- Che sono esteticamente poco piacevole/brutto.
Mi turba pensarlo quando avverto che potrebbe esserci un interesse reciproco, temo che la mia estetica non sia quella che l'altra riterrebbe realmente attraente, che si stia accontentando, che io debba compensare per il non essere attraente su quel lato (non penso di esser brutto, mi sento più non considerabile, anonimo).
Mi pesa anche il sapere che con quelle persone con cui ho avuto una relazione o interessi ricambiati ( tranne forse un caso) il mio aspetto fisico non sia mai stato considerato un elemento realmente a favore; era più che altro qualcosa di ok, andava bene, ma i canoni estetici d'interesse reali erano altri.
Non posso nemmeno ignorare completamente il pensiero del "se forse le fossi piaciuto di più fisicamente sarebbe stato diverso".
- Che sono noioso/poco interessante + Che sono poco loquace/taciturno
Non proprio in questi termini. Ho paura di esser visto come distaccato, disinteressato, freddo. Di non essere in grado di stabilire quel contatto iniziale, feeling, che porta le persone a conoscermi, voler condividere tempo con me.
Poco loquace e taciturno sicuramente, noioso/poco interessante no.
Credo più che altro di dare l'idea che di c***i miei ne ho tanti e non voglio intrusioni
- Che sono troppo ansioso/impacciato.
Anche qui, non in questi termini. Più che altro che si noti il mio livello di impedimento pratico in alcune attività ( guida, per dirne una a caso) e che questo diventi un elemento di valutazione fortemente negativo.
Ho sempre il sentore che si tenda a sminuire la cosa, non prenderla realmente in considerazione se metto le mani avanti. Mentre io ho proprio una manualità di merda, che vivo parecchio male a livello personale.
- Che sono poco intelligente.
No, al contrario ho idea si sovrastimi facilmente questo aspetto di me. Ed è per questo che temo invece il dover riportare le persone " coi piedi per terra", facendo loro notare che in realtà a livello pratico però di risultati ne ho ben pochi ed accademicamente parlando ho combinato un porcile.
Io non mi sento tale perchè, di fatto, mi sembra di non avere nessun campo in cui una presunta intelligenza mi stia permettendo di avere risultanti rilevanti.
Comunque questi timori per me sono molto bassi o trascurabili nel rapporto con gli estranei; tendo a fottermene.
Diventano più pressanti man mano che il rapporto tende a stringersi, finchè non li supero col dialogo e cercando un'apertura con l'altro/a.
In una (possibile) relazione io ho il tarlo di dover tutelare l'altra persona, dover esser sicuro che non si stia accontentando, che capisca che certe difficoltà a dirsi possono sembrare cazzate e magari non le manifesto molto ( es : fastidio per la guida se non c'è da fare particolari viaggi), ma ci sono.
Ad esempio, quella dell'essere un danno nelle attività manuali viene spesso vista come un'iperbole e sottovalutata, una cosa che fa fare anche una risata di simpatia quando la spiego, ma a livello quotidiano per me è pesante. Poi se finisco io ai fornelli e faccio disastri la gente sclera
Ringrazio solo che nessuno di questi lo vivo in modo patologico, totalmente castrante o al livello di precludermi rapporti per evitare di scontrarmi con queste situazioni.
Col tempo ho imparato a gestirli, razionalizzarli e - soprattutto - parlarne con chi penso possa capirli. Ogni tanto anche a sfidarli apertamente.