Buona sera!
Sono Pinkman, ho 21 anni e abito in Trentino. Mi sono iscritto qui per ricevere aiuto e per condividere esperienze con altre persone che soffrono del mio stesso disturbo. Infatti da solo non ce la faccio più, non conosco nessuno che soffra come me di sociofobia e per me è diventato difficile non poterne parlare quasi con nessuno.
I miei problemi sono iniziati a 18 anni. Prima di allora vedo la mia vita come felice e piena, anche di relazioni con gli altri. A quell'età mi sono sottoposto ad un'operazione che non avrei dovuto fare, con il senno di poi. Si tratta di simpatectomia (ETS). L'ho fatta per iperidrosi: le mie mani sudavano tantissimo, sempre e comunque, e volevo risolvere il problema che mi metteva un po' a disagio con gli altri e non mi permetteva di suonare e fare altre cose al meglio. Mi fu detto che l'intervento era microinvasivo e privo di effetti collaterali. Purtroppo invece dopo sono stato subito peggio. Mi sentivo molto più stanco, sudavo tantissimo su tutto il resto del corpo e soprattutto non avevo più fiato, niente più resistenza fisica, mi sentivo come invecchiato improvvisamente. Era un prezzo troppo alto da pagare solo per avere le mani asciutte.
Gli anni che sono seguiti sono stati duri. Ho smesso di fare sport e ho combattuto per adattarmi al mio nuovo essere, per accettarmi e vivere una buona vita nonostante l'operazione. Ce l'ho fatta piuttosto bene all'inizio, anche se ero molto provato e amareggiato. Non mi fidavo più della medicina, il chirurgo mi aveva davvero fregato.
Con l'inizio dell'università ho cominciato a sentirmi diverso dagli altri, sempre osservato, a disagio, non all'altezza dei miei coetanei. Questo anche con gli amici più cari, quelli che conoscevo da sempre. Ho cominciato a evitare molte situazioni. Spesso non riuscivo a mangiare con gli altri, mi si chiudeva lo stomaco e mi veniva da vomitare. Stare con gli altri mi provoca secchezza delle fauci, sudorazione, mal di testa, tensione muscolare, disagio. Non riuscivo a capire come fossi passato dall'essere socievole e pieni di amici ad uno che non riesce neanche a parlare senza sentirsi innaturale e a disagio. Spesso quando sono fuori con gli altri le situazioni mi sembrano assurde e irreali e mi sento un po' sopraffatto. Rientrare a casa è un sollievo.
Così, conscio dei miei problemi, mi sono rivolto prima al servizio di psicoterapia dell'università, poi ad uno psichiatra. Mi è stato diagnosticato disturbo d'ansia generalizzato e sociofobia. Prendo Cipralex (un SSRI) ormai da un anno. All'inizio mi ha aiutato moltissimo, ma adesso, anche se ne prendo 13mg, non mi sta aiutando e sto di nuovo male e ho ripreso ad evitare. Prendo anche lo Xanax al bisogno. Ho anche deciso di provare ad andare di nuovo da uno psicologo parallelamente allo psichiatra, per supportare la terapia farmacologica.
Vorrei capire perché Cipralex ha perso efficacia e quali sono secondo voi le strade da percorrere per sconfiggere la sociofobia.
In questo periodo mi sento sempre stanco e privo di iniziativa, faccio fatica a fare quasi tutto. Sono cambiato molto, non mi riconosco più, una volta ero propositivo e pieno di vita.
Ora non faccio più sport, esco pochissimo e mi sento inadeguato e insoddisfatto. Solo con l'aiuto dello Xanax riesco a passare delle serate decenti, ma non posso andare avanti così per sempre. Cerco di non prenderne troppo perché ho paura di diventare dipendente. Il mio psichiatra dice che è meglio prenderlo e fare esperienze piuttosto che evitare e chiudersi in casa.
Per fortuna per ora con l'università è andata bene. Studio ingegneria e mi piacerebbe andare a studiare all'estero più avanti, ma in queste condizioni è una cosa che mi spaventa. Ultimamente faccio sempre più fatica a concentrarmi e studiare, sto perdendo interesse.
Spero che con il tempo troverò la forza e il modo di uscirne. Mi piacerebbe conoscere le storie di altre persone e trovare spunti per migliorare.
Grazie per l'attenzione!
Ciao a tutti!