Secondo me è problematico in generale il concetto di malattia.
Io sono diventato in buona misura calvo, lo è diventato mio padre, lo era diventato mio nonno paterno...
Ma questa è propriamente una malattia che ci ha colpiti...
O è una nostra caratteristica fisica?
Di sicuro dei processi chimici e biologici si innescano nel produrre questi effetti, quindi può essere che esistano anche "farmaci" che impediscono ai nostri capelli di cadere (o magari che li facciano addirittura ricrescere).
Ma questi farmaci sono cure?
Sì, se perdere i capelli è una malattia. Ma questo chi lo decide?
Inizialmente pensavo fosse un po' evanescente il concetto di malattia mentale, però poi riflettendo meglio sulla questione bisogna concludere che anche il concetto di malattia puro e semplice è un concetto un po' problematico che affonda le sue radici su giudizi e valori, insomma non è un concetto che risulta così alieno rispetto a quello di male, male morale e così via.
Non riesco a comprendere cosa venga aggiunto sostanzialmente al quadro di una situazione quando la si definisce come "assolutamente non preferibile" rispetto a quando la si etichetta come "malattia da curare".
La seconda etichetta cosa aggiunge in più rispetto alla prima?
Un sistema per passare da uno stato meno preferibile o cattivo soggettivamente ad uno maggiormente preferibile e buono soggettivamente quand'è che può essere etichettato come "cura"?
Cosa aggiunge di sostanziale a questo processo l'etichettare il primo stato come "morboso" e il secondo stato come "salutare"?