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Vecchio 20-03-2007, 22:04   #1
Esperto
L'avatar di calimero
 

Molti si concentrano sullo studio di questa malattia esaminando solo l'aspetto legato alla paura, l'ansia, che forse è un processo naturali per l'organismo.

Ma se il problema, o meglio, quello che differenzia noi dai normali, sia l'abitudine alle cose nuove? la frequenza?

Molte persone sono impacciate la prima volta che fanno una cosa, le persone normali però, dopo 1 o 2 volte si sentono a loro agio.

Ci ha problemi di timidezza, ansia o paure varie, forse ha qualche problema di tipo ambientale, l'organismo, il sistema cognitivo non riesce ad abituarsi all'ambiente, non riesce a renderlo comune, e bastano pochissime varianti (persone nuove) per renderlo inusuale, e ciò causa le paure, per dei meccanismi evolutivi di autodifesa.

Il fobico riesce a trovare la tranquillità solo in luoghi straconosciuti, con persone straconosciute, perchè ha problemi ad ambientarsi.

Quindi magari basterebbe capire il meccanismo che regola la familiarità con le cose, probabilmente legato alla frequenza (molto superiore per un fobico), per capire cosa possa servire per migliorare questo deficit.

Infatti anche un fobico, se ha coraggio, se continua a buttarsi nelle occasioni sociali, prima o poi non ha più paura.
Il problema è che in pochi hanno questa forza, perchè fa male fare certe esperienze.

Quindi ci vorrà una nuova medicina che agisca sul riconoscimento degli oggetti e delle persone da parte del sistema cognitivo, che permetta di far familiarizzare velocemente con ogni nuovo item che ora a noi ci scombussola completamente l'equilibrio mentale, una medicina che si chiamerà "riconoscimil"...

se così è e così sarà, un giorno dirò "ve l'avevo detto" e voi potrete dire "lo conosco, ho postato nello stesso thread!!!"

:lol: :lol: :lol:
Vecchio 20-03-2007, 22:19   #2
Intermedio
L'avatar di andrea870
 

Non è solo un discorso di abitudine ma anche di costanza.Anche se non si hanno risultati subito occorre perseverare,uscire ,fare esperienze nuove.Primo o poi i risultati arriveranno.
Vecchio 20-03-2007, 22:24   #3
Esperto
 

ottima osservazione

credo per chi in generale sia arrivato negli anni ad abbandonare la vita sociale , abbia perso ( magari mai avuto ) l'occasione di sviluppare quelle abitudini e sperimentare quelle scottature che fanno inizialmente male ma poi passano e ti lasciano il loro insegnamento .

purtroppo natura vuole che le esperienze si debbano fare a tempo debito , ogni cosa al suo momento .

penso che per tutti ogni prima esperienza , anche per i non fobici ed estroversi , sia un trauma pieno di preoccupazioni e timori .

per noi è molto peggio , è un'ostacolo insormontabile soprattutto da superare con le sole proprie forze .

ritengo si tratti di un processo di desensibilizzazione alle proprie paure , duro , lento , lungo ... bisogna farci il callo .

capisco anche che il problema sia sempre e comunque il primo passo per uscire dal pozzo dal quale guardiamo la vita degli altri ( e forse anche la nostra ) .

l'ideale sarebbe aiutarci tra di noi , perlomeno avremo di fornte una persona che ci può capire ed accettare .
Vecchio 20-03-2007, 22:57   #4
Esperto
L'avatar di dottorzivago
 

Concordo....è l'unico modo per uscire da questo problema e il risultato è garantito se si ha la costanza e l'impegno giusto.Si deve battere la testa tante e tante volte poi riprovare.....e riprovare in questo modo la situazione puo solo migliorare.

Se uno ha la fortuna e il coraggio di poter incontrare un gruppetto di questo forum potrebbe oerganizzare serate e uscite.PEr desensibilizzarsi a situazioni del tipo
Cenare in pubblico
Entrare nei locali
Ballare
Parlare e provarci con le ragazze
ecc....
Vecchio 20-03-2007, 23:42   #5
Esperto
L'avatar di calimero
 

Quote:
Originariamente inviata da dottorzivago
Concordo....è l'unico modo per uscire da questo problema e il risultato è garantito se si ha la costanza e l'impegno giusto.Si deve battere la testa tante e tante volte poi riprovare.....e riprovare in questo modo la situazione puo solo migliorare.

Se uno ha la fortuna e il coraggio di poter incontrare un gruppetto di questo forum potrebbe oerganizzare serate e uscite.PEr desensibilizzarsi a situazioni del tipo
Cenare in pubblico
Entrare nei locali
Ballare
Parlare e provarci con le ragazze
ecc....
purtroppo non è facile
per lontananze varie
e soprattutto xchè non tutti abbiamo le stesse fobie!
Vecchio 21-03-2007, 02:40   #6
Esperto
L'avatar di uffolo
 

concordo in pieno con tutto ciò che è stato scritto.......

io sono due anni che vivo in auto-isolamento, ho l'abitudine di vivere così, e spezzare questo stile di vita lo vivo come una morte interiore, un'ansia e un'angoscia pazzesca.....
Vecchio 21-03-2007, 03:43   #7
Avanzato
L'avatar di Spoon
 

Quote:
Originariamente inviata da calimero
Molti si concentrano sullo studio di questa malattia esaminando solo l'aspetto legato alla paura, l'ansia, che forse è un processo naturali per l'organismo.

Ma se il problema, o meglio, quello che differenzia noi dai normali, sia l'abitudine alle cose nuove? la frequenza?

Molte persone sono impacciate la prima volta che fanno una cosa, le persone normali però, dopo 1 o 2 volte si sentono a loro agio.

Ci ha problemi di timidezza, ansia o paure varie, forse ha qualche problema di tipo ambientale, l'organismo, il sistema cognitivo non riesce ad abituarsi all'ambiente, non riesce a renderlo comune, e bastano pochissime varianti (persone nuove) per renderlo inusuale, e ciò causa le paure, per dei meccanismi evolutivi di autodifesa.

Il fobico riesce a trovare la tranquillità solo in luoghi straconosciuti, con persone straconosciute, perchè ha problemi ad ambientarsi.

Quindi magari basterebbe capire il meccanismo che regola la familiarità con le cose, probabilmente legato alla frequenza (molto superiore per un fobico), per capire cosa possa servire per migliorare questo deficit.

Infatti anche un fobico, se ha coraggio, se continua a buttarsi nelle occasioni sociali, prima o poi non ha più paura.
Il problema è che in pochi hanno questa forza, perchè fa male fare certe esperienze.

Quindi ci vorrà una nuova medicina che agisca sul riconoscimento degli oggetti e delle persone da parte del sistema cognitivo, che permetta di far familiarizzare velocemente con ogni nuovo item che ora a noi ci scombussola completamente l'equilibrio mentale, una medicina che si chiamerà "riconoscimil"...

se così è e così sarà, un giorno dirò "ve l'avevo detto" e voi potrete dire "lo conosco, ho postato nello stesso thread!!!"

:lol: :lol: :lol:
Non male come teoria e penso sia così x molte cose , ma non credo che si possa risolvere il malessere,la fobia sociale,l'ansia, la timidezza solo col discorso dell'abitudine alle nuove cose . Tipo spesso a me viene l'ansia a fare cose già fatte + volte in precedenza e con quelle nuove invece no, veramente . Quindi secondo me centra il tuo discorso ma non è solo quello, xchè subentrano anche altri fattori, ti faccio un esempio--- se uno ha avuto una madre troppo opressiva,che gli ha provocato un trauma e non riesce a relazionarsi con le ragazze-penso non sia solo una questione di abitudine a relazionarsi con le ragazze , ma anche fare un lavoro con una psicologa x "rimuovere" il trauma !
Vecchio 21-03-2007, 08:35   #8
Banned
 

anche a me spesso l'apice del malessere viene per cose già fatte
Vecchio 21-03-2007, 10:51   #9
fwm
Principiante
 

Calimero sono d'accordo in pieno sul tuo intervento iniziale
quello che mi chiedo è perchè, un fobico, sebbene viva in maniera più o meno drammatica le sue fobie, tende a non affrontarle o ad aggirarle pur sapendo che non sarà felice così facendo, rimanendo quindi nel suo stato di depressione...tendendo nel tempo a volte a fare passi indietro, piu che avanti... Cioè, la paura di affrontare le proprie fobie è più grande delle eventuali conseguenze?
Vecchio 21-03-2007, 11:18   #10
Principiante
L'avatar di FrankieTeardrop
 

Quote:
Originariamente inviata da calimero
Quindi ci vorrà una nuova medicina che agisca sul riconoscimento degli oggetti e delle persone da parte del sistema cognitivo, che permetta di far familiarizzare velocemente con ogni nuovo item che ora a noi ci scombussola completamente l'equilibrio mentale, una medicina che si chiamerà "riconoscimil"...

Una "medicina" che mi ha aiutato molto in questo senso è stata imparare a suonare la chitarra e soprattutto improvvisare che è un po' la parola chiave che secondo me ci manca.
Spesso l'ansia nasce proprio da una volontà fittizia di voler controllare tutto ad ogni costo e quando ci imbattiamo in una novità che può essere per esempio una nuova conoscenza o una nuova situazione sociale si va nel panico perché non si sa cosa fare.
Con una mentalità più aperta e più abituata a improvvisare sicuramente saremmo molto più sicuri di noi stessi a buttarci in esperienze nuove, e imparare a suonare uno strumento secondo me è un ottimo allenamento per la mente.
Vecchio 21-03-2007, 21:13   #11
Esperto
L'avatar di calimero
 

Quote:
Originariamente inviata da fwm
Calimero sono d'accordo in pieno sul tuo intervento iniziale
quello che mi chiedo è perchè, un fobico, sebbene viva in maniera più o meno drammatica le sue fobie, tende a non affrontarle o ad aggirarle pur sapendo che non sarà felice così facendo, rimanendo quindi nel suo stato di depressione...tendendo nel tempo a volte a fare passi indietro, piu che avanti... Cioè, la paura di affrontare le proprie fobie è più grande delle eventuali conseguenze?
quello che ci frega è la costanza
ma ci frega perchè per essere normali dobbiamo affrontare le nostre paure molte più volte degli altri, e per noi è una grande sofferenza
è nella natura umana ritirare la mano quando ci si scotta, così noi ci ritiriamo dalla vita perchè ci fa male, siamo troppo sensibili
Vecchio 21-03-2007, 21:17   #12
Esperto
L'avatar di calimero
 

Quote:
Originariamente inviata da FrankieTeardrop
Quote:
Originariamente inviata da calimero
Quindi ci vorrà una nuova medicina che agisca sul riconoscimento degli oggetti e delle persone da parte del sistema cognitivo, che permetta di far familiarizzare velocemente con ogni nuovo item che ora a noi ci scombussola completamente l'equilibrio mentale, una medicina che si chiamerà "riconoscimil"...

Una "medicina" che mi ha aiutato molto in questo senso è stata imparare a suonare la chitarra e soprattutto improvvisare che è un po' la parola chiave che secondo me ci manca.
Spesso l'ansia nasce proprio da una volontà fittizia di voler controllare tutto ad ogni costo e quando ci imbattiamo in una novità che può essere per esempio una nuova conoscenza o una nuova situazione sociale si va nel panico perché non si sa cosa fare.
Con una mentalità più aperta e più abituata a improvvisare sicuramente saremmo molto più sicuri di noi stessi a buttarci in esperienze nuove, e imparare a suonare uno strumento secondo me è un ottimo allenamento per la mente.
potrebbe essere un'ideam
ma mi sa che tra noi ci sono anche diversi artisti di vari campi che cmq hanno problemi con gli altri
io stesso ho avuto diversi approcci con la musica
credo che sia più la necessità di stare con altri per suonare, che ti ha dato le occasioni forzate di relazioni, che piuttosto la mentalità artistica
anche perchè c'è un sacco di gente molto in alto in certi lavori che è molto puntigliosa, forse sono ansiosi, ma non hanno eccessive fobie
io cmq sono abitudinario, quindi si, i cambiamenti mi infastidiscono
Vecchio 22-03-2007, 03:46   #13
Esperto
L'avatar di pisendlav
 

Quote:
Originariamente inviata da fwm
Calimero sono d'accordo in pieno sul tuo intervento iniziale
quello che mi chiedo è perchè, un fobico, sebbene viva in maniera più o meno drammatica le sue fobie, tende a non affrontarle o ad aggirarle pur sapendo che non sarà felice così facendo, rimanendo quindi nel suo stato di depressione...tendendo nel tempo a volte a fare passi indietro, piu che avanti... Cioè, la paura di affrontare le proprie fobie è più grande delle eventuali conseguenze?
Mi sembra che prima approvi, poi disapprovi. Ti chiedi, giustamente, perchè molti di noi vivono male la propria condizione determinata dalla fobia, ma non per questo fanno qualcosa per cambiare, consapevoli che continueremo a star male. In altre parole diventiamo statici, abitudinari.
Secondo me la poca esperienza è una conseguenza della fobia, non il contrario. Rimane il fatto che si instaura un circolo vizioso che aggrava la situazione sempre di più, perchè più passa il tempo più ci sentiamo davvero diversi, criticabili, quasi inferiori. Gli altri vivono, amano, fanno esperienze. Noi vorremmo, ma senza saperne la ragione non ci riusciamo.

Riprendo le tue parole Calimero:
"Molti si concentrano sullo studio di questa malattia esaminando solo l'aspetto legato alla paura, l'ansia, che forse è un processo naturali per l'organismo."
Secondo me è l'approccio giusto. Qualcuno ha problemi biochimici, qualcuno psicologici, qualcuno entrambi. La cosa migliore è prendere atto del problema e cercare una soluzione tramite la medicina e/o la psicoterapia. Chi ce la fa fare di continuare a stare male senza raccogliere i frutti di tanta fatica di vivere? Ha un costo sia finanziario che di impegno, ma tentare è un dovere!
Vecchio 22-03-2007, 10:43   #14
Principiante
L'avatar di FrankieTeardrop
 

Quote:
Originariamente inviata da calimero
Quote:
Originariamente inviata da FrankieTeardrop
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Originariamente inviata da calimero
Quindi ci vorrà una nuova medicina che agisca sul riconoscimento degli oggetti e delle persone da parte del sistema cognitivo, che permetta di far familiarizzare velocemente con ogni nuovo item che ora a noi ci scombussola completamente l'equilibrio mentale, una medicina che si chiamerà "riconoscimil"...

Una "medicina" che mi ha aiutato molto in questo senso è stata imparare a suonare la chitarra e soprattutto improvvisare che è un po' la parola chiave che secondo me ci manca.
Spesso l'ansia nasce proprio da una volontà fittizia di voler controllare tutto ad ogni costo e quando ci imbattiamo in una novità che può essere per esempio una nuova conoscenza o una nuova situazione sociale si va nel panico perché non si sa cosa fare.
Con una mentalità più aperta e più abituata a improvvisare sicuramente saremmo molto più sicuri di noi stessi a buttarci in esperienze nuove, e imparare a suonare uno strumento secondo me è un ottimo allenamento per la mente.
potrebbe essere un'ideam
ma mi sa che tra noi ci sono anche diversi artisti di vari campi che cmq hanno problemi con gli altri
io stesso ho avuto diversi approcci con la musica
credo che sia più la necessità di stare con altri per suonare, che ti ha dato le occasioni forzate di relazioni, che piuttosto la mentalità artistica
anche perchè c'è un sacco di gente molto in alto in certi lavori che è molto puntigliosa, forse sono ansiosi, ma non hanno eccessive fobie
io cmq sono abitudinario, quindi si, i cambiamenti mi infastidiscono
Suonare mi ha di certo dato un aiuto in più per creare nuove relazioni e trovare nuovi amici, questo è innegabile; ma il vero punto di forza secondo me è stato avvicinarmi all'arte non più con spirito passivo, ma con uno spirito creativo che ha educato la mia mente a perdere pian piano quella volontà di voler avere tutto sotto controllo che poi era la principale fonte di scatenamento dell'ansia per me.
Il mio psicoterapeuta mi aveva insegnato anche un trucco per eliminare ancora di più questa ansia. Ogni volta che entravo in un luogo potenzialmente ansiogeno (metti per esempio il tram o un locale in cui non ero mai stato) dovevo assiduamente ripetermi nella testa la seguente frase:
"non mi frega niente del controllo, non mi frega niente del controllo, non mi frega niente del controllo..."
Devo dire che in alcuni casi mi è stata molto utile per affrontare situazioni sociali nuove.
Vecchio 28-01-2009, 02:02   #15
Avanzato
L'avatar di ElDiaDeLaFobia
 

Quote:
Originariamente inviata da calimero
Molti si concentrano sullo studio di questa malattia esaminando solo l'aspetto legato alla paura, l'ansia, che forse è un processo naturali per l'organismo.

Ma se il problema, o meglio, quello che differenzia noi dai normali, sia l'abitudine alle cose nuove? la frequenza?

Molte persone sono impacciate la prima volta che fanno una cosa, le persone normali però, dopo 1 o 2 volte si sentono a loro agio.

Ci ha problemi di timidezza, ansia o paure varie, forse ha qualche problema di tipo ambientale, l'organismo, il sistema cognitivo non riesce ad abituarsi all'ambiente, non riesce a renderlo comune, e bastano pochissime varianti (persone nuove) per renderlo inusuale, e ciò causa le paure, per dei meccanismi evolutivi di autodifesa.

Il fobico riesce a trovare la tranquillità solo in luoghi straconosciuti, con persone straconosciute, perchè ha problemi ad ambientarsi.

Quindi magari basterebbe capire il meccanismo che regola la familiarità con le cose, probabilmente legato alla frequenza (molto superiore per un fobico), per capire cosa possa servire per migliorare questo deficit.

Infatti anche un fobico, se ha coraggio, se continua a buttarsi nelle occasioni sociali, prima o poi non ha più paura.
Il problema è che in pochi hanno questa forza, perchè fa male fare certe esperienze.

Quindi ci vorrà una nuova medicina che agisca sul riconoscimento degli oggetti e delle persone da parte del sistema cognitivo, che permetta di far familiarizzare velocemente con ogni nuovo item che ora a noi ci scombussola completamente l'equilibrio mentale, una medicina che si chiamerà "riconoscimil"...

se così è e così sarà, un giorno dirò "ve l'avevo detto" e voi potrete dire "lo conosco, ho postato nello stesso thread!!!"

:lol: :lol: :lol:
mmm mi autoboccio la teoria
anche con l'abitudine non se ne esce
basta rallentare e torni a capo
il problema è profondo e quando è radicato non c'è social-cognitiva che tenga!
Vecchio 28-01-2009, 14:49   #16
Banned
 

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Originariamente inviata da calimero
Quote:
Originariamente inviata da dottorzivago
Concordo....è l'unico modo per uscire da questo problema e il risultato è garantito se si ha la costanza e l'impegno giusto.Si deve battere la testa tante e tante volte poi riprovare.....e riprovare in questo modo la situazione puo solo migliorare.

Se uno ha la fortuna e il coraggio di poter incontrare un gruppetto di questo forum potrebbe oerganizzare serate e uscite.PEr desensibilizzarsi a situazioni del tipo
Cenare in pubblico
Entrare nei locali
Ballare
Parlare e provarci con le ragazze
ecc....
purtroppo non è facile
per lontananze varie
e soprattutto xchè non tutti abbiamo le stesse fobie!
cali...secondo me il fatto che non abbiamo tutti certe paure non significa nulla...secondo me il fatto che stai scrivendo sul forum per me significa che sei pronto ad aprirti ad una persona in difficoltà...

voglio dire....esempio...un cieco e un paralitico non hanno gli stessi problemi...ma...ma sono sicuro che insieme si aiuterebbero reciprocamente e si farebbero da supporto morale reciproco...non so se mi spiego...

stessa cosa secondo me in u ncaso come questo...

ad esempio...io ...non sono fobicissimo, solo un po' timido forse e un po' troppo disabituato a conversare...
però già questi pochi problemi mi hanno permesso di conoscere un sneso di inadeguatezza interiore e nell'interazione con gli altri, un senso di frustrazione, rabbia, dolore, sofferenza....

ecco...secondo me questo già aiuta a capire chi qualche problema ce l'ha...in qualche modo qui c'è gente che una qualche forma di sofferenza l'ha provata/la prova....

cosa intendo?

Una persona normale (che pensa solo a divertirsi e che ha pochi problemi) vede uno che sta sempre zitto....cosa pensa probabilmente? "quello è una persona ultra timida con un sacco di paranoie, problemi...quasi uno "sfigato/disadattato"....non sa divertirsi ecc...ecc..."

Viceversa...prendiamo un ragazzo come me (che seppur non fobicissimo ha percepito un certo tipo di sensazioni dentro di sè e che ha riflettutto parecchio, anche troppo :lol:, sui problemi che affliggono l'utenza di questo forum)....ecco...è probabile che se io vedo una persona fobica non parto con giudizi su quella persona (magari nemmeno cattivi, ma oggettivi..."quella persona è silenziosa, non si fa avvicinare ecc...ecc...")...
magari constato con gli occhi ciò, ma credo di essere più predisposto a rivolgerle la parola...

ad esempio....
nella vita di tutti i giorni non ho problemi a scherzare con persone estroverse, egocentriche, fighetti ecc...ecc...

ma quando mi relaziono con una persona più timida, introversa, seria ecc...ecc....(pur avendo allo stesso tempo una parte del mio carattere burlone/estroverso) lo faccio con lo stesso "amore"/voglia....anzi forse sono quasi più spinto a conoscere cosa si nasconde dietro a tanta riservatezza ecc...ecc...e sono disposto a capire senza problemi.

Se vai da una persona "normale" e le dici "ho la nausea quando sono in pubblico per il terrore"....beh può capitare che ci rimanga un po' sgomenta/incredula.

Io? io è probabile che risponderei "ah sì....ti capisco....so cosa significhino avere certi blocchi, timori non controllati ecc..ecc....ti parlerei partendo già con un rapporto più fraterno credo....."
Poi non so se è così per tutti i fobici di sto forum...
Vecchio 28-01-2009, 20:16   #17
Esperto
L'avatar di calinero
 

ho intraletto mezza riga
chissà se rispondo giusto
cmq non mi apro facilmente con i normaloni, è questo il punto
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