PazzoGlabroKK

Che ne pensate? Vi piacciono? Preferite loro o i Cure?
I New Order, invece?
Vi affascina la figura e la persona di Ian Curtis?

muttley

Una volta molto, ora meno in quanto li ho ascoltati fin troppo. Ian Curtis è un personaggio estremamente controverso, ma non sono mai stato un "idolatratore" di conseguenza mi piace il gruppo nel suo insieme, non il frontman.
Quanto ai Cure, inutile dire che anche loro sono ipervalutati, hanno scritto alcune belle canzoni ma non sono al di sopra dei tanti gruppi britannici venuti fuori nello stesso periodo, semplicemente si sono avvalsi di strategie di marketing migliori per vendere i loro prodotti.
I New Order? Bene il primo disco, il resto fuffa o quasi.

Odradek

adoro loro quanto i migliori Cure. Dire che Smith e company si imposero solo per marketing mi pare ingeneroso...

Gummo

Canzoni come New Dawn Fades parlano direttamente all'anima. Li adoro ma devo essere di umore adatto a sentirli o rischio di sentirmi ancora più giù. Quella voce, quel basso, quella batteria, quella chitarra, perfetti e inimitabili.

Io con l'elettronica non ci vado molto d'accordo, però i New Order li posso ascoltare con piacere anche se non li ho mai approfonditi. Curtis mi affascina come figura, ho letto molto su di lui e sul suo tormento... potevi leggergli l'angoscia negli occhi, si addice la frase "La sofferenza genera grandi capolavori."

Winston_Smith

Preferisco i Cure, ma solo perché li conosco un po' di più dei JD (New Order ancora meno, praticamente per nulla).
Non posso che profondermi in inchini però di fronte a un verso immortale e che dice tutto come Routine bites hard, and ambitions are low
Molto coinvolgente anche Transmission.

Dio perdona la fama e il successo, muttley no

pesco

mi piacciono molto come in parte anche i Cure, anche se non sono nella mia personale top ten

DownwardSpiral2

Gli ho ascoltati parecchio e mi piacciono più dei cure
Però tra loro e i cure preferisco i siouxsie and the banshees

liuk76

Non mi fanno impazzire perché non mi piace molto quel genere.

Sulla falsariga in chiave metal consiglio di ascoltare i Flowing Tears.

muttley

Se qualcuno pensa che incidere per una multinazionale e rispettarne i comandamenti non infici la libertà artistica, libero di crederlo, tanto sappiamo che non è così

Winston_Smith

Ciò non implica però che se hai successo devi per forza produrre musica di mexxa.

muttley

Implica perdita della libertà artistica, maggiori pressioni e minore ispirazione.

suicida

io firmerei comunque e mi farei un pacco di soldi con la merda che vogliono per poi avviare uno o più progetti indipendenti e registrare il cazzo che mi pare

o è vietato dal contratto?

eVito Corleone

I Joy Division rientrano sicuramente nella mia Top Ten, in rapporto alla durata che hanno avuto potrebbero anche salire sul podio.
Molto bello anche il film su di loro "Closer", tra i migliori film sui gruppi musicali.

Dei New Order mi piacciono giusto un paio di pezzi.

Apprezzo molto anche The Cure, ma non sono proprio tra i miei preferiti.

Winston_Smith

Le pressioni a volte possono essere fonte d'ispirazione per dei capolavori:


Mi sorprende che un sostenitore del libero arbitrio come te dia tanto peso all'influsso del condizionamento sociale, in fondo i discografici mica puntano una pistola alla tempia dei cantanti per imporre loro di produrre quello che vogliono, no?

E meno male che ero io quello con una visione elitaria dell'arte

muttley

Perché sono vincolati da contratti miliardari, se non vendi non te lo rinnovano, chetelodicoaffare?

Winston_Smith

Ti rimando al post di suicida, all'inizio della pagina.
E aggiungo la domanda: dove sta scritto che vendere tante copie richieda una bassa o ridotta qualità artistica? Non eri tu quello che mi criticava perché dicevo che la massa degli studenti avrebbe scelto, se avesse potuto, programmi scolastici a base di Moccia e Volo? I gusti delle masse si sono improvvisamente abbassati?

muttley

Non hai capito Winston, il senso di ciò che affermo è: può un artista con contratto multimiliardario, vincolato a regole contrattuali ben precise (a meno che qualcuno voglia illudersi che tali contratti prevedano la totale libertà artistica, anche quella di non fare album per vent'anni o fare dischi di musica concreta), produrre musica veramente ispirata e personale senza rompere regole contrattuali? Liberi di pensare che sia così, beati voi che siete cosi candide

Winston_Smith

Non mi pare che le regole contrattuali siano sempre così restrittive, a volte si riescono a conciliare qualità e appetibilità per un buon numero di persone. E se ciò avviene, non vedo perché un discografico si dovrebbe mettere a sindacare sulle modalità espressive, che gliene frega? Se poi per te vendere tanto e comporre musica artisticamente qualitativa sono concetti automaticamente autoescludenti, allora è un altro discorso.

muttley

Artisticamente qualitativa ≠ artisticamente ispirata e indipendente.
Ci sono artisti dalle grandi vendite che hanno prodotto buona musica, nel caso in questione (i Cure) per me hanno prodotto anche della buona musica, ma non si distinguono in particolare rispetto alle centinaia di gruppi inglesi dello stesso periodo per qualità, hanno semplicemente saputo sfruttare meglio le strategie di marketing (look e videoclip innanzitutto).

Odradek

Ecco questo è il punto, e questo riguarda anche i Cure, che sicuramente si sono fatti corrompere un po' dal sistema... Voglio dire, Robert Smith è un flaccido miliardario cinquantenne senza preoccupazioni economiche, perché ci infligge ciofeche pop come The only one, quando potrebbe benissimo pubblicare un disco di brani strumentali e vendere comunque?

Come dicevo, riconosco che i Cure (dall'85 in poi) abbiano abboccato un po' alle sirene del successo, ma il look non c'entra nulla. Anche David Sylvian si presentava come un algido dandy bistrato, ma è un grande musicista. Trovo un'eresia dire poi che i Cure sarebbero un "gruppo come tanti degli 80"(!) Quel suono (basso che innerva la melodia, arpeggi minimali ecc) è stato inventato da loro e dai JD, e si riverbera oggi sull'80% per cento della musica migliore del nostro tempo (vedi post rock).