttavia, con un po' di pratica si ottengono buoni risultati.
Spesso sono solo sprazzi e, giacchė la mente è molto forte, tende a rientrare dalla porta sul retro,come suole dire Osho. Servirebbe costanza e pratica quasi quotidiana
Certo, questi brevi momenti di serenità sono temporanei, palliativi.
Nella vita di tutti i giorni, invece, occorrerebbe una pratica di presenza attiva,o Mindfulness, che ci consenta di evitare di vivere col "pilota automatico" attivo,e di essere quindi trappola delle già citate spirali negative,o qualsiasi altra paturnia. Ma anche qui, è molto difficile e serve molta pratica.
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27-08-2020, 06:29
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#20
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da pure_truth2
Quello è eccessivo raziocinio,non consapevolezza. In realtà l'Occidente presenta un grandissimo livello di inconsapevolezza. Quando tu stai annegando nei tuoi pensieri, positivi o negativi,non sei assolutamente consapevole,sei totalmente "addormentato".
Non sei presente a te stesso. Con consapevolezza,nel gergo della spiritualità,sì intende grande presenza, essere presenti a ciò che si sta facendo, rendersi conto di essere l'osservatore dei pensieri, piuttosto che identificarcisi.
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Ma se io mi sto rompendo i coglioni nel fare quel che sto facendo? La presenza ed essere consapevole di quel che sto facendo perché dovrebbe farmi star meglio?
Anche se non mi identifico con quel che mi succede e faccio, comunque 'sta merda quando sono sveglio la subisco. O con questa consapevolezza posso far sparire tutto?
Poi il mio è un senso di impotenza, essere consapevole di essere un osservatore non è che poi mi fa stare meglio, ma peggio.
Non riesco proprio ad afferrare come possa mai funzionare.
Si ripete sempre questa cosa dell'essere presenti, vigili, e me la ripetono sempre, ma a me ha fatto sempre stare più male che bene esser presente e vigile, attento, perché se stai male sei presente e vigile anche nei confronti del dolore, di quel che disturba.
Poi se già a monte non ti disturba nulla non è la consapevolezza che aiuta ma il fatto che non ti disturba nulla.
Prova a fare un'operazione dove ti squartano senza anestesia e poi vediamo se si sta meglio da svegli o addormentati, non è affatto vero che si sta meglio con la presenza mentale nei confronti di quel che ti accade nel presente, questo è un controesempio evidentissimo.
Alcune persone riescono con l'ipnosi (o autoipnosi) a spostare l'attenzione su altro (almeno così dicono, non so se sia vero) e a non essere presenti (in parte), il canale che trasmette il dolore non arriva alla coscienza, ma appunto viene creato qualcosa di ben diverso dalla consapevolezza di cosa senti, si riesce a spostare il sentire su altro selezionando quel che si vuol sentire e non si sente più il dolore, ma è qualcosa di simile ad essere addormentati da svegli, come l'anestesia locale, ed è un qualcosa che con la consapevolezza non ha nulla a che fare, si va nella direzione opposta.
Quindi o si usano espressioni diverse da "consapevolezza" e si parla di "attenzione controllata e guidata" (come quando sei concentrato a guardare un film o a fare qualcosa e riesci a "fare il vuoto attorno") che è una cosa totalmente diversa dall'esser presenti a tutte le percezioni sottostanti, al mondo e tutto il resto, o secondo me qualcosa non va, il termine viene usato in modo scorretto se applicato a cose del genere.
Qua si ha a che fare con forme di presenza selettiva, e non di esser presenti e consapevoli in generale, si potrebbe anche disattivare in linea di principio il flusso di autocoscienza che "ci ripete" che esistiamo e provare mentalmente questa assenza. Se non sei cosciente di esistere (ossia elimini la parte cosciente di te di essere cosciente di qualcosa) le barriere tra te e il resto del mondo dovrebbero sparire. Ma questo con la consapevolezza cos'ha a che fare? Qua a me sembra si abbia a che fare con una cosa che va nella direzione opposta, in pratica si riuscirebbero a disattivare certe funzioni delle coscienza, ossia si riesce a rendersi volontariamente inconsapevoli di un mucchio di cose.
Puoi ripetere anche "io non sono questo dolore", certo non sei quel dolore, ma poi lo provi comunque e lo provi solo tu e nessun altro, finché non impari a controllarne il flusso concentrandoti su altro (e quindi escludendo questo canale) non è che la cosa poi torna utile.
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Ultima modifica di XL; 27-08-2020 a 11:16.
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