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12-08-2013, 13:55
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#1
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Avanzato
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 402
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"La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno
ma dalla incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti
o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inamissibili.
Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario.
Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia,
perchè nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario
e l’amicizia fiorisce soltanto quando un individuo è memore della propria individualità e non si identifica più negli altri."
C.G.Jung
Penso sia vero per molti aspetti, almeno per me in buona parte è così. Voi che ne pensate?
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Ultima modifica di darkside; 19-09-2013 a 01:29.
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12-08-2013, 14:17
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#2
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Torino
Messaggi: 1,451
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Idem..
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12-08-2013, 15:12
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 2,270
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Quote:
Originariamente inviata da darkside
Ho appena letto questo pensiero e lo trovo molto significativo:
"La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno
ma dalla incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti
o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inamissibili.
Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario.
Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia,
perchè nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario
e l’amicizia fiorisce soltanto quando un individuo è memore della propria individualità e non si identifica più negli altri."
C.G.Jung
Penso sia vero per molte persone, almeno per me in buona parte è così. Voi che ne pensate?
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La frase in grassetto è ancora una di quelle frasi che vogliono far credere che chi è solo ha qualcosa in più degli altri.
Io sono solo anche perchè so tante cose IN MENO degli altri e quindi parlo poco, mi esprimo poco e male. Che cosa sapete voi in più degli altri che gli altri NON sanno?
Un mio amico estroverso che sa un sacco di cose su artisti, libri, musica, ecc [come vedete cose che anche voi ritenete "serie"] e che fa mille cose, sa molte più cose degli altri, infatti spesso parla solo lui per minuti eppure NON è solo, anzi. E' una bravissima persona con cui molti stanno bene insieme.
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12-08-2013, 15:31
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#4
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Banned
Qui dal: Dec 2012
Messaggi: 2,958
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sì, infatti, anch'io penso che non sia giusto dire che quando uno è solo è perchè sa più degli altri, ci sono tantissime persone che sono estroverse e sanno tantissimo, e tante persone timide ed introverse che sanno pochissimo
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12-08-2013, 15:40
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#5
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Banned
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: Nella mia testa
Messaggi: 4,344
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Quote:
Originariamente inviata da IlForumista
sì, infatti, anch'io penso che non sia giusto dire che quando uno è solo è perchè sa più degli altri, ci sono tantissime persone che sono estroverse e sanno tantissimo, e tante persone timide ed introverse che sanno pochissimo
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Non credo si tratti di "sapere di più", quanto di "pensare in modo diverso" (il che non significa che le proprie idee siano necessariamente migliori, anche se da nuovi modi di pensare, talvolta, può nascere anche qualcosa di nuovo e di geniale che, magari, non subito viene capito ed apprezzato - con conseguente sensazione d'isolamento e incomprensione).
Credo che Jung la intendesse così, ma magari mi sbaglio.
Certe riflessioni, certe suggestioni, possono solo nascere dalla solitudine (non necessariamente patologica) e dall'introspezione, secondo me.
Tra l'altro, lo spiega bene anche Jung stesso:
Quote:
La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno
ma dalla incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti.
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Edit!
Ecco, darkside si è spiegata/o meglio di me. Quoto!
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Ultima modifica di Blue_Moon; 12-08-2013 a 15:43.
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12-08-2013, 15:42
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#6
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Avanzato
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 402
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Quote:
Originariamente inviata da Kody
La frase in grassetto è ancora una di quelle frasi che vogliono far credere che chi è solo ha qualcosa in più degli altri.
Io sono solo anche perchè so tante cose IN MENO degli altri e quindi parlo poco, mi esprimo poco e male. Che cosa sapete voi in più degli altri che gli altri NON sanno?
Un mio amico estroverso che sa un sacco di cose su artisti, libri, musica, ecc [come vedete cose che anche voi ritenete "serie"] e che fa mille cose, sa molte più cose degli altri, infatti spesso parla solo lui per minuti eppure NON è solo, anzi. E' una bravissima persona con cui molti stanno bene insieme.
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In questo caso per come la vedo io, per "il sapere " non si intende la quantità di cultura che una persona possiede. Ma la percezione che un individuo ha delle cose, la sua capacità di guardare sotto altre prospettive, le domande che si pone, domande che delle persone totalmente integrate nella società non si fanno mai.
Questo "sapere" non lo trovo presuntuoso, è solo la conoscenza che deriva da alcuni stati d'animo che altri ignorano o non proveranno mai.
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12-08-2013, 15:52
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#7
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: Nord
Messaggi: 1,686
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12-08-2013, 15:59
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#8
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Banned
Qui dal: Dec 2012
Messaggi: 2,958
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Quote:
Originariamente inviata da Blue_Moon
Non credo si tratti di "sapere di più", quanto di "pensare in modo diverso" (il che non significa che le proprie idee siano necessariamente migliori, anche se da nuovi modi di pensare, talvolta, può nascere anche qualcosa di nuovo e di geniale che, magari, non subito viene capito ed apprezzato - con conseguente sensazione d'isolamento e incomprensione).
Credo che Jung la intendesse così, ma magari mi sbaglio.
Certe riflessioni, certe suggestioni, possono solo nascere dalla solitudine (non necessariamente patologica) e dall'introspezione, secondo me.
Tra l'altro, lo spiega bene anche Jung stesso:
Edit!
Ecco, darkside si è spiegata/o meglio di me. Quoto!
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sì, solo che lui era un filosofo\psicanalista che è vissuto in altri tempi completamente diversi da oggi, ormai al giorno d'oggi (ma già nel 900 sembra da quello che ho studiato ) non è più possibile questo, infatti non ci sono più poeti, filosofi, artisti come vi erano una volta, ormai tutti questi pensieri sono tutte pippe disfunzionali (e io sono il primo a farmene), che hanno pure lo svantaggio di estraniarci dagli altri....ormai uno non è che è solo perchè vede oltre le cose, è solo perchè è asociale, e poi dopo acquista certe capacità...all'epoce di jung forse era anche il contrario, comunque secondo me nel nostro contesto la frase di jung non ha più senso, imho
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12-08-2013, 16:32
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 1,573
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vale anche per me. anche se ho incontrato tante persone nella mia vita, non sono mai riuscita a comunicare realmente con loro.
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13-08-2013, 03:06
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#10
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 653
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Io credo che la solitudine scaturisca principalmente dal fatto che ci sentiamo diversi e incompresi , non penso dipenda dal grado di cultura generale, almeno per me è cosi.
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13-08-2013, 09:45
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#11
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Banned
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Abruzzo
Messaggi: 2,291
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Meglio soli che truzzo-accompagnati.
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13-08-2013, 22:31
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#12
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Principiante
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 62
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La solitudine brutta malattia, l'abitutine come antidoto ti costringe ad accettare, farla tua, senza capire che in realtà è lei ad impossessarsi di te. Ti avvolge nelle notti dentro stanze soffocate dal silenzio, mentre cerchi ciò che non c'è dentro la testa sognando un po di compagnia, parli con te stesso, cercando soluzioni ad enigmi complicati, irrisolti e spesso inesistenti. La solitudine di fronte ad un frigo cercando l'ispirazione per cucinare la cena e un attimo dopo ritrovarsi seduto di fronte a un tavolino con le misure perfette solo per te stesso, mangiando un panino col solo intento di riempire un senso di vuoto nello stomaco, poi ti accorgi subito dopo averlo ingurgitato che in realtà il vuoto è ben oltre il tuo stomaco.
La solitudine dei forti, quasi convinti di stare soli per scelta e non per obbligo, mentre quella maschera sempre più vecchia ormai crolla a pezzi per ritrovarsi di fronte ad uno specchio senza avere più il coraggio di mentire a se stessi.
La solitudine dei deboli, in un angolo di strada, si accartocciano prendendo la forma dei cartoni usati per coperte, dove ormai anche i sogni sono un lusso e l'indifferenza del mondo che gli circonda è normale routine.
Solitudine in giorni dispersi dentro pensieri su come sarà, tra venti o trent'anni quando la forza e il coraggio svaniranno, quando il cane che attende il tuo risveglio al mattino sarà dovuto andar via, ci sarà ancora qualcosa che darà la forza?
La solitudine in mezzo a tante persone, passando in una strada affollata ti sfiorano, ridono, scerzano tra loro, di fronte a te una coppietta si scambia carezze e dolcezze e, mentre sorridi fingendo d'essere contento per la loro felicità, in realtà stai morendo dal dolore. Quindi ritorni nella tua gabbia ben chiusa, con la certezza di far entrare solo la tua dose quotidiana di ossigeno per tirare a campare e nulla più, mentre la fuori il mondo gira, i giorni e le notti si alterneranno anche se con premura chiuderai tutte le finestre di casa per non far entrare la luce del sole, i giorni e il tempo passeranno senza senso e, quello che oggi è "potrei fare", diventerà "avrei potuto fare", forse piangerai ormai troppo debole e stanco per reagire attendendo una brezza d'autunno per far cadere le tue foglie, o riderai soddisfatto, d'esser restato sino alla fine, mentre sdraiato sotto una quercia un alito di vento ruberà la tua primavera.
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13-08-2013, 23:13
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#13
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Intermedio
Qui dal: Aug 2010
Messaggi: 191
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Qualcuno di voi ha letto "Uscire dalla solitudine" di Olga Chiaia? Se si vale la pena leggerlo o dice cose scontate?
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13-08-2013, 23:35
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#14
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Circolo dei matti
Messaggi: 1,734
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Quote:
Originariamente inviata da Cloudless
La solitudine brutta malattia, l'abitutine come antidoto ti costringe ad accettare, farla tua, senza capire che in realtà è lei ad impossessarsi di te. Ti avvolge nelle notti dentro stanze soffocate dal silenzio, mentre cerchi ciò che non c'è dentro la testa sognando un po di compagnia, parli con te stesso, cercando soluzioni ad enigmi complicati, irrisolti e spesso inesistenti. La solitudine di fronte ad un frigo cercando l'ispirazione per cucinare la cena e un attimo dopo ritrovarsi seduto di fronte a un tavolino con le misure perfette solo per te stesso, mangiando un panino col solo intento di riempire un senso di vuoto nello stomaco, poi ti accorgi subito dopo averlo ingurgitato che in realtà il vuoto è ben oltre il tuo stomaco.
La solitudine dei forti, quasi convinti di stare soli per scelta e non per obbligo, mentre quella maschera sempre più vecchia ormai crolla a pezzi per ritrovarsi di fronte ad uno specchio senza avere più il coraggio di mentire a se stessi.
La solitudine dei deboli, in un angolo di strada, si accartocciano prendendo la forma dei cartoni usati per coperte, dove ormai anche i sogni sono un lusso e l'indifferenza del mondo che gli circonda è normale routine.
Solitudine in giorni dispersi dentro pensieri su come sarà, tra venti o trent'anni quando la forza e il coraggio svaniranno, quando il cane che attende il tuo risveglio al mattino sarà dovuto andar via, ci sarà ancora qualcosa che darà la forza?
La solitudine in mezzo a tante persone, passando in una strada affollata ti sfiorano, ridono, scerzano tra loro, di fronte a te una coppietta si scambia carezze e dolcezze e, mentre sorridi fingendo d'essere contento per la loro felicità, in realtà stai morendo dal dolore. Quindi ritorni nella tua gabbia ben chiusa, con la certezza di far entrare solo la tua dose quotidiana di ossigeno per tirare a campare e nulla più, mentre la fuori il mondo gira, i giorni e le notti si alterneranno anche se con premura chiuderai tutte le finestre di casa per non far entrare la luce del sole, i giorni e il tempo passeranno senza senso e, quello che oggi è "potrei fare", diventerà "avrei potuto fare", forse piangerai ormai troppo debole e stanco per reagire attendendo una brezza d'autunno per far cadere le tue foglie, o riderai soddisfatto, d'esser restato sino alla fine, mentre sdraiato sotto una quercia un alito di vento ruberà la tua primavera.
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