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Vecchio 30-06-2009, 23:29   #1
Esperto
L'avatar di piocca
 

La fobicità…..l’ho vista per un attimo da questo punto di vista: i così detti “normaloni”, le persone che si sono realizzate nella vita, che hanno tirato su famiglia, hanno un lavoro che li soddisfa, una loro FORTE personalità ecc ecc….ma sono come cristallizzate nelle loro vite, nei loro ruoli, e non sono pronti a “mutare”, non sono multiformi….

Mi spiego meglio: prendiamo il mio caso, io è come se non avessi una mia identità, non so chi sono, un giorno potrei essere Tizio, un altro Caio, se adesso mi venisse proposto qualcosa la potrei anche accettare anche senza pensarci, solo per trovare un appiglio, qualcosa in cui possa identificarmi, una certezza di vita…..come un camaleonte.
I normali invece restano radicati nelle loro convinzioni, i loro pregiudizi, le loro attitudini ed è facile, conoscendo una persona, prevedere come reagirebbe a questa o quella determinata cosa;

Io invece non sono così, non sono “fissata” ma sono in grado di “trasformarmi”, di mutare in relazione a dove mi trovo e come mi sento di agire, sul momento…..alle volte penso che se mi venisse proposta una scalata sull’Everest potrei benissimo accettare, anzi, ora come ora accerterei di buon grado!...

Gli altri mi appaiono come se avessero degli “schemi mentali che continuamente non possono smentire perché sono parte di loro, sono essi stessi, la loro persona, ciò che li identifica.
Io invece non ho niente che mi identifichi, solo un’apparenza esteriore e una mente sempre mutevole, sempre in cerca…forse è questo che connota noi fobici, l’essere continuamente in viaggio, al largo dai soliti approdi, dai porti sicuri dove invece sono attraccati gli altri….

Il nostro pensiero è sempre in alto mare, in balia delle onde grosse, sempre all’erta e consapevole della situazione ....forse è anche per questa nostra predisposizione ad aspettarci un pericolo imminente, a prendere tutto come un’avventura quasi invalicabile che accettiamo di buon grado ciò che ci viene proposto, anche se potrebbe apparire “assurdo”, “temerario” od “incosciente”…..io posso dimostrarmi anche moooolto coraggiosa, molto più di un normale estroversione, proprio perché mi son fatta la pelle tra quelle alte maree e tempeste che gli altri invece hanno sempre evitato standosene tranquilli nei loro porti….

Condividete tutto ciò?
Vecchio 30-06-2009, 23:59   #2
Esperto
L'avatar di BadDream
 

Quote:
Originariamente inviata da piocca Visualizza il messaggio
I normali invece restano radicati nelle loro convinzioni, i loro pregiudizi, le loro attitudini ed è facile, conoscendo una persona, prevedere come reagirebbe a questa o quella determinata cosa;

non sono “fissata” ma sono in grado di “trasformarmi”, di mutare in relazione a dove mi trovo e come mi sento di agire, sul momento…..

una mente sempre mutevole, sempre in cerca…forse è questo che connota noi fobici, l’essere continuamente in viaggio, al largo dai soliti approdi, dai porti sicuri dove invece sono attraccati gli altri….

accettiamo di buon grado ciò che ci viene proposto, anche se potrebbe apparire “assurdo”, “temerario” od “incosciente”…..
Premetto che quel che dici, Piocca, è molto interessante però non credo di condividerlo... nel mio caso, almeno, penso che la prospettiva sia esattamente opposta.

Anni fa, quando ero molto più chiuso e introverso di adesso, mi sentivo anche molto più imprigionato all'interno di uno "schema fisso" costituito da reazioni prevedibili, routine, pregiudizi, idee spicciole e abitudini radicate.

E' stato invece acquisendo più disinvoltura ed "estroversione" (si fa per dire, ovviamente! ) che ho sviluppato anche più flessibilità e intraprendenza.

In altre parole, prima mi sembrava che moltissime porte mi fossero precluse, che la mia vita non potesse allontanarsi di molto dai suoi binari prestabiliti. Adesso, invece, mi sento in grado di affrontare molte più sfide e di adattarmi a situazioni molto più eterogenee.

E questo lo devo al fatto che sono cresciuto, cambiato, migliorato (spero). Ho abbandonato i vecchi pregiudizi, ho imparato a mettermi maggiormente in discussione, ad espormi e ad aprirmi di più al prossimo
Vecchio 01-07-2009, 00:00   #3
Esperto
L'avatar di brio70
 

nelle situazioni d'emergenza mi è capitato di fare cose che non avrei mai pensato di avere il coraggio di fare,questo mi fa dubitare,a volte,che le fobie possano essere una scusa per non mescolarsi alla massa.e questo mi fa ripensare a quello che mi diceva l'ultimo psichiatra.secondo lui la mia paura di tutto era solo una scusa per non voler crescere,per non assumermi le responsabilità tipiche degli adulti e continuare a vivere lontano dalla realtà.io,specialmente da ragazzo ho avuto sempre la mente in viaggio e quante avventure ho vissuto nella mia mente!ma ora so che una vita deve essere vissuta e non immaginata.perchè essere solo spettatori quando si può partecipare allo spettacolo?
Vecchio 01-07-2009, 00:10   #4
Esperto
L'avatar di calinero
 

mmm non regge piocca, tu sei skiafa di società come tutti gli altri
adesso eri studentessa piocca di superiori per 5 anni
tra poco sarai studentessa piocca di università x altri 5 anni
e poi lavoratrice piocca
tu hai il tuo ruolo ben preciso nella società, solo che lo vivi ai margini, da spettatrice (mi ricordo ancora il tuo video su fb, molto very, i compagni che estroveggiano e tu in un angolino )
pioccaaaa prrrrr
Vecchio 01-07-2009, 00:12   #5
lux
Principiante
L'avatar di lux
 

Certo anche se mi pare che in generale il fobico non vorrebbe altro che essere normale, accettato ed integrato e quindi vorrebbe trovare anche egli il suo porticciolo in cui attraccare e stare in pace, solo che non riesce. Qualcuno l'ha messo su una barca senza timone e remi. Cosa fa allora? Magari se è coraggioso si butta per raggiungere la riva a nuoto. I punti di vista sono tanti e altrettante potrebbero essere le visioni metaforiche.

Comunque non credo che i non-sociofobici siano in linea generale così cristallizzati ed immutabili nelle loro vite.

Ed ugualmente i sociofobici pur avendo una vita interiore paragonabile ad un'odissea non è detto che siano così aperti mentalmente ed in continua mutazione. Oppure più ''preparati'' agli imprevisti, visto gli anni di gavetta. Anzi sembrerebbe il contrario!

Comunque è interessante trovare nuovi punti di vista per vedere qualcosa e cercare di capire meglio com'è fatta sommando poi tutti i punti.
Vecchio 01-07-2009, 00:25   #6
Esperto
L'avatar di JohnReds
 

Quote:
Originariamente inviata da piocca Visualizza il messaggio
Il nostro pensiero è sempre in alto mare, in balia delle onde grosse, sempre all’erta e consapevole della situazione ....forse è anche per questa nostra predisposizione ad aspettarci un pericolo imminente, a prendere tutto come un’avventura quasi invalicabile che accettiamo di buon grado ciò che ci viene proposto, anche se potrebbe apparire “assurdo”, “temerario” od “incosciente”…..io posso dimostrarmi anche moooolto coraggiosa, molto più di un normale estroversione, proprio perché mi son fatta la pelle tra quelle alte maree e tempeste che gli altri invece hanno sempre evitato standosene tranquilli nei loro porti….

Condividete tutto ciò?
Capisco moltissimo, sono come te, e ho provato le tue stesse sensazioni.

Però stai attenta: questo tuo coraggio nasce dal fatto che le cose ti vengono addosso. Te sei capace di dire di sì se ti propongono un viaggio sull'everest, ma saresti capace di organizzarne uno te?

Io pure ho fatto grandi cose, ma sulle spalle degli altri, e quando ho perso il supporto dei miei compagni di avventure, non sono riuscito a crearmi un altro giro, e ora sono due anni che sono in stasi.

Insomma va bene finché hai qualcuno che ti trascina (e potrebbe anche durare per tutta la vita, essendo tu femmina), ma se all'uni non trovi una classe simpatica come alle superiori, che fai?

Guarda io lo dico con cognizione di causa perché anch'io ho vissuto di rendita appoggionadomi agli altri e convincendomi che tutto sommato ero felice, ma in realtà, come ha detto cali, ero solo uno spettatore, che ai accontentava delle briciole.

Purtroppo si cresce solo quando le vecchie stampelle cadono, e con dolore impariamo a muoverci sulle nostre gambe...il mio consiglio è di lavorare per farti una tua identità e divenire padrona della tua vita, perché sarà più faticoso ma alla fine è più sostenibile e gratificante.

Ultima modifica di JohnReds; 01-07-2009 a 00:27.
Vecchio 01-07-2009, 04:42   #7
Esperto
L'avatar di valmor
 

Per me è un pò il contrario, la mia introversione e disagi mi rendono o fanno vedere impossibile e difficilissimo adattarmi a situazioni sociali che non rientrino in schemi fissi, sicuri, prevedibili o che non siano contesti facilitati: il contrario di flessibilità, adattamento e dinamismo.

Però in fondo anche io, se negli anni passati avessi incontrato persone simili, amiche e fidate che mi avessero trascinato in situazioni nuove, avrei potuto accodarmi, interagendo con loro in un contesto facilitato con scenari e regole prestabilite. Ma sarebbe stato, come dice John, appoggiarsi agli altri senza prendere iniziativa e quindi in un ruolo secondario, cambiando magari i luoghi e le circostanze di contorno, ma rimanendo nei binari dello stesso contesto sociale sicuro, amico, ristretto e prevedibile.

Insomma, anche per me i limiti e quanto sappiamo adattarci vengono fuori quando siamo noi da soli, senza amici a cui accodarsi nè facilitazioni, e lì si vede se e come riusciamo ad affrontare situazioni nuove per loro natura imprevedibili, dove è necessario prendere iniziativa, relazionarsi e convivere anche con persone sconosciute, diverse da noi e non sempre ben disposte.

Ultima modifica di valmor; 01-07-2009 a 04:59.
Vecchio 01-07-2009, 08:25   #8
Esperto
L'avatar di Miky
 

No piocca ti stai sbaglaindo, la fobicità non 'centra. Ti senti così multiforma solo per un semplicissimo a banalissimo motivo: sei giovanissima!
Vedrai che fra una decina d'anni avrai già cambiato idea, perchè ti assicuro ch ei normaloni hanno capacità di cambiare vita quando vogliono e se non la cambiano è perchè gli va bene la vita che hanno.
Vecchio 01-07-2009, 10:25   #9
Esperto
L'avatar di ichigo
 

mi dispiace ma non condivido
Vecchio 01-07-2009, 11:29   #10
Avanzato
L'avatar di Shamrock
 

mi fai venire in mente svevo ...
quando confronta i sani con i malati (gli inetti,ma in questo caso prendiamo per esempio i fobici)quest'ultimi essendo tali siamo disposti a cambiare per poterci migliorare, cosa diversa rispetto ai normali , che vivono appunto cristallizzati nella loro condizione, rigida e immutabile...

sono daccordo esistono anche dei lati "positivi" del nostro stato, abbiamo forse la capacità di vedere di piu' in profondità le cose, ma dall'altra parte è una condizione pesante, la tua diversità si fa sentire e ti segna l'esistenza, quindi in alcuni casi è meglio vivere nella superficialità e nell'"ignoranza"...
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