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Vecchio 01-08-2010, 15:48   #1
Esperto
L'avatar di Susy
 

La medicina dell'autoironia
Quanto fa bene una sana risata
di Hans Zollner(cit.)
L'umorismo è essenzialmente una forma di gioco sociale, che ci consente di divertirci e di essere gioiosamente spensierati nell'affrontare i problemi un po' meno seri della vita. Ma l'umorismo ha anche una sua rilevanza per alcune funzioni psicologiche importanti e del tutto serie. Alcuni benefici dell'umorismo derivano dalle sensazioni positive che suscita. Nel corso dell'evoluzione si sono aggiunte nuove funzioni ai giochi e agli scherzi talvolta alquanto grossolani, ma provocatori del riso. Esse si fondavano su facoltà cognitive e linguistiche che andavano progredendo, su modelli più complessi di interazione tra gruppi e sulla capacità di intuire le intenzioni degli altri e i loro sentimenti interiori e di reagirvi.
L'umorismo tende quindi a soddisfare molti scopi della comunicazione sociale, ad allentare le tensioni e ad insegnare come si possano affrontare situazioni o persone difficili. Essere in grado di prendere in giro se stessi suppone una certa sicurezza di sé. L'autoironia comporta che io sia in qualche modo consapevole tanto della mia grandezza come della mia piccolezza, ossia dei miei limiti e perciò anche della mia immagine, della mia identità.
Lo psicanalista Wilfred Bion riteneva che per un'analisi fossero possibili tre esiti: primo, un successo: il paziente sta meglio; secondo, un insuccesso: il paziente sta peggio; e terzo: il paziente diventa egli stesso psicanalista. Un aneddoto che mostra come l'autoironia conduca a relativizzare la propria posizione.Ridere liberamente è indice di un benessere interiore, ma rivela anche il processo psichico che ha portato a raggiungerlo. Rimuovendo gli impedimenti, gli impulsi e gli affetti che sono di ostacolo, il ridere e il piangere sono in grado di allentare una tensione - anche sul corpo si può notare che la muscolatura si allenta - possono quindi liberare da un peso; spesso ci sentiamo meglio quando abbiamo pianto.
L'umorismo è una specie di valvola di sicurezza per regolare la pressione di ciò che va tenuto sotto controllo e che altrimenti "divorerebbe". L'umorismo, la comicità e anche l'arguzia possono quindi essere utili per regolarci nella vita, in quanto ci permettono di essere e rimanere piccoli (regressione) e di diventare grandi (progressione), senza deviare verso una mania di piccolezza (complesso di inferiorità) o una mania di grandezza (delirio di onnipotenza).
L'umorismo caratterizza anche, d'altro canto, il comportamento che bisogna assumere nei confronti della tragicità e dell'ostilità di un mondo che ci procura dolore; queste realtà non vanno vissute come oppressive e invincibili, ma come necessarie e ineluttabili, che però non devono abbattere e far perdere completamente la calma.
L'origine dell'umorismo risiede in una minaccia, di fronte alla quale si elabora una strategia che conduce ad aver ragione di ciò che può essere cambiato o ad accettare ciò che non può essere mutato, causando così una distensione che si può manifestare con una risata liberatoria. L'umorismo serve quindi a dominare il dolore. Può servire tanto a respingere come ad affrontare e vincere la paura.
Perciò l'umorismo viene collocato anche tra i meccanismi normali con cui si dominano o si sciolgono i conflitti dell'Io. Alla fine del xix secolo Sigmund Freud aveva elaborato i concetti fondamentali della teoria e della prassi psicanalitica, che riguardano i processi dinamici dell'inconscio (rimozione, resistenza, transfert, sogni e atti mancati).
Orientandosi sul principio del piacere, che si annida nell'inconscio, la terapia psicanalitica ha per scopo di condurre il paziente a riconoscere i processi di rimozione che si sono manifestati nel corso della sua vita e a scoprire nello stesso tempo le resistenze che si sono create al riguardo.
In proposito assume un'importanza fondamentale l'analisi del materiale relativo ai processi primari e, specialmente, di quello costituito dai sogni. Le considerazioni di Freud sulla teoria psicanalitica della comicità, che si manifesta nell'arguzia e nell'umorismo, sono di rilevanza fondamentale per poter utilizzare l'umorismo in psicoterapia, anche se nei suoi scritti non si è mai soffermato espressamente su questo punto.
Già fin dai primi tempi Freud aveva riconosciuto che il dinamismo che sta all'origine dell'umorismo è strettamente affine al processo primario legato alla teoria dei sogni. Per Freud l'umorismo può nascere quando in una prima fase si determina una difesa psichica contro sensazioni negative e si comincia a reprimere o a rimuovere i sentimenti negativi, ma in seguito questa difesa per qualche ragione esterna o interna si rivela superflua. Freud vedeva nell'umorismo una delle "realtà psichiche più rilevanti", "la difesa più profonda" dell'Io, un segno di maturità psichica.
L'individuo dotato di umorismo è in grado di sottrarsi a ciò che, colpendolo, lo condurrebbe alla rassegnazione e a trattare ciò che lo causa "come se" non fosse nulla. Per Freud l'umorismo è l'opposto delle follie patologiche, in quanto non abbandona il terreno della salute psichica. L'atteggiamento spiritoso affronta le dure realtà del mondo, il dolore e la morte, come se volesse dire: "Guarda, questo mondo che sembra così pericoloso è un gioco da bambini, è così buono che ci si può scherzare sopra!".Freud si è occupato a fondo delle tendenze insite nell'umorismo. Esse possono rivolgersi a contenuti osceni (sessuali o coprofili) o aggressivi. Certo, molte arguzie sono piene di allusioni alla sfera di quegli affetti che restano "proibiti" nel senso del Super-io. Per Freud anche l'umorismo apparentemente innocuo non è mai del tutto neutrale. Il suo vero scopo, come nel caso di tutti i processi primari, è di "evitare" l'ostacolo che condurrebbe al dolore e di rendere possibile perciò il raggiungimento del piacere. Per Freud infatti l'umorismo è sostanzialmente rivolto al principio del piacere.

Per lui è un fatto innegabile che "se si fa dello spirito, si trova comicità". Freud intende la comicità come il risultato di una identificazione parziale con se stesso in quanto bambino: "È comico ciò che non si adattata all'adulto (...) Non sono in grado di stabilire se la riduzione a bambino sia soltanto un caso particolare della riduzione operata dalla comicità o se ogni comicità si fondi sostanzialmente su una riduzione a bambino". Freud scrive che l'individuo dotato di umorismo si considera bambino e nello stesso tempo nei confronti di questo bambino esercita il ruolo di genitore affettuoso. L'umorismo serve quindi per affrontare la vita relativizzandola coraggiosamente.
Il detto "l'umorismo è ridere nonostante tutto" risale a Otto Julius Bierbaum (1865-1910).
Ci liberiamo, almeno per un certo tempo, da un coinvolgimento assillante nelle faccende della vita quotidiana e da un'eccessiva preoccupazione e cura di noi stessi.Tommaso d'Aquino (1225-74) ci lascia intuire quanto l'umorismo e il riso siano necessari agli uomini e persino come abbiano in sé qualcosa di virtuoso; lo afferma citando sant'Agostino: "Poiché è bene che il savio allenti la tensione dell'animo". Ora, il rilassamento dell'animo dal lavoro si compie con parole e con atti scherzosi. Dunque alla persona sapiente e virtuosa spetta ogni tanto ricorrere a queste cose".
Bisogna però anche precisare più da vicino che non ogni genere di umorismo e non ogni forma di riso sono adatti. Ognuno lo sa per propria esperienza: c'è un'allegria smodata nella quale anche ciò che è insulso viene ritenuto spiritoso e si superano i limiti del buon gusto. Lo stesso vale quando si deridono e si prendono in giro gli altri. Ridiamo liberati quando la razionalità, che di fronte alla nostra libertà si erge come garanzia di senso e la vuole tenere vincolata a determinate norme, viene detronizzata, perché spunta anche un senso insospettato quando essa fallisce.
Perciò il riso gioioso trionfa perché anche nel nonsenso c'è un senso, che emerge nel momento stesso in cui ci libera. L'umorismo ride "nonostante", nonostante cioè ogni nonsenso, le costrizioni e le paure, nella certezza che la libertà alla fine prevale e gli ostacoli si rivelano ridicoli.
Vecchio 01-08-2010, 15:48   #2
Esperto
L'avatar di muttley
 

Conosco gente che non sa cosa sia l'autoironia
Vecchio 01-08-2010, 15:50   #3
Banned
 

si deve sempre scherzare ,non serve prendere la vita troppo sul serio.
Vecchio 01-08-2010, 15:51   #4
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Susy Visualizza il messaggio
Bisogna però anche precisare più da vicino che non ogni genere di umorismo e non ogni forma di riso sono adatti. Ognuno lo sa per propria esperienza: c'è un'allegria smodata nella quale anche ciò che è insulso viene ritenuto spiritoso e si superano i limiti del buon gusto. Lo stesso vale quando si deridono e si prendono in giro gli altri.
Vecchio 01-08-2010, 15:54   #5
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

Secondo me l'autoironia, in contesti sbagliati, che non sono affatto rari, abbassa il social proof e dà il messaggio che anche altri hanno il permesso di prenderci in giro.
Vecchio 01-08-2010, 16:26   #6
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac Visualizza il messaggio
Secondo me l'autoironia, in contesti sbagliati, che non sono affatto rari, abbassa il social proof e dà il messaggio che anche altri hanno il permesso di prenderci in giro.
Meglio l' autoironia che l' eccessiva e mal riposta autostima che la vieta.

Certo questa nostra propensione a non prenderci troppo sul serio non deve emergere troppo nettamente, non dev'essere la nostra qualità principale ma solo quella che illumina e fa svettare le altre.
Vecchio 01-08-2010, 16:33   #7
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
la solitudine fa male al senso dell'umorismo.


0123456789
Vecchio 01-08-2010, 16:49   #8
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Quote:
L'umorismo è una specie di valvola di sicurezza per regolare la pressione di ciò che va tenuto sotto controllo e che altrimenti "divorerebbe". L'umorismo, la comicità e anche l'arguzia possono quindi essere utili per regolarci nella vita, in quanto ci permettono di essere e rimanere piccoli (regressione) e di diventare grandi (progressione), senza deviare verso una mania di piccolezza (complesso di inferiorit&#224 o una mania di grandezza (delirio di onnipotenza).
L'umorismo caratterizza anche, d'altro canto, il comportamento che bisogna assumere nei confronti della tragicità e dell'ostilità di un mondo che ci procura dolore; queste realtà non vanno vissute come oppressive e invincibili, ma come necessarie e ineluttabili, che però non devono abbattere e far perdere completamente la calma.
L'origine dell'umorismo risiede in una minaccia, di fronte alla quale si elabora una strategia che conduce ad aver ragione di ciò che può essere cambiato o ad accettare ciò che non può essere mutato, causando così una distensione che si può manifestare con una risata liberatoria. L'umorismo serve quindi a dominare il dolore. Può servire tanto a respingere come ad affrontare e vincere la paura.
Perciò l'umorismo viene collocato anche tra i meccanismi normali con cui si dominano o si sciolgono i conflitti dell'Io. Alla fine del xix secolo Sigmund Freud aveva elaborato i concetti fondamentali della teoria e della prassi psicanalitica, che riguardano i processi dinamici dell'inconscio (rimozione, resistenza, transfert, sogni e atti mancati).
Orientandosi sul principio del piacere, che si annida nell'inconscio, la terapia psicanalitica ha per scopo di condurre il paziente a riconoscere i processi di rimozione che si sono manifestati nel corso della sua vita e a scoprire nello stesso tempo le resistenze che si sono create al riguardo.
In proposito assume un'importanza fondamentale l'analisi del materiale relativo ai processi primari e, specialmente, di quello costituito dai sogni. Le considerazioni di Freud sulla teoria psicanalitica della comicità, che si manifesta nell'arguzia e nell'umorismo, sono di rilevanza fondamentale per poter utilizzare l'umorismo in psicoterapia, anche se nei suoi scritti non si è mai soffermato espressamente su questo punto.

Già fin dai primi tempi Freud aveva riconosciuto che il dinamismo che sta all'origine dell'umorismo è strettamente affine al processo primario legato alla teoria dei sogni. Per Freud l'umorismo può nascere quando in una prima fase si determina una difesa psichica contro sensazioni negative e si comincia a reprimere o a rimuovere i sentimenti negativi, ma in seguito questa difesa per qualche ragione esterna o interna si rivela superflua. Freud vedeva nell'umorismo una delle "realtà psichiche più rilevanti", "la difesa più profonda" dell'Io, un segno di maturità psichica.
L'individuo dotato di umorismo è in grado di sottrarsi a ciò che, colpendolo, lo condurrebbe alla rassegnazione e a trattare ciò che lo causa "come se" non fosse nulla. Per Freud l'umorismo è l'opposto delle follie patologiche, in quanto non abbandona il terreno della salute psichica. L'atteggiamento spiritoso affronta le dure realtà del mondo, il dolore e la morte, come se volesse dire: "Guarda, questo mondo che sembra così pericoloso è un gioco da bambini, è così buono che ci si può scherzare sopra!".

Uno dei più grandi umoristi in assoluto, Charles Dickens, ha avuto modo di conoscere bene e nel profondo tutta la tragicità della vita umana.
Vecchio 01-08-2010, 18:34   #9
Intermedio
L'avatar di Bulby_86
 

Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac Visualizza il messaggio
Secondo me l'autoironia, in contesti sbagliati, che non sono affatto rari, abbassa il social proof e dà il messaggio che anche altri hanno il permesso di prenderci in giro.
Hai perfettamente ragione, in certi contesti (molti più di quanto non si pensi) l'autoironia viene vista come una sorta di autoassoggettamento, una sorta di resa senza condizioni che legittima gli altri a continuare con la presa in giro o addirittura ad andarci ancor più pesante. Altro che autoironia come chiave per uscire brillantemente da alcune situazioni di scherno!
Spesso occorre trovare un'esclamazione pungente e col giusto grado di offensività tanto per mettere in chiaro che non si subirà in silenzio.
Vecchio 01-08-2010, 21:00   #10
Banned
 

Ci sono cose per cui non c'è niente da ridere, tipo la nostra situazione.
Vecchio 01-08-2010, 21:13   #11
Esperto
L'avatar di Patrick Jane
 

Io dico che riuscire a ridere un po' sopra i nostri problemi non può farci che bene.Non dico che sia facile,a volte ridere è l'ultima cosa a cui pensiamo nella nostra situazione ma secondo me vale la pena di tentare almeno.
E fattela una risata! cit
Vecchio 07-04-2011, 14:47   #12
Esperto
L'avatar di out of mind
 

Sono 30 anni che mi prendo per il c*** ma io vado sempre peggiorando.
All'inizio pensavo che l'autoironia potesse alleviare le delusioni ora invece mi fa ancora più rabbia.

p.s. si possono scrivere parolacce in questo forum?
Vecchio 07-04-2011, 14:58   #13
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac Visualizza il messaggio
Secondo me l'autoironia, in contesti sbagliati, che non sono affatto rari, abbassa il social proof e dà il messaggio che anche altri hanno il permesso di prenderci in giro.

Quoto. D'ora in poi me la tirerò molto di più.
Vecchio 07-04-2011, 15:23   #14
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Conosco gente che non sa cosa sia l'autoironia
quoto, e mi spiace per quella gente
Vecchio 16-04-2011, 15:23   #15
Banned
 

a me l'autoironia è servita molto per tirarmi su di morale, e anche per superare le difficoltà e i miei problemi con serenità

Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac Visualizza il messaggio
Secondo me l'autoironia, in contesti sbagliati, che non sono affatto rari, abbassa il social proof e dà il messaggio che anche altri hanno il permesso di prenderci in giro.
secondo me non è vero quello che hai detto, anzi se si dimostra che non si è capaci di ridere di sè stessi per me è interpretato dagli altri tipo con "essere troppo seri", "non essere capaci di relazionarsi", ecc...
Vecchio 16-04-2011, 15:54   #16
Principiante
L'avatar di Onidrag
 

No fare autoironia non è come farsi un auto-gol... certo non si deve esagerare:
L'altro giorno con una amica, parlavamo di occhiali/lenti a contatto... ad un certo punto lei mi diceva che porta le lenti a contatto perche' è astigmatica, e io ho detto : "pensa...io sono sia astigmatico che miope... si, sono proprio una talpa hihhii ^^", lei ha sorriso.. io ho sorriso e siamo andati avanti con i discorsi...

Ovvio che se per autoironia si dice per esempio:

1) "Che fai sabato, disco?"
2) -->tentativo di autoironia errato<-- "disco... no no, faccio fatica ad andare al cinema, figurati la disco heheh"
Ovvio che ci diamo la zappa sui piedi...
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