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Originariamente inviata da passenger
L'idea che chi sarà buono e meritevole verrà premiato è un insegnamento cattolico assolutamente sbagliato.
Niente di più falso e di più slegato dalla realtà.
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L'amore è di chi se lo sa prendere.
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il fatto che il merito e la bontà debbano essere elementi di scelta è effettivamente scollegato con la realtà e con la natura delle cose.
questo non significa che sia sbagliato: la cultura da sempre cerca di
incanalare gli istinti senza farli fuggire come una mandria dal recinto.
non vi è scritto da nessuna parte che sia legittimo amare un farabutto
ma non sia legittimo odiarlo.
quindi, ragionando per istinti, se tu puoi amare chi vuoi, io posso uccidere
chi voglio. tutte le tragedie greche e la stessa mitologia ruota intorno
le pulsioni. la cultura nasce da un'esigenza di regolamentarle.
un tempo le donne si concedevano a quasi tutti gli uomini (in misura diversa)
perché la paternità era sconosciuta. era un calmierante sociale.
quando ciò non succedeva l'uomo poteva diventare aggressivo e
usare violenza contro i rivali o contro la donna.
ecco perché son nate le regole. la stessa cultura che le scimmie antropomorfe
come scimpanzé e bonobo han creato, in forma primitiva e variabile a seconda
dell'habitat (è verificato che pure i bonono, considerati pacifici, in territorio
meno ricco diventano più "patriarcali").
l'idea dei valori (poi dipende quali) come metodo di accedere all'amore è
antica. antitetica agli istinti, ma sempre presente.
l'uomo ha sempre voluto coltivare l'illusione che il suo operato fosse
poi ritenuto motivo di ammirazione (dalla donna).
la creazione di una scala di valutazione autoreferenziale era necessaria
per non essere soggetti all'arbitrio femminile (e quindi subordinati).
l'uomo diventava tale se si staccava dalla dipendenza materna, e veniva
accettato dal gruppo maschile.
l'identità maschile si formava in questo modo e garantiva al maschio
una "protezione" per il suo ego anche quando la donna non lo considerava
"degno" del suo amore.
un tempo, vi furono cmq esempi, almeno tra gli omosessuali, in cui la nobiltà
era fonte d'amore:
http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglione_sacro
"Quando il pericolo incombe, gli uomini appartenenti alla stessa tribù o alla stessa famiglia tengono in minimo conto la vita dei propri simili; ma un gruppo che si è consolidato con l'amicizia radicata nell'amore non si scioglie mai ed è invincibile, poiché gli amanti, per paura di apparire meschini agli occhi dei propri amati, e gli amati per lo stesso motivo, affronteranno volentieri il pericolo per soccorrersi a vicenda."
stessa cosa si verificava tra i samurai, la cui omosessualità verso il daimyo
o verso altri compagni d'arme era diffusa.
l'amore quindi in un contesto virile poteva sicuramente tendere verso aspetti
valoriali.
senza contare che la parte omosessuale che ognuno di noi ha, in un contesto cameratistico, non era difficile che venisse fuori.
come diceva F.Herbert, tra i più grandi guerrieri della storia, era alto il numero
di omosessuali.
cheers.
ora spero non mi darai più dell'omofobo ^^