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05-12-2016, 03:14
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#1
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 1,086
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Perché ci affacciamo alla vita con tale risentimento mi è ignoto, il punto è che quel poco di umano che resisteva in me è morto, definitivamente, dopo l'ennesima prova che l'essere umano è fondamentalmente incapace di relazionarsi con gli altri, forse è davvero una creatura atta alla solitudine, vista la quantità e qualità di barriere mentali che riesce a creare per mascherare la sua ultima attitudine...l'ipocrisia.
Non è pessimismo, è l'osservazione dei più intimi rituali dell'uomo a farmi giungere a questa conclusione così negativa, siamo infestati drammaticamente dall'ipocrisia.
Sono certo che quasi tutti noi almeno una volta siamo stati scartati come spazzatura in favore di un'ipotetica altra amicizia, o lasciati crogiolare per un amore della persona in cui riponevamo il nostro rispetto, preoccupazione, amicizia.
È troppo facile dire di non essere affettivi con chi non se lo merita, poiché negli istanti antecedenti per noi quella persona meritava. Di non riporre troppe aspettattive negli altri, col senno del poi pure un bambino saprebbe la verità senza conoscenza.
Mi domando che problema imponente impedisca alle persone di essere ciò che sono realmente, tutto per benificiare di attimi sfuggenti di felicità? Non sapete quante volte ho chiesto il perché di una relazione tra due persone ai diretti interessati, che si tratti di amicizia o amore, le risposte date erano ridicole, "non lo so" "mi piace" "mi è simpatico", questo genere di risposta me l'aspetto da un bambino, il quale deve ancora apprendere se stesso, ma non da adulti con esperienza, tutto ciò mi lascia perplesso.
L'uomo è davvero così ingenuo verso se stesso da non sapere neanche perché cammina? Una formica in questo è più avanzata.
Il primo passo verso il tutto è conoscersi, ma a quanto pare le persone si illudono di aver compiuto i passi decisivi per relazionarsi con gli altri. Che peccato mortale compiamo ogni giorno verso noi stessi, mascherando la nostra ignoranza o addirittura fregandocene altamente, dissumulando il proprio ego riflettendo l'altrui desiderio fin quando non si trova la persona "giusta".
Che sia questo il prezzo da pagare per essere liberi? La solitudine assoluta è la risposta, o come dicono in molti: continuare a cercare come degli automi la cui unica funzione è sopravvivere in mezzo alla folla?
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06-12-2016, 04:02
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#2
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 1,086
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Rinnovo il thread poiché passato in sordina, non che debba ricevere risposte ad ogni costo, ed in più ho qualcosa da aggiungere, una sciocchezza in realtà, una domanda che andrò ora ad esporre.
Quanti di voi si conoscono a sufficienza per affermare di essere dei buoni amici e partner duraturi e ottimali (non in senso sessuale)?
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06-12-2016, 09:47
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#3
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,234
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Io credo di non essere una buona amica un po' per mancanza di iniziative,un po' perché sono una che si rompe subito dopo un po' che è in compagnia,in più non ho nulla da dire le ragazze parlano dei fidanzati o dove vanno a ballare,io sono sempre stata sprovvista del ragazzo e non mi piace ballare,quindi la gente mi schifa ma per onestà devo dire che io ci metto del mio.
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06-12-2016, 09:51
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#4
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 1,086
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Quote:
Originariamente inviata da Rage
comunque questa domanda è un controsenso, nessuno si conosce così bene da potersi ritenere perfetto per gli altri.
(e stolti sono quelli che lo credono, narcisisti compresi)
il massimo che puoi fare è conoscerti abbastanza bene da vedere la maggior parte dei difetti che hai e cercare di correggerli quanto più possibile.
io posso conoscere i miei pregi ed i miei difetti, posso sapere cosa c'è che non va in me e cosa di me non piace negli altri, perché mi è stato fatto notare.
ma per essere buoni amici e buoni partner, servono qualità che vanno ben oltre la semplice conoscenza di se stessi e queste qualità non dipendono solo da noi stessi, ma anche dagli amici che abbiamo.
loro cosa cercano in noi?
e noi cosa cerchiamo in loro?
ma come ho scritto sopra:
"è proprio la paura della solitudine che spesso spinge le persone ad accontentarsi"
ed alla fine ti tieni gli amici che trovi e con cui vai maggiormente d'accordo.
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Trovo condivisibile ciò da te scritto, ma continuo a domandarmi se davvero ciò che scrivi sia possibile nell'eventuale trasposizione alla realtà pratica.
Mi spiego meglio, nelle fasi di crescita dell'essere umano vi sono passi obbligatori per entrare nel mondo dei rapporti interpersonali, i quali, dal mio punto di vista, dovrebbero essere sufficienti per un apprendimento di qualità basilari per una relazione, diciamo un inizio di relazione, che sia amicizia o amore adesso poco importa, invece perché siamo costretti a questo ciclo imperituro di errore/correzione per tutta la vita quando sarebbe necessario conoscere ogni oncia di se stessi da non doversi porre le domande da te citate, nel mentre mascherando e come scrivi, negando se stessi, si protrae il ciclo del "tira e molla" del prendersi tanto per non star soli, dal lasciarsi perdere per dissensi, i quali dovrebbero essere già noti tra due persone che si conoscono. No in realtà non si conoscono poiché nessuno potrà mai essere sincero e onesto con l'altro se prima non lo è con se stesso.
Il punto è che il problema non è il perché le persone dovrebbero star insieme o essere buoni amici o partner, bensì la "malattia" che affligge molti, l'indolenza che proviamo per i rapporti in generale mi perplime, non desidero un mondo utopico ove tutti siano felici con tutti, ma un maggior sforzo nell'illuminare se stessi e gli altri, secondo me sarebbe questo il naturale volgere ad un passo ancora maggiore del comprendersi un po' alla volta.
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06-12-2016, 12:52
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#5
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 1,086
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Quote:
Originariamente inviata da Rage
@ Nishi, le tue domande sono tutte legittime ed hanno tutte senso, ma temo che non esista risposta.
nelle relazioni interpersonali ognuno di noi sviluppa delle skill proprie, poi ognuno di noi, sviluppa anche qualità, gusti ed interessi, che lo rendono quasi unico.
le qualità dell'essere umano sono tantissime, noi cerchiamo persone con le quali abbiamo maggiori affinità, ma altre volte volte cerchiamo di tenerci vicino dei conoscenti per comodità o per tornaconto personale.
il problema risiede anche nel pudore: molti di noi si vergognano delle loro diversità, quando si discostano dalla massa e tendono a nascondersi, che sia un difetto fisico od un modo di pensare.
se tutti fossero super partes e scevri da giudizi, allora non ci sarebbero tutte queste differenze e discriminazioni, però sono anche tutte queste differenze a renderci interessanti ed affascinanti per altre persone.
il mondo è bello perché è vario, ma è anche questa varietà a creare incomprensioni e paure.
quella che tu chiami indolenza in realtà è paura.
tutti gli esseri viventi hanno paura e sono insicuri, il problema è anche che tutti vogliamo prevalere sugli altri, elevarsi dalla massa, perché siamo avidi ed ingordi, perché non sappiamo accontentarci, perché siamo in costante crescita ed evoluzione, perché è nella nostra natura.
la fregatura della razza umana risiede nel Desiderio.
(mi pare che il tuo diario si intitoli così)
il mondo utopico di cui tu parli, potrebbe esistere solo se noi fossimo privi di un corpo fisico.
tutti i nostri mali, derivano da esso.
mi piace la piega filosofica che sta prendendo questa discussione.
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Non posso che essere in accordo anche questa volta, hai capito in gran parte ciò che volevo esprimere.
Lo stato che bramo per l'essere umano è pura luce, puro amore, pura verità sempre e perpetua nel tempo, scevri dal desiderio (come hai ottimamente compreso) anche con tutte le nostre piccole differenze che messe in correlazione, in uno stato mentale senza limite, ovvero senza barriere atte a nascondere recessi di noi stessi, tra ognuno di noi non porterebbero a screzi di nessun genere, e il Tutto fluirebbe attraverso il tempo senza cambiamento in negazione. ma soprattutto senza intaccare la nostra unicità in quanto essenza non solo fisica.
La paura deve essere affrontata, il desiderio dimenticato, poiché non sono in queste emozioni, sentimenti o stati dell'essere che risiede la nostra verità, ma solo una fulgida illusione di conoscenza e "amore" (tale non può essere poiché soggetto a falle sensoriali) senza dover esser ebbri di sapienza che conduce come conseguenza superiorità morale ed intellettuale, e qui mi ricollego all'ipocrisia di coloro, che, sazi del sapere riflettono sul nulla.
Non cerco la perfezione nell'essere umano sia chiaro, solo una metamorfosi del suo ego, in grado di esplicare l'impasse in cui tutti ci scontriamo, la paura come hai espresso tu stesso.
Non vedo utopia in tutto ciò, forse dovrei? Non lo so ancora con certezza.
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06-12-2016, 14:28
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#6
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,855
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Originariamente inviata da Nishi
Non sapete quante volte ho chiesto il perché di una relazione tra due persone ai diretti interessati, che si tratti di amicizia o amore, le risposte date erano ridicole, "non lo so" "mi piace" "mi è simpatico", questo genere di risposta me l'aspetto da un bambino, il quale deve ancora apprendere se stesso, ma non da adulti con esperienza, tutto ciò mi lascia perplesso.
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Tu che spiegazioni daresti/vorreti invece?
Lo stesso con domande del tipo: perche' della cucciolata hai scelto quel gatto e non l'altro? perche' preferisci l'azzurro al verde? perche' per quella situazione/persona ti sei commossa e per quell'altra no? perche' quella poesia/canzone/quadro ti comunica tanto? Son sicura che anche a queste a cui si e' soliti rispondere col " non so/ mi piaceva/mi piace di piu'" si potrebbero trovare risposte piu' razionali ma forse e' irrilevante, no? ( a meno di specifici propositi scientifici) perche' occorrono giustificazioni? (che magari anche sono molto personali e uno non ha voglia di dare a te)
L'amore/affetto che si sente per qualcuno e' qualcosa difficilmente descrivibile con le parole che ci sono a disposizione ( e neanche siamo tutti artisti) e qualsiasi risposta del perche' non rendera', come con i sogni: possiamo aver provato in essi emozioni enormi, ma quando li si racconta sembrano banalotti.
Puo' essere che a volte le ragioni siano superficiali (quelle pero' dovrebbero essere le piu' facili da dire, ammesso che ne si abbia l'intenzione) e altre volte invece le parole non bastino e dopotutto alcune cose e' piu' bello che restino cosi', a livello di sensazioni e poesia piu' che cercarvi/esprimere delle ragioni secondo gli umani schemi di pensiero. Non si puo' riassumere una persona (e come noi la vediamo) in una (o qualche) frase.
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Ultima modifica di cancellato2824; 06-12-2016 a 14:52.
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06-12-2016, 14:56
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#7
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 1,086
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Originariamente inviata da ila82
Tu che spiegazioni daresti/vorreti invece?
Lo stesso con domande del tipo: perche' della cucciolata hai scelto quel gatto e non l'altro? perche' preferisci l'azzurro al verde? perche' quella poesia/canzone ti comunica tanto? Son sicura che anche a queste a cui si e' soliti rispondere col " mi piaceva/mi piace di piu'" si potrebbero trovare risposte piu' razionali ma forse e' irrilevante, no? ( a meno di specifici propositi scientifici) perche' occorrono giustificazioni? (che magari anche sono molto personali e uno non ha voglia di dare a te)
L'amore/affetto che si sente per qualcuno e' qualcosa difficilmente descrivibile con le parole che ci sono a disposizione ( e neanche siamo tutti artisti) e qualsiasi risposta del perche' non rendera', come con i sogni: possiamo aver provato in essi emozioni enormi, ma quando li si racconta sembrano banalotti.
Puo' essere che a volte le ragioni siano superficiali (quelle pero' dovrebbero essere le piu' facili da dire, ammesso che ne si abbia l'intenzione) e altre volte invece le parole non bastino e dopotutto alcune cose e' piu' bello che restino cosi', a livello di sensazioni e poesia piu' che cercarvi delle ragioni secondo gli umani schemi di pensiero.
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Poichè conoscevo queste persone, risposte simili non potevano essere date per semplice sciatteria, è inutile nascondere "emozioni incredibili" dietro false parole, primo perché sviliscono tali emozioni, falsando una discussione seria, altrimenti non avrebbero dato il loro consenso ad iniziare tale discussione.
Per finire, io non accetto risposte da bambini per questioni che fanno l'essere umano ciò che è.
Abbiamo una concezione dell'argomento diametralmente opposta, ma senza polemizzare perché non mi piace, se a qualcuno va bene ciò, nessun problema, non è che vado in giro a farmi gli affari degli altri, giusto per chiarire.
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06-12-2016, 15:16
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#8
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Esperto
Qui dal: May 2010
Messaggi: 3,857
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Chi non conosce sé stesso non può riconoscere l'altrui "livello" ma soltanto proiezioni (da proiettare) di difetti al primo più conosciute e/o avute.
V'è sempre questa maledizione del "elogio" del errore, del difetto, della fallibilità così a mo di "scusa".
Per carità il più delle volte, e son molte, si rivelano essere corrette, ma mi domando: quelle rare volte, se fortunati nel riconoscerle ed afferrarle, in cui chi è "messo a fuoco" da quest'occhio del giudizio fosse di tutt'altra "corrente", colui/colei "abituato" al suo dogma (totalizzante errare humanum est ) evolverebbe il suo stesso concetto oppure si convincerebbe di star osservando un miraggio quando in effetti è più reale della realtà stessa?
Al di là delle esperienze di vita, al di là del mero approccio pratico e quotidiano che diamo alla nostra esistenza, questo è ciò da considerare di Importanza Essenziale... il resto è solo un mero "passatempo" che può essere redditizio superficialmente, fino a quando non si entra nell'attimo in cui la "morte" non sopraggiunga il loro lato cosciente (in quanto l'inconscio ne è da sempre toccato); in quel punto, è in quel dannato punto che si scopre che ciò che si dava per scontato era volto a conservare quel pezzetto dell'ego più difficile da scatturare: l'ombra del proprio errore reso, fino a quel momento, volontariamente invisibile alla loro mente affinché ci si senta al sicuro nella propria menzogna e confermando la propria, eventuale, fallibilità riflessa a prescindere negli altri. Il male che, eventualmente è stato arrecato a questi "giudici" non posso giustificarlo a mia volta poiché ignari, non per loro completa colpa, del male che s'affliggono di loro iniziativa... e non vedo lacrime nei loro volti per questo.
Se soltanto potessi attingere al potere della mia immaginazione rendendolo possibile, dimostrerei a chiunque che vi son persone che, a prescindere dalle esperienze avute alle quali non potevano sottrarsi, rimarrebbero fedeli a loro stessi, alla loro anima e, ancor più in profondità, alla loro essenza.
Mh, non verrei creduto lo stesso probabilmente anche perché, di rimbalzo, dimostrerei la loro debolezza.
Sinceramente Nishi, mi rivolgo a te come a chiunque sia giunto qui a leggere, sono saturo delle mere parole. Quando abbandonai (concettualmente parlando) il forum arrivai alla conclusione d'interrompere il lancio di "segnali" limitandomi ad agire quelle rare volte col mantello dell'invisibilità nei casi più "curiosi" da me scrutati dalle quinte di questo palcoscenico. Ho capito che ciò che non si possiede, o meglio non si riconosce, della propria "essenza" non può essere appresa da una sorta di, perdonate il termine un po' inappropriato, "istruttore"; non voglio questo nella maniera più assoluta. Mi son ritirato nel silenzio, a parte qualche breve parentesi, per poter accorgermi, se fortunato, della presenza di un colui/colei alla quale non impartire alcuna dritta, nell'essere anticipato sui fondamentali e nel gioire del libero dialogo ottenuto nei silenzi.
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Ultima modifica di Jai; 06-12-2016 a 23:21.
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06-12-2016, 15:46
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#9
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,855
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Quote:
Originariamente inviata da Nishi
Mi domando che problema imponente impedisca alle persone di essere ciò che sono realmente, tutto per benificiare di attimi sfuggenti di felicità?
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che significa sta frase? che fingono di essere cio' che non sono per piacere agli altri?
Quote:
Originariamente inviata da Nishi
Per finire, io non accetto risposte da bambini per questioni che fanno l'essere umano ciò che è.
Abbiamo una concezione dell'argomento diametralmente opposta, ma senza polemizzare perché non mi piace, se a qualcuno va bene ciò, nessun problema, non è che vado in giro a farmi gli affari degli altri, giusto per chiarire.
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Ma io resto curiosa, tu invece che risposta daresti del perche' ami/hai amato/vuoi bene/sei stato/staresti con certe persone?
Vorrei uno o due esempi tratti dalla tua esperienza (se ti va di dirli) o comunque di spiegazioni che reputeresti valide e sensate.
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Ultima modifica di cancellato2824; 06-12-2016 a 16:34.
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07-12-2016, 01:39
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#10
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 1,086
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Quote:
Originariamente inviata da ila82
che significa sta frase? che fingono di essere cio' che non sono per piacere agli altri?
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Si. Mentono a se stessi per nascondere le proprie illusioni, e nel contempo confortarsi a vicenda nella vacuità (poichè fasulla).
Quote:
Originariamente inviata da ila82
Ma io resto curiosa, tu invece che risposta daresti del perche' ami/hai amato/vuoi bene/sei stato/staresti con certe persone?
Vorrei uno o due esempi tratti dalla tua esperienza (se ti va di dirli) o comunque di spiegazioni che reputeresti valide e sensate.
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Quelli da me esposti erano meri esempi, non voglio trattati di filosofia per ritenermi soddisfatto.
Non è questo il punto.
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07-12-2016, 01:47
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#11
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Esperto
Qui dal: Jun 2013
Messaggi: 1,086
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Quote:
Originariamente inviata da zucchina
se vedi le persone così "da poco" perché deludono le tue aspettative, prova ad avere compassione per loro, e per trovare questa compassione chiediti il perché di questa ipocrisia che noti. cosa ci sta sotto. guarda il mondo da lontano e vedi il brulicare di tutti questi esseri che sanno di esser destinati a morire. se non sanno neanche perché camminano è una cosa tristemente comprensibile.
n.b. questa è solo una riflessione che mi ha scaturito il tuo messaggio, potrei non metterla in pratica io per prima e dunque essere ipocrita
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Se ti ho dato l'impressione di sottostimare gli altri è solo per l'uso di determinate parole, quando uso il termine bambino non è da intendere come essere inferiore, ma il concetto stesso di bambino, che deve apprendere, esplorare il tutto.
È un messaggio che a parole non può esser compreso nella sua interezza, me ne rendo conto solo ora, ma dovevo provarci.
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20-12-2016, 10:23
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#12
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Banned
Qui dal: Dec 2015
Messaggi: 1,319
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L'essere umano ha la sfiga di avere una coscienza che lo spinge a chiedersi :
"Perché esisto"?
"C'è qualcosa dopo la morte"?
Oltre alla risposta a queste domande che non si trova, prova anche una grande solitudine più o meno proporzionata alla sua intelligenza/sensibilità e quando si confronta con gli altri trova sempre un muro indistruttibile tra la sua coscienza e quella altrui... per provare ad abbattere il muro stupra la sua coscienza, per sopravvivere e sentirsi meno solo inganna in primis se stesso e poi gli altri con neanche troppo velata ipocrisia che giustifica con frasi come "è così che va il mondo, bisogna trovare dei compromessi".
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