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Originariamente inviata da ~~~
No: il sistema delle conoscenze funziona che pigli a lavorare chi conosci perché lo conosci o per fare un favore a qualcuno (che sia per un tornaconto o meno), ed è più un'operazione pigra e di comodo che qualcosa di sensatissimo e giustissimo.
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Perché non dev'essere sensato? Mi sembra di un'ovvietà disarmante che sul lavoro si applichi l'egoismo, eccetto che per quegli elementi dove portare benessere alla società circostante col proprio operato incide anche sul proprio.
L'altruismo disinteressato è pura utopia. Sopratutto in una fase dove il lavoro è difficile da trovare.
Prima viene il benessere delle persone vicine a me, poi degli altri.
Io preferirei favorire l'amico di un amico rispetto ad un perfetto sconosciuto.
Anzi la mia scala di precedenza è: fidanzata/partner sessuale, familiare/parente, amico, conoscente, sconosciuto che vive nello stesso comune/provincia/regione/stato/unione europea, resto del mondo.
Il mio unico tornaconto, se avessi un'azienda, sarebbe quello di avere la risorsa il prima possibile e al costo più basso, ovvero al livello più basso compatibile con le mansioni che svolgerà e retribuita al minimo tabellare (retribuzione e livello cresceranno col tempo e proporzionalmente alla resa della persona).
Perché un'azienda dovrebbe assumersi l'onere di operare implicitamente nel sociale? Perché dovrei spendere tempo e risorse in colloqui?
E' sempre possibile applicare un periodo di prova all'assunzione.
Potrei benissimo assumere una persona amica e, se si rivela poco competente, fare selezioni nel mentre e, trovata una persona più indicata, licenziare la precedente senza darle nessuna motivazione ed anche senza giusta causa (come appunto prevede per ENTRAMBI il periodo di prova).
A maggior ragione se parliamo di professioni generiche (impiegato, operaio, commessa, cassiera, ecc.) dove una persona vale l'altra.
Diverso è il discorso se parliamo di professioni dove serve competenza ed esperienza.