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Originariamente inviata da Blueness
Ti capisco bene, io ne faccio una questione di rispetto dell' altro ma per avere rispetto bisogna anche avere un' adeguata educazione ed è cosa piutosto rara di questi tempi. Certo, in molti dicono grazie e buongiorno o alzano la tavoletta del water per fare pipì ma poi si relazionano alle persone come ci si relaziona ad un Kleenex. Se ne hai bisogno lo usi, se non ti serve te lo dimentichi in tasca, poi semplicemente lo butti. Ora, la domanda è, come dovrebbe reagire un kleenex? Io direi, innanzitutto, dovrebbe dismettere immediatamente i panni, ingiustamente affibbiati di kleenex e recuperare sembianze umane. Quindi, punto primo, ricordare chi si è. Poi, un' altra cosa importante dovrebbe essere il non imputare a se stessi la colpa dell' altrui indifferenza. E' uno stronzo/a, amen ( + un sano vaff... opzionale). E come ultima cosa direi che se proprio ci è rimasto il peso sullo stomaco, si può sempre interpellare l' altro e chiedere in maniera molto diretta il motivo della scaduta comunicazione... fosse anche solo per non star lì a rodersi il fegato. Probabilmente, la risposta potrebbe non corrispondere a ciò che avevamo pensato. Molte persone si comportano in un certo modo senza neanche una vera motivazione o semplicemente non si sanno comportare e accettano che l' indifferenza, quella che anche loro ricevono, sia una componente dell' esistenza, come i Kleenex.
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Come ha già detto Dylan, bella davvero
A questo giro, forse, sei finito un po' oltre invece, a quello che intendo XD ma lo condivido pienamente, non solo nella forma. (Nel senso, non devo passare già ad "affrontare” o "cacciare" qualcuno a viso aperto, quanto piuttosto cercare costantemente di tenere in vita qualcosa)
E' strano da spiegare. Visto da fuori (e dal silenzio dell'indifferenza appunto) sa un po' di incertezza, un po' di rifiuto, un po' di fastidio. Poi quando finalmente ci si risente, sarà anche il momento "gioioso", tutto questo scompare come un'illusione.
Che poi sono tornato dal mio punto di vista; intendevo invece dire di come nell'altra (o altre) persone "il vuoto" lasciato temporaneamente non cambi assolutamente nulla. Il che porta a chiedersi, ma che vuol dire? Pressapochismo, superficialità? Fastidio ma non troppo? Ho sbagliato io qualcosa da parte mia?
Tutti più o meno sintomi dell'evitare (o evitanza), che poi si concretizza dantescamente come hai scritto nell'ultima frase, da ambo le parti: io non mi faccio vivo per timore di disturbare, quando con un certo sforzo ci riesco, se la risposta non arriva, mi crolla il mondo addosso. Poi magari arriva in ritardo, passa tutto, e il ciclo ricomincia da capo la volta successiva...
Ma che sto scrivendo?
Comunque le riflessioni che sono uscite e stanno tutt'ora uscendo in questo topic un po' strano mi piacciono, il forum è utile per questo.
Un'ultima nota, più "razionale": da un lato c'è la mente, con cui mi rendo benissimo conto dell'esagerazione di situazioni fin troppo normali o comunque prive di conseguenze... dall'altra il corpo, che sta male. C'è poco da farci, sente il fastidio: ieri notte, per dire, all'ennesima risposta non ricevuta, sono andato a letto con la nausea, rabbia, e ci ho messo tantissimo a prendere sonno. Anche questo suona stupido ma ho intenzione di chiedere a proposito alla psicologa, perché la somatizzazione almeno per me c'è sempre. La sentite mai voi?