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07-11-2009, 15:58
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#1
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,306
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La cosa che fa più male in assoluto è rendersi conto che si vive in mezzo agli altri...è rendersi conto che gli altri sono disposti a fare un passo nella tua direzione, è rendersi conto che provano (almeno inizialmente) a renderti partecipe...è renderti conto che addirittura si fanno sentire e ti chiamano (magari anche una sola volta ogni 10-15 giorni o a settimana) anche se tu non riesci a dare nulla...anche se tu quando sei in compagnia sei solo una presenza...ma fai di tutto x non agire...x evitare...x non pensare al tuo silenzio...al tuo nulla da dire e da dare agli altri...nessuna parola..nessun gesto....niente di spontaneo...e quel poco che dai è artificioso...
questo forse è peggiore della totale solitudine...la totale solitudine è un bel guaio (io di fatto la vivo)...ma vivo ancora più devastamente quelle volte in cui sono chiamato, in cui vedo nell'altra persona un minimo di interesse...mi fa capire come in me non c'è niente che vada bene...
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07-11-2009, 16:09
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2009
Ubicazione: Lemuria
Messaggi: 1,277
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07-11-2009, 16:24
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2009
Ubicazione: Un po' in Emilia, un po' in Romagna
Messaggi: 1,521
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Quote:
Originariamente inviata da zucchina
interessante e originale statuina!
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Allegra soprattutto
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07-11-2009, 16:59
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#4
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Intermedio
Qui dal: Jul 2008
Ubicazione: Provincia di Napoli
Messaggi: 215
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In effetti noi siamo campioni a essere soli anche in mezzo agli altri.
La solitudine è praticamente dentro di noi, è talmente attaccata, radicata in noi stessi che se anche usciamo dalle mura domestiche questa immancabilmente ci viene dietro, ci segue, c'è la portiamo appresso ovunque noi andiamo, non riusciamo perchè non possiamo a chiudere la porta è lasciarcela alle spalle.
Ecco allora che possiamo trovarci in una comitiva di conoscenti non riuscendo a spiaccicare mezza parola, sembra quasi che non abbiamo niente da dire. Ed e proprio questo il punto, noi non solo non abbiamo niente da dire, ma forse più in generale non abbiamo niente da dare. Noi vorremo contraccambiare quello che dall'esterno riceviamo, ma non abbiamo cosa offrire, non disponiamo di quello che gli altri si aspettano in cambio.
Allora cos'è quella cosa che gli altri ci danno e poi vorrebbero che gli fosse restituita? Io penso che questa cosa possa bene sintetizzarsi nel concetto di abilità sociali. Gli altri magari ci lanciano un sorriso, ci fanno una battuta ironica, ci espongono una questione e chiedono in cambio la stessa cosa.
Ma noi non siamo capaci di guardare negli occhi e fare un sorriso, non siamo capaci di rispondere con ironia ad ironia, non siamo capaci di parlare di semplici e banali questioni quotidiane. In definitiva non disponiamo di abilità sociali.
Queste possono essere considerate come la lingua ufficiale per instaurare rapporti. Immaginate di andare in un paese straniero di cui non conoscete la lingua, in una situazione del genere ci sentiremmo senz'altro soli perchè privi della possibilità di comunicare.
Ma allora dove si apprendono queste abilità sociali che ci consentirebbero di essere spontanei e di comunicare senza problemi con gli altri? La risposta com'è immaginabile ancora devo trovarla.
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07-11-2009, 17:05
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#5
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Esperto
Qui dal: Oct 2009
Ubicazione: Veneto
Messaggi: 5,615
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Quote:
Originariamente inviata da Gaara
In effetti noi siamo campioni a essere soli anche in mezzo agli altri.
La solitudine è praticamente dentro di noi, è talmente attaccata, radicata in noi stessi che se anche usciamo dalle mura domestiche questa immancabilmente ci viene dietro, ci segue, c'è la portiamo appresso ovunque noi andiamo, non riusciamo perchè non possiamo a chiudere la porta è lasciarcela alle spalle.
Ecco allora che possiamo trovarci in una comitiva di conoscenti non riuscendo a spiaccicare mezza parola, sembra quasi che non abbiamo niente da dire. Ed e proprio questo il punto, noi non solo non abbiamo niente da dire, ma forse più in generale non abbiamo niente da dare. Noi vorremo contraccambiare quello che dall'esterno riceviamo, ma non abbiamo cosa offrire, non disponiamo di quello che gli altri si aspettano in cambio.
Allora cos'è quella cosa che gli altri ci danno e poi vorrebbero che gli fosse restituita? Io penso che questa cosa possa bene sintetizzarsi nel concetto di abilità sociali. Gli altri magari ci lanciano un sorriso, ci fanno una battuta ironica, ci espongono una questione e chiedono in cambio la stessa cosa.
Ma noi non siamo capaci di guardare negli occhi e fare un sorriso, non siamo capaci di rispondere con ironia ad ironia, non siamo capaci di parlare di semplici e banali questioni quotidiane. In definitiva non disponiamo di abilità sociali.
Queste possono essere considerate come la lingua ufficiale per instaurare rapporti. Immaginate di andare in un paese straniero di cui non conoscete la lingua, in una situazione del genere ci sentiremmo senz'altro soli perchè privi della possibilità di comunicare.
Ma allora dove si apprendono queste abilità sociali che ci consentirebbero di essere spontanei e di comunicare senza problemi con gli altri? La risposta com'è immaginabile ancora devo trovarla.
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07-11-2009, 17:16
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#6
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,306
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esattamente gaara... e purtroppo c'è poco da fare...se quelle abilità sociali non le hai è 'na faticaccia cercare di recuperarle...
hai espresso esattamente tutta la situazione in generale...
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10-10-2011, 21:28
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#7
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Banned
Qui dal: Aug 2011
Ubicazione: Ancona, Italia
Messaggi: 442
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Quote:
Originariamente inviata da giova88
La cosa che fa più male in assoluto è rendersi conto che si vive in mezzo agli altri...è rendersi conto che gli altri sono disposti a fare un passo nella tua direzione, è rendersi conto che provano (almeno inizialmente) a renderti partecipe...è renderti conto che addirittura si fanno sentire e ti chiamano (magari anche una sola volta ogni 10-15 giorni o a settimana) anche se tu non riesci a dare nulla...anche se tu quando sei in compagnia sei solo una presenza...ma fai di tutto x non agire...x evitare...x non pensare al tuo silenzio...al tuo nulla da dire e da dare agli altri...nessuna parola..nessun gesto....niente di spontaneo...e quel poco che dai è artificioso...
questo forse è peggiore della totale solitudine...la totale solitudine è un bel guaio (io di fatto la vivo)...ma vivo ancora più devastamente quelle volte in cui sono chiamato, in cui vedo nell'altra persona un minimo di interesse...mi fa capire come in me non c'è niente che vada bene...
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Hai espresso molto bene la mia situazione, non era facile trovare parole adatte... Forse è anche per questo che non si viene apprezzati, perché quel poco che riesci a dare, sembra dannatamente, e lo è, forzato, artificioso, ma come far capire agli altri che non è per far un torto loro, ma perché c'è una depressione interna che fa agire così e non in modo naturale come a loro riesce bene?
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10-10-2011, 21:47
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#8
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Banned
Qui dal: Apr 2010
Messaggi: 2,115
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Il topic è vecchiotto ma il contenuto e le risposte sono interessanti...
Anch'io (speciamente in passato ma parzialmente anche in questo periodo) sono letteralmente attanagliato dalla paura di non risultare interessante...
Di non riuscire a vivere in mezzo alla gente...
Di non riuscire a premiare gli sforzi profusi dal prossimo x venirmi incontro...
Di deludere il suddetto essenzialmente...
E' questo il mio problema più grosso ed è sul riuscire a trovare delle contromisure plausibili in proposito che sto lavorando...
Io sono comunque dell'idea che tutto passi sull'accettazione almeno parziale di quello che si è...
Cioè è notorio che gli estroversoni in compagnia siano più apprezzati specialmente dalle ragazze ma ogni tentativo di emulazione risulterebbe francamente patetico...
La cosa migliore da fare è cercare di costruirsi i propri spazi cercando di smussare il più possibile le proprie ansie e la propria timidezza sforzandosi per esempio di intervenire dicendo la propria (a costo di figuracce) in conversazioni sostenibili...
Questo è fondamentale a parer mio ed è quello che sto cercando (con successo anche se non sempre) di fare sempre e comunque...
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