Forse l'essere stato oggetto di vanto da parte dei miei genitori e insegnanti per lungo tempo durante la mia infanzia, in merito a una presunta grande intelligenza, mi ha reso poco umile e consapevole dei miei limiti.
La frase "Homo sum, humani nihil a me alienum puto" l'ho sempre reinterpretata in funzione di una capacità teorica e potenziale pressoché totale di qualsiasi attività sia mai stata svolta (o verrà mai svolta) da altri miei conspecifici.
Detto questo, beh, i limiti ce li avevo eccome. Innanzitutto in termini motori: il mio ritardo motorio ha costituito per molto tempo il mio maggior confronto con la sensazione di incapacità e inadeguatezza agli standard. Non mi è mai stato di peso per costruirmi l'autostima che possiedo, grazie al fatto che nella nostra società le abilità psicomotorie sono relegate a grado di minor importanza, rispetto ad altre attitudini, tuttavia probabilmente se fossi nato solo 50 anni prima la cosa avrebbe pesato di più. Nel ventennio fascista immagino che la mia scarsa propensione alla fisicità mi avrebbe costretto a considerarmi incompleto come essere umano.
Ma sto divagando.
Un'abilità che non ho mai storicamente posseduto è quella alla raffigurazione grafica. Disegnare l'ho sempre trovato frustrante, e probabilmente ciò era legato in parte alle mie difficoltà di coordinamento oculo-motorio, in parte allo sviluppo di una particolare insofferenza verso la noia e l'attività ripetitiva (a cui associavo, erroneamente, l'arte del disegnare: l'idea di riempire colorando con dei pastelli delle aree mi angustiava!)
Tuttavia si sviluppò in me la convinzione che, con tempo e motivazione a sufficienza, sarei stato in grado di riprodurre opere d'arte di qualsiasi genere. Che fosse soltanto la capacità di far ciò in un tempo considerevolmente breve a rendere l'abilità encomiabile. Altrimenti chiunque, dato tempo a sufficienza, sarebbe riuscito ad ottenere il medesimo risultato.
Misi alla prova questa mia teoria un pomeriggio pre-scolastico di settembre. Mi apprestavo a dover iniziare l'anno di 2° liceo con un debito in Latino, e la prospettiva di dovermi consumare il pomeriggio su una versione che sarebbe stata verificata dal prof di recupero mi opprimeva.
Trovai delle vecchie figurine di mia sorella, l'album del Titanic. Ne presi una ritraente Leonardo di Caprio, dicendomi: "Non ci vuol niente. Basta che immagino la foto in bianco e nero, analizzo ogni singolo punto, da sinistra a destra, dall'alto in basso, regolo la giusta pressione della matita, e ne farò una copia perfetta".
Ci misi due giorni per fare una fotocopia in chiaroscuri di quella fotografia, utilizzando un metodo decisamente poco ortodosso, ma che offrì i suoi frutti.
Ricevetti anche il complimento del prof che si trovò a correggere la mia versione, o meglio, che si trovò a dovermi redarguire perché non l'avevo conclusa.
Ne fui fiero.
Fu l'unica volta in cui misi alla prova la mia teoria.
A distanza di anni, consapevole della mia ciclica tendenza alla maniacalità progettuale e costruttiva, non mi imbarcai più in nessun esperimento simile, in nessun fronte tecnico che non sentissi "mio". Rinunciai a render veri tutti i progetti che avevo in mente, dal robot in grado di scappare dal cane (per farlo giocare) all'orologione gigante digitale, con cifre alte 150cm, da appendere alla parete.
Ora, qualsiasi cosa mi venga in mente si scontra con la constatazione che il tempo è l'unica misura dell'abilità di una persona, e che se mi mettessi a costruire e progettare qualcosa, senza possedere la techné giusta, ci impiegherei così tanto che rischierei di essere assorbito in un progetto senza alcun significato personale fuorché l'espressione di una compulsività creativa causata da uno squilibrio umorale ciclico.
E non so neanche perché sto scrivendo questo lungo papiro, so solo che vorrei progettarmi un set da cucina, una menagere con dispenser di olio, aceto, sale e pepe, a forma di Portal Turrets
Perché? Perché sarebbe figo, ecco.
Perché le stamperei con una stampante 3d, e trovo che sia il futuro.
Perché penso che acquisire le competenze necessarie potrebbe essere un valore aggiunto per la mia professionalità.
Perché vorrei trasmettere personalità alla mia dimora, che non ha mai trasudato sufficientemente la mia idea di estetica.
Ma alla fine mi dico: ci vorrebbe un sacco di tempo per imparare a usare cad, adattare il formato, cercare un servizio online di 3d printing, rimanere deluso dai primi risultati.
La fase up non durerà poi così tanto, tra qualche settimana ritornerò in depressione e mi sentirò un completo inetto.
Meglio non iniziare neanche.
Comunque, se qualcuno vuole realizzare sta cosa, gliela compro.