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23-03-2012, 14:52
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#61
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Intermedio
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 192
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Originariamente inviata da Quintuplo
Oggi, concretamente, non si pò convertire tutta l'umanità improvvisamente a funzionare così, ma per adesso io mi accontenterei che fosse chiaro a TUTTI, che per gli esseri umani è possibile vivere in un'altro modo.
Spero di essermi spiegato...
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continuo a non essere d'accordo, nonostante abbia capito tutto quello che hai detto
la tua sarebbe quindi una società basata sulla fiducia?
gli scambi di beni come avverrebbero senza denaro (e quindi senza baratto)? mi sembra che tu dica che gli scambi sarebbero esclusivamente in forma di lavoro, anche qui chi come perché ecc deciderebbe secondo quali condizioni?
e poi come si misurerebbe il valore dei beni?
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Ultima modifica di someday; 23-03-2012 a 14:57.
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23-03-2012, 14:54
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#62
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 1,339
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Originariamente inviata da Bastet.
Altrochè macchinetta e smartphone....
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Per non parlare del fatto che, come molti sostengono in questo forum, le ragazze cercano proprio l'uomo con macchinetta da 20000 euri e smartphone... alimentando ancora di più il meccanismo perverso del consumismo, che così viene anche a coinvolgere la sfera affettiva
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23-03-2012, 15:08
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#63
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,495
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Originariamente inviata da Bastet.
Qua in provincia c'era una comunità di "alternativi" che avevano ristrutturato una cascina, impiantato pannelli solari, e per il cibo si rifornivano con quello che scartano i super... Non so bene come funzionasse, mi pare che una volta ogni tot passassero a ritirare gli scarti e gli invenduti deperibili, roba buonissima che viene buttata ( per dire lo spreco pazzesco, se una scatola di pasta è ammaccata, la scartano...) . Insomma non spendevano niente, o quasi. C'erano fino a qualche anno fa, cercavano anche gente per ampliare il loro progetto.Spero che ci siano ancora, che non li abbiano boicottati, come sono soliti fare, in qualche maniera.
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Noi l'acqua non la paghiamo perchè abbiamo la sorgente nel nostro terreno, il riscaldamento e il gas nemmeno perchè va tutto a legna. Presto nemmeno l'elettricità perchè metteremo il fotovoltaico. Ma autonomizzarsi non significa mica "non lavorare". I pannelli mica si comprano da soli... nel primo post il lavoro viene descritto come un qualcosa che ti rende schiavo....ma se la si vede così allora si finisce nel paradosso perchè ,se non lavori, dove li trovi i fondi per autonomizzarti? Io non credo che il lavoro renda schiavi, semmai è il contrario. Poi se uno quello che guadagna lo spende in maniera non lungimirante.. quelli sono affari suoi..
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Ultima modifica di Halastor; 23-03-2012 a 15:15.
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23-03-2012, 15:15
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#64
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 1,339
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Quote:
Originariamente inviata da Halastor
Noi l'acqua non la paghiamo perchè abbiamo la sorgente nel nostro terreno, il riscaldamento e il gas nemmeno perchè va tutto a legna. Presto nemmeno l'elettricità perchè metteremo il fotovoltaico. Ma autonomizzarsi non significa mica "non lavorare". I pannelli mica si comprano da soli... nel primo post il lavoro viene descritto come un qualcosa che ti rende schiavo....ma se la si vede così allora si finisce nel paradosso perchè se non lavori dove li trovi i fondi per autonomizzarti? Io non credo che il lavoro renda schiavi, semmai è il contrario. Poi se uno quello che guadagna lo spende in maniera non lungimirante.. questi sono affari suoi ma è tutto un'altro discorso.
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Autonomizzarsi, chiaramente non è la risposta definitiva. Se tu ti stacchi ed il resto della società con cui devi interagire, funziona in modo diverso, è chiaro che ci saranno sempre problemi.
Per il resto, valgono i miei post precedenti.
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23-03-2012, 15:44
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#65
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Sai bene cosa penso: per me è sbagliato parlare di natura umana in questo modo. Non esiste una natura umana che reagisca in maniera equipollente anche se sottoposta a condizionamenti e sollecitazioni diverse. Il concetto di "natura" (ovvero principio comportamentale unificante di tutta una specie) andrebbe limitato al nostro lato "rettile", quello più primordiale. Il resto è composto da acquisizioni emotive e cognitive che nascono dal contatto con l'ambiente e da esso dipendono. Non credo nello stato di natura. Del resto la strutturazione socio-economica a cui siamo giunti oggi è il prodotto di numerosi cambiamenti e fasi transitorie del passato, perché pensare che l'evoluzione della società umana sia giunta ad un punto di non ritorno?
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E' un tua opinione, la rispetto ma non la condivido. Nel merito ritengo che l'espressione "natura umana" possa comprendere modelli comportamentali legati ad un rapporto con la mente "rettile", ma da esso si sviluppa comprendendo anche lati sì influenzati dalle interazioni ambientali, ma -in linea di massima- piuttosto omogenei, a causa di un omogenea esposizione a sistemi culturali comuni. Sistemi culturali che a loro volta si sono formati nell'interazione tra il comportamento, i sistemi culturali preesistenti e il lato rettile. Quindi sebbene certi comportamenti non siano innati, discendono dall'interazione tra caratteristiche innate e sistemi culturali, i quali discendono da altri sistemi culturali e così via, fino alla notte dei tempi ove la cultura (intesa come trasmissione memetica) non esisteva ma esisteva il potenziale cerebrale per poterne essere portatori/trasmettitori. In quei tempi il primo sistema culturale creatosi era giocoforza dipendente dall'unico potenziale comportamentale dei nostri avi preumani: l'istinto, il lato rettile.
Questo permette di fare previsioni behavioristiche su scala macroscopica, che troveranno le sicure eccezioni ma descriveranno il funzionamento del sistema con un buon grado di approssimazione.
Questo per dire che, secondo questa mia personale definizione di natura umana, sebbene ci possa essere il caso di persone cresciute in ambienti totalmente agli antipodi coi sistemi culturali imperanti, addirittura cresciuti all'interno di sistemi culturali che non tengano d'acconto il lato rettile da cui tutto ha avuto origine, la natura umana è quella forza che omogeneizza -su scala macroscopica- il modello comportamentale umano, e mi permette di raccontare la storiella che segue:
C'erano tre colleghi che si trovavano sempre al bar. Un giorno offriva uno, un giorno un altro e un'altro ancora il terzo. Un bel dì uno dei tre disse:
-Paghiamo ben 90 centesimi a caffé ogni giorno, ma se ci prendessimo noi macchinetta e caffé? Poi facciamo una cassettina dove ognuno mette 40 centesimi per caffé, e alla fine della settimana dividiamo fra noi soci.
Detto fatto, presero caffé, macchina del caffé, tazzine e un salvadanaio.
Per un po' andò tutto bene, ma un giorno i tre si accorsero che la macchinetta, il caffé e il salvadanaio erano spariti. E i tre tornarono al bar, pagandosi ognuno il proprio caffé.
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23-03-2012, 15:52
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#66
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Banned
Qui dal: Sep 2011
Messaggi: 719
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Quote:
Originariamente inviata da Quintuplo
Ma quali deità?! E' lampante che si tratta di semplice egoismo umano.
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Era semplice ironia . Ci siamo scavati la fossa da soli. Per quanto riguarda chi sta peggio di noi....Chi si alza la mattina senza avere la certezza di andare a letto con la pancia piena...Un dottore indiano disse, una volta, una frase che mi ha colpito moltissimo, e che reputo una grande verità: -Qualsiasi scoperta scientifica, perde il suo valore intrinseco, se non può usufruirne pure l'ultimo abitante della terra.... Qua abbiamo di tutto.e di più. Nonostante ciò, siamo tutti così perennemente infelici e insoddisfatti perchè gran parte dell'umanità deve ancora grattare la terra , per mangiare qualcosa. Questa è la mia idea.
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23-03-2012, 16:46
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#67
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Banned
Qui dal: Sep 2011
Messaggi: 2,304
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Originariamente inviata da Marco Russo
E' un tua opinione, la rispetto ma non la condivido. Nel merito ritengo che l'espressione "natura umana" possa comprendere modelli comportamentali legati ad un rapporto con la mente "rettile", ma da esso si sviluppa comprendendo anche lati sì influenzati dalle interazioni ambientali, ma -in linea di massima- piuttosto omogenei, a causa di un omogenea esposizione a sistemi culturali comuni. Sistemi culturali che a loro volta si sono formati nell'interazione tra il comportamento, i sistemi culturali preesistenti e il lato rettile. Quindi sebbene certi comportamenti non siano innati, discendono dall'interazione tra caratteristiche innate e sistemi culturali, i quali discendono da altri sistemi culturali e così via, fino alla notte dei tempi ove la cultura (intesa come trasmissione memetica) non esisteva ma esisteva il potenziale cerebrale per poterne essere portatori/trasmettitori. In quei tempi il primo sistema culturale creatosi era giocoforza dipendente dall'unico potenziale comportamentale dei nostri avi preumani: l'istinto, il lato rettile.
Questo permette di fare previsioni behavioristiche su scala macroscopica, che troveranno le sicure eccezioni ma descriveranno il funzionamento del sistema con un buon grado di approssimazione.
Questo per dire che, secondo questa mia personale definizione di natura umana, sebbene ci possa essere il caso di persone cresciute in ambienti totalmente agli antipodi coi sistemi culturali imperanti, addirittura cresciuti all'interno di sistemi culturali che non tengano d'acconto il lato rettile da cui tutto ha avuto origine, la natura umana è quella forza che omogeneizza -su scala macroscopica- il modello comportamentale umano, e mi permette di raccontare la storiella che segue:
C'erano tre colleghi che si trovavano sempre al bar. Un giorno offriva uno, un giorno un altro e un'altro ancora il terzo. Un bel dì uno dei tre disse:
-Paghiamo ben 90 centesimi a caffé ogni giorno, ma se ci prendessimo noi macchinetta e caffé? Poi facciamo una cassettina dove ognuno mette 40 centesimi per caffé, e alla fine della settimana dividiamo fra noi soci.
Detto fatto, presero caffé, macchina del caffé, tazzine e un salvadanaio.
Per un po' andò tutto bene, ma un giorno i tre si accorsero che la macchinetta, il caffé e il salvadanaio erano spariti. E i tre tornarono al bar, pagandosi ognuno il proprio caffé.
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23-03-2012, 16:55
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#68
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Banned
Qui dal: Sep 2011
Messaggi: 2,304
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Comunque al di là di quale sia il sistema migliore o peggiore, il problema è che siamo troppi, faremo la fine dei Rapa Nui
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23-03-2012, 17:06
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#69
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 1,339
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
sistemi culturali che non tengano d'acconto il lato rettile da cui tutto ha avuto origine,
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Chiaramente, prima o poi, i rettiliani decideranno di agire e faranno scomparire il nostro sistema di civiltà.
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23-03-2012, 18:26
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#70
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: all'inferno... o giù di lì
Messaggi: 3,775
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Quote:
Originariamente inviata da Sampei80
Comunque al di là di quale sia il sistema migliore o peggiore , il problema è che siamo troppi, faremo la fine dei Rapa Nui
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Tu ci scherzi, ma secondo me è proprio quello il problema.
Più persone = più servizi = più lavoro = più schiavitù.
E ovviamente più consumo generale, perchè, si sa, la gente ha sempre bisogno di qualcosa, e sono disposti a tutto pur di ottenere qualcosa di materiale.
La società umana a questo si è ridotta: a una rincorsa ossessiva verso beni materiali.
E finchè la massa ignorante continuerà ad essecondare le grandi aziende di business nulla potrà mai cambiare. Il denaro continuerà a girare e si espanderà, entrerà in un circolo sempre più grande, più vasto; e forse arriverà il momento in cui esploderà definitvamente. Ma quel giorno, potete starne certi, noi non ci saremo più.
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23-03-2012, 19:13
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#71
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo
C'erano tre colleghi che si trovavano sempre al bar. Un giorno offriva uno, un giorno un altro e un'altro ancora il terzo. Un bel dì uno dei tre disse:
-Paghiamo ben 90 centesimi a caffé ogni giorno, ma se ci prendessimo noi macchinetta e caffé? Poi facciamo una cassettina dove ognuno mette 40 centesimi per caffé, e alla fine della settimana dividiamo fra noi soci.
Detto fatto, presero caffé, macchina del caffé, tazzine e un salvadanaio.
Per un po' andò tutto bene, ma un giorno i tre si accorsero che la macchinetta, il caffé e il salvadanaio erano spariti. E i tre tornarono al bar, pagandosi ognuno il proprio caffé.
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Tralascio la parte comprendente la disquisizione sull'omogeneità dei comportamenti umani in quanto prodotti di situazioni e interazioni ambientali omogenee perché sostanzialmente mi trova d'accordo...mi soffermo invece sulla fairy tale di cui sopra. In genere quando qualsiasi tentativo di elaborare una strutturazione socio-economica superiore a quella esistente viene confutato, la tesi di fondo è una e una sola: l'essere umano è imperfetto e come tale devono essere imperfette le sue architetture sociali, conseguenze della sua mente imperfetta. Vorrei provare a contrastare queste assunzioni teoriche di base con questa domanda: e se invece di pensare alla nostra imperfezione iniziassimo a pensare alla nostra perfettibilità? Non siamo perfetti in quanto imperfetti o non siamo perfetti in quanto perfettibili?
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23-03-2012, 19:19
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#72
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,679
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Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone
Trainspotting ci casca a pennello
«Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?»
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AMO tantissimo questo film.
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23-03-2012, 19:26
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#73
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,679
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Quote:
Originariamente inviata da maury25
"Credo che il lavoro sia un'istituzione necessaria per portare avanti e sostenre questo sistema corrotto; e che sia tutto talmente amalgamato che risulta difficile, ormai, pensare di uscirne. E' tutto corrotto. L'individuo ha perso la sua volontà di esistere, di scegliere, di fare. E' condannato, per scherzo del destino, a vivere un'esistenza fasulla, fatta di compensi, di duro lavoro e di schiavitù. Ore e ore sprecate a servire qualche padrone per che cosa? Per pagarsi le bollette della casa, la luce, il gas, la televisione che ci riempe di stronzate senza che neanche ce ne rendiamo conto; e la bellissima macchina che dobbiamo ancora finire di pagare. Forse tra 20 anni avremmo finito di pagarla. Poi ci sono i figli da mantenere, da sostenere, da coccolare e da viziare. Insomma, è una vaccata. Le persone sembrano felici di contribuire a questo marasma di cose, senza che si pongano mai una qualche domanda, niente di niente. Loro continuano per la loro strada, mica si rendono conto che li stanno fottendo fino all'ultimo centesimo; in senso metaforico e letterale. L'ultimo centesimo di vita, ore, minuti, secondi regalati senza la possibilità di fare qualcosa di davvero utile per la società.
Guardateli, con le loro macchinine, i loro vestitini firmati e il loro cellullare all'ultimo grido si sentono QUALCUNO di importante."
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Mi viene in mente l'isola di Utopia immaginata da Thomas More, che descrive una felice e ideale società in cui tutti vivono pacificamente, lavorando per tutti, poche ore il giorno, e dedicando il restante tempo allo svago e alla cultura.
Come dovrebbe essere, come probabilmente non sarà mai, e contrario di come è realmente, di come hai descritto tu.
...La società in cui viviamo, l'idea malsana di lavoro... di fa venire voglia di mollare tutto e andartene... alla Alexander Supertramp, ecco. Evitando di morire di stenti magari...
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23-03-2012, 19:33
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#74
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Banned
Qui dal: Sep 2011
Messaggi: 719
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
Mi viene in mente l'isola di Utopia immaginata da Thomas More, che descrive una felice e ideale società in cui tutti vivono pacificamente, lavorando per tutti, poche ore il giorno, e dedicando il restante tempo allo svago e alla cultura.
Come dovrebbe essere, come probabilmente non sarà mai, e contrario di come è realmente, di come hai descritto tu.
...La società in cui viviamo, l'idea malsana di lavoro... di fa venire voglia di mollare tutto e andartene... alla Alexander Supertramp, ecco. Evitando di morire di stenti magari...
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Quell'epoca d'oro c'è stata, a quanto pare..... Qualche migliaia di anni fa, quando eravamo cacciatori- raccoglitori. Poche ore di sbattimento per procurarsi il cibo, tanto tempo per stare davanti al fuoco, a parlare. <più tempo per stare insieme, giocare, fare all'amore.
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23-03-2012, 19:35
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#75
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Messaggi: 2,635
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Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone
Trainspotting ci casca a pennello
«Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?»
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Uno dei miei film preferiti.
Però alla fine il protagonista ribalta il discorso e sceglie la "vita" piuttosto che la droga.
Possibile che non esista una via di mezzo tra vita di consumo preconfezionata, vita da drogato e fobia, o ancor meglio una strada alternativa a queste 3?
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23-03-2012, 19:42
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#76
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Quote:
Originariamente inviata da Bourée
Signor Muttley, sono anni che mi pongo questa domanda. Perché non la smettiamo di giustificare ogni azione con la nostra imperfezione (soprattutto quelle "mal riuscite"... che, sinceramente, ho qualche difficoltà a definire)? Ricordo che la questione mi è stata ispirata dal Laudate Hominem di De andré: "non voglio pensarti figlio di Dio, ma figlio dell'Uomo, fratello anche mio".
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Signora Bourée, la strada dell'automiglioramento è infinita, sia a livello individuale che a livello sociale. Poco apprezzo discorsi del tipo: "non posso cambiare più di così" così come "viviamo nel migliore dei mondi possibili". Lei è d'accordo?
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23-03-2012, 19:47
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#77
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Tralascio la parte comprendente la disquisizione sull'omogeneità dei comportamenti umani in quanto prodotti di situazioni e interazioni ambientali omogenee perché sostanzialmente mi trova d'accordo...mi soffermo invece sulla fairy tale di cui sopra. In genere quando qualsiasi tentativo di elaborare una strutturazione socio-economica superiore a quella esistente viene confutato, la tesi di fondo è una e una sola: l'essere umano è imperfetto e come tale devono essere imperfette le sue architetture sociali, conseguenze della sua mente imperfetta. Vorrei provare a contrastare queste assunzioni teoriche di base con questa domanda: e se invece di pensare alla nostra imperfezione iniziassimo a pensare alla nostra perfettibilità? Non siamo perfetti in quanto imperfetti o non siamo perfetti in quanto perfettibili?
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Non è la mia tesi.
La mia tesi è che siccome l'uomo è imperfetto, il sistema deve mediare con dei sistemi di controllo e ridondanza questa imperfezione intrinseca, in modo da essere quanto più vicino possibile alla perfezione.
In questo senso credo che sistemi egualitari mal si prestino allo scopo, e s'è visto con i vari esperimenti socialisti e comunisti.
Penso che il mettere in discussione il sistema attuale sia corretto e sacrosanto, ma andando avanti e non ricommettendo errori valutativi già fatti ai tempi che furono.
Esempio stupido: il biglietto del treno lo paghi 10, e in quei 10 c'è lo stipendio del controllore. Se non ci fosse il controllore il biglietto lo pagheresti 9, ma se non ci fosse il controllore finirebbero tutti per non comprare il biglietto. Questa è teoria dei giochi, è molto simile al dilemma del prigioniero se ci pensi.
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23-03-2012, 20:05
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#78
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Banned
Qui dal: Aug 2010
Ubicazione: all'inferno... o giù di lì
Messaggi: 3,775
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Quote:
Originariamente inviata da Jupiter
...La società in cui viviamo, l'idea malsana di lavoro... di fa venire voglia di mollare tutto e andartene... alla Alexander Supertramp, ecco. Evitando di morire di stenti magari...
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Eh...Alexander Supertramp (Christopher McClandless) è una persona che stimo fortemente e profondamente; aldilà di com'è tragicamente finita, merita rispetto. Pochi hanno avuto il suo coraggio.
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23-03-2012, 20:07
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#79
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Avanzato
Qui dal: Jan 2008
Messaggi: 333
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24-03-2012, 03:00
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#80
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Banned
Qui dal: Sep 2011
Ubicazione: maledetto pianeta terra
Messaggi: 404
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non esiste miglioramento o peggioramento siamo esseri unici ognuno di noi
nel male e nel bene delle nostre azioni quindi è riduttivo esprimere le nostre azioni con miglioramenti o peggioramenti quelle fanno parte della soggettività
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