Visualizza i risultati del sondaggio: Lavoro fisso per tutta la vita: ansia o gioia?
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Ansia
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15 |
27.78% |
Gioia
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39 |
72.22% |
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22-07-2020, 07:28
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#121
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Questa storia che la vita va vissuta di corsa è il motivo per cui molta gente sviluppa depressione e disturbi mentali
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22-07-2020, 07:31
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#122
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Quote:
Originariamente inviata da tersite
ahahhaah
cmq seriamente se tornassi indietro, lo so che è impossibile lo so che non si fa, accetterei una vita di ufficio, avevo la possibilità di entrare in banca a suo tempo e non lo feci, mai fatto un concorso in vita mia. Oggi tornassi indietro ne farei 50
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Tersite tu sei laureato?
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22-07-2020, 08:01
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#123
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 2,582
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In generale sono per il lavoro dipendente fisso, se non altro perché il fatto di avere un lavoro autonomo e/o saltuario porta con sé troppe incertezze, che mi causerebbero ansia e preoccupazioni.
Fortunatamente, ho avuto lavori (sempre da dipendente) che mi hanno permesso di viaggiare molto e addirittura di trasferirmi temporaneamente in posti diversi, sia in Italia che all'estero. Queste esperienze le ho vissute con serenità proprio perché legate ad un lavoro fisso con sede centrale non lontano da casa e, quindi, non so è mai trattato di salti nel vuoto.
Tale varietà di esperienze è comunque fondamentale per me, che tendo ad annoiarmi quando la vita diventa troppo ripetitiva. Per cui, nella scelta delle posizioni lavorative a cui candidarmi, ho sempre tenuto conto di questo aspetto.
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22-07-2020, 13:22
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#124
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
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Quote:
Originariamente inviata da Masterplan92
Tersite tu sei laureato?
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no come ogni sociofobico che si rispetti, non sono andato fino in fondo
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22-07-2020, 13:25
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#125
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
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Quote:
Originariamente inviata da cringe
Ma dove sta scritto che la vita è per forza dolore, sofferenza e sacrificio?
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ma infatti! cmq non date retta per molti inseriti nella vita sociale, sopratutto se lavorano nel pubblico la vita è tuttaltro che sacrificio, uscite con gli amici, sesso e disco, cene in riva al mare, lavorare poco
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27-07-2020, 16:39
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#126
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Esperto
Qui dal: Oct 2016
Messaggi: 2,466
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io ho il problema opposto, ho un lavoro che tecnicamente mi accompagnerà alla pensione ma questo mi affligge perchè non mi sento più libero, si che i soldi non crescono sugli alberi ma è anche vero che mi sento legato e in un certo senso oppresso
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21-09-2020, 19:22
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#127
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Avanzato
Qui dal: Mar 2013
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 346
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Ansia o gioia? Negli anni di "posti fissi" con contratto a tempo indeterminato ne ho avuti due,
il primo si è concluso con il fallimento della ditta, mentre il secondo si è concluso con una
riorganizzazione aziendale con l'unico scopo di liberarsi di tutti i dipendenti,
nessuno escluso, il posta fisso in Italia? Se sei fortunato
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21-09-2020, 20:03
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#128
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Vabbè la solita generalizzazione da boomer, io ci sono abituata facendo un lavoro socialmente considerato da fancazzari e non ci faccio una piega, se la sofferenza lavorativa si misurasse a numero di farmaci assunti per lavorare e numero di attacchi di panico e sedute di terapia , e numero di pianti e notti insonni e digiuni non so chi vincerebbe fra me e un carpentiere.Quando lavoravo in ufficio desideravo ardentemente di fare un incidente coi mezzi pur di non entrare lì dentro.Mi dicevano che ero fortunata ma loro finito il lavoro ridevano scherzavano e dormivano e magnavano, io volevo solo morire. Del carpentiere rispetto le sofferenze solo se rispetta le mie, la sua narrazione di fatica magari fa più colpo, ma nel momento in cui butta merda sul dolore altrui la mia empatia si ferma, può sudare quanto vuole, il mio rispetto lo riservo a chi ne conosce il significato.
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Concordo al 100% con Claire. Penso che non si possa valutare in modo oggettivo se il lavoro sia di per sé una sofferenza o una gioia, se un dato lavoro sia universalmente una pacchia o un inferno. Ognuno vive il rapporto col lavoro in base alle sue personali risorse, alle sue aspettative, all'idea di che ha di se stesso e dei suoi limiti rispetto a quanto è chiamato a svolgere....
Per motivi di ansia il posto fisso sembrerebbe la cosa migliore, perché ti assicura un'entrata certa, e infatti così è. Ma sto rivalutando anche (per esperienza di persone a me vicinissime) il lavoro autonomo, dove non hai capi, sei padrone di te stesso e scegli tu come e quando lavorare, decidendo di fare ciò che veramente ami di più. Anche la soddisfazione personale è importante in ciò che si fa, non solo il vil denaro...
Io avendo il posto fisso mi sento più tranquilla dal punto di vista economico, ma ci ho messo 10 anni a imparare a tollerare ed accettare un lavoro che inizialmente mi faceva venire attacchi di ansia, crisi di panico, fortissima angoscia, mal di pancia ecc. Quindi il compenso economico era bilanciato da una situazione emotiva di forte stress che non veniva nemmeno compensata da un senso di soddisfazione interiore o di benessere personale. Avrei voluto lasciare il tutto e fuggire via, ma non ho potuto, a causa di una famiglia molto autoritaria e iper-controllante...
Comunque nessuno può misurare la sofferenza degli altri o giudicarla, dicendo che è "pigro" o "piagnone".....troppo spesso sul forum ho visto levarsi critiche sminuendo le fatiche o il lavoro altrui, senza immedesimarsi nella sofferenza che un dato mestiere potrebbe creare in determinate persone, come se l'idea di facile/difficile fosse oggettivamente misurabile.
Magari fare un certo lavoro per la persona X sarà una passeggiata, mentre per la persona Y potrebbe apparire come un vero e proprio inferno quotidiano. Non per questo le sofferenze di Y vanno sminuite solo perché esiste un certo signor X che fa le medesime cose con calma e serenità.
E' tutto talmente soggettivo che quando c'è da parte di qualcuno uno sforzo sovrumano a fare quello che fa, va senz'altro rispettato.
Io alla fine non mi sono mai tirata indietro davanti a un lavoro che mi procurava angoscia e ora però dei risultati positivi li ho ottenuti: credo più in me stessa e l'angoscia ha lasciato spazio a solo a una leggera inquietudine che emerge nei momenti più difficili, però quel brutto periodo so che ormai è alle spalle.
Se tornassi indietro però cercherei di inseguire le mie passioni più che le certezze economiche, ma alla base mi sarebbe servito una buona dose di fiducia, autostima e consapevolezza di me stessa e dei miei desideri....
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21-09-2020, 20:08
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#129
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Bologna
Messaggi: 5,040
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All'inizio quando mi hanno comunicato che avrei avuto il posto fisso ne ero contento, ora invece mi piacerebbe avere il contratto a tempo determinato in modo da magari potermi permettere di prendermi una pausa ogni tanto per pensare se rimanere dove sto o provare altro avendo comunque un'entrata, ci sono pro e contro in tutte due le situazioni, dipende da come uno la vive
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21-09-2020, 20:18
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#130
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Esperto
Qui dal: Sep 2007
Ubicazione: Nord
Messaggi: 13,074
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Ma sto rivalutando anche (per esperienza di persone a me vicinissime) il lavoro autonomo, dove non hai capi, sei padrone di te stesso e scegli tu come e quando lavorare, decidendo di fare ciò che veramente ami di più. Anche la soddisfazione personale è importante in ciò che si fa, non solo il vil denaro...
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Una visione del lavoro autonomo molto anni 80 che non esiste più da almeno un decenio se non in rarissimi casi,aprire partita iva vuol dire lavorare praticamente sempre e sono gli altri a decidere quando,i capi li hai sono quelli che ti commissionano il lavoro,insomma è come il lavoro dipendente ma senza la mutua e un commercialista da pagare.
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21-09-2020, 20:38
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#131
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Esperto
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: In the clouds...
Messaggi: 1,188
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Quote:
Originariamente inviata da Milo
Una visione del lavoro autonomo molto anni 80 che non esiste più da almeno un decenio se non in rarissimi casi,aprire partita iva vuol dire lavorare praticamente sempre e sono gli altri a decidere quando,i capi li hai sono quelli che ti commissionano il lavoro,insomma è come il lavoro dipendente ma senza la mutua e un commercialista da pagare.
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Il mio compagno fa lo psicoterapeuta (+ massaggi shatzu) e non ha capi che gli commissionano qualcosa: lui è contento di gestirsi solo il lavoro e di fare quello che ama. Certo, per ora non gli basta per sopravvivere e compensa con altra attività che prevede uno stipendio fisso. Diciamo che si barcamena tra il lavoro fisso (part-time) e la libera professione, che però preferisce di gran lunga.
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21-09-2020, 20:46
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#132
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Banned
Qui dal: May 2017
Messaggi: 816
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Dipende ... Un lavoro garantito a vita può darti sicurezza economica, il che è importante, però se non ti piace del tutto può tapparti le ali e farti adagiare nella situazione .. se invece sai che il futuro è incerto, può sì metterti in ansia ma anche tenere le prospettive più aperte e mantenere speranza ..
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21-09-2020, 21:03
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#133
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Esperto
Qui dal: Sep 2007
Ubicazione: Nord
Messaggi: 13,074
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Quote:
Originariamente inviata da clizia
Il mio compagno fa lo psicoterapeuta (+ massaggi shatzu) e non ha capi che gli commissionano qualcosa: lui è contento di gestirsi solo il lavoro e di fare quello che ama. Certo, per ora non gli basta per sopravvivere e compensa con altra attività che prevede uno stipendio fisso. Diciamo che si barcamena tra il lavoro fisso (part-time) e la libera professione, che però preferisce di gran lunga.
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Ma se vuoi campare solo con quella la storia cambia,versaci l'inail,l'inps passa a scaglioni irpef superiori e nè riparliamo,a meno che non voglia fare molto nero...
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21-09-2020, 21:35
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#134
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Esperto
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Provincia di Bologna
Messaggi: 5,151
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Il mio sogno era fare l'accensore di lumini nei cimiteri.
Purtroppo l'avvento dell'elettricità ha rovinato tutto....
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21-09-2020, 22:16
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#135
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Intermedio
Qui dal: Aug 2020
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 128
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Se fai un lavoro che ti piace e ti soddisfa il contratto garantito ti da quella stabilità e serenità che inevitabilmente vanno a impattare in modo molto positivo sulla propria vita.
Se hai un contratto fisso ma fai un lavoro che ti opprime beh a lungo andare ti senti come in gabbia visto che di questi tempi non è così facile trovare un altro lavoro con le stesso contratto, inquadramento...e di conseguenza tendi a non avere tanti stimoli nel cercarne uno nuovo...almeno che tu ovviamente non sia proprio al limite della sopportazione ( o in casi estremi tipo mobbing).
Un contratto a tempo determinato da incertezza certo (e ad esempio io ne soffrirei parecchio) , ma costringe a guardarsi in giro e cercare sempre nuove strade e opportunità.
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22-09-2020, 02:15
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#136
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Banned
Qui dal: Dec 2016
Ubicazione: Terra dei cuochi
Messaggi: 4,361
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Sono d'accordo con te, ammesso che si abbia una diamine di vita.
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22-09-2020, 02:48
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#137
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Esperto
Qui dal: Jun 2020
Messaggi: 712
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il lavoro garantisce da vivere.....
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22-09-2020, 10:00
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#138
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Banned
Qui dal: Mar 2019
Messaggi: 1,230
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Il lavoro in sè non mi spaventa. Darei tutto sapendo che poi avrei la gratificazione del denaro a fine mese. Il problema sarebbe solo uno, ovvero avere un datore di lavoro rompicoglioni.
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22-09-2020, 10:33
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#139
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da eely
il lavoro garantisce da vivere.....
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Più che altro garantisce da vivere chi non ha altri mezzi per sopravvivere, non è che una cosa è collegata all'altra in modo consequenziale.
Un animale come una mucca che mangia erba e caca in giro non direi che lavora eppure anche se nessuno le garantisce una cosa del genere riesce a vivere per un po' e anche a riprodursi.
"Ad un’umanità ignara dell’indigenza balenerà qualcosa della follia e dell’inutilità di tutti i provvedimenti che erano stati presi per sfuggire all’indigenza, e che, con la ricchezza, la riproducevano su più vasta scala. Lo stesso godimento sarebbe toccato da questa trasformazione, dal momento che i l suo schema attuale è inseparabile dal darsi da fare, pianificare, ottenere quello che si vuole e sottomettere gli altri. «Rien faire comme une bête», giacere sull'acqua e guardare tranquillamente il cielo, essere e niente altro, senz'altra determinazione, potrebbero sostituire processo, azione e compimento."
Io ho come l'impressione che ci siamo adati a ficcare da soli in una sorta di trappola e bisogna anche ripetere ossessivamente cose del genere "il lavoro nobilita l'uomo", "se non lavori non mangi"...
L'attività legata a certi scopi differiti smonta e distrugge l'attività stessa, questa diventa alienata.
Se si fa uso di questa cosa in piccola misura magari si riesce a stare ancora bene, ma se prende il sopravvento non so se poi si riesce a stare bene.
Se uno corre perché gli piace muoversi e il suo agire è tutt'uno col suo essere è un conto, se uno corre per perdere chili sta lavorando perché questo atteggiamento magari va contro le sue tendenze, ha in mente solo i chili di troppo da smaltire ma sta facendo qualcosa che detesta fare.
Se una persona dedicasse la maggior parte del tempo ad attività alienate del genere secondo me ne risentirebbe seriamente la sua salute, diventerà magra, va bene, ma la sua vita sarà consumata da un'attività insignificante che detesta.
Non è l'attività in sé ad essere dannosa, è l'attività che ricade nella categoria "lavoro" (come viene inteso normalmente) ad esserlo.
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Ultima modifica di XL; 22-09-2020 a 10:58.
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22-09-2020, 11:17
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#140
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Esperto
Qui dal: Aug 2019
Ubicazione: Shibuya
Messaggi: 542
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io penso che il lavoro sia una trappola, una prigione che tiene le persone per 8+ ore al giorno in schiavitù per ottenere i mezzi per sopravvivere. discorso diverso se il lavoro è anche la propria passione, li invece si trova il senso di alzarsi la mattina. voglio capire quale gioia possa recare il fatto di trovarsi 2h al giorno inchiodati nel traffico, passare tutto il giorno in fabbrica/ufficio/ecc.. con colleghi/clienti/capi che ti trattano come una pezza da piedi..fare un'attività alienante OGNI giorno, arrivare la sera a casa STANCHI e avere pochissimo tempo da coltivare per se e per i propri interessi...
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