Carissimo Gufetto,
sono nuovo del forum ma ti confesso che ho letto questa tua biografia molte e molte volte. Mi ha davvero toccato. E quel che mi ha impressionato di più è la profondità a cui è giunta la tua esplorazione della mente; una profondità che già ha sentore dell'abisso sul quale sta per spalancarsi.
Le nostre storie personali sono tutte simili, più o meno. Infondo tutta l'umanità sperimenta bene o male gli stessi passi, solo che ognuno lo fa a suo modo.
Tu ti sei fatto molte domande, che sono nate dal tuo malessere e dalla tua sofferenza. Ed è proprio questo che ti rende un essere UMANO.
Tutto quello che ci gira intorno, il vorticoso roteare di visi raggianti, sorrisi bianchissimi e facce sempre spensierate, la vita "senza preoccupazioni" di chi vuole solo sentirsi leggero, di chi "si diverte" sempre, quella che Munch chiamò "la danza della vita": quella non è umanità. Quelle sono solo persone che scappano dall'oscurità che ricopre le nostre anime.
Nella tua presentazione sei arrivato al punto cruciale del sentiero che si snoda tra queste tenebre, quella che io chaimo la strozzatura della clessidra:
Quote:
Originariamente inviata da Gufetto
Che altro dire...oramai evito i luoghi affollati, non so cosa ne sarà di me perché per vivere soli bisogna essere Dio od un animale...oramai niente mi trasmette niente, sia musica, film, libri, tutto mi sembra piatto, anonimo; il mio cuore pare arido da anni, e per cuore intendo non tanto il muscolo, figura metaforica per indicare il centro dei sentimenti, ma quel nucleo caldo che viene alimentato dall'identità che a sua volta è un prodotto del riconoscimento, quel nucleo caldo che ci permetta di di avere la passione nel fare, capire cosa siamo e sentiamo, capire cosa è giusto per noi e dare una direzione alla vita, per quanto essa sia di merda e limitata, e per riconoscimento non intendo il solo fatto di esserci, di lavorare, di respirare o riferirsi a sé con il termine "Io", ma essere riconosciuti dall'ambiente circostante come essere umano e sentirsi quindi a CASA.
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Nè l'arte, nè la cultura, nè le più nobili virtù dell'umanità potranno mai distoglierti da questo errore. Solo la tua anima può farlo, ma per farlo deve essere educata, deve essere incoraggiata a seguire un
cammino spirituale.
Perchè c'è una verità nascosta, che è la risposta al tuo quesito.
La verità è che la nostra casa non è in questo mondo. Noi la cerchiamo qui perchè crediamo non esista altro, ma essa si trova in un luogo diverso, al quale non possiamo accedere se non seguiamo la via indicataci da chi l'ha già percorsa.
Vogliamo trovare noi stessi, ma "noi" non siamo da nessuna parte. Là dove abbiamo costruito l'idea di "io" non c'è altro che l'eterno mutamento, come una sorgente che sgorga senza fine, la cui acqua non è mai la stessa.
Per questo non ci troviamo mai.
Una mia ex amica diceva spesso: "Quando parlo di me non riesco mai a centrare il punto. Questo dimostra che siamo infiniti". Ma non è così, questo dimostra solo che non esiste alcun punto da centrare.
Non considerare queste parole come quelle di un fanatico religioso o di un hippie new age. Non sono nè l'uno nè l'altro.
Quello che voglio dire è che per risolvere questo problema, che è il più antico e tormentoso dell'umanità, non c'è altra via che la spiritualità, la quale può assumere varie forme.
Nella tradizione cristiana è rimasto poco di autentico, e quel poco è stato infangato dall'esistenza di una istituzione che ha altro scopo se non il potere e il potere, come dice Orwell nel suo 1984, è fine a se stesso.
Tuttavia esistono altre tradizioni di comprovata affidabilità, dove non esiste casta e dove gli insegnamenti, per vari motivi, si sono mantenuti puri.
Se vuoi risolvere la tua situazione, anzi, se vogliamo risolvere la nostra situazione, è lì che dobbiamo cercare.
A cuore aperto,
Isma'il