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Vecchio 21-07-2015, 10:37   #21
Esperto
L'avatar di Bluevelvet93
 

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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma essendo indipendente dalla conoscenza dei fatti non la si può produrre di certo con un sistema o metodo generale legato alla consapevolezza l'accettazione.
Ci sono alcune cose che vengono viste come raggiungibili e poi uno capisce che non è così. Quindi è anche un discorso di conoscenza vero e proprio.
Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Perché mai dovrebbe muovere un dito una persona se è davvero rassegnata e accetta tutto placidamente?
Per essere rassegnato non intendo non muovere un dito o non trovare qualcosa negativo, ma semplicemente non starci più così male e vederla come una cosa che ti ossessiona.
Quote:
Originariamente inviata da Dedalus Visualizza il messaggio
Con ironia, cioè. Ma l'ironia è un tocco lieve, lascia le cose come sono.
Le cose si cambiano solo se vengono sbilanciate; e lo squilibrato, nella natura, è l'uomo.
Non necessariamente con ironia. Ma se essere squilibrati per cambiare le cose comporta il vivere male, a questo punto è meglio non cambiare niente se il prezzo è quello di diventare "martiri".

Ultima modifica di Bluevelvet93; 21-07-2015 a 10:47.
Vecchio 21-07-2015, 11:03   #22
Esperto
 

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Originariamente inviata da Bluevelvet93 Visualizza il messaggio
Spesso si sente parlare di questo concetto come se fosse una cosa negativa. Ok, se c' è rassegnazione allora è automatico che c' è qualcosa che non piaccia e che si da per scontato che sia una condizione irragiungibile, ma a volte per me bisogna prendere atto di certe cose e rassegnandosi il tutto diventa più accettabile. Ah, sia chiaro, il mio discorso si applica a degli ideali utopici, non a cose che sono alla nostra portata per avere la scusa di non muovere dito. Se uno, per esempio, sogna che non ci siano più morti di fame di fatto deve rassegnarsi. E rassegnandosi la vive in maniera molto migliore rispetto a quando la sentiva come una cosa "inaccettabile". Naturalmente si può applicare lo stesso discorso anche per i nostri problemi. Voi che ne pensate?
Sí.

Ma per rassegnarsi, almeno per me, non dovrebbero esistere gli altri, non dovrei vedere tutto il giorno quanto per loro sia facile tutto quello che per me non lo è mai stato.
Non si smette mai di desiderare di essere normali.
Ringraziamenti da
zoe666 (21-07-2015)
Vecchio 21-07-2015, 11:46   #23
Esperto
L'avatar di dotrue
 

Credo che si confonda il concetto di rassegnazione con quello di accettazione...confine molto sottile ma che fa la differenza tra conoscere i propri limiti senza volersene fare una ragione e conoscerli sapendo che ce li abbiamo, forse nn andranno via, ma possiamo puntare ad altro per essere in qualche modo felici ugualmente.
Vecchio 21-07-2015, 15:36   #24
Banned
 

Se penso al termine rassegnazione mi viene in mente qualcosa che viene prima temporalmente o concettualmente dell'accettazione. Ad esempio se domani devo andare a fare una gita in montagna e sono preoccupato per le condizioni meteo posso sperare che non ci sia pioggia fino a previsioni di alcune ore. Se, per dire, un certo numero di ore prima porta temporale ci si può rassegnare (a seconda della personale conoscenza dei fenomeni meteo) che la gita non si farà, anche se con qualche minima probabilità ci potrebbe essere anche tempo solo nuvoloso; l'accettazione del maltempo arriva nel momento in cui so che sta piovendo.
Perciò la rassegnazione porta con sè il fatto che la probabilità positiva non è zero, ma molto vicina a questo valore, e non si ha più la forza di credere, di sperare, di volere. C'è spesso un margine di errore nella rassegnazione, c'è qualcosa di emotivo dentro, rispetto all'accettazione della realtà che è una cosa razionale.
Vecchio 21-07-2015, 16:08   #25
Esperto
L'avatar di Noriko
 

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Originariamente inviata da Bluevelvet93 Visualizza il messaggio

Per essere rassegnato non intendo non muovere un dito o non trovare qualcosa negativo, ma semplicemente non starci più così male e vederla come una cosa che ti ossessiona.

E' quello che dicono molti psicologi e da un certo punto di vista è giusto, ma manca quel qualcosa che serve per pensarla così.
Credo che ci si può rassegnare cercando di dimenticare il problema se spostiamo la nostra attenzione su cose che potrebbero interessarci di più, certo il problema non si dileguerà di conseguenza ma assumerà meno importanza come dice Bluevelvet, insomma una soluzione semplicistica ma quella che in fondo funziona ancora.
Il distrarsi e il dimenticare.
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