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Originariamente inviata da Noriko
Lo so, il problema del disagio almeno nella maggioranza dei casi è nostro, ma non sono d'accordo con il dire che se uno non cambia è perché non lo vuole.
Anche se è nostro il problema non è detto che la soluzione ne derivi di conseguenza o che ci sia eventualmente.
E' qui secondo me che c'è a mio parere una dissonanza che il volere non è sempre potere purtroppo, la gente non ci gode a star male e non ha seconde finalità inconsce.
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E' una scelta ideologica.
Anni indietro si discuteva del determinismo in filosofia (e anche in piscologica), facendo derivare da un principio inesorabile di causa ed effetto la vita delle persone.
Questo principio, questo modo di vedere le cose, che nelle sue massime espressioni credo sia abbastanza talebano (io non sono d'accordo con il determinismo, ma neanche ad ignorarlo del tutto come oggi), punta ovviamente il dito sui problemi sociali e le caratteristiche ambientali per la spiegazione dei disturbi e anche una eventuale soluzione.
Ma questo ha un prezzo politico, scegliere di pensare che uno Stato debba intervenire per aiutare chi soffre o non è inserito nel tessuto sociale, non è lasciato all'individuo di arrangiarsi con le proprie forze, poichè il determinismo stesso impedisce di pensare che si possa uscire autonomamente dal proprio destino indotto dal principio di causa ed effetto.
L'attuale direzione dell'intera società è rivolta invece ad una individualizzazione sfrenata che si concretizza, in queste speculazioni, in una sorta di autoconvincimento, allineamento verso il pensiero sociale diffuso, ma che nasconde di fatto secondo me una selezione a vita del più idoneo, del più resistente ai colpi della sorte che è del tutto darwiniana e nazista di fondo.