In questo periodo, visti anche e forse soprattutto gli scarsi impegni e la notevole mole di tempo libero, sono prepotentemente tornati dall' armadio gli scheletri che speravo di avere definitavamente internato. In realtà la mia era appunto solo una speranza, nulla di più: ogni volta che in un certo periodo mi sento un po' meglio, succede che prima o poi crolla inevitabilmente tutto e si torna al punto di prima. Eppure ogni volta un po' di fiducia la si ripone pur venendo puntualmente smentiti.
Continuo a essere ossessionato da una enorme mole di pensieri, per la maggior parte delle boiate, cose apparentemente, ma forse anche realmente, senza senso. Rimurgino sugli stessi pensieri per ore, mesi e in certi casi per più di un anno... sì, letteralmente più di un intero anno per quasi ogni singolo giorno su dei singoli "stupidissimi" episodi; sono cose alle quali mi sono desensibilizzato pochissimo e che, se riesco a tenere sotto controllo per un po', alla fine tornano ciclicamente e invadenti come le prime volte (o quasi).
Il fatto è che, se certe rimurginazioni so che non hanno praticamente senso e di conseguenza provo un certo sollievo razionalizzando, per altre, pur rendendomi conto di ingigantirle fino allo sfinimento, lo stesso discorso non si può applicare, diventando quindi insopportabili, visto che il senso lo hanno a tal punto che secondo me dovrebbero essere maggiore fonte di riflessione da parte di tutti, eppure se dicessi queste cose penso che la maggior parte delle persone mi prenderebbe per scemo.
A volte questo vortice di idee diventa così insopportabile che spaccherei volentieri un armadio. Ovviamente non lo faccio e al massimo mi accanisco su me stesso, tirandomi pugno sullo zigomo che mi lasciano il giorno dopo un bel livido. Mi alzo la mattina con la tachicardia e la notte mi riaddormento piangendo e pensando che tutto ciò non sia giusto.