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16-08-2016, 16:51
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#21
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,343
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Comunque ho notato che passando dalle due alle tre persone (e tre è il numero minimo perchè si abbia un gruppo e non una coppia) cambiano tantissimo le dinamiche. Per esempio con uno dei tizi che ho citato sopra mi trovavo benissimo visto che era simpatico ecc., poi arrivava il secondo figo-bullo e tutto andava di schifo con il primo che si trasformava e perculava di continuo.
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16-08-2016, 17:01
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#22
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: In un posto migliore
Messaggi: 1,958
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
Ma che ruolo eri?
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Nel primo caso essendo la più grande insieme a un altro avevo il "compito" di decidere per gli altri su loro richiesta, diciamo che mi (ci) lasciavano prendere iniziativa.
Nel secondo ero la più "trattenuta" ma non mi sentivo sfigata.
Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
Oppure perchè lo si prende troppo sotto gamba. Il primo gruppo che ho citato si è sciolto anche perchè c'erano persone che si stufavano di uscire. Anche nel secondo invece si lamentavano perchè io non facevo mai proposte... anche se lì ci tenevo eccome, ma avevo e ho tutt'ora zero spirito di iniziativa, ho sempre paura di distrubare le persone con le uscite, di sentirmi inutile e tutte queste cose.
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Si anche sotto gamba, ma se non si vuole uscire vuol dire che non si ha poi tante voglia di stare con gli altri.
Eh vabè non è che tutti hanno la stessa iniziativa in gruppo...come ho detto prima è proprio questo il bello...ma lì sta anche a chi si lamentava, nessuno vietava loro di prendere iniziative suppongo...poi una volta che si è deciso cosa fare e si sta insieme non è che si pensa più di tanto di chi è stata l'idea.
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16-08-2016, 17:05
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#23
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Banned
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: care a lot
Messaggi: 9,196
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Mi ricordo io e la mia compagna di banco che scrivevamo sul diario: VOGLIO UNA COMPAGNIA - pensieri profondi - perché volevamo a tutti i costi essere accettate in una compagnia di amici del paese, con dei ragazzi, come vedevamo altre riuscivano.
Lei ci riuscì, io mai.
Ma effettivamente con quella gente non avrei avuto nulla a che spartire. Mi sa che non sono tipo da "gruppo".
Ho avuto sempre amicizie singole e quando le mie amiche trovavano un gruppo in cui inserirsi io in effetti me ne allontanavo (non ci avevo mai fatto caso)
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16-08-2016, 17:08
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#24
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,343
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Quote:
Originariamente inviata da Aree
Eh vabè non è che tutti hanno la stessa iniziativa in gruppo...
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Bo, se uno non propone nulla mai io in effetti mi farei qualche domanda, anche perchè in questo gruppo non si usciva ogni settimana, ma solo ogni tanto (per quello ho parlato di "quasi gruppo").
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16-08-2016, 17:35
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#25
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 4,900
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Quote:
Originariamente inviata da Abuela
Ho avuto sempre amicizie singole e quando le mie amiche trovavano un gruppo in cui inserirsi io in effetti me ne allontanavo (non ci avevo mai fatto caso)
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Pensandoci durante l'adolescenza funzionava così anche per me, anche quando mi sono trovato all'interno di un gruppo tendevo comunque ad avere 1-2 persone di riferimento ed ero portato piano piano a tirarmi fuori.
Per me l'ideale sarebbe un gruppo di amici molto ristretto di 3-4 persone, con un certo affiatamento, ci deve essere un'elevata compatibilità altrimenti per come sono fatto io è difficile che duri. Anche per questo forse i gruppi numerosi non sono adatti a me, è molto difficile che riesca a trovare così tante persone con le quali riuscire a sentirmi a mio ago e in sintonia al punto di riuscire a contrastare la tendenza all'evitamento, inoltre le dinamiche dei gruppi numerosi sono decisamente più complesse e faticose da gestire.
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16-08-2016, 18:31
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#26
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Banned
Qui dal: Dec 2015
Messaggi: 1,319
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
Comunque ho notato che passando dalle due alle tre persone (e tre è il numero minimo perchè si abbia un gruppo e non una coppia) cambiano tantissimo le dinamiche. Per esempio con uno dei tizi che ho citato sopra mi trovavo benissimo visto che era simpatico ecc., poi arrivava il secondo figo-bullo e tutto andava di schifo con il primo che si trasformava e perculava di continuo.
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Un classico dei nostri tempi purtroppo
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16-08-2016, 18:32
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#27
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,343
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Quote:
Originariamente inviata da Yamcha
Un classico dei nostri tempi purtroppo
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Per me è un classico in generale, non una cosa specifica del giorno d'oggi.
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17-08-2016, 10:21
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#28
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,449
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
Perchè ci sono più persone sulle quali ho fiducia e ci si focalizza meno su di me.
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Capito. Pensa che per me è il contrario, se vado in disco con ventordici persone mi sento troppo bloccato e ancorato al gruppo, io ho bisogno di staccare, farmi i cazzi miei, parlare in giro, ecc.
Vabbé, ognuno è diverso e ha i suoi punti di forza e debolezza, è normale, non è che cercassi di stabilire un peggio e un meglio
Comunque, volevo condividere con te una riflessione che ho fatto in questi giorni e che mi sembra cadere proprio a fagiuolo.
Vedi, in adolescenza i gruppi, le comitive, ecc, vanno alla grandissima. Mi sono accorto di questo. Come mi sono accorto che queste non fanno altro che costituire degli habitat artificiali dove le insicurezze del singolo vengano smussate.
Molti degli scriventi su questo forum condividono una fragilità, una sensibilità più accentuata della media, ma i problemi sovente sono gli stessi di tutti gli adolescenti e postadolescenti, al confine tra il mondo dei bambini dove i genitori sono responsabili di tutto il loro benessere (e non sempre riescono ad essere all'altezza del ruolo), e il mondo degli adulti, dove ognuno è per sé.
Ripercorrevo giusto qualche giorno fa le mie poco durature esperienze di vita in comitiva, riconoscendo che queste dinamiche non facevano che nascondere le mie fragilità, di cui invece mi sentivo aggravato, e pertanto desideravo liberarmene.
Esattamente nel periodo in cui sono uscito dall'isolamento sociale dei 18/19 anni, circa un anno dopo, uscivo con questi amici di mia sorella.
E li trovavo inutili, spaventati, pulcini spennacchiati. Avevo paura come loro, ma volevo mettermi alla prova. Andare in locali differenti, cambiare città, cambiare scene musicali, provare a far cose di ogni tipo.
Ma in metà di mille è difficile organizzarsi, tanto più osare. Si finiva sempre e comunque al solito locale di paese frequentato da minorenni.
Per questo ho deciso di affrancarmi, e cercare la mia strada da solo.
Ti dico come la penso: chi sa affrontare la solitudine, non temerà la compagnia, perché saprà di poterne sempre fare a meno.
Mi sembra di aver capito, correggimi se sbaglio, che supponi ti avrebbe potuto essere di stimolo avere della gente intorno per fare esperienze. Non è scorretto, anche io mi sono alzato dal fango così (e ho precisamente 10 anni più di te, quindi potresti fare esattamente le stesse cose che ho fatto io).
Solo che il gruppo non funziona, perché le insicurezze si sommano, le sicurezze si sottraggono.
Meglio che ti trovi uno o max due amici, spigliati, con cui uscire. E ti fai forza, ti violenti a uscire con loro, a seguire ciò che fanno loro. Ad accettare con umiltà quello che adesso ti è difficile o impossibile da fare, ma che a furia di vederlo fatto da altri ti risulterà semplice.
ok, mi sono riletto il primo post e può darsi che sia andato un po' OT, nel caso scusami. Ho visto che dici di starci bene adesso, però ti domandi se con una compagnia saresti stato diverso.
La risposta è "probabilmente no", le insicurezze dei membri della compagnia rimangono protette all'interno di essa, e non dovendosi mai confrontare si rinsaldano.
Tant'è che i ragazzi di quella compagnia che ti ho citato poc'anzi son in buona parte malamente: sì, sembrano normali da fuori, lavoro, partner, ecc.
Ma sono in molti sull'orlo di una crisi di nervi, oppure devono gestire le crisi del partner.
E gli psicologi festeggiano (già, anche i presunti "normaloni", che poi tanto normaloni non sono, ci vanno).
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17-08-2016, 11:15
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#29
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,343
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Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo
Capito. Pensa che per me è il contrario, se vado in disco con ventordici persone mi sento troppo bloccato e ancorato al gruppo, io ho bisogno di staccare, farmi i cazzi miei, parlare in giro, ecc.
Vabbé, ognuno è diverso e ha i suoi punti di forza e debolezza, è normale, non è che cercassi di stabilire un peggio e un meglio
Comunque, volevo condividere con te una riflessione che ho fatto in questi giorni e che mi sembra cadere proprio a fagiuolo.
Vedi, in adolescenza i gruppi, le comitive, ecc, vanno alla grandissima. Mi sono accorto di questo. Come mi sono accorto che queste non fanno altro che costituire degli habitat artificiali dove le insicurezze del singolo vengano smussate.
Molti degli scriventi su questo forum condividono una fragilità, una sensibilità più accentuata della media, ma i problemi sovente sono gli stessi di tutti gli adolescenti e postadolescenti, al confine tra il mondo dei bambini dove i genitori sono responsabili di tutto il loro benessere (e non sempre riescono ad essere all'altezza del ruolo), e il mondo degli adulti, dove ognuno è per sé.
Ripercorrevo giusto qualche giorno fa le mie poco durature esperienze di vita in comitiva, riconoscendo che queste dinamiche non facevano che nascondere le mie fragilità, di cui invece mi sentivo aggravato, e pertanto desideravo liberarmene.
Esattamente nel periodo in cui sono uscito dall'isolamento sociale dei 18/19 anni, circa un anno dopo, uscivo con questi amici di mia sorella.
E li trovavo inutili, spaventati, pulcini spennacchiati. Avevo paura come loro, ma volevo mettermi alla prova. Andare in locali differenti, cambiare città, cambiare scene musicali, provare a far cose di ogni tipo.
Ma in metà di mille è difficile organizzarsi, tanto più osare. Si finiva sempre e comunque al solito locale di paese frequentato da minorenni.
Per questo ho deciso di affrancarmi, e cercare la mia strada da solo.
Ti dico come la penso: chi sa affrontare la solitudine, non temerà la compagnia, perché saprà di poterne sempre fare a meno.
Mi sembra di aver capito, correggimi se sbaglio, che supponi ti avrebbe potuto essere di stimolo avere della gente intorno per fare esperienze. Non è scorretto, anche io mi sono alzato dal fango così (e ho precisamente 10 anni più di te, quindi potresti fare esattamente le stesse cose che ho fatto io).
Solo che il gruppo non funziona, perché le insicurezze si sommano, le sicurezze si sottraggono.
Meglio che ti trovi uno o max due amici, spigliati, con cui uscire. E ti fai forza, ti violenti a uscire con loro, a seguire ciò che fanno loro. Ad accettare con umiltà quello che adesso ti è difficile o impossibile da fare, ma che a furia di vederlo fatto da altri ti risulterà semplice.
ok, mi sono riletto il primo post e può darsi che sia andato un po' OT, nel caso scusami. Ho visto che dici di starci bene adesso, però ti domandi se con una compagnia saresti stato diverso.
La risposta è "probabilmente no", le insicurezze dei membri della compagnia rimangono protette all'interno di essa, e non dovendosi mai confrontare si rinsaldano.
Tant'è che i ragazzi di quella compagnia che ti ho citato poc'anzi son in buona parte malamente: sì, sembrano normali da fuori, lavoro, partner, ecc.
Ma sono in molti sull'orlo di una crisi di nervi, oppure devono gestire le crisi del partner.
E gli psicologi festeggiano (già, anche i presunti "normaloni", che poi tanto normaloni non sono, ci vanno).
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Ma tu con questi ti trovavi molto bene?
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17-08-2016, 14:45
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#30
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,449
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
Ma tu con questi ti trovavi molto bene?
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Li trovavo spenti. Vedi, quando "si resuscita" (e ti auguro come auguro a chiunque sia in FS di provare questa sensazione esaltante), si ha voglia di riprendersi in mano la vita.
Con gli interessi, magari.
Avevo la macchina, avevo uno stipendio, avevo la relativa libertà che i miei genitori mi concedevano.
Avevo quindi fatto i conti delle risorse di cui disponevo. (questa frase nasconde il senso della vita o quasi, tienila sempre a mente)
Ma loro... beh, non sembravano così entusiasti come me. Di fare cose, di vedere posti. Di provare a fare cose fighe.
Certo, di mio c'era la responsabilità di comunicare, di coinvolgerli nel mio mondo. La comunicatività in effetti era una risorsa di cui all'epoca non disponevo, ero ancora relativamente timido e socialmente impacciato.
Sapevo solo che, se osando una volta ero riuscito a ottenere qualcosa, osando di più sarei riuscito a ottenere molto di più. Ci credevo tantissimo, e avevo ragione a farlo.
Infatti tutto quello che ho ottenuto, nel bene e nel male, è sempre stato proporzionale a quanto ho osato.
All'epoca mi sentivo difettato, in carenza di qualcosa da conquistare. Intuivo distrattamente che c'era un bug nel ragionamento, e che non era solo mia quella sensazione, bensì di tutti i ragazzi in quel range di età.
Ma non avevo preso coscienza della cosa.
Per questo si finiva a fare sempre le solite cose. Ci si vedeva nel parcheggio del liceo, scuola che molti avevano abbandonato da tempo, ma che continuava a condizionarci.
Si passavano almeno 2 ore a decidere cosa fare, ovvero a schivare gli sguardi degli altri, a fare gruppettini e parlare di pettegolezzi, ad annoiarsi.
E alla fine si sceglieva ciò che non scontentava nessuno. Il solito circolo.
Che non scontentava nessuno ma scontentava tutti. Perché alla fine la serata proseguiva uguale, con la sola differenza di qualche sedia e tavolino in più, una birra o una coca, gruppetti e discorsi frivoli, pettegolezzi, cose di nessun interesse (almeno per il marco russo dell'epoca, che non sapeva fare un briciolo di politica. Oh, potessi tornare indietro nel tempo!!!).
Ti racconto un episodio personale. Me lo ricordo come fosse successo ieri. Una amica di mia sorella compie gli anni a san valentino. Tempo prima avevo scoperto un gruppo fighissimo, i Vive La Fête*, e quando scarrozzavo le amiche di mia sorella, mettevo su Mon Dieu e mi divertivo a sentirle gemere e ansimare orgasmiche come la cantante.
Così, decido di osare. Al compleanno chiedo a un'amica virtuale con cui ero in contatto via chat* un locale dove ci fosse musica figa come questa.
Lo trovo. Ma non organizzo bene.
Mentre le due fighette della compagnia, che giravano con quelli grandi nei posti fighetti di milano hanno proposto un locale fighissimo di milano.
Il tocqueville.
La mia insicurezza mi tradisce, non sono riuscito a far vincere la mia proposta sulla loro. E così, mio malgrado, mi tocca cedere e far buon viso a cattivo gioco.
Vado al locale della minchia, e aspetto in fila il mio turno per pagare 20 euro e vedere nel frattempo siliconate ridicolissime entrare in lista vip prima di me.
Il resto puoi immaginarlo, musica di merda e nessuno spazio neanche per sedermi.
I cocktail fanno schifo e addirittura in un caso il barista si sbaglia a farne uno. Le nostre proteste rimangono inascoltate.
Una mia amica è stanca ma non può sedersi, "i tavoli sono riservati". E capisco che tutto quel circo serve solo a far vedere i vips quanto son belli e bravi. E devo pagare 20 euro per avere il privilegio di vederli seduti sui loro bei tavolini da 500 euro champagne incluso.
Ho desiderato fortemente di impiccare ciascuno di loro con i loro stessi intestini.
E quando alla fine della serata decidiamo di averne avuto abbastanza, mi faccio il sempione a 140 all'ora (col limite urbano). Beccandomi una multa di 360 euro e 10 punti della patente in meno (che per fortuna non diventano 20 essendo neopatentato, essendosi offerto mio padre come capro espiatorio al posto mio).
Ho osato, ma non abbastanza. Hanno vinto gli altri. Ha vinto la rassicurante prevedibilità della mediocrità.
Dopo questo e pochi altri tentativi analoghi, ho deciso di cercarmi la mia strada con persone che non fossero così difficili da convincere a fare cose fighe, anziché seguire la massa come pecoroni.
*(incidentalmente, l'ho scoperto grazie a un'utentessa di questo forum che conoscevo per vie traverse, chi ha un po' di memoria storica può provare a indovinarne il nick )
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17-08-2016, 14:49
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#31
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 4,795
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Il gruppo è il male. Ma un male da vivere.
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17-08-2016, 16:00
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#32
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,343
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Quote:
Originariamente inviata da Marco.Russo
Li trovavo spenti. Vedi, quando "si resuscita" (e ti auguro come auguro a chiunque sia in FS di provare questa sensazione esaltante), si ha voglia di riprendersi in mano la vita.
Con gli interessi, magari.
Avevo la macchina, avevo uno stipendio, avevo la relativa libertà che i miei genitori mi concedevano.
Avevo quindi fatto i conti delle risorse di cui disponevo. (questa frase nasconde il senso della vita o quasi, tienila sempre a mente)
Ma loro... beh, non sembravano così entusiasti come me. Di fare cose, di vedere posti. Di provare a fare cose fighe.
Certo, di mio c'era la responsabilità di comunicare, di coinvolgerli nel mio mondo. La comunicatività in effetti era una risorsa di cui all'epoca non disponevo, ero ancora relativamente timido e socialmente impacciato.
Sapevo solo che, se osando una volta ero riuscito a ottenere qualcosa, osando di più sarei riuscito a ottenere molto di più. Ci credevo tantissimo, e avevo ragione a farlo.
Infatti tutto quello che ho ottenuto, nel bene e nel male, è sempre stato proporzionale a quanto ho osato.
All'epoca mi sentivo difettato, in carenza di qualcosa da conquistare. Intuivo distrattamente che c'era un bug nel ragionamento, e che non era solo mia quella sensazione, bensì di tutti i ragazzi in quel range di età.
Ma non avevo preso coscienza della cosa.
Per questo si finiva a fare sempre le solite cose. Ci si vedeva nel parcheggio del liceo, scuola che molti avevano abbandonato da tempo, ma che continuava a condizionarci.
Si passavano almeno 2 ore a decidere cosa fare, ovvero a schivare gli sguardi degli altri, a fare gruppettini e parlare di pettegolezzi, ad annoiarsi.
E alla fine si sceglieva ciò che non scontentava nessuno. Il solito circolo.
Che non scontentava nessuno ma scontentava tutti. Perché alla fine la serata proseguiva uguale, con la sola differenza di qualche sedia e tavolino in più, una birra o una coca, gruppetti e discorsi frivoli, pettegolezzi, cose di nessun interesse (almeno per il marco russo dell'epoca, che non sapeva fare un briciolo di politica. Oh, potessi tornare indietro nel tempo!!!).
Ti racconto un episodio personale. Me lo ricordo come fosse successo ieri. Una amica di mia sorella compie gli anni a san valentino. Tempo prima avevo scoperto un gruppo fighissimo, i Vive La Fête*, e quando scarrozzavo le amiche di mia sorella, mettevo su Mon Dieu e mi divertivo a sentirle gemere e ansimare orgasmiche come la cantante.
https://www.youtube.com/watch?v=xQ7oaI0PS1k
Così, decido di osare. Al compleanno chiedo a un'amica virtuale con cui ero in contatto via chat* un locale dove ci fosse musica figa come questa.
Lo trovo. Ma non organizzo bene.
Mentre le due fighette della compagnia, che giravano con quelli grandi nei posti fighetti di milano hanno proposto un locale fighissimo di milano.
Il tocqueville.
La mia insicurezza mi tradisce, non sono riuscito a far vincere la mia proposta sulla loro. E così, mio malgrado, mi tocca cedere e far buon viso a cattivo gioco.
Vado al locale della minchia, e aspetto in fila il mio turno per pagare 20 euro e vedere nel frattempo siliconate ridicolissime entrare in lista vip prima di me.
Il resto puoi immaginarlo, musica di merda e nessuno spazio neanche per sedermi.
I cocktail fanno schifo e addirittura in un caso il barista si sbaglia a farne uno. Le nostre proteste rimangono inascoltate.
Una mia amica è stanca ma non può sedersi, "i tavoli sono riservati". E capisco che tutto quel circo serve solo a far vedere i vips quanto son belli e bravi. E devo pagare 20 euro per avere il privilegio di vederli seduti sui loro bei tavolini da 500 euro champagne incluso.
Ho desiderato fortemente di impiccare ciascuno di loro con i loro stessi intestini.
E quando alla fine della serata decidiamo di averne avuto abbastanza, mi faccio il sempione a 140 all'ora (col limite urbano). Beccandomi una multa di 360 euro e 10 punti della patente in meno (che per fortuna non diventano 20 essendo neopatentato, essendosi offerto mio padre come capro espiatorio al posto mio).
Ho osato, ma non abbastanza. Hanno vinto gli altri. Ha vinto la rassicurante prevedibilità della mediocrità.
Dopo questo e pochi altri tentativi analoghi, ho deciso di cercarmi la mia strada con persone che non fossero così difficili da convincere a fare cose fighe, anziché seguire la massa come pecoroni.
*(incidentalmente, l'ho scoperto grazie a un'utentessa di questo forum che conoscevo per vie traverse, chi ha un po' di memoria storica può provare a indovinarne il nick )
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Ah, ma ecco. Io penso che se ti trovi tanto bene con il gruppo allora sia bello, se invece frequenti un gruppo ma ci sono divergenze il discorso cambia appunto.
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17-08-2016, 16:55
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#33
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,449
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Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93
Ah, ma ecco. Io penso che se ti trovi tanto bene con il gruppo allora sia bello, se invece frequenti un gruppo ma ci sono divergenze il discorso cambia appunto.
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Sì, ma fidati che la stragrande maggioranza dei gruppi sono così. Infatti non sopravvivono alla post-adolescenza. Iniziano a formarsi le coppie fisse, poi a vivere assieme, intanto son tutti a lavorare e son stanchi di uscire, così prima si fanno le serate in casa, diventano sempre più rare, finché qualcuno non inforna.
E a quel punto ciao ciao compagnia.
Il punto è che la compagnia funziona se ci sono membri che la sanno far funzionare, e sai chi sono? Quelli che sono capaci di stare anche da soli. E pertanto sono capaci di prendere decisioni da leaders, non temendo di essere abbandonati.
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18-08-2016, 16:09
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#34
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Intermedio
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 173
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Il gruppo ha un suo fascino in quanto, almeno per me, costituirebbe un piccolo microcosmo.
Le complicità, gli slang,i modi di dire, le intese vanno a costituire una sorta di ambiente "simbolico" valido e significante solo per quella cerchia di persone.
Un microcosmo di questo tipo per me potrebbe offrire tanti vantaggi dal senso di protezione a quello di evasione.
Tuttavia personalmente, non mi sono mai sentito far parte di un gruppo e non ho mai sentito mancanza per un sentimento di appartenenza che forse non attiene alle mie corde. Ho preferito,o più passivamente mi sono ritrovato, sempre a coltivare rapporti singoli. Chi stazionario, chi di passaggio.
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18-08-2016, 16:21
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#35
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,743
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All'università avevo due amiche, a lezione ci sedevamo vicine ed eravamo in tre. Era il mio gruppo, poi è arrivata un'estate e si è sciolto, anche se a pensarci bene si scioglieva ogni giorno alla fine della lezione.
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18-08-2016, 18:06
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#36
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
Messaggi: 608
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Pagherei di tasca per avere un gruppo di amici anzichè solo amici singoli, sparsi e incostanti. Innanzitutto perché le probabilità di rimanere soli si abbasserebbero drasticamente, poi perché ho bisogno di essere spronato a fare, ad agire, a partire, ad osare, e infine perché la complicità che può crearsi in un gruppo di amici può farti sentire finalmente normale, come gli altri. Ho sempre sognato di avere un gruppo di amici ma non l ho mai avuto, e ogni giorno che passa le probabilità di vivere l'esperienza del gruppo si dimezzano, forse è già tardi.
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18-08-2016, 18:24
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#37
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Intermedio
Qui dal: Aug 2016
Ubicazione: Prov. Sondrio
Messaggi: 157
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Io sono riuscito ad entrare in un gruppo vero e proprio a 21 anni circa e ci sono stato per circa 1 anno. mi trovavo anche bene...si facevano molte cose insieme. ma poi quando siamo andati in vacanza insieme (la prima vacanza con gli amici che ho fatto) ho avuto un attacco di panico e son stato male. da lì al ritorno non si sono più fatti sentire per qualche mese, poi ho ricominciato a vederli ma non era più lo stesso...dovevo sempre chiamare io e loro mai neanche un messaggio. dopo alcuni anni così mi son deciso e gli ho chiesto più volte se ci fossero problemi e loro negarono e si inventarono scuse per il fatto che non mi chiamavano mai. bè decisi di lasciarli perchè non mi trovavo bene e restai da solo per più di un anno...dalla disperazione tornai a frequentarli ma non erano amici solo conoscenti...sono andato avanti così ancora per qualche anno restando continuamente deluso delle mancate chiamate quando andavano a divertirsi....ora ho deciso di lasciarli di nuovo perchè non potevo continuare a mangiarmi il fegato ogni volta....sto provando a conoscere nuova gente dappertutto e sto facendo una fatica assurda dato il mio carattere timido ed introverso.....ho provato 1000 volte ad organizzare cene con quelli con cui gioco a calcio, ho provato ad invitarli singolarmente a fare un giro o bere qualcosa...mi sono iscritto a palestra...sono entrato in una nuova squadra di calcio....sto provando a frequentare locali bar pub....mi sforzo di parlare del più e del meno...ma niente non riesco ad inserirmi....neanche 1 amico.....non ce la faccio più...non so più cosa fare....ormai sono sempre triste.....come posso uscirne????? scusate lo sfogo
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