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02-08-2014, 08:08
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#1
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Avanzato
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 323
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Buon giorno forum. Questa ennesima notte insonne mi ha dato la possibilita’ di riflettere un po’ , e alla fine ho deciso di aprire un piccolo topic di sfogo per condividere con voi le reali motivazioni che mi hanno portata ad essere quello che sono. Stanotte infatti mi sono trovata a condividere questi miei “scheletri nell’armadio” con un mio caro amico, e la sensazione di leggerezza e spontaneita’ che ho provato, mi ha convinta a condividere tutto cio’ anche con chi di voi vorra’ prendersi la briga di leggere questo papiro. In varie occasioni qui sul forum ho parlato di me e dei miei “problemi”, ma ho tenuto gelosamente per me accenni a quando questi erano iniziati, come, e perche’, preferendo sorvolare. Non che io me ne vergogni, anzi quella che vi raccontero’ e’ una storia che ricordo con mille emozioni confuse, tra cui un profondo affetto e nostalgia, e mi piace l’idea di riviverla per scriverla qui, ovviamente avvolta nella coperta di Linus dell’anonimato, ma prima di oggi l’ho sempre ritenuta troppo pesante per raccontarla.
Quando avevo all’incirca 15 anni, conobbi una splendida ragazza. Lei era dichiaratamente lesbica praticamente da sempre, ed entro’ subito nella mia vita, anche prepotentemente, direi. Mi seguiva ovunque, voleva fare qualunque cosa insieme, essere sempre in contatto con me, e tutto questo io lo ADORAVO alla follia. Purtroppo aveva avuto un passato davvero difficile. A soli 6-7 anni fu vittima di ripetuti stupri da parte dello zio materno, e nonostante anni dopo lei confesso’ il tutto alla famiglia, non ricevette mai giustizia. La sua famiglia era una di quelle d’”alta borghesia”, gente pero’ ricca e gretta, sterile, che davano estrema importanza all’apparenza. Non volendo creare uno scandalo, si limitarono ad allontanare lo zio e a proibirgli di vedere la nipote, senza pero’ passare dalle autorita’. Inutile dire che lei, a ragione, visse tutto questo come una grave ingiustizia, e d’allora nacque in lei un comportamento di estrema ribellione nei confronti dei suoi genitori. Tanto per completare il quadro, il padre incolpo’ la moglie di tutta la faccenda, e se ne ando’ divorziando da lei e abbandonando l’intera famiglia, comprese le due figlie ( a mio parere perche’ la situazione era diventata particolarmente pesante e lui non sapeva come gestirla, essendo solo un codardo ). Fatto sta che la madre non voleva parlare molto della questione, anzi si auspicava che la figlia dimenticasse tutto – e, soprattutto, tenesse tutto segreto-. Io e questa fragile ragazza dalla vita oltremodo difficile diventammo sempre piu’ intime, finche’ lei non ammise di essersi innamorata di me. Io all’epoca oltre a provare un profondo, sconfinato, immenso bene nei suoi confronti e a non volere altro che vederla felice, non ero neanche del tutto certa della mia sessualita’, date le mie poche esperienze a riguardo. Decisi di ricambiare i suoi sentimenti, e molto presto mi accorsi inaspettatamente che anche io provavo vero e proprio amore verso di lei, un amore sublime e puro come non mi e’ mai ricapitato in vita mia. Lei, tra l’altro, mi attraeva molto anche dal punto di vista fisico, quindi vi erano tutti i presupposti perche’ questa relazione potesse essere vera e sincera, e non avevo molti dubbi a riguardo. Siamo state insieme molti mesi, e scoprii pian piano i lati oscuri del suo carattere. Era una persona estremamente problematica, ma questo me la faceva solo adorare sempre di piu’, e tutto quello che volevo era proteggerla, prendermene cura, farla sentire amata. Lei purtroppo aveva delle tendenze masochistiche, passava molto tempo a farsi del male sia psicologicamente che fisicamente, e aveva un rigetto vero e proprio del suo corpo. Era anoressica, non per una questione estetica, ma perche’ viveva la privazione del cibo come un modo per farsi del male e deteriorarsi pian piano. Con me al suo fianco le cose stavano migliorando, di questo ne sono certa. Io la invogliavo a mangiare, ad uscire, ad andare a scuola, a studiare, a prendere le medicine che doveva ( aveva dei problemi al fegato ), e tutto il resto, ma la madre e la sorella maggiore non solo vivevano la sua omosessualita’ come una vergogna da debellare – o, come al solito, almeno da tenere nascosta – ma vedeva inoltre me come una minaccia, e facevano di tutto per allontanarci, con pochi successi. Lei era andata da numerosi psichiatri – i piu’ costosi che il padre aveva trovato, giusto per mettersi la coscienza a posto, ma secondo me non altrettanto competenti – ma faceva di tutto per non collaborare. Saltava le sedute, e se proprio veniva costretta ad andare non parlava, o diceva cose irrilevanti, solo per perdere tempo e potersene andare. Non voleva essere aiutata in nessun modo, e io sinceramente posso dire che ero l’unica a poter davvero fare qualcosa per lei, ma mi veniva continuamente impedito. Alla fine, dato che il nuovo compagno della madre trovo’ lavoro in un’altra citta’, si trasferirono portandola con se’. Li’ lei venne ricoverata in un centro specialistico ( cosa che aveva sempre rifiutato, ma accetto’ perche’ la madre la “corruppe” promettendole che, una volta ripresasi e guarita, le avrebbe permesso di tornare nella nostra citta’ e andare a vivere con sua zia, per stare con me ). Per quanto triste di vederla andare via, ero contenta che finalmente qualcuno si sarebbe occupato di lei e della sua salute, ed ero pronta ad aspettarla pazientemente, anche se non credevo molto nella promessa della madre, ma comunque sapere che lei stava bene per me era tutto. Prima di andarsene stringemmo una promessa, lei si sarebbe impegnata a guarire e a tornare, e io avrei condotto la mia vita normalmente intanto, aspettandola. Pero’ fino ad allora non voleva che ci sentissimo perche’ voleva dare un taglio netto e ricominciare da zero, farmi scoprire la sua nuova lei una volta tornata, migliorarsi, imparare a stare bene, e poi tornare cambiata e maturata. E soprattutto io le avrei ricordato troppo il passato, le avrei trasmesso troppa nostalgia. Accettai, e mi feci da parte. Quasi ogni sera le scrivevo dei messaggi che, puntualmente, non inviavo e salvavo sulla memoria del cellulare, sia per sentirla in qualche modo vicina, sia perche’ al suo ritorno volevo dimostrarle che non avevo mai smesso di fare il tifo per lei ed aspettarla.
Qualche mese dopo, pero’, venni a sapere tramite la sorella – in un modo piuttosto secco e brutale, tra l’altro – che aveva avuto complicazioni al fegato e non ce l’aveva fatta. Caddi nella piu’ nera depressione, nulla per me aveva davvero piu’ senso, non volevo fare nulla, uscire, vedere persone andare a scuola…iniziai ad assentarmi, facendo preoccupare i miei genitori, ignari di tutto, e i professori. La mia media precipito’, non riuscivo a concentrarmi e a studiare. Tenni dentro tutto senza parlarne ad anima viva. Poi, non so per opera di chi, ne’ come ne’ perche’, si diffuse nella mia classe la voce che io ero lesbica e che ero stata con una ragazza e che lei si era SUICIDATA perche’ non accettava l’idea di essere lesbica. Questa cosa mi distrusse, soprattutto perche’ per me era come se infangassero la sua reputazione, dicendo cose non vere, totalmente assurde, e insultando tutto quello che aveva provato. Iniziai a covare una profonda rabbia nei confronti dei miei compagni di classe, ad allontanarmi da tutti e ad essere allontanata perche’ il peso di quello che stavo passando era troppo perche’ anche le mie, fino ad allora, amiche volessero sostenerlo. Fui ben contenta di eclissarmi nella piu’ totale solitudine, resistendo fino al diploma, che per me rappresento’ la vera LIBERTA’.
Adesso, grazie anche all'aiuto di una psicologa, ne sono praticamente uscita. Se ripenso a Lei provo ancora un profondo e lancinante dolore, un senso di abbandono e di ingiustizia, e nei periodi peggiori faccio ancora sogni su di lei continuativi. Non ho provato mai piu' interesse nei confronti di una donna, comunque, mentre ho avuto storie con uomini, e il mio orientamento sessuale ormai mi e' chiaro, ma il profondo vuoto che lei ha lasciato in me non sono mai riuscita a colmarlo.
Ad ogni modo, sono solo certa di una cosa, e cioe' che nonostante tutto questo mi abbia provocato davvero tanto dolore, e che io non sia mai riuscita a sbarazzarmi del tutto delle conseguenze di quello che e' successo, non c'e' stato mai un momento in cui io rimpianga di averla conosciuta e di aver vissuto quello che ho vissuto con lei, perche' ho imparato tanto, sono maturata molto in pochissimo tempo, ho conosciuto meglio me stessa e le persone che avevo intorno a me. L’unico rimpianto che ho e di cui non so se mi liberero’ mai, e’ quello di essere scomparsa dalla sua vita come mi era stato chiesto di fare. Forse se avessi insistito, se non lo avessi accettato, avrei potuto fare qualcosa. Forse…
Per favore, in questo topic, NON QUOTATEMI, grazie. Prima o poi, penso che lo cancellero'..
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02-08-2014, 09:30
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#2
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: Pisaurum
Messaggi: 1,045
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Mamma mia che storia .-. E' difficile anche solo commentare
Dubito che saresti riuscita a fare qualcosa.. in fondo stava veramente male di salute.. l'avresti solo accompagnata negli ultimi attimi di vita. Da una parte per te saresti stata meglio, come se ti fossi messa la coscienza a posto, perche' saresri sempre rimasta al suo fianco anche nel periodo terminale.. ma dall'altro hai fatto solo il suo volere, devi essere fiera di questo
alla morte di un caro non si deve guardare con sensi di rimpianto.. sia che siamo atei, agnostici o credenti (tanto per gli atei e'arrivata la vera fine, quindi e' inutile avere rimuginamenti vari, per i credenti c'e' il paradiso, quindi se ci credi la rivedrai) meglio guardare avanti e ricordare con felicita' i momenti che ci ha lasciato. Da quello che hai detto te ne ha lasciati, e parecchi
Portala comunque sempre con te, persone cosi veramente speciali, che ci cambiano e ci lasciano dentro cose cosi importanti, a volte ce ne sono solo una nella vita
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02-08-2014, 09:58
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#3
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Avanzato
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 374
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Non c'è molto da commentare, credo che ogni parola sia di troppo.
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02-08-2014, 10:50
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#4
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Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
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bellissima storia anche se con un finale triste
non credo tu sia lesbica , piuttosto ti sei rispecchiata in questa persona
poi le etichette non mi sono mai piaciute...
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02-08-2014, 11:03
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#5
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Mulholland dr.(Roma)
Messaggi: 16,046
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mamma mia, una cosa del genere è tosta da sentire, figuriamoci da vivere.
Penso che sia comunque un grande onore poterla aver avuta nella tua vita ( e che ti abbia aiutato ad accettare una parte di te, perchè potrai pur dirti certa del tuo orientamento sessuale, ma poco ci vuole a pensare che se da allora non hai più avuto storie con donne è facile sia per rifiuto, e non perchè non ti attraggano più - esiste anche la bisessualità al mondo - ) e non ha senso angustiarti per aver assecondato il suo desiderio.
Purtroppo non avevi modo di sapere che ci sarebbero state complicazioni. In questi casi non si pensa mai che una persona possa sparire da un giorno all'altro.
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02-08-2014, 11:08
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#6
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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mi limiterò a commentare
"gran bella storia"
e che raramente una storia del genere riesce a "trasmettermi qualcosa", come ha fatto questa
sarà un commento totalmente off topic, ma racconti bene...
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Ultima modifica di utopia?; 02-08-2014 a 11:10.
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02-08-2014, 11:30
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#7
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Avanzato
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 439
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Che dire,mi trovo in difficoltà anch'io innanzi a questa esperienza...Analizzando questa storia che ti ha fatto provare momenti felici,che ti ha fatto trovare una persona che ti ha voluto bene e viceversa...Difficilmente nella vita riusciamo ad accettare che una persona del genere che sia un parente,un amico se ne vada...Iniziano i rimorsi,si inizia a pensare che cosa si poteva fare e tutto il resto...Ma ormai non si può fare più nulla e credo che tu abbia agito nel modo migliore possibile,ti sei fatta da parte quando ti è stato chiesto,hai cercato di prenderti cura di lei...Per aver avuto 15 anni hai avuto un comportamento molto maturo per la tua età...Questa esperienza ti ha fatto maturare,ti ha fatto aprire gli occhi ,non sempre queste esperienze finiscono con un lieto fine ma l'unica cosa da fare è custodire questa esperienza nella tua vita e non dannarti perchè tu hai fatto il massimo!
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02-08-2014, 12:04
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#8
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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è sempre brutto avere delle perdite, ma è un'esperienza che abbiamo fatto o faremo quasi tutti nella vita, purtroppo più succede da giovani e più ci segnano, però questo alla lunga è anche u n vantaggio, si cresce maggiormente, si impara a dare il giusto valore alle cose
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02-08-2014, 12:34
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#9
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
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non vedo nulla di cui tu possa rimproverarti, anch'io penso tu abbia agito nel migliore dei modi
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02-08-2014, 12:57
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#10
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Avanzato
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 374
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Quote:
Originariamente inviata da Inosservato
è sempre brutto avere delle perdite, ma è un'esperienza che abbiamo fatto o faremo quasi tutti nella vita, purtroppo più succede da giovani e più ci segnano, però questo alla lunga è anche u n vantaggio, si cresce maggiormente, si impara a dare il giusto valore alle cose
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Mi viene da dirti grazie anche se non ti rivolgi a me.
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02-08-2014, 14:13
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#11
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Banned
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: NO
Messaggi: 4,011
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Quote:
Originariamente inviata da Inosservato
è sempre brutto avere delle perdite, ma è un'esperienza che abbiamo fatto o faremo quasi tutti nella vita, purtroppo più succede da giovani e più ci segnano, però questo alla lunga è anche u n vantaggio, si cresce maggiormente, si impara a dare il giusto valore alle cose
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Quote:
Originariamente inviata da ila82
non vedo nulla di cui tu possa rimproverarti, anch'io penso tu abbia agito nel migliore dei modi
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Poco da aggiungere.
Hai agito nel migliore dei modi rispettando le decisioni di questa persona anche nel momento del distacco, inutile tormentarsi con i se ed i ma.
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02-08-2014, 17:21
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#12
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Avanzato
Qui dal: Sep 2011
Messaggi: 422
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Una storia molto toccante e "vera". Capisco il tuo stato d'animo e il rimpianto/ senso di colpa circa la morte della tua amica, ma credo che indipendentemente da quello che avresti fatto ti saresti sentita comunque così. In queste situazioni si pensa sempre di non aver fatto abbastanza, di non aver agito nel migliore dei modi. In realtà è che non ci sentiamo mai veramente pronti a perdere qualcuno che amiamo, anche se questo fa parte della vita. Sono contenta che tu sia uscita dalla fase peggiore e che, pian piano, stai tornando a vivere. Il dolore sicuramente non se ne andrà mai ma col passar del tempo, almeno, diventa gestibile. Un abbraccio.
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02-08-2014, 18:59
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#13
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Avanzato
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 323
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Quote:
Originariamente inviata da caratteriale
grazie per aver condiviso qui questa importante fase della tua vita.
Questa esperienza ti ha lasciato qualcosa di positivo? Che sentimenti provi nei confronti della vita,della tua vita?
Anche se è quasi impossibile,hai mai pensato che il motivo del suicidio potesse essere davvero quello che si diceva in giro?
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Mi ha lasciato sicuramente molti ricordi piacevoli, oltre che maggiore consapevolezza e maggiore maturita'. Ovviamente ci sono stati anche dei risvolti negativi, con cui faccio i conti ancora oggi. Quello che provo nei confronti della ma vita va a periodi, diciamo cosi'. Attualmente sono in un periodo un po' "down", ma spesso il suo ricordo mi porta forza per lottare e m ha aiutata non poco.
Comunque forse non e' chiaro che lei non si e' suicidata, e' morta per malattia, quel problema al fegato che si e' portata dietro per anni. Lei aveva paura della morte, almeno finche' era con me, e lottava contro i suoi stessi impulsi masochistici per non peggiorare le cose. Non so perche' poi la sua situazione si sia aggravata, forse i suoi impulsi hanno avuto la meglio o forse alla fine lei si era stancata di lottare e li' dove era non ne aveva la forza, questo non posso saperlo. Finche' era qui comunque la situazione era sotto controllo e lei voleva migliorare, non peggiorare. Sicuramente comunque la sua sessualita' non c'entra. Lei era orgogliosa di essere quello che era, non provava a nasconderlo in alcun modo, la riteneva una cosa oltremodo normale e la viveva, appunto, con normalita'. Non avrebbe voluto essere diversa da come era, dato che per gli uomini aveva sviluppato un comportamento estremamente misandrico, con loro era aggressiva, litigiosa...erano pochi quelli che riusciva a sopportare.
Quote:
Originariamente inviata da lupanisky
Che dire,mi trovo in difficoltà anch'io innanzi a questa esperienza...Analizzando questa storia che ti ha fatto provare momenti felici,che ti ha fatto trovare una persona che ti ha voluto bene e viceversa...Difficilmente nella vita riusciamo ad accettare che una persona del genere che sia un parente,un amico se ne vada...Iniziano i rimorsi,si inizia a pensare che cosa si poteva fare e tutto il resto...Ma ormai non si può fare più nulla e credo che tu abbia agito nel modo migliore possibile,ti sei fatta da parte quando ti è stato chiesto,hai cercato di prenderti cura di lei...Per aver avuto 15 anni hai avuto un comportamento molto maturo per la tua età...Questa esperienza ti ha fatto maturare,ti ha fatto aprire gli occhi ,non sempre queste esperienze finiscono con un lieto fine ma l'unica cosa da fare è custodire questa esperienza nella tua vita e non dannarti perchè tu hai fatto il massimo!
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Grazie in realta' so che tutto quello che e' successo dipendeva ben poco da me, e anzi credo che da colpevolizzare fossero in tutto e per tutto i genitori di lei. Ma comunque avevo maturato un istinto protettivo nei suoi confronti, come una mamma lupo con i suoi cuccioli, e il desiderio di portarla via, prendermene cura io, farle dimenticare tutte le brutte esperienze era in me fortissimo, ma essendo cosi' giovane irrealizzabile. Se fosse stato oggi, a distanza di piu' di sei anni, non avrei esitato un momento avendone le possibilita'. Avrei voluto davvero poterla guarire io con le mie forse, ma purtroppo non ho potuto.
Quote:
Originariamente inviata da Inosservato
è sempre brutto avere delle perdite, ma è un'esperienza che abbiamo fatto o faremo quasi tutti nella vita, purtroppo più succede da giovani e più ci segnano, però questo alla lunga è anche u n vantaggio, si cresce maggiormente, si impara a dare il giusto valore alle cose
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Grazie, hai perfettamente ragione.
Comunque grazie a tutti per le risposte e grazie per aver letto questa storia
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02-08-2014, 19:04
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#14
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Boooo peccato la prospettiva di cancellare il post, è una storia interessante anzitutto in quanto vera e poi è interessante in sé.
Se posso essere un filo realista, credo che poteva andare infinitamente peggio. Vedere una persona a cui si tiene tanto consumarsi fino alla sua fine deve essere un'esperienza tremenda.
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04-08-2014, 19:20
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#15
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Banned
Qui dal: Feb 2014
Ubicazione: Manciano (GR)
Messaggi: 731
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Quanti problemi per una ragazza di 14 anni. Troppi. Menomale che sei riuscita a superarli.
Ricorda però sempre una cosa: a quella ragazza tu hai voluto bene. Tu hai sempre fatto tutto il possibile per lei, arrivando ben oltre il normale limite delle possibilità di una giovanotta dei primi anni di liceo. Non puoi rimproverarti nulla.
Il tuo malessere è praticamente proporzionale al valore che tu dai alla vita e alle persone: il fatto che tu abbia sofferto significa che hai messo un impegno sincero ed intenso nel prenderti cura di questa persona, ed io lo trovo davvero nobile.
Ho anche io qualcosa da raccontare. La storia è questa: verso fine 2007, quando avevo 15 anni, iniziò il mio disturbo ossessivo. La prima ossessione riguardava l'onestà: credevo costantemente di mentire a tutti ed iniziai a selezionare i miei pensieri e atteggiamenti affinché rimanessero solo i più "onesti". Sfortunatamente, credendo di essere disonesto, credevo anche di essere piuttosto cattivo, e quindi la mia visione di me stesso ne risultava condizionata. Selezionavo come miei i pensieri più crudeli.
Fin qui, niente di eclatante. Tuttavia, durante l'inverno, dentro mio zio iniziò a svilupparsi un cancro al colon. La questione era questa: potevo io dirmi sinceramente preoccupato per lui, avendoci passato (relativamente) poco tempo, sapendo che lui aveva "tradito" la famiglia (o così credevo all'epoca, semplicemente era fuggito da sua moglie che non lo trattava bene)? La risposta non poteva essere data. Tendevo a selezionare i pensieri negativi, e quindi credevo di volerlo vedere morire, ma pensare questo mi faceva soffrire davvero molto. Respingere questi pensieri negativi però era quasi impossibile, per motivi di onestà intellettuale, e quindi continuai ad esserne intrappolato.
La situazione peggiorava giorno dopo giorno. Lui non dava cenni di ripresa, anche perché aveva rifiutato di andare dal medico nel momento opportuno.
Un giorno, in primavera, lo andai a trovare a casa sua.
Considera che era un omone grosso, alto più di 1.90, muscoloso, ed io lo ritrovai sul letto magrissimo, col volto quasi deformato, con una voce irriconoscibile, stanca, quasi un sospiro mortale. Io ricordo di aver urlato, o emesso un gemito di terrore, e di essere uscito dalla sua stanza.
Io mi sentivo quasi responsabile di tutto ciò. Non avevo la forza di affermare di volergli bene, e quindi di poterlo aiutare, e quindi non potevo far altro che scappare. E non feci che scappare, oltre a quella visita non feci nulla.
Un giorno, verso la fine di maggio, lui morì. Per me fu un evento terrificante, più che per il fatto in sé per il suo significato: io ero un essere, sostanzialmente, schifoso. Oggettivamente avrei potuto fare poco, ma non feci sufficienti sforzi per lui.
Tutto questo mi è rimasto impresso per molto tempo. Ci sono voluti anni prima che tornassi a voler bene a tutti e a provare un istinto di affetto verso le persone, ho dovuto fare moltissimi sforzi per eliminare completamente tutti quei pensieri e sentimenti orribili.
Ti ho raccontato questa storia per farti capire la differenza fra me e te: tu ci hai messo un impegno sincero, infinito, sei stata una grande e ammirevole filantropa e questo significa che nella tua vita sarai sempre apprezzata sinceramente da tante persone, che saprai aiutare in modo valido.
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