Successe che qualche anno fa conobbi in una città di provincia umbra un ragazzo simpatico, d'un paese che sta vicino al mio, e che ho sempre frequentato avendo io mia nonna e mia zia lì, mia madre essendo nata in quel luogo. Ci mettemmo a chiacchierare davanti alla stazione, e io aspettavo senza fretta il treno delle nove e venti, perché uno sciopero sconosciuto aveva annullato il treno precedente, che io pigliavo sempre.
Ebbene, parlando, venne fuori che il ragazzo era omosessuale e che aveva un fidanzato in quella stessa città.
Sognava di fare il cantante e si stava tenacemente adoperando per raggiungere il suo obiettivo. Quella volta non ci scambiammo i numeri di telefono.
Lo rividi tempo dopo uscendo in questo bel paese dove abita.
Stava passeggiando allora in un sentiero adatto per camminare soli che costeggia un fiume e vedendolo all'inizio mi sembrò immerso nei suoi pensieri, tanto che neanche mi vide. Timidamente, mi feci avanti e gli ricordai di quella volta che c'eravamo incontrati nell'altra città. Cominciammo a parlare e ne nacque una piacevole conversazione che durò fino a che il cielo cominciò a oscurarsi. Non ricordo se era estate, ma probabilmente si.
Ci scambiammo i numeri e cominciammo a uscire. Non così spesso in realtà. Una volta ogni due o tre settimane. Lo chiamavo al telefono, ci davamo appuntamento e uscivamo per tre orette per le vie storiche di questo paese, chiacchierando del più e del meno, piuttosto bene in verità, almeno così mi sembrava, anche di cose all'apparenza complesse, tipo poesia, qualche libro, idee circa la vita, e così via. Parlavamo anche di noi stessi e delle nostre vite, ma non solo. Il ragazzo dovrebbe avere tre anni più di me.
Siamo usciti in tutto cinque volte, circa. Poi, senza nessun motivo, senza nessun litigio, ci siamo persi di vista. Il telefono che avevo allora, nel quale tenevo segnato il suo numero, si ruppe, senza mai più accendersi: neanche un bagliore elettronico, figurarsi il tempo di vedere il suo numero.
Lui, forse preso dalle cose sue, non mi chiamò più, e pensare che credevo davvero che le nostre uscite fossero significative, e che stessero a genio pure a lui.
Tranquilli, nessuna omosessualità occulta, bensì una riflessione su un rapporto di nascente conoscenza che mi sembrava, almeno in quelle uscite, stesse venendo su bene, come una pianta robusta, insomma. Tempo dopo lo rincontrai che correva diretto non so dove; ci salutammo ma non lo fermai perché mi pareva di fretta; e un altra volta lo vidi con un gruppo di amici, e pure lì un saluto fuggevole.
Alla fine non ci pensai mai più di tanto perché se è vero che le nostre uscite erano state coinvolgenti, non ebbe neanche il tempo di entrare nella schiera selettiva dei miei migliori amici, che poi sono i miei unici amici, che si contano sulle dita di una mano.
Proprio stasera, navigando casualmente su facebook e giungendo sul profilo d'una ragazza sconosciuta dal viso gradevole scoperta dopo qualche cliccata all'insegna "come è carino farsi i cazzi degli altri dalle foto", trovo questo ragazzo in una foto assieme a questa ragazza e una frase che lascia capire una certa confidenza tra i due. Stile: ragazzo gay con amichetta comprensiva.
Vedendo il suo profilo mi sono reso conto che è andato avanti nella sua passione. Ha partecipato al cantagiro, che non so bene come funziona, ma ho letto che è uscito prima della semifinale. Ho cercato il suo nome su Youtube e mi sono accorto che c'erano dei video dove cantava davanti ad una folla in una sorta di piccolo concerto. Le canzoni che cantava, scritte da lui per se stesso ma non solo, non mi piacevano granché: erano pseudo colte, ricalcavano il Battiato di venti anni fa, usavano a gogo concetti astratti come bellezza e poi vivere nel sole. Le melodie erano belle, ma le parole mi sembravano leggermente troppo seriose e insieme prevedibili.
Ma sono contento e insieme invidioso che abbia fatto qualche passo avanti, e aver visto il suo profilo mi ha fatto tornare in mente le nostre uscite, che andarono avanti per cinque sei volte, e mi sono chiesto sinceramente se magari lui con me non sia stato poi così bene. Perché io non lo potevo chiamare, non avendo più il numero, e non sapevo neanche il suo cognome, scoperto oggi su facebook, quindi non avrei potuto cercare neanche sull'elenco. Ma lui, perché non mi chiamò?
Oggi l'ho rivisto su facebook e ho provato anche un po' d'invidia, perché c'erano delle foto in cui sorrideva felice assieme a un gruppo di amici. Quando uscimmo noi due, lo facemmo sempre da soli.
Voi che ne dite??!!