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Vecchio 19-04-2016, 00:07   #1
Esperto
L'avatar di filosofo
 

La più consistente scoperta che ho fatto negli ultimi mesi è che ho perso del tutto la - già molto bassa - componente di altruismo che avevo.

Premessa: credo che il vero altruismo sia una panzana fotonica, o meglio, sia una forma di egoismo vestita con l'"abito buono", più sfumata, ma, in qualche misura, si cerca sempre un appagamento, o, termine più forte, un tornaconto.

L'appagamento può consistere nel guadagnare punti per accreditarsi in Paradiso, può essere una poderosa rinfocolata di autostima, può essere la reviviscenza di un sentimento di commessione/spiritualità/amore (che in ogni caso giova a chi ne è attore), talvolta è un modo per fare bella figura, ecc. ecc.
Insomma, mi puzza.

In ogni caso gli ultimi episodi di "altruismo" risalgono a mesi fa, quando per lavoro ho fatto più di quanto avrei dovuto fare, l'ho fatto con trasporto, sposando le esigenze delle persone che avevo di fronte.
Ci tenevo.

Mi è valso qualche complimento, poco più.

Nessun karma positivo è venuto a solleticarmi e propormi un qualche tipo di contentino SERIO.
E' invece capitato, su un panel di 38 persone occupate nello stesso ruolo, che il karma abbia bussato ad altre porte, decisamente meno affacendate e scrupolose.

Credo abbia contribuito a imbruttire ancora di più il mio carattere.
Ricordo che una decina di anni fa mi ero interessato al coaching, scrivevo, facevo, e davvero mi piaceva aiutare gli altri. Ho potuto "toccare" alcune persone, aiutarle sul serio.

Ancora oggi mi interesso di coaching, ma non me ne frega più un c... di aiutare gli altri. è diventata ormai un'attività di mera e leziosa ricerca, semmai per tirare fuori qualcosa di interessante dalla mia di persona.

Sto lavorando, ma senza entusiasmi, senza trasporto, non ho più quella voglia di dare che invece 5-6 anni fa mi aveva fatto guadagnare moltissimi punti e mi aveva reso, pur molto giovane, una persona di riferimento da interpellare su molte problematiche.

Sono spento, arido, pavido, potrei dare molto di più ma mi sento a disagio, inadeguato, estraneo, ed è tremendo, perché in realtà sto invecchiando. E tendenzialmente questo comporta crescita, e non disgregazione interiore.

Davvero, dopo l'ultima esperienza in cui ero in un contesto dinamico, ora che sono in un contesto statico anziché costruirmi una vita "normale" (prima tecnicamente assai difficile), sto asfaltando i polmoni, innaffiando la piantina della cirrosi, maledicendo un mucchio di cose e perdendo giorno dopo giorno l'interesse per gli altri.

Mi ha sempre incuriosito e stimolato l'attività imprenditoriale, ma è fuori discussione ora come ora.. Devi soddisfare i bisogni delle persone... Ma se dei bisogni delle persone non te ne frega più nulla?

Ho una persona che direi "molto cara", un'affinità di cervelli estremamente rara, ma... se fino a tot mesi fa avrei potuto pensare: "Se se ne andasse lei, sarebbe davvero difficile la situazione, come farei a dimenticarla?".. Ora quello che penso è: "Va beh, chissene".

Perdere l'interesse per gli altri è una cosa che rischia di gambizzare ogni tuo progetto di qualsiasi tipo ...

Ragazzi, brutta storia.

E voi?

Ultima modifica di filosofo; 19-04-2016 a 00:13.
Vecchio 19-04-2016, 00:34   #2
Banned
 

Premesso che l'altruismo è anche egoismo, come dici tu...

Lo faccio perché mi va. Perché ho voglia di farlo. Perché non voglio che la gente soffra e patisca delle sofferenze.
Non mi aspetto nulla in cambio e non voglio niente in cambio.

E ti dirò di più: non mi sento una persona migliore nel momento in cui "aiuto" qualcuno. Sempre se è vero che io lo stia aiutando ...

Il vero altruismo è prendere il tuo pane e darlo agli affamati quando il tuo stomaco brontola da tre giorni, non le cazzate che faccio io o chiunque non si trova in queste condizioni.

Per questo motivo non ci vedo niente di speciale ma, invero, è una cosa che fai se te la senti, se provi empatia per chi soffre.
Vecchio 19-04-2016, 01:23   #3
Principiante
L'avatar di Siren
 

Secondo me l'altruismo, il gesto di aiutare qualcuno, è un modo per entrare in contatto con quella persona. Ho sempre preferito i fatti alle parole, quindi quando posso sono sempre propensa nel dare una mano. Anche per sentirsi accettati... almeno per me è così.
Poi ogni tanto, un po' di sano menefreghismo ci sta. Che siano anche gli altri a venirci incontro.

Quote:
Originariamente inviata da GameOver Visualizza il messaggio
Per questo motivo non ci vedo niente di speciale ma, invero, è una cosa che fai se te la senti, se provi empatia per chi soffre.
E si, è una questione di empatia.

Per come sono fatta io, è un qualcosa di automatico. Inizialmente sottoforma di gesto disinteressato (anche se dipende dalla persona), poi con il tempo attribuisco delle motivazioni a ciò che mi ha spinto ad agire in quel modo.
Vecchio 19-04-2016, 01:28   #4
Banned
 

Ma a parte il discorso dell'altruismo, mi pare che inizialmente ci fosse l'entusiasmo per il nuovo lavoro e voglia di mettercela tutta, e alcune soddisfazioni iniziali che hanno incoraggiato il processo.
Mentre ora delle delusioni ti hanno fatto passare un pò la voglia di impegnarti a fondo nel tuo lavoro e per gli altri.
Lo vedo normale.
Poi un pò ci si forza per necessità, un pò qualche soddisfazione/gesto gentile inaspettato (si spera) fa ritrovare la voglia, un pò qualche delusione la rispegne e così via.
Vecchio 19-04-2016, 08:26   #5
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

sono momenti, è normale avere dei cali di passione, specialmente se riguarda il proprio lavoro

a volte basta poco per ritrovare entusiasmo, un incontro, una lettura o semplicemente il ricordo di come ti sentivi ti verranno in aiuto, l'importante è avere un atteggiamento ricettivo
Vecchio 19-04-2016, 08:37   #6
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
La più consistente scoperta che ho fatto negli ultimi mesi è che ho perso del tutto la - già molto bassa - componente di altruismo che avevo.
E' capitato anche a me, ma ormai sono una decina d'anni circa. Da ragazzino se vedevo un animale in difficoltà facevo il possibile per aiutarlo, adesso mi giro dall'altra parte. Non parliamo di quanto poco ora me ne freghi delle persone, sostanzialmente sfioro la paranoia. Persone in condizioni peggiori delle mie appaiono alla mia mente distorta come competitori per cibo e acqua (e no, non ce n'è per tutti), verso quelli in condizioni migliori si somma anche l'invidia.

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Perdere l'interesse per gli altri è una cosa che rischia di gambizzare ogni tuo progetto di qualsiasi tipo ... Ragazzi, brutta storia. E voi?
La vedo, se posso permettermi, un'interpretazione un po' troppo intellettuale del tema. I progetti, in Italia oggi, riescono o se si è geni nel proprio campo e si è indispensabili e non rimpiazzabili, oppure riescono proprio perché non ci si fanno scrupoli etici. Ovvero, delle due è, l'etica a stroncare le gambe al miglioramento della propria condizione o realizzazione di progetti.

Se come mi pare di capire, per te è una "brutta storia" nel senso di mancanza di altruismo, per me è una brutta storia nel senso di presenza (mia) di troppi scrupoli.

Ora come ora ho perso il senso di empatia e nemmeno ci ho guadagnato "in cambio" denaro o soprattutto miglioramenti sul piano dell'aspetto fisico. In retrospettiva alla fine meglio così; tanto la mia condizione sarebbe comunque rimasta la stessa ma ora, almeno, non mi sbatto più a preoccuparmi di cosa mi circonda.
Ringraziamenti da
Franz86 (19-04-2016)
Vecchio 19-04-2016, 08:46   #7
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
In ogni caso gli ultimi episodi di "altruismo" risalgono a mesi fa, quando per lavoro ho fatto più di quanto avrei dovuto fare, l'ho fatto con trasporto, sposando le esigenze delle persone che avevo di fronte.
Ci tenevo.

Mi è valso qualche complimento, poco più.

Nessun karma positivo è venuto a solleticarmi e propormi un qualche tipo di contentino SERIO.
E' invece capitato, su un panel di 38 persone occupate nello stesso ruolo, che il karma abbia bussato ad altre porte, decisamente meno affacendate e scrupolose.
L'altruismo che aspetta una ricompensa non è vero altruismo.
Ovviamente è umano desiderare qualche riconoscimento, per cui è comprensibile che tu ti sia ritirato.
Vecchio 19-04-2016, 12:23   #8
Esperto
L'avatar di phabio
 

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
La più consistente scoperta che ho fatto negli ultimi mesi è che ho perso del tutto la - già molto bassa - componente di altruismo che avevo.

Premessa: credo che il vero altruismo sia una panzana fotonica, o meglio, sia una forma di egoismo vestita con l'"abito buono", più sfumata, ma, in qualche misura, si cerca sempre un appagamento, o, termine più forte, un tornaconto.

L'appagamento può consistere nel guadagnare punti per accreditarsi in Paradiso, può essere una poderosa rinfocolata di autostima, può essere la reviviscenza di un sentimento di commessione/spiritualità/amore (che in ogni caso giova a chi ne è attore), talvolta è un modo per fare bella figura, ecc. ecc.
Insomma, mi puzza.

In ogni caso gli ultimi episodi di "altruismo" risalgono a mesi fa, quando per lavoro ho fatto più di quanto avrei dovuto fare, l'ho fatto con trasporto, sposando le esigenze delle persone che avevo di fronte.
Ci tenevo.

Mi è valso qualche complimento, poco più.

Nessun karma positivo è venuto a solleticarmi e propormi un qualche tipo di contentino SERIO.
E' invece capitato, su un panel di 38 persone occupate nello stesso ruolo, che il karma abbia bussato ad altre porte, decisamente meno affacendate e scrupolose.

Credo abbia contribuito a imbruttire ancora di più il mio carattere.
Ricordo che una decina di anni fa mi ero interessato al coaching, scrivevo, facevo, e davvero mi piaceva aiutare gli altri. Ho potuto "toccare" alcune persone, aiutarle sul serio.

Ancora oggi mi interesso di coaching, ma non me ne frega più un c... di aiutare gli altri. è diventata ormai un'attività di mera e leziosa ricerca, semmai per tirare fuori qualcosa di interessante dalla mia di persona.

Sto lavorando, ma senza entusiasmi, senza trasporto, non ho più quella voglia di dare che invece 5-6 anni fa mi aveva fatto guadagnare moltissimi punti e mi aveva reso, pur molto giovane, una persona di riferimento da interpellare su molte problematiche.

Sono spento, arido, pavido, potrei dare molto di più ma mi sento a disagio, inadeguato, estraneo, ed è tremendo, perché in realtà sto invecchiando. E tendenzialmente questo comporta crescita, e non disgregazione interiore.

Davvero, dopo l'ultima esperienza in cui ero in un contesto dinamico, ora che sono in un contesto statico anziché costruirmi una vita "normale" (prima tecnicamente assai difficile), sto asfaltando i polmoni, innaffiando la piantina della cirrosi, maledicendo un mucchio di cose e perdendo giorno dopo giorno l'interesse per gli altri.

Mi ha sempre incuriosito e stimolato l'attività imprenditoriale, ma è fuori discussione ora come ora.. Devi soddisfare i bisogni delle persone... Ma se dei bisogni delle persone non te ne frega più nulla?

Ho una persona che direi "molto cara", un'affinità di cervelli estremamente rara, ma... se fino a tot mesi fa avrei potuto pensare: "Se se ne andasse lei, sarebbe davvero difficile la situazione, come farei a dimenticarla?".. Ora quello che penso è: "Va beh, chissene".

Perdere l'interesse per gli altri è una cosa che rischia di gambizzare ogni tuo progetto di qualsiasi tipo ...

Ragazzi, brutta storia.

E voi?
All'Università il prof. ci spiegò che secondo lui l'atruismo è in realtà una forma di "egoismo illuminato".
Vecchio 19-04-2016, 12:28   #9
Esperto
L'avatar di Clend
 

Non so se l'altruismo sia egoismo mascherato o meno, ringraziamo il cielo che ce ne è ancora un pò in giro
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