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Vecchio 11-02-2008, 23:12   #1
Esperto
L'avatar di uahlim
 

Non credo nel libero arbitrio: credo di essere un burattino che pensa quello che il destino gli obbliga di pensare. Credo di essere un turista che guarda quello che gli capita letteralmente, compreso quello che gli capita di pensare e quindi di fare. Per fortuna questa forma di non vita, nonostante questo mio pensiero razionale che pero' uccide la vita, non dura sempre. Mi incazzo, talora, talaltra faccio, oppure ho sempre paura di fare brutte figure (fobia sociale), ma sempre un livello di coinvolgimento maggiore rispetto al distacco del turista del proprio pensiero che si guarda anche spostare un arto. Però questo distacco da turista mi consente di non covare rancori e di non alimentare dolore, diventa una filosofia di vita abbastanza paracula.
Vecchio 11-02-2008, 23:59   #2
Principiante
L'avatar di mara29c
 

Quote:
Originariamente inviata da uahlim
Non credo nel libero arbitrio: credo di essere un burattino che pensa quello che il destino gli obbliga di pensare. Credo di essere un turista che guarda quello che gli capita letteralmente, compreso quello che gli capita di pensare e quindi di fare. Per fortuna questa forma di non vita, nonostante questo mio pensiero razionale che pero' uccide la vita, non dura sempre. Mi incazzo, talora, talaltra faccio, oppure ho sempre paura di fare brutte figure (fobia sociale), ma sempre un livello di coinvolgimento maggiore rispetto al distacco del turista del proprio pensiero che si guarda anche spostare un arto. Però questo distacco da turista mi consente di non covare rancori e di non alimentare dolore, diventa una filosofia di vita abbastanza paracula.

Caro amico,
io che fino a qualche tempo fa, lottavo per difendere il mio libero arbitrio, ho realizzato che essere burattini, è molto meno doloroso che combattere, amare, volere, metterci tutta la fede per poi.....essere comunque manipolati dalle "grandi mani" che muovono le cordicelle a cui sono legati i nostri arti: PAURA, INSICUREZZA, CODARDIA, GIUDIZIO DEGLI ALTRI, INDIFFERENZA, CINISMO. Fobia sociale e libero arbitrio......saranno forse la stessa cosa?.....
Vecchio 12-02-2008, 00:26   #3
Intermedio
L'avatar di logger99
 

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Originariamente inviata da mara29c
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Originariamente inviata da uahlim
Non credo nel libero arbitrio: credo di essere un burattino che pensa quello che il destino gli obbliga di pensare. Credo di essere un turista che guarda quello che gli capita letteralmente, compreso quello che gli capita di pensare e quindi di fare. Per fortuna questa forma di non vita, nonostante questo mio pensiero razionale che pero' uccide la vita, non dura sempre. Mi incazzo, talora, talaltra faccio, oppure ho sempre paura di fare brutte figure (fobia sociale), ma sempre un livello di coinvolgimento maggiore rispetto al distacco del turista del proprio pensiero che si guarda anche spostare un arto. Però questo distacco da turista mi consente di non covare rancori e di non alimentare dolore, diventa una filosofia di vita abbastanza paracula.

Caro amico,
io che fino a qualche tempo fa, lottavo per difendere il mio libero arbitrio, ho realizzato che essere burattini, è molto meno doloroso che combattere, amare, volere, metterci tutta la fede per poi.....essere comunque manipolati dalle "grandi mani" che muovono le cordicelle a cui sono legati i nostri arti: PAURA, INSICUREZZA, CODARDIA, GIUDIZIO DEGLI ALTRI, INDIFFERENZA, CINISMO. Fobia sociale e libero arbitrio......saranno forse la stessa cosa?.....
Quoto appieno o quasi le parole di Marta.Non hai mai pensato che questa tua sensazione di essere comandato non sia altro che quello che tu cerchi veramente nella vita.Forse ti arrendi di fronte al fatto che hai questi problemi ( sociofobia ) e pensi che non potrai mai superare certi limiti che ti derivano da questo disagio.
E' una sensazione che provano tutti nella vita ...ma penso che dal momento che vuoi veramente prendere in mano le redini della tua vita ...quella sensazione ti abbandonera'.

Delle parole che dici mi sento dunque di condividerle in parte.Il destino in qualche modo e' condizionato dalla nostra natura ,dalle nostre peculiare,capacita' etc...ma non credo che una persona che non si sfidi a superare i propri limiti non possa vivere meglio di quanto gli sia 'predestinato ' dai propri geni.
Vecchio 12-02-2008, 00:27   #4
Esperto
 

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Originariamente inviata da mara29c
Caro amico,
io che fino a qualche tempo fa, lottavo per difendere il mio libero arbitrio, ho realizzato che essere burattini, è molto meno doloroso che combattere, amare, volere, metterci tutta la fede per poi.....essere comunque manipolati dalle "grandi mani" che muovono le cordicelle a cui sono legati i nostri arti: PAURA, INSICUREZZA, CODARDIA, GIUDIZIO DEGLI ALTRI, INDIFFERENZA, CINISMO. Fobia sociale e libero arbitrio......saranno forse la stessa cosa?.....
capisco che sei in un momento di sfiducia, di sconforto, però con questa mentalità non ti libererai mai delle "grandi mani", e sarai cosi sempre un burattino illuso di aver cicatrizzato le ferite subite mentre dentro rimarranno aperte, e non risaneranno mai se non ricominci a combattere per spezzare le cordicelle, io ci credo che si può migliorare, magari cambiare completamente no, ma con la forza di volontà si possono attenuare le nostre paure e magari un giorno dopo tante fatiche saremo finalmente arbitri della nostra vita. Cedendo al destino si può solo peggiorare....
Vecchio 12-02-2008, 00:44   #5
Intermedio
L'avatar di Serotonino2
 

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Originariamente inviata da uahlim
Non credo nel libero arbitrio: credo di essere un burattino che pensa quello che il destino gli obbliga di pensare. Credo di essere un turista che guarda quello che gli capita letteralmente, compreso quello che gli capita di pensare e quindi di fare.Però questo distacco da turista mi consente di non covare rancori e di non alimentare dolore, diventa una filosofia di vita abbastanza paracula.
si ma non ti consente di provare emozioni che poi sono l'essenza della vita, quindi meglio soffrire e combattere per vivere e magari dopo aver preso tanti bocconi amari dopo si comicerà a gustare anche il lato dolce della vita, è solo insistendo che si può ottenere qualcosa, sennò un giorno i rimorsi di non aver vissuto e di essersi protetti dietro una maschera di cinismo potrebbero diventare insopportabili. Un giorno ci si sveglia dal letargo e si pensa: cazzo ma che ho fatto? perchè ho sprecato questi anni senza combattere? E allora ti prende un senso di angoscia che non è facile far andare via, e dopo ti accorgi intanto di essere peggiorato e di dover ricominciare tutto da capo.... il libero arbitrio esiste per tutti
Vecchio 12-02-2008, 07:15   #6
Principiante
L'avatar di Jolly_joker_2
 

Sei sicuro che, tutto quel che hai scritto, abbia un senso...?
Io no.
Vecchio 12-02-2008, 21:00   #7
Esperto
L'avatar di uahlim
 

Quote:
Originariamente inviata da Jolly_joker_2
Sei sicuro che, tutto quel che hai scritto, abbia un senso...?
Io no.
Perchè tu credi che la terra sia piatta. Lo credo anch'io per il 99% del tempo che passo, solo nell'1% del mio tempo so che vivo su una palla. Lo stesso per la faccenda del libero arbitrio. Ma so quello che vuoi dire: noi siamo i nostri pensieri, come poi essi siano generati non è importante, è importante solo la libertà in quanto possibilità di fare quello che si vuole fare perchè si pensa di voler fare, pensa inteso anche come pensiero inconscio, insomma pensare di volere come sinonimo di volere tout-court, non contrapposto ad una vera volontà che sarebbe diversa da quella pensata. Spero di essere stato più chiaro. No, non penso di essere un burattino nel senso che la mia libertà sarebbe impedita dalla fobia sociale, no, quello mi accadeva prima. E quello ti fa sentire prigioniero, non burattino od omino sull'ottovolante della vita.
Vecchio 12-02-2008, 21:30   #8
Banned
 

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Originariamente inviata da uahlim
Non credo nel libero arbitrio: credo di essere un burattino che pensa quello che il destino gli obbliga di pensare. Credo di essere un turista che guarda quello che gli capita letteralmente, compreso quello che gli capita di pensare e quindi di fare. Per fortuna questa forma di non vita, nonostante questo mio pensiero razionale che pero' uccide la vita, non dura sempre. Mi incazzo, talora, talaltra faccio, oppure ho sempre paura di fare brutte figure (fobia sociale), ma sempre un livello di coinvolgimento maggiore rispetto al distacco del turista del proprio pensiero che si guarda anche spostare un arto. Però questo distacco da turista mi consente di non covare rancori e di non alimentare dolore, diventa una filosofia di vita abbastanza paracula.
Per poter affermare di aver capito di non avere il libero arbitrio tu devi usare un meta-linguaggio che si ponga al di fuori di ogni livello autoreferenziale del tuo sistema rappresentazionale.
Ma se tu credi che nessun livello mentale del tuo software cognitivo possa fare questo salto trascendente, allora tu non potrai mai credere veramente di non avere il libero arbitrio, neanche per un minuto.
Siamo condannati a credere a un paradosso
Vecchio 12-02-2008, 23:45   #9
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Jolly_joker_2
Sei sicuro che, tutto quel che hai scritto, abbia un senso...?
Io no.
certo che sono sicuro, e che tu sei rassegnato , sei come una foglia che si lascia trasportare dal vento, come dice uahlim noi siamo i nostri pensieri, prima o poi spero il prima possibile qualcosa accenderà una scintilla dentro di te e modificherà il tuo modo di vedere la vita, i tuoi pensieri si faranno più positivi e ti convincerai che anche se legati come burattini sforzandoci un po possiamo rompere le corde e liberarci, con la volontà si possono fare miracoli, i miracoli in se non esistono se non come frutto della nostra volontà
Vecchio 13-02-2008, 17:32   #10
Banned
 

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Originariamente inviata da Serotonino78
Quote:
Originariamente inviata da Jolly_joker_2
Sei sicuro che, tutto quel che hai scritto, abbia un senso...?
Io no.
certo che sono sicuro, e che tu sei rassegnato , sei come una foglia che si lascia trasportare dal vento, come dice uahlim noi siamo i nostri pensieri, prima o poi spero il prima possibile qualcosa accenderà una scintilla dentro di te e modificherà il tuo modo di vedere la vita, i tuoi pensieri si faranno più positivi e ti convincerai che anche se legati come burattini sforzandoci un po possiamo rompere le corde e liberarci, con la volontà si possono fare miracoli, i miracoli in se non esistono se non come frutto della nostra volontà
Siamo tutti foglie trasportate dal vento, siamo un insieme di pulsioni psichiche, la mente e l'io è un epifenomeno del cervello e del suo software.
In questo momento non sto facendo altro che stampare un insieme di sgorbi sullo schermo, che sono una codificazione di miei pensieri, che a loro volta sono codificazioni di stimoli elettrici generati dalle sinapsi: non ho niente a cui ribellarmi, non devo liberarmi da nessuna corda, perchè non c'è nessun burattino, l'io è solo un insieme di sensazioni tenute insieme dalla memoria, sensazione che è destinata a evolvere in una forma di coscienza sempre più impersonale, o meglio, meta-personale.
Quando mi ribello a qualcuno, il mio sistema sta semplicemente manipolando ciecamente gli impulsi e le sensazioni che riceve, ma al livello più profondo della coscienza, c'è la consapevolezza che non esiste un soggetto attivo distinto dal resto del mondo.

Scusa, mi è venuto un attacco di determinismo, generato dalle tue suggestioni moralistiche che hai tentato di innescare nella mente di jolly, questi sgorbi che ho stampato sono un esercizio intellettuale casuale, nella mia coscienza non c'è abbastanza informazione per poter giungere a una conclusione così estrema.
Vecchio 13-02-2008, 22:18   #11
Esperto
L'avatar di uahlim
 

Preciso che non credo nella predestinazione unica dovuta dai geni, credo piuttosto che siamo delle macchine a stati finiti e che un ruolo importante hanno le situazioni, ossia gli stati, l'educazione, le esperienze, eccetera, in un'espressione: il caso e la necessità. Credo di essermi ammalato di fobia sociale perchè mio padre ne era ammalato, ma credo che la malattia me l'abbia trasmessa non tanto con i suoi geni ma piuttosto con i suoi discorsi, od aspettative, o raccomandazioni, o consigli. Ma ora che ne sono uscito, credo che esserne uscito da solo, sto fatto, dopo aver vissuto l'inferno, mi abbia fatto guadagnare il paradiso in terra. Voi credete di essere sfigati, ma se affrontate la vostra malattia molto razionalmente, pensando che la vostra libertà deve finire solo dove comincia quella degli altri, e non dove comincia il giudizio degli altri, beh, se capite questa fondamentale verità, se avete l'amor proprio ed il rispetto verso voi stessi per comprenderla, beh, vi ritrovate immediamente in paradiso. Pensateci: abbiate l'amor proprio di anteporre la vostra felicità al giudizio degli altri, fatelo per rispetto verso voi stessi che siete persone perbene ed avete diritto alla felicità.
Vecchio 14-02-2008, 00:21   #12
Esperto
L'avatar di Pride
 

Il destino di un uomo è il suo carattere,è stato detto tanto tanto tempo fa.
Vecchio 14-02-2008, 01:09   #13
Esperto
L'avatar di calipero
 

Quote:
Originariamente inviata da Pride
Il destino di un uomo è il suo carattere,è stato detto tanto tanto tempo fa.
Quindi il nostro destino è il Verdana?
Che merda, preferivo un Arial :lol:
Vecchio 14-02-2008, 04:25   #14
Esperto
 

vedo che sei appasionato di filosofia :lol:

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Originariamente inviata da HurryUp
non ho niente a cui ribellarmi, non devo liberarmi da nessuna corda, perchè non c'è nessun burattino, l'io è solo un insieme di sensazioni tenute insieme dalla memoria, sensazione che è destinata a evolvere in una forma di coscienza sempre più impersonale, o meglio, meta-personale.
non sono daccordo, tu vedi l'Io come una specie di hardware che immagazzina passivamente le sensazioni esterne e agisce di conseguenza in maniera automatica, se ho ben capito.io invece ho una concezione meno razionale e più idealista:l'Io è volontà, e come tale può ribellarsi agli eventi esterni e alle sensazioni interne modificandole in senso ottimistico o pessimistico, è un essere sempre in continua evoluzione, che non dipende solo dalle esperienze accumulate ma ha una sua ragion d'essere, è una cosa in sè, esiste a priori, e contiene quelle potenzialità in grado di mutare gli eventi in positivo o in negativo. Non saremo mai delle foglie in balia del vento finchè avremo la volontà, cioè la forza di spezzare le corde che limitano la nostra libertà.

Quote:
Scusa, mi è venuto un attacco di determinismo, generato dalle tue suggestioni moralistiche che hai tentato di innescare nella mente di jolly, questi sgorbi che ho stampato sono un esercizio intellettuale casuale, nella mia coscienza non c'è abbastanza informazione per poter giungere a una conclusione così estrema.
non hai bisogno di scusarti, è bello poter confrontare le proprie idee con quelle altrui, ognuno la pensa a modo suo, io cerco solo di essere il più ottimista possibile, non pretendo di inculcare i miei pensieri nella mente degli altri, cerco solo di incoraggiare e di trasmettere un po di positività
Vecchio 14-02-2008, 15:05   #15
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Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
non sono daccordo, tu vedi l'Io come una specie di hardware che immagazzina passivamente le sensazioni esterne e agisce di conseguenza in maniera automatica, se ho ben capito.io invece ho una concezione meno razionale e più idealista:l'Io è volontà, e come tale può ribellarsi agli eventi esterni e alle sensazioni interne modificandole in senso ottimistico o pessimistico, è un essere sempre in continua evoluzione, che non dipende solo dalle esperienze accumulate ma ha una sua ragion d'essere, è una cosa in sè, esiste a priori, e contiene quelle potenzialità in grado di mutare gli eventi in positivo o in negativo. Non saremo mai delle foglie in balia del vento finchè avremo la volontà, cioè la forza di spezzare le corde che limitano la nostra libertà.
Hai interpretato male la mia concezione dell'io.
Tu confondi la gerarchia di livelli. Io dico solo che l'io, visto da un particolare livello, non è un ente libero.
Invece, analizzato da un altro livello, come ad esempio il livello da cui l'osservi tu, è libero.
Non c'è contraddizione se non si confondono i livelli, è come la teoria dei tipi negli insiemi, che permette di non confondere le classi di insiemi.
Osservare l'io dalla tua prospettiva, cioè da quel livello che lo fa apparire libero, non mi ispira tutta questa positività che tu mi descrivi, mi ispira al contrario l'idea di un io individualista, che ostenta una presunta libertà che in realtà è allergia alla regola, e gli effetti sociologici sono l'indebolimento della coscienza sociale in favore della coscienza individuale, e il conseguente conflitto sociale.
Inoltre, nel tuo messaggio rivolto a Jolly, più che un invito a maturare ci leggo un'intimidazione del suo libero pensiero.
E' come se tu volessi far adottare a Jolly il tuo stato mentale non attraverso l'intelletto, ma attraverso una proiezione mentale negativa nel simbolo di un io schiavo del suo intelletto... è un subdolo attacco all'intellettualismo.
Vecchio 14-02-2008, 17:10   #16
Esperto
 

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Originariamente inviata da HurryUp2
Osservare l'io dalla tua prospettiva, cioè da quel livello che lo fa apparire libero, non mi ispira tutta questa positività che tu mi descrivi, mi ispira al contrario l'idea di un io individualista, che ostenta una presunta libertà che in realtà è allergia alla regola, e gli effetti sociologici sono l'indebolimento della coscienza sociale in favore della coscienza individuale, e il conseguente conflitto sociale.
questo tuo discorso non c'entra con quello che volevo dire io, probabilmnte ho interpretato male il tuo pensiero ma anche tu lo stai facendo, il mio concetto di libertà non è inteso come allergia alle regole ma come semplice sforzo per condurre nel miglior modo possibile una vita idonea ai nostri bisogni, non mi sento di essere ne un individualista ne un anticonformista, semmai più che allergico alle regole lo sono verso quella mia barriera psicologica che non mi permette di esprimere me stesso come vorrei e di ritagliarmi un posto nella società. Libertà intesa come espressione di sè senza vincoli interiori ed esteriori ma comunque aderendo a quelle regole sociali che ci permettono di dare un contributo alla società.

Quote:
Inoltre, nel tuo messaggio rivolto a Jolly, più che un invito a maturare ci leggo un'intimidazione del suo libero pensiero.
E' come se tu volessi far adottare a Jolly il tuo stato mentale non attraverso l'intelletto, ma attraverso una proiezione mentale negativa nel simbolo di un io schiavo del suo intelletto... è un subdolo attacco all'intellettualismo.
ma il mio non era un tantativo di far maturare Jolly, o addirittura un intimadazione del suo pensiero, non ho questa presunzione, era solo un tentativo di incoraggiare chi si sente rassegnato, un po come fa un allenatore negli spogliatoi durante una partita, non ci vedo nulla di strano, metti da parte l'Io ogni tanto e guarda le cose da una prospettiva più sentimentale e meno logica, e poi penso che l'Io non sia schiavo del suo intelletto ma al contrario qualcosa di cosi grande da modificare con la volontà il pensiero rendendolo più libero da barriere che inconsciamente si pone ma che attraverso la coscienza si possono abbattere. Detto ciò rispetto i ragionamenti altrui e non presumo di influenzarli con i miei, ma mi piace aiutare con parole di conforto e incoraggiamento.
Vecchio 15-02-2008, 00:16   #17
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
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Originariamente inviata da HurryUp2
Osservare l'io dalla tua prospettiva, cioè da quel livello che lo fa apparire libero, non mi ispira tutta questa positività che tu mi descrivi, mi ispira al contrario l'idea di un io individualista, che ostenta una presunta libertà che in realtà è allergia alla regola, e gli effetti sociologici sono l'indebolimento della coscienza sociale in favore della coscienza individuale, e il conseguente conflitto sociale.
questo tuo discorso non c'entra con quello che volevo dire io, probabilmnte ho interpretato male il tuo pensiero ma anche tu lo stai facendo, il mio concetto di libertà non è inteso come allergia alle regole ma come semplice sforzo per condurre nel miglior modo possibile una vita idonea ai nostri bisogni, non mi sento di essere ne un individualista ne un anticonformista, semmai più che allergico alle regole lo sono verso quella mia barriera psicologica che non mi permette di esprimere me stesso come vorrei e di ritagliarmi un posto nella società. Libertà intesa come espressione di sè senza vincoli interiori ed esteriori ma comunque aderendo a quelle regole sociali che ci permettono di dare un contributo alla società.
Anch'io cerco di riconoscere quella barriera psicologica che mi allontana dalla maturazione, per poterla superare, io ho dedotto una certa intenzione da parte tua aspettandomi che questa intenzione potesse essere da te negata, cioè ammettendo che sia un'intenzione inconsapevole, oppure, altra ipotesi, un'implicazione a posteriori del tuo messaggio che non hai osservato perchè non ti metti nel punto di vista da cui lo osservo io.
Come si fa a superare questo relativismo? Con l'argomentazione logica, ecco perchè vorrei provare a argomentare la conclusione a cui ero giunto.

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
Quote:
Inoltre, nel tuo messaggio rivolto a Jolly, più che un invito a maturare ci leggo un'intimidazione del suo libero pensiero.
E' come se tu volessi far adottare a Jolly il tuo stato mentale non attraverso l'intelletto, ma attraverso una proiezione mentale negativa nel simbolo di un io schiavo del suo intelletto... è un subdolo attacco all'intellettualismo.
ma il mio non era un tantativo di far maturare Jolly, o addirittura un intimadazione del suo pensiero, non ho questa presunzione, era solo un tentativo di incoraggiare chi si sente rassegnato, un po come fa un allenatore negli spogliatoi durante una partita, non ci vedo nulla di strano,
E' l'argomentazione che hai usato per persuadere Jolly che mi ha dato questa impressione.
Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
metti da parte l'Io ogni tanto e guarda le cose da una prospettiva più sentimentale e meno logica
lo faccio già, non mi risulta neanche tanto difficile perchè non sento conflittualità tra logica e sentimento, a differenza tua!
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Originariamente inviata da Serotonino78
e poi penso che l'Io non sia schiavo del suo intelletto ma al contrario qualcosa di cosi grande da modificare con la volontà il pensiero rendendolo più libero da barriere che inconsciamente si pone ma che attraverso la coscienza si possono abbattere.
Sono d'accordo, dico solo che secondo me il concetto che vuoi esprimere con questo periodo secondo me non è formalmente ben formato, e se usato per persuadere in questa forma, può generare un senso di conflittualità tra intelletto e coscienza, cioè può generare proprio una di quelle barriere psicologiche che tu vuoi superare.

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino78
Detto ciò rispetto i ragionamenti altrui e non presumo di influenzarli con i miei, ma mi piace aiutare con parole di conforto e incoraggiamento.
Me ne accorgo, infatti non vorrei sembrarti polemico (non mi stai sulle scatole neanche un po').
Il fatto è che certe persone non hanno bisogno di questo genere di conforto, ma di sviluppare liberamente il loro intelletto, e di abbandonare questo circolo (vizioso o virtuoso che sia) solo quando ogni domanda da esso generato abbia ricevuto una risposta (una risposta completa, non elusiva).
Io ho notato in te un non interesse a questo genere di ciclo evolutivo intellettuale, come se si trattasse di un circolo vizioso, un incidente di percorso, e non un percorso obbligato della maturazione intellettuale dell'essere umano.
Lo fai anche con me, quando mi dici "metti da parte l'io", intendendo, propriamente, di abbandonare quello stato mentale analitico che sto coltivando.
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