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Vecchio 18-06-2023, 20:35   #21
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L'avatar di Stan Kezza
 

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Originariamente inviata da gaucho Visualizza il messaggio
Ho avuto una sorta di attacco d’ansia e pianto, non so se perché è stata un’esperienza che mi ha messo a disagio o perché ho tirato fuori qualcosa dai ricordi
Capisco. Ho un po' paura che succederebbe anche a me...
Vecchio 18-06-2023, 20:37   #22
Esperto
L'avatar di gaucho
 

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Originariamente inviata da Stan Kezza Visualizza il messaggio
Capisco. Ho un po' paura che succederebbe anche a me...

Mah credo sia una cosa molto soggettiva, nel caso potresti parlarne in anticipo con il terapista lui potrebbe saper dirti se ti potrebbe servire o no
Vecchio 19-06-2023, 12:18   #23
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Non so se vi tranquillizzerà o vi getterà nel panico: non funziona, ma non funziona a livello strutturale. Ovvero possono anche indurre un'ipnosi profonda e aprire il vaso di Pandora. Ma dentro non c'è niente di interessante.

La memoria per quel che riguarda l'ipnosi è di due tipi. Il primo concerne il periodo della vita in cui non si è sviluppato il linguaggio, e quindi non si hanno le parole per incasellare l'esperienza nella mente. Immagino l'obiezione, se sto provando una cosa spiacevole la percepisco senza bisogno di parole nella mente. Ebbene no. La capacità di avere la continuità di coscienza di qualcosa e quella di verbalizzarla sono inseparabili. Lo avevano capito gli antichi; per esempio "abracadabra" vuol dire "creo la cosa corrispondente al suo nome che ho pronunciato" (vado a memoria, ma il senso è quello). Oppure pensate al logos; non è solo "parola" ma appunto ha in sé anche la dimensione creativa del linguaggio. Se crediamo di ricordare o provare qualcosa "senza parole" semplicemente non ci accorgiamo che il meccanismo della verbalizzazione non ha attivato i sistemi di "outupt" come la parola o la mano che scrive.

Poi veniamo alla memoria vera e propria associata alla verbalizzazione, verso i quattro anni la si acquisisce. Da lì in poi è possibile ricordare. Ma l'inconscio è più forte di qualsiasi cosa, se l'evento è davvero pesante non viene ricordato. Quello che viene effettivamente ricordato, viene rielaborato tanto che sono stati riportati casi di soggetti che dicevano di ricordare robe avvenute nella culla ma per quanto sopra è impossibile. Già nel caso della memoria verbalizzante (se posso chiamarla così) comunicano al terapeuta una storia che si sono costruiti e narrati (come facciamo tutti) che interpreta il ricordo distorcendolo con l'effetto dell'elaborazione dovuta alla personalità.

Quindi i ricordi che realmente sarebbero significativi per quello che può interessare un utente del forum non sono stati registrati fino a quattro anni circa, e dopo si ricorda solo la loro elaborazione. Se invece si pensa di ricordare qualcosa avvenuta nella fase pre-verbale è solo immaginazione e fantasia.

Direi che possiamo risparmiare i soldi. Io comunque sono tra quelli che ammesso che l'ipnosi funzionasse avrebbe una paura fottuta di conoscere cosa è successo. Dato che è prevista nella pratica clinica posso immaginare che il terapeuta si serva di quanto dice il paziente per cercare di capire in che modo elabori ricordi e sensazioni facendo poco o nullo conto sull ricordo in sé stesso. Ma questo lo sa un professionista, la mia è solo un'ipotesi.

Ora a me gli occhi e il vostro portafogli, please.
Ringraziamenti da
Antares93 (21-06-2023), dystopia (19-06-2023), overthe.rainbow (22-06-2023)
Vecchio 19-06-2023, 12:30   #24
XL
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L'avatar di XL
 

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Originariamente inviata da pokorny
Io comunque sono tra quelli che ammesso che l'ipnosi funzionasse avrebbe una paura fottuta di conoscere cosa è successo.
Ma perché cosa potrebbe essere successo?
Anche se mi raccontassero che mi hanno stuprato non batterei ciglio e non penso che si risolverebbe qualcosa.

La cosa che non afferro è in che modo la conoscenza della mia infanzia dovrebbe poi farmi cambiare ora.

Io credo che l'ipnosi se funziona dovrebbe funzionare solo in base a qualche induzione.
Io penso che il mondo così com'è è una merda? Dovrebbe riuscire a farmi sentire e pensare l'esatto contrario.

Se si riesce a fare questa cosa qua penso che starei meglio, il punto è che io ora non ne sono persuaso per nulla di questa cosa, penso che la mia esistenza in qualsiasi modo riuscirò a viverla, è rovinata, questo mi deprime, quindi come vorrebbero migliorarlo questo umore se non si scardina a monte questa idea qua?

Ci sono cose che realisticamente posso riuscire a fare, ma mi fanno cagare comunque, non si aggiusta mica la situazione così, dovrebbero convincermi che tutto è molto meglio di quel che è, o farmi cambiare radicalmente valutazione, se riescono mandandomi a nanna magari può darsi che poi sto meglio. ma io a monte questa intenzione non ce l'ho per niente, non voglio cambiar valutazione e dire che mi piace quel che a me non piace, o che apprezzo quel che detesto.

Io penso che non riuscirebbero comunque a fare una mazza, altrimenti potrebbero farmelo indurire anche di fronte a una donna che non mi eccita per niente. Se possono farmi apprezzare e piacere quel che non apprezzo dovrebbero riuscire a fare cose simili.

Ecco se riescono a fare cose del genere servirà a qualcosa, altrimenti non servirà a un cazzo come tutto il resto.
Ricordare cose dell'infianzia lo reputo pressappoco inutile, non capisco cosa dovrebbe innescare.

"Vedi non ricordi che ti hanno buttato con la testa nel cesso?!"

E quindi anche una volta che ho saputo questa cosa, come dovrebbe aggiustare la mia vita che reputo una merda?

Non capisco proprio il senso di queste cose, a me mancano certe cose ora, sono infelice, non mi sta bene l'esistenza, la mia esistenza così com'è in un modo radicale.
Come si dovrebbe curare questa cosa qua?

A me pare che non si cura, c'è l'inculatura e non si può fare altro che tenersela, poi che me la tengo col sorriso o col viso imbronciato a me non frega nulla, mi infastidisce e basta, se con l'ipnosi riescono a convincermi che l'inculatura non c'è e mi sta bene tutto, ben venga, ma lo dubito fortemente perché questa intenzione in me non c'è da nessuna parte, non posso collaborare volontariamente, posso solo mettermi sul lettino e seguire le cazzate che mi dicono di fare, questo riesco a farlo, ma non riesco a voler fare cose che in fin dei conti non voglio fare.

Se funziona funziona, se poi mettono in piedi la solita supercazzola del "eh ma tu non vuoi" è proprio sicuro che io non voglio, se avessi voluto farmi andar bene l'esistenza e fare certe cose non sarei andato da loro.

Devono modificare a monte delle intenzioni e non posso essere collaborativo e volere quel che non voglio, devono pernsarci loro, ma non so come, loro sono gli esperti di queste supercazzole e loro dovrebbero pensarci facendomi fare cose che non c'entrano una mazza per aggirare le "resistenze". Se l'ipnosi funziona dovrebbero poter essere manipolabili tutti in tutti i modi possibili, pensi che il governo Meloni sia una merda? Ti mandano in trance e risvegliato dovresti esser convinto del contrario ed esserti trasformato in un suo sostenitore anche se prima non avresti mai cambiato idea.

Trasformatemi in una persona ottimista che ama la vita e la accetta sportivamente, siete capaci di farmi incastrare felicemente nel buco di culo che il mondo mi ha riservato? Fatelo.

Ultima modifica di XL; 19-06-2023 a 13:08.
Vecchio 19-06-2023, 13:06   #25
Esperto
L'avatar di pokorny
 

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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma perché cosa potrebbe essere successo?
Anche se mi raccontassero che mi hanno stuprato non batterei ciglio e non penso che si risolverebbe qualcosa.
Certo, se è qualcosa che hanno fatto a te lo credo bene. Io per esempio so che mia madre e mia nonna mi imponevano il loro senso della temperatura, che non è il mio. Mi hanno raccontato che sudavo e stavo male ma loro credevano che fosse una reazione naturale di un bambino. Una volta si sono sbagliate e mi hanno fatto un bagno a 60 gradi che è il massimo che consentivano gli scaldabagni del periodo e anche dopo lo hanno sempre tenuto al massimo (e questo è un ricordo sicuro, dubito che in casa mia qualcuno sapesse cosa fosse un termostato); probabilmente hanno capito che stavano per ammazzarmi ma il danno era fatto.

Sarà psicologia da tabloid ma guarda caso ho terrore di tutto ciò che è caldo e quando posso cucino cose fredde perché ho anche paura di accendere i fornelli. Del forno nemmeno a parlarne, panico.

Io penso che con l'ipnosi se funzionasse non si farebbe altro che far uscire episodi che non cambiano il quadro generale, alla faccia di film come "Marnie" e tutto il filone psicologico. Nel mio caso, sono nato predisposto alla paura e se non fosse stato il caldo sarebbe stato qualcos'altro. Quand'anche sapessi che sono stati dei coltelli con cui mi hanno minacciato, sempre pauroso resto. Cosa mi è cambiato?

L'interessante arriva se è qualcosa che abbiamo fatto noi. Io alcuni episodi di cose sbagliate li ricordo bene e sono ancora sopraffatto dal senso di colpa. Se con l'ipnosi (previa accordo col terapeuta di registrare tutto e in presenza di un testimone) uscissero altre mie "malefatte" penso che il suidicio sarebbe una seria opzione. Poi scatterebbero le elaborazioni mentali per ricreare la zona di comfort: "mi sono comportato così male che merito di essere quel che sono quindi non posso cambiare" (Muttley, ho sentito un tonfo, non è che sei svenuto? Dai un segno della tua presenza )

Quindi nell'ipotesi irreale che l'ipnosi facesse uscire ricordi precisi almeno al 85%, potrebbe essere disastroso farli venire alla luce. Non solo, ma l'inconscio fa in modo che non vengano comuquei registrati. L'ipnosi che conosciamo ci arriva da film e romanzi ma il cervello non ha affatto dei sottosistemi di memoria come una scatola nera che registra tutto in modo oggettivo. Io credo che per risposta evolutiva eventi troppo brutti non vengano registrati, e non è farina del mio sacco bensì di quel che ho letto in giro da fonti che reputo serie. Siamo noi per primi che ci proteggiamo dai ricordi. Che poi possano agire producendo tratti permanenti del comportamento e della personalità ci sta tutta, solo che non se ne può rintracciare l'eventuale evento scatenante.

Quote:
La cosa che non afferro è in che modo la conoscenza della mia infanzia dovrebbe poi farmi cambiare ora.
Spero di essere stato esauriente più sopra. Per me il problema sarebbe sapere cosa ho fatto che ora non approverei. Altri magari riescono a fregarsene ma io no, sono dominato da rimorsi e sensi di colpa.

Ultima modifica di pokorny; 19-06-2023 a 13:09.
Vecchio 19-06-2023, 13:26   #26
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

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Originariamente inviata da pokorny Visualizza il messaggio
Certo, se è qualcosa che hanno fatto a te lo credo bene. Io per esempio so che mia madre e mia nonna mi imponevano il loro senso della temperatura, che non è il mio. Mi hanno raccontato che sudavo e stavo male ma loro credevano che fosse una reazione naturale di un bambino. Una volta si sono sbagliate e mi hanno fatto un bagno a 60 gradi che è il massimo che consentivano gli scaldabagni del periodo e anche dopo lo hanno sempre tenuto al massimo (e questo è un ricordo sicuro, dubito che in casa mia qualcuno sapesse cosa fosse un termostato); probabilmente hanno capito che stavano per ammazzarmi ma il danno era fatto.

Sarà psicologia da tabloid ma guarda caso ho terrore di tutto ciò che è caldo e quando posso cucino cose fredde perché ho anche paura di accendere i fornelli. Del forno nemmeno a parlarne, panico.

Io penso che con l'ipnosi se funzionasse non si farebbe altro che far uscire episodi che non cambiano il quadro generale, alla faccia di film come "Marnie" e tutto il filone psicologico. Nel mio caso, sono nato predisposto alla paura e se non fosse stato il caldo sarebbe stato qualcos'altro. Quand'anche sapessi che sono stati dei coltelli con cui mi hanno minacciato, sempre pauroso resto. Cosa mi è cambiato?

L'interessante arriva se è qualcosa che abbiamo fatto noi. Io alcuni episodi di cose sbagliate li ricordo bene e sono ancora sopraffatto dal senso di colpa. Se con l'ipnosi (previa accordo col terapeuta di registrare tutto e in presenza di un testimone) uscissero altre mie "malefatte" penso che il suidicio sarebbe una seria opzione. Poi scatterebbero le elaborazioni mentali per ricreare la zona di comfort: "mi sono comportato così male che merito di essere quel che sono quindi non posso cambiare" (Muttley, ho sentito un tonfo, non è che sei svenuto? Dai un segno della tua presenza )

Quindi nell'ipotesi irreale che l'ipnosi facesse uscire ricordi precisi almeno al 85%, potrebbe essere disastroso farli venire alla luce. Non solo, ma l'inconscio fa in modo che non vengano comuquei registrati. L'ipnosi che conosciamo ci arriva da film e romanzi ma il cervello non ha affatto dei sottosistemi di memoria come una scatola nera che registra tutto in modo oggettivo. Io credo che per risposta evolutiva eventi troppo brutti non vengano registrati, e non è farina del mio sacco bensì di quel che ho letto in giro da fonti che reputo serie. Siamo noi per primi che ci proteggiamo dai ricordi. Che poi possano agire producendo tratti permanenti del comportamento e della personalità ci sta tutta, solo che non se ne può rintracciare l'eventuale evento scatenante.



Spero di essere stato esauriente più sopra. Per me il problema sarebbe sapere cosa ho fatto che ora non approverei. Altri magari riescono a fregarsene ma io no, sono dominato da rimorsi e sensi di colpa.
A me anche se dicessero che sono stato come un personaggio di quelli presenti nelle storie del marchese De Sade batterei ciglio.
Gli chiederei come si fa a ridiventare così... Penserei "Caspita ero figo da bambino".
Ringraziamenti da
pokorny (19-06-2023)
Vecchio 19-06-2023, 13:29   #27
Banned
 

Sì, a me piacerebbe provare. Mi interessano in generale tutti gli stati di trance. Penso però che sia necessario darsi o avere una buona guida, ed è su questo che sono scettico.
Vecchio 19-06-2023, 13:38   #28
Esperto
L'avatar di Chamomile
 

Sarebbero soldi buttati, non c'è molto da sapere su di me e se pure ci fosse non credo che mi cambierebbe la vita esserne a conoscenza.
Vecchio 19-06-2023, 14:10   #29
Banned
 

Meglio mangiarsi un panino con la salsiccia
Ringraziamenti da
SMS94 (19-06-2023), Varano (19-06-2023)
Vecchio 19-06-2023, 14:39   #30
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L'avatar di dystopia
 

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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
...Ci sono cose che realisticamente posso riuscire a fare, ma mi fanno cagare comunque, non si aggiusta mica la situazione così, dovrebbero convincermi che tutto è molto meglio di quel che è, o farmi cambiare radicalmente valutazione, se riescono mandandomi a nanna magari può darsi che poi sto meglio. ma io a monte questa intenzione non ce l'ho per niente, non voglio cambiar valutazione e dire che mi piace quel che a me non piace, o che apprezzo quel che detesto...
Vedo che colleghi molto la psicologia ad un "ottimismo fasullo" che ti viene imposto. In realtà non è così.

La psicologia non ti vuole "convincere" di niente. E' un insieme di nozioni e tecniche, serve a capire meglio i tuoi schemi istintivi, le tue convinzioni errate (che ti remano contro) e poterli modificare. Serve a migliorare la qualità della vita. Non c'è una "guarigione" (termine improprio).

Andare in terapia serve a renderti più consapevole. Per esempio, io sono andata dallo psicologo (per l'ansia sociale). Le situazioni sociali in molti casi continuano a farmi schifo, eppure alcune le so affrontare meglio di prima, cioè l'ansia non è più debilitante. Lo psico ti fa da interlocutore in un "dialogo guidato", non ti impone nulla. Chi va in terapia perché gli è capitata una vicenda grave... la vicenda sempre lì rimane, purtroppo non la puoi cancellare, quella resta un fatto oggettivo, al massimo cambia il sistema di pensieri che hai costruito intorno a quell'evento.

* La psicologia intesa come "tutto è bello, dobbiamo essere sempre ottimisti, la vita è fantastica" è più una caricatura, non ha niente a che fare con quella che trovi nella terapia

Ultima modifica di dystopia; 19-06-2023 a 14:43.
Vecchio 19-06-2023, 17:05   #31
XL
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Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
Vedo che colleghi molto la psicologia ad un "ottimismo fasullo" che ti viene imposto. In realtà non è così.

La psicologia non ti vuole "convincere" di niente. E' un insieme di nozioni e tecniche, serve a capire meglio i tuoi schemi istintivi, le tue convinzioni errate (che ti remano contro) e poterli modificare. Serve a migliorare la qualità della vita. Non c'è una "guarigione" (termine improprio).

Andare in terapia serve a renderti più consapevole. Per esempio, io sono andata dallo psicologo (per l'ansia sociale). Le situazioni sociali in molti casi continuano a farmi schifo, eppure alcune le so affrontare meglio di prima, cioè l'ansia non è più debilitante.
Ma consapevole di cosa?
A me non piace a monte affrontarle, a te si vede che non fanno tanto schifo.
Se a me un alimento fa schifo non è che lo affronto trattendolo in bocca, lo sputo subito via.
A questo livello deve per forza andare ad intaccare il mio giudizio, il punto è che io non lo voglio cambiare e quindi devono cambiarlo con un sistema dove io non collaboro più di tanto.
Possiamo star là 20, 30 e 40 anni continuerò a sputarlo, quattro chiacchiere e nemmeno le pillole la modificano questa cosa.
Se mi dicono "metti l'alimento in bocca, affronta il cattivo gusto", io l'istruzione in base al mio giudizio non la seguirò e la sputerò via perché il sapore mi fa schifo davvero.
Non è che ti fa schifo non vuoi tenerlo in bocca e poi lo tieni in bocca, lo tieni in base a cosa?
Devono aver modificato i tuoi giudizi o hai voluto tu a monte. Se per me la qualità della vita consiste nel non avere un sapore di merda in bocca secondo il mio giudizio, questa qualità della vita loro come la migliorano se poi mi spingono proprio verso un'esistenza che a me non sta bene?
Non mi sta bene dover fare queste cose per ottenerne altre, è questo incastro qua che giudico male.
Come si fa a cambiare questa cosa con questi sistemi se io non sono ben disposto a collaborare in tal senso e non condivido a monte la definizione di "buona qualità della vita"?
Con me mi sa che solo l'ipnosi può funzionare, se funziona davvero, devono modificare questa definizione e mettermene in testa un'altra che non confligge con quel che c'è attorno.

Io non riesco proprio ad istituire alcuna collaborazione con queste persone. Non si tratta di ottimismo fasullo, si tratta di quel che vado cercando io dall'esistenza, si tratta di quel che a me non sta bene del mondo, si tratta di cosa a me crea malcontento.

Magari remo contro perché non voglio andarci proprio nel posto dove mi vuol portare la corrente.
Per non farmi remare contro devono mettermi in testa che voglio andare nello stesso verso della corrente, ma io ora non ci voglio andare.
Che consapevolezza devo raggiungere? Continuo sempre a non afferrare il senso di questa cosa.

Magari sono ben disposto ad espormi solo se ottengo buoni risultati, altrimenti mi fa cagare la cosa e mi deprime, ora questo mio giudizio di valore c'è, io non voglio affrontare certe cose se non ottengo abbastanza, abbastanza quanto? Abbastanza quanto dico io e mi soddisfa per non farmi incazzare poi, perché mi incazzo quando provo a fare delle cose e ottengo risultati in modo lento rispetto a certi altri o magari non li ottengo proprio.

A me non interessa essere funzionale nell'incastro esistente, io vado proprio a monte contro questo incastro, è questo che mi infastidisce e non mi fa sentire bene. E' questa cosa qua a monte che bisognerebbe modificare ma non posso farlo con chissà quali sforzi perché non voglio. Non riesco proprio a monte a creare quella che loro chiamano alleanza terapeutica, forse con un ipnotista posso riuscire ad istituirla nel senso che potrei impegnarmi ad andare in trance (se c'è un sistema con istruzioni meccaniche tipo "segui il pendolino con gli occhi" penso di riuscire a seguirlo), al resto però ci deve pensare lui.

Una convinzione errata possono farmela cambiare se sono convinto anche io che è errata, se non c'è questa condivisione loro sono convinti che è errata, mentre io non lo sono. A me pare che oltre al dover gestire un altro rappoto conflittuale anche con gli psicoterapeuti stessi non si va, o almeno io non vado. A me capita che oltre ad esser contro le persone e le situazioni sociali poi mi trovo ad andar contro il presunto curante stesso, e quindi la qualità della vita non migliora ma peggiora proprio in relazione all'intervento. A me l'unica cosa che fa star meglio in relazione a questa roba è la compagnia, il fatto che mi ascoltino, col resto ci vado proprio in conflitto così come vado in conflitto con altra gente.

L'unica cosa su cui magari si concorda è che io non sto bene e nulla più.


A me sembra che sia già abbastanza consapevole, se poi consapevole significa essere assolutamente convinto come loro su cosa sia un'esistenza felice o degna di essere vissuta, mi sa che non si va proprio d'accordo. A me essere funzionale non piace a monte, non mi piace proprio l'incastro che mi costringe ad esser funzionale in certi modi, non voglio funzionare bene, ho più voglia di sfasciare il meccanismo perché qua dentro non ci voglio stare.
Poi se al mondo circostante serve un robot che funzioni in certi modi per non rompergli i coglioni che prendano un robot.


Da altri medici ci vado e non si aprono questi conflitti, quindi qua qualcosa non quadra per me. Secondo me sono proprio gli obiettivi a monte che non condividiamo, e c'è poco da fare, io voglio ottenere certe cose, magari anche irrealistiche e sono frustrato per questo, loro vogliono convincermi che anche quelle realistiche danno molta soddisfazione.
Che devo fare? Dire che desidero cose realistiche anche se in fin dei conti non le desidero quasi per niente?

Non si capisce bene cosa loro dovrebbero curare in questo caso oltre a modificare queste convinzioni base a monte.
Comunque se si curano queste, non posso collaborare come richiedono, è una contraddizione in termini volere quel che non si vuole, posso andare alla seduta, ma non è che poi ci vado con l'intenzione forte di cambiare idea, ci vado con l'intenzione opposta, magari alla seduta ci vado perché mi fa piacere andarci per altri motivi. Il cambiamento dell'idea se avviene dovrebbe avvenire senza la mia collaborazione perché non c'è e non credo che verrà fuori dal nulla.

Posso andare in terapia solo senza fissare obiettivi terapeutici perché tutti quelli fissabili vanno in conflitto con quel che vado cercando io. Se io desidero vivere in un modo diverso da quello consentito dalla realtà circostante e dai miei limiti loro come fanno a curare questo mio malcontento se non andando ad intaccare a monte questi miei giudizi?

E come posso andare da loro con l'intenzione di fare altro se io giudico che il mio problema è questo, consiste nel fatto che non posso vivere in certi modi?

Io penso che potrebbero essere di aiuto solo se riescono ad intaccare questo giudizio senza farmi collaborare apertamente, cioé dovrei fare delle cose che riesco a fare che non c'entrano nulla, e questa cosa a monte dovrebbe cambiare grazie a queste senza che io mi sforzi di farla cambiare perché questa forza non posso mobilitarla, non c'è proprio, non c'è questa intenzione.

Se uno non vuol morire e prendendo una pillola sa che muore, la pillola non la ingerirà volontariamente. C'è questa resistenza al cambiamento da vivo a morto e non credo che si può modificare parlandoci con un qualsiasi tizio. La forza per spostare il braccio e fare questa operazione il tizio non riuscirà a mobilitarla. Se al tizio gli dici che la pillola fa altro può essere che la ingerisce, oppure gli si può dare un bicchiere d'acqua con la sostanza sciolta (se è abbastanza insapore) e lui ingerirà comunque la pillola ignaro di ingerirla. Si può far cambiare la persona solo con sistemi simili non con la sua aperta collaborazione.

Ultima modifica di XL; 19-06-2023 a 18:44.
Ringraziamenti da
dystopia (19-06-2023)
Vecchio 19-06-2023, 18:29   #32
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Ma consapevole di cosa?
A me non piace a monte affrontarle, a te si vede che non fanno tanto schifo. Se a me un alimento fa schifo non è che lo affronto trattendolo in bocca, lo sputo subito via.
A questo livello deve per forza andare ad intaccare il mio giudizio, il punto è che io non lo voglio cambiare e quindi devono cambiarlo con un sistema dove io non collaboro più di tanto.
Possiamo star là 20, 30 e 40 anni continuerò a sputarlo, quattro chiacchiere e nemmeno le pillole la modificano questa cosa.
Se mi dicono "metti l'alimento in bocca, affronta il cattivo gusto", io l'istruzione in base al mio giudizio non la seguirò e la sputerò via perché il sapore mi fa schifo davvero.
Non è che ti fa schifo non vuoi tenerlo in bocca e poi lo tieni in bocca, lo tieni in base a cosa?
Devono aver modificato i tuoi giudizi o hai voluto tu a monte. Se per me la qualità della vita consiste nel non avere un sapore di merda in bocca secondo il mio giudizio, questa qualità della vita loro come la migliorano se poi mi spingono proprio verso un'esistenza che a me non sta bene, non mi sta bene dover fare queste cose per ottenerne altre, è questo incastro qua che giudico male.
Come si fa a cambiare questa cosa con questi sistemi se io non sono ben disposto a collaborare in tal senso e non condivido a monte la definizione di "buona qualità della vita"?
Con me mi sa che solo l'ipnosi può funzionare, se funziona davvero.
L'esempio dell'alimento non lo vedo adatto.
Se non ti piace un alimento ne mangi un altro e hai risolto, il singolo alimento non è essenziale per vivere. Dallo psico si va, ad esempio, se soffri di ansia in modo marcato e non riesci a compiere normali attività quotidiane (uscire di casa, comunicare con qualcuno quando è necessario). Quelle abilità non le puoi sempre sostituire o delegare, prima o poi la loro mancanza sarà un problema rilevante, inciderà sul benessere della persona.

Comunque ti stavo solo dando la mia visione della psicologia, dato che sono stata in terapia (in alcuni casi è stato utile). Secondo me tu parli più della "psicologia spicciola", cioè quella sempliciona, da rivista, quella del tipo "la vita è bella, volemose bene", quella non ha senso e sono d'accordo con te
Vecchio 19-06-2023, 21:13   #33
XL
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Originariamente inviata da dystopia Visualizza il messaggio
L'esempio dell'alimento non lo vedo adatto.
Se non ti piace un alimento ne mangi un altro e hai risolto, il singolo alimento non è essenziale per vivere. Dallo psico si va, ad esempio, se soffri di ansia in modo marcato e non riesci a compiere normali attività quotidiane (uscire di casa, comunicare con qualcuno quando è necessario). Quelle abilità non le puoi sempre sostituire o delegare, prima o poi la loro mancanza sarà un problema rilevante, inciderà sul benessere della persona.
Ma le attività quotidiane servono a che cosa?
Perché voglio parlare con qualcuno per far che?
A me pare che ci sono sempre certe finalità e questi sono mezzi, ora se a me il mezzo fa cagare anche se non posso delegare, il problema resta in piedi e la psicologia mica lo risolve.

Lo psicologo mi dice come te "eh non puoi delegare" e questo l'avevo capito già, avevo afferrato che ero incastrato così come un tizio in prigione condannato a morte ha compreso che è incastrato e tra un po' in quel contesto verrà ghigliottinato.
Il problema del tizio magari è quello di non essere ghigliottinato, questo è il problema rilevante, la psicologia non è capace di fare altro che dire al tizio "fatti andar bene la ghigliottina" mentre ad un altro dice "fatti andar bene i lavori forzati per vivere", "fatti andar bene il fatto che non hai una donna o che quella che ti fila è quello che è o che per convincerne una devi fare questo e quell'altro", e se a me a monte 'sta roba non stesse bene? Ed il problema fosse questo?
Mica me l'hanno risolto dicendomi "fatti andar bene le cose così come sono perché non puoi delegare o scegliere altro"?!

Se mi deprime il fatto di essere incatrato nel dover fare certe cose per ottenerne altre, devono solo convincermi che mi sta bene questa situazione dato che a me non sta bene, sono consapevole di questa cosa qua, io col contesto e una serie di cose sono in conflitto, ma ci sono davvero in conflitto, non per scherzo.

Ora questo conflitto non è che si accomoda dicendomi "accomodalo" perché io non voglio accomodarlo, ho afferrato questa cosa de un bel po', bene non sto in questo conflitto ma non riesco a scorgere un bene nell'accomodamento. E' come essere in guerra e dire al nemico "te la do vinta puché finisca il tormento della guerra", no, per niente mi interessa vincere, e la guerra continuerà fino alla fine, a meno che non mi convincono aggirando le resistenze, ma le devono aggirare davvero, non aspettarsi la mia collaborazione, mi fanno questo lavaggio del cervello a mia insaputa e senza il mio consenso e magari funziona, altrimenti mi sa che non c'è nulla da fare, non ho intenzione di fare le cose che il contesto mi obbilga a fare per ottenerne certe altre, non riesce a starmi bene, semplicemente io, messo insieme tutto, "non voglio" e dubito che riusciranno a farmi dire "voglio" con questi sistemi. D'altra parte voglio comunque ottenere le cose che mi mancano e la mia volontà è rigida come un macigno durissimo. Probabilmente punta a qualcosa che adesso non c'è e magari non ci sarà mai, e così produce sofferenza, ma togliere questa sofferenza significa trovare questa entità o modificare a monte questa tendenza, ma io non ce l'ho questa intenzione da nessuna parte, ho afferrato che non ce l'ho proprio, perciò se si modifica bisogna modificarla senza la mia forza collaborativa e il mio consenso.

Che poi potrei anche farle certe cose sotto delle minacce, talvolta l'ho fatto, ma poi sono cose che sentirei lontane da me.
Le farei e mi renderebbero triste e nervoso comunque, il problema si ripresenterebbe.

Insomma tra le alternative realistiche potrebbe non starmi bene nulla, e il problema del mio malcontento non si risolve mica insistendo sul fatto che solo queste alternative ci sono, l'avevo capito già che solo queste c'erano e il problema magari era proprio questo per me, non bastano affatto per me, il mio giudizio ora è questo, il mondo è depresso e impoverito, perciò o modificano a monte senza il mio consenso questo giudizio o modificano il mondo (ammesso che si possa fare) o non vedo che altro potrebbero fare visto che la mia collaborazione glielo dico io stesso che non c'è proprio. Il mio senso di bene si sta scagliando direttamente contro la realtà circostante "è un condannato a morte che punta a non essere ghigliottinato" e perciò non riconosce tanta altra roba come bene.

L'ipnosi per funzionare su un paziente come me deve per forza di cosa confliggere con la mia volontà e farmi fare volontariamente qualcosa che prima non volevo fare senza alcuna forma di persuasione dialettica o roba simile, non mi sembra che facciano effetto, almeno su di me.
Dovrebbe riuscire a manipolarmi in un modo molto profondo e non superficiale. Se si riesce a convertire un fascista in comunista e viceversa, con l'ipnosi, senza che questi vogliano minimamente cambiare, si potrebbe fare qualcosa con me, altrimenti credo che sia impossibile farmi "guarire".

Se riesce a convincere un tizio a votare con convinzione il partito avversario, allora magari qualcosa può riuscire a farla, altrimenti credo sia inutile per me, come tutto il resto. La mia volontà a riconoscere certe cose come il mio bene non c'è, o la fanno saltar fuori loro dal nulla o continuerà a non esserci così come non c'è la volontà di cambiare idea in uno che crede nella destra o nella sinistra ed è straconvinto che è l'altro ad avere credenze sbagliate.

Ultima modifica di XL; 20-06-2023 a 09:09.
Vecchio 19-06-2023, 21:16   #34
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Ho fatto ipnosi più di una volta
Vecchio 19-06-2023, 21:20   #35
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Originariamente inviata da Clover Visualizza il messaggio
Ho fatto ipnosi più di una volta
e come è stato/come è andata?
Vecchio 19-06-2023, 21:26   #36
Esperto
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Originariamente inviata da Gattaccia Visualizza il messaggio
e come è stato/come è andata?
Mi ha rimosso dei traumi quindi direi che è andata bene. Ho fatto sia quella EMDR che quella classica col metronomo etc.
Ringraziamenti da
CamillePreakers (19-06-2023), dystopia (19-06-2023)
Vecchio 19-06-2023, 21:27   #37
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma le attività quotidiane servono a che cosa?
Perché voglio parlare con qualcuno per far che?
A me pare che ci sono sempre certe finalità e questi sono mezzi, ora se a me il mezzo fa cagare anche se non posso delegare, il problema resta in piedi e la psicologia mica lo risolve.

Lo psicologo mi dice come te "eh non puoi delegare" e questo l'avevo capito già, avevo afferrato che ero incastrato così come un tizio in prigione condannato a morte ha compreso che tra un po' in quel contesto verrà ghigliottinato.
Il problema del tizio magari è quello di non essere ghigliottinato, questo è il problema rilevante, la psizologia non è capace di fare altro che dire al tizio "fatti andar bene la ghigliottina" mentre ad un altro dice "fatti andar bene i lavori forzati per vivere", "fatti andar bene il fatto che non hai una donna o che quella che ti fila è quello che è o che per convincerne una devi fare questo e quell'altro",
.
beh ma non tutti i problemi sono come la ghigliottina, su.
magari il problema di una persona è un problema gestibile, e accettare di affrontarlo potrebbe fare più benefici che danni.
dipende da qual'è il problema che ti porta dallo psicologo.
magari il problema di una persona potrebbe ad esempio l'avere standard troppo alti e irrealistici, di perfezione irragiungibile, e un cambio di prospettiva potrebbe essere oltre che più realistico, benefico.

faccio un esempio
mia mamma ha fallito l'università 2 volte, perchè entrambe le volte lei non accettava niente di diverso dalla ''perfezione'' ....voleva tutti 30 agli esami, e per non rischiare un voto più basso, finiva per esaurirsi facendo maratone di studio che duravano anche 8 9 ore e non usciva praticamente di casa. alla fine dopo qualche mese di vivere nell'ansia cosi, sclerava, e abbandonava l'impresa.
oppure pensiamo a chi ha standard irrealistici di bellezza, magari un tipo di bellezza malsano che non ragiungerà mai, e diventa anoressica o bulimica o comunque sviluppa disturbi del comportamento alimentare per raggiungerlo...soffrendo come un animale e magari senza neanche riuscirci.
se lo psicologo in questi casi aiuta ad accettare qualcosa di diverso e più realistico, farsi andar bene un fisico normale o risultati in alcuni casi magari mediocri o comunque non perfetti, il risultato finale per la persona può essere migliore, oltre che ne guadagnerebbe in serenità.
Ringraziamenti da
dystopia (19-06-2023)
Vecchio 20-06-2023, 06:14   #38
Esperto
L'avatar di Sickle
 

Si... tanto non ho nulla da perdere...
Vecchio 20-06-2023, 07:16   #39
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

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Originariamente inviata da Gattaccia Visualizza il messaggio
beh ma non tutti i problemi sono come la ghigliottina, su.
magari il problema di una persona è un problema gestibile, e accettare di affrontarlo potrebbe fare più benefici che danni.
dipende da qual'è il problema che ti porta dallo psicologo.
magari il problema di una persona potrebbe ad esempio l'avere standard troppo alti e irrealistici, di perfezione irragiungibile, e un cambio di prospettiva potrebbe essere oltre che più realistico, benefico.

faccio un esempio
mia mamma ha fallito l'università 2 volte, perchè entrambe le volte lei non accettava niente di diverso dalla ''perfezione'' ....voleva tutti 30 agli esami, e per non rischiare un voto più basso, finiva per esaurirsi facendo maratone di studio che duravano anche 8 9 ore e non usciva praticamente di casa. alla fine dopo qualche mese di vivere nell'ansia cosi, sclerava, e abbandonava l'impresa.
oppure pensiamo a chi ha standard irrealistici di bellezza, magari un tipo di bellezza malsano che non ragiungerà mai, e diventa anoressica o bulimica o comunque sviluppa disturbi del comportamento alimentare per raggiungerlo...soffrendo come un animale e magari senza neanche riuscirci.
se lo psicologo in questi casi aiuta ad accettare qualcosa di diverso e più realistico, farsi andar bene un fisico normale o risultati in alcuni casi magari mediocri o comunque non perfetti, il risultato finale per la persona può essere migliore, oltre che ne guadagnerebbe in serenità.
Ma magari uno non le vuole accettare e sa che non vuole accettarle, che ci va a fare?

Stai supponendo che tutti sono come tua madre e non può esserci qualcuno che comunque non accetta certi limiti.
Se una persona a monte non accetta qualcosa e va dallo psicologo e questo dice "dovresti accettarla questa cosa perché più realistica" non riesco a capire per quale motivo quell'appiccicarci "realistico" dovrebbe per magia farla accettare.
Il mio discorso era questo.

Ho fatto l'esempio della ghigliottina per far comprendere che l'accettazione (= ll dirsi mi sta bene, non mi fa soffrire questa cosa) di una situazione non dipende dal suo grado di realtà.
Anche chi viene ghigliottinato sa che la realtà consiste nel fatto che tra poco sarà ghigliottinato, ma la sua tendenza a non volere questa cosa qua non può essere eliminata dicendogli "la realtà è questa dovresti accettarla".

A me poi non è che interessa in sé essere perfetto, anzi a me andrei bene anche così, il problema è che così non vado bene a certe persone che mi piacerebbe frequentare.

Se uno pensa che per ottenere certe cose deve ottenere 30 agli esami e non è vero è un conto, ma se io so che per ottenere certe cose devo farne altre o devo diventare in un certo modo e la credenza è corretta non capisco in che modo dirmi che "è realistico che bisogna cambiare in questi modi per ottenere certe altre cose" dovrebbe farmi accettare tutta questa situazione che mi disturba.

Se uno mi dice "le cose stanno così" non afferro in che modo questa affermazione dovrebbe collegarsi alla mia accettazione che stiano così, magari lo so pure io che stanno così e allo stesso tempo so che non le accetto e mi fanno star male.

A me sembra che sono slegate queste cose, e certi psicologi e altri credono erroneamente che siano collegate.

Se vai dallo psicologo senza avere alcuna intenzione di accettare certe cose e lo psicologo richiede a monte che per accettarle devi avere una forte intenzione di accettarle, come si dovrebbe sbloccare la situazione?

Se uno va per creare un'intenzione che non c'è non può collaborare, loro pretendono che ci sia una cosa che dovrebbe creare la terapia.

Io ci posso andare anche ma senza questa intenzione. Questa cosa dovrebbe modificarmi in modo indipendente dalle mie intenzioni perché io non sarei collaborativo, se mi dicono "eh ma non dovresti desiderare queste cose, è più realistico desiderare queste altre", io non mi smuoverei comunque e non capisco come questa cosa dovrebbe smuovermi, su di me non fa effetto.

Dovrebbe smuoversi anche l'avversione di chi viene ghigliottinato dicendogli "eh ma la realtà è questa è più realistico godersi l'ora di cella piuttosto che lamentarsi del fatto che tra poco sarai ghigliottinato" ma la persona magari non trarrebbe giovamento da questa cosa qua che un altro gli dice.
Continuerà a non stargli bene e sentire avversione per quell'ora di cella e tutta la situazione in cui è incastrato e prenderebbe magari anche a calci chi gli dice questa cosa, tendenza che io stesso ho quando delle persone vogliono aiutarmi così e pretendono una mia collaborazione in tal senso.

Potrei pensare che so, che sarebbe meglio essere omosessuale, ma adesso sono eterosessuale e ho avversione nel comportarmi in certi modi. Quindi non posso collaborare attivamente a diventare omosessuale, non mi riconoscerei affatto in questa identità qua. Se c'è qualcosa che è capace di modificarmi in questi sensi, dovrebbe farlo in maniera tale da non richiedere una mia collaborazione attiva forte perché non ci sarebbe questa collaborazione attiva e so bene che non ci sarebbe adesso.

Se io non voglio smettere di fumare e ho delle resistenze a smettere e sono disposto solo a fare cose alternative e non a sforzarmi di non fumare, non sarò collaborativo se uno mi dice "non fumare per un giorno, è realistico che per smettere di fumare non devi fumare", potrei però essere collaborativo nel fare altro, che so, prendere una pillola e cose simili, se queste davvero riescono a modificare l'intenzione di fumare poi io non dovrei fumare più e basta.
Se prendo la pillola e fumo ancora, vuol dire che la pillola non funziona nel modificare le mie intenzioni. Se certe cose funzionassero davvero funzionerebbero indipendentemente da quel che io vorrei fare.
Non è che se prendo un potente sonnifero e io voglio star sveglio tutta la notte a giocare ai videogames poi non mi addormento, se funziona, funziona e basta.


Guardo con enorme sospetto tutte le pratiche circolari, dove si presuppone a monte quel che si dovrebbe andare a creare.
Se io, fumatore ipotetico, vado dallo psicologo è perché mi disturbano gli effetti collaterali del fumo, ma magari allo stesso tempo non non ho nessuna intenzione di smettere.

Dovrebbe essere lo psicologo a crearla questa intenzione e non chiedere a me di avercela forte a monte in base al fatto che "realisticamente per eliminare gli effetti collaterali bisogna smettere di fumare", se vado da lui è proprio perché non ce l'ho questa intenzione e so anche che la realtà è questa, ma comunque non voglio smettere adesso, quel che mi spinge ad andarci non è la volontà di smettere ma gli effetti collaterali che mi disturbano.
Per questo spesso dico che si condivide solo il fatto che si stia male, ma magari nient'altro.

Loro dicono "eh ma se vieni qua dovevi averla questa intenzione" io invece ribalto le cose e dico "vengo qua proprio perché non ce l'ho per nulla questa intenzione, se ci fosse stata non avrei messo piede nel vostro studio".

Se ce l'avevo già forte questa intenzione non avrei fumato. Per questo dico che è tutto un po' assurdo, si chiede che ci sia quel che dovrebbe creare la terapia. Oppure si chiede una forte collaborazione in base ad una forte motivazione direttamente a non agire le cose che uno voleva fare. Ma se il problema era proprio questo? E cioé che questa motivazione non c'era?

Se uno è andato là è proprio per modificare questa volontà, se era più forte la volontà di non fare certe cose, uno non le avrebbe fatte già prima e basta.
Non si può sfruttare la forza di volontà che dovrebbe creare l'intervento, questa cosa è circolare.
Si richiede una premessa analoga a quel che si vuol dimostrare.

Se devi convincere uno a votare per un partito non è che puoi mettere come condizione preliminare "eh ma la persona deve essere già fortemente motivata a cambiare idee politiche e votare per un altro partito", e grazie al cazzo che poi probabilmente voterà così, secondo me tu dovresti produrre queste intenzioni nell'altro, senza presupporle, non potrà collaborare subito, questa collaborazione dovresti farla emergere tu, se non emerge non potrai prendertela con l'altro, l'altro all'inizio era chiaro che non risultava collaborativo in tal senso.

Se avessi avuto davvero forte l'intenzione di accettare tutto così com'è l'avrei già accettato da un bel po' e non starei male.
E' l'intervento che dovrebbe creare questa accettazione, non puo chiedere a me di aver forti queste tendenze a monte, che adesso non ci sono mi sembra evidente.

Ultima modifica di XL; 20-06-2023 a 09:07.
Vecchio 20-06-2023, 08:35   #40
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma magari uno non le vuole accettare e sa che non vuole accettarle, che ci va a fare?

Stai supponendo che tutti sono come tua madre e non può esserci qualcuno che comunque non accetta certi limiti..[/B]
no senti io non sto supponendo che sono tutti come mia madre, volevo solo dire che ci stanno problemi diversi e a volte il problema concreto può essere il modo di pensare più che il problema in se. non avere un fisico da modella o non prendere tutti 30 agli esami non sono un problema oggettivo insormontabile o tragico anche se possono esserlo nella prospettiva di alcune persone.
andarci comunque è una scelta personale, se tu non vuoi andarci perchè trovi sia inutile per te stesso non ci andare.
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