Sono michele. Io ho avuto un'nfanzia evitante: non giocavo con i miei coetanei e sono stato
condizionato da mia madre (vedova di mio padre che avevo 6 anni) a essere il
figlio perfetto, studioso ed intelligente. Mio fratello e' stato lasciato in
pace.
A poco a poco sono diventato evitante, mi trovavo bene a stare da solo, a non
confrontarmi... Mi ritiravo in una vita solitaria, lontano dai confronti e
dalla gente. Studiavo ed andavo bene a scuola.
Hoo frequentato anche delle ragazze, che cercavo di "staccare" dai loro amici
trascinandle ( abbindolandole) nella mia vita da evitante.
Sono andato anche all'universita', non frequentavo mai le lezioni e non
studiavo mai con gli altri per un senso di inferiorita' innato.
Nei momenti "buoni" in cui non mi accorgevo di essere un evitante descritto
estremamente bene su
http://it.wikipedia.
org/wiki/Disturbo_evitante_di_personalit%C3%A0
tutto andava bene, avevo sicurezza ed autostima, il resto del mondo era un
contorno alla mia vita.
Ma quando mi fermavo dalle mie routine che mi facevano stare al sicuro ( come
tutti gli evitanti) cadevo in depressione e sorgeva la paura del prossimo e la
visione di quest'ultimo come il normale rispetto a me che ero con il cervello
vuoto, con un senso continuo di inadeguatezza in ogni condizione di rapporto
con gli altri.
Ti posso assicurare che in queste condizioni posso tranquillamente essere
definito un "rimbabito" completo, che non sa cosa rispondere, come comportarsi
con glia altri e cosa dire. Difficilmente riesco a comprendere le situazioni ed
ad esrpimere giudizi critici su qualcosa come fanno tutti.
Mi sento fuori posto in un mondo di nornmali.