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Vecchio 07-11-2012, 14:53   #1
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La percezione della mente è ciò che ci rende distanti, simili e diversi. Ciò che percepisco io non è ciò che percepite voi; potrebbe sembrare che quello che vedo io corrisponda alla verità, ma questo potrebbe valere anche per voi, dal momento che percepite sensazioni diverse dalle mie.
Dunque: dove sta la verità?
Non esiste. O, se esiste, è nella testa di ciascuno di noi. E' un concetto idealista, se vogliamo, ma non riesco a trovare altra spiegazione.
Da ciò si evince anche quanto la normalità sia un criterio altamente discutibile e privo di alcun fondamento logico.

"La teoria secondo Balordo".
Vecchio 07-11-2012, 15:17   #2
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Balordo Visualizza il messaggio
Da ciò si evince anche quanto la normalità sia un criterio altamente discutibile e privo di alcun fondamento logico.
La "normalità" è un concetto statistico, un modo sintetico per dire «quello che fanno quasi tutti».
Vecchio 07-11-2012, 15:29   #3
ivi
Esperto
L'avatar di ivi
 

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La percezione della mente è ciò che ci rende distanti, simili e diversi. Ciò che percepisco io non è ciò che percepite voi; potrebbe sembrare che quello che vedo io corrisponda alla verità, ma questo potrebbe valere anche per voi, dal momento che percepite sensazioni diverse dalle mie.
Dunque: dove sta la verità?
Non esiste. O, se esiste, è nella testa di ciascuno di noi. E' un concetto idealista, se vogliamo, ma non riesco a trovare altra spiegazione.
Da ciò si evince anche quanto la normalità sia un criterio altamente discutibile e privo di alcun fondamento logico.

"La teoria secondo Balordo".
Un paio d'anni fa sono arrivata a riassumere questo concetto con il pensiero che... "Ognuno ha la sua verità".
Vecchio 07-11-2012, 15:50   #4
Esperto
L'avatar di Allocco
 

Dici bene, la teoria.

Immagina che tot persone siano di fronte a una grande stanza completamente sgombra.
Per quanto le percezioni individuali possano variare, e quindi qualcuno la veda come un baratro, qualcuno come un muro, qualcuno come una distesa di lava, o un mare di spine, o un giardino, un museo protetto da laser, una piazza affollata o qualsiasi altra cosa..
Se trovassero il coraggio di camminare la attraverserebbero.. nessuno cadrebbe, nessuno sbatterebbe, nè brucerebbe.. eccetera...
Perché è una stanza sgombra, e basta.


Nella pratica la realtà è molto... più pratica di quanto non si pensi. No?

Ultima modifica di Allocco; 07-11-2012 a 16:09.
Vecchio 07-11-2012, 16:51   #5
Esperto
L'avatar di VyCanisMajoris
 

E' ovvio che si tratta tutto di percezione.
La realtà oggettiva non esiste. Se esiste, è il risultato della somma delle singole realtà soggettive che ogni individuo proietta nel mondo esterno.

A livello astratto è proprio questa presa di coscienza che ha segnato l'inizio della mia crisi:
- Io non posso controllare la realtà perchè le percezioni della realtà degli altri sono diverse --> Voglio conoscere queste percezioni perchè sono ossessionato dal giudizio, ma ovviamente non posso --> Vivo nella paura di come appaio.
Vecchio 07-11-2012, 17:01   #6
Esperto
L'avatar di Oda Nobunaga
 

Quote:
Originariamente inviata da Balordo Visualizza il messaggio
La percezione della mente è ciò che ci rende distanti, simili e diversi. Ciò che percepisco io non è ciò che percepite voi; potrebbe sembrare che quello che vedo io corrisponda alla verità, ma questo potrebbe valere anche per voi, dal momento che percepite sensazioni diverse dalle mie.
Dunque: dove sta la verità?
Non esiste. O, se esiste, è nella testa di ciascuno di noi. E' un concetto idealista, se vogliamo, ma non riesco a trovare altra spiegazione.
Da ciò si evince anche quanto la normalità sia un criterio altamente discutibile e privo di alcun fondamento logico.

"La teoria secondo Balordo".
abbastanza Kantiano come concetto se non sbaglio.

però non penso che la normalità non sia solo statistica.
per come la vedo io dovrebbe essere un mix di statistica ma associato a comportamenti non nocivi.
quando ci focalizziamo sui nostri comportamenti e problemi non normali si parla dei comportamenti che portano problemi.le sfumature innocue non vengono così calcolate
Vecchio 07-11-2012, 17:11   #7
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
La "normalità" è un concetto statistico, un modo sintetico per dire «quello che fanno quasi tutti».
Non posso che confermare, come avevo già scritto in passato:

http://www.fobiasociale.com/la-norma...-valore-15434/
Vecchio 07-11-2012, 17:17   #8
Esperto
L'avatar di muttley
 

Noi non vediamo cose, ma percezioni delle cose. Quindi è tutto opinabile e cosa di più opinabile e soggettivo vi è se non il carattere?
Vecchio 07-11-2012, 17:34   #9
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Uhm, ma la teoria ha una conclusione poi?

Forse è quella della firma la conclusione?

Perché se è quella allora dico: se la tua "pazzia" non ti fa star male perché dovresti rinunciarvi?

E se invece ti fa star male allora perché non dovresti rinunciarvi?

Non è questione di normalizzarsi, ma di viver bene.

Perdona nel caso avessi dedotto male la conclusione...
Vecchio 07-11-2012, 18:51   #10
Banned
 

Anche parole come amore e amicizia sono del tutto soggettive, ognuno associa a queste gli stati d'animo che ha provato in determinate situazioni e come faccio a sapere se ci riferiamo alle stesse cose? Forse non c'entra nulla, però anche i gusti delle persone, nel vestire, nella musica, insomma da cosa dipendono? Per i sapori, ad esempio, da wikipedia

Quote:
La percezione di ognuno dei sapori fondamentali è associata ad una particolare via di trasduzione del segnale che schematicamente può essere riportata a due tipologie principali: recettori legati a proteine G, per amaro, dolce e umami, o attraverso canali ionici di membrana per aspro e salato.
Dalla stimolazione della cellula si ottiene un potenziale di recettore che stimola l'ingresso di ioni Calcio nella cellula determinando la liberazione di neurotrasmettitori a livello basale e la genesi di un potenziale d'azione nelle fibre afferenti.
Io non me l'aspettavo, pensavo anche qui che dipendesse da tutte le piccole esperienze che ci hanno formato sin da piccoli.. Cioè, io ho sempre disprezzato le acciughe, poi un giorno con decisione mi sono detto "ora le mangerò e mi piaceranno", non dico che è stato questo il risultato, ma ora le ingerisco senza problemi. Allora è una questione mentale o chimica? ma soprattutto, è un discorso sensato?

Lo ripropongo, http://www.fobiasociale.com/come-nas...ensieri-25190/

Ultima modifica di onironauta; 07-11-2012 a 19:06.
Vecchio 07-11-2012, 19:26   #11
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Le percezioni sono il frutto dell'interazione tra il sensibile e il senso.
Quindi una certa oggettività esiste, dappoiché il sensibile rimane costante.
Quale sia il limite tra l'oggettività e la soggettività è materia di dibattito in numerose discipline, dalla filosofia alla psicologia.
Se così non fosse d'altronde, il buio non sarebbe buio per tutti e l'acqua bollente per alcuni potrebbe essere buona da bere.

In un discorso ad esempio citai il celeberrimo esperimento Bouba/Kiki, per dimostrare come esistono comunque dei vincoli oggettivi ai quali rimaniamo a contatto pur nelle nostre variegate soggettività (e rispetto ai quali chi non riesce ad ancorarsi è soggetto a svariate patologie, dall'autismo alla schizofrenia).

http://en.wikipedia.org/wiki/Bouba-kiki_effect

In un esperimento chiesero a numerosi soggetti di lingua americana e di lingua tamil di individuare, tra queste due forme, quali avesse il nome "Bouba" e quale invece il nome Kiki.

Le risposte furono piuttosto nettamente distribuite, con il 95-98% dei partecipanti che scelse una particolare associazione, e solo una piccola percentuale scelse l'altra.
Pare inoltre che lo stesso esperimento, ripetuto su persone affette da autismo, non mostri invece una particolare preferenza.
Vecchio 07-11-2012, 20:16   #12
Esperto
L'avatar di Kubla
 

Quote:
Originariamente inviata da Balordo Visualizza il messaggio
Dunque: dove sta la verità?
Non esiste. O, se esiste, è nella testa di ciascuno di noi. E' un concetto idealista, se vogliamo, ma non riesco a trovare altra spiegazione.
Da ciò si evince anche quanto la normalità sia un criterio altamente discutibile e privo di alcun fondamento logico.

"La teoria secondo Balordo".
Io dico spesso "la normalità non esiste". Il concetto di normalità è puramente soggettivo ma d'altra parte quale concetto esiste che non lo sia? Chi può definire con certezza cosa sia bello, emozionante, gratificante..? Nella società in cui viviamo è probabilmente la massa a decidere cosa sia come ma siamo stati noi, intesi come umani, a costruire inutili sovrastrutture. Se arrivasse un alieno e annunciasse "da domani verrà considerato figo solo chi indosserà il collare e camminerà su quattro zampe" milioni di persone lo farebbero e questo verrebbe concepito come normale, una normalità totalmente irreale, al limite del metafisico! Ed è quello che accade oggi.Ma ad esempio un cane, totalmente privo di sovrastrutture come reagirebbe? Troverebbe le persone più simili a lui? Giudicherebbe queste persone? Le troverebbe strane..o continuerebbe a scondizolare per i fatti suoi?
Io trovo che ci sia una falla nell'umanità sotto questo aspetto, nessuno dovrebbe dare giudizi senza essere consapevole che tutto è estremamente relativo e ogni testa viaggia a frequenze diverse..trovo anche che il topic sia un po' fine a sè stesso, son curiosa..balordo vuoi diffondere la tua dottrina e creare una qualche setta balorda o cosa? Lol
Vecchio 08-11-2012, 10:54   #13
Esperto
L'avatar di eVito Corleone
 

In un mondo dove il 99% delle persone sono atee, i credenti verrebbero considerati alla stregua di coloro che hanno visioni ed allucinazioni e quindi curati da psicologi.

Se la timidezza a livello patologico fosse diffusa tra la maggior parte delle persone ci sarebbe un forum di estroversoni che si lamentano del fatto che le ragazze non li considerano perchè loro non riescono a starsi un attimo zitti e si parlerebbe male degli introversoni.

Non so quanto senso abbia ciò che ho scritto e spero che nessuno si offenda.
Vecchio 08-11-2012, 12:54   #14
Intermedio
L'avatar di avoidantDuck
 

La normalità è solo un valore statistico di similitudine. L'errore semmai è darle automaticamente un valore positivo. Non essere normali vuole anche dire non essere banali e prevedibili.
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